Alimentazione Paziente Oncologico

La nutrizione gioca un ruolo in molti aspetti dello sviluppo e del trattamento dei tumori.

 

Le buone pratiche nutrizionali, con un’adeguata alimentazione, possono aiutare il paziente oncologico a mantenere o migliorare il peso in funzione dei trattamenti a cui è sottoposto.

 

L’alimentazione nel paziente oncologico può offrire un aiuto concreto nella gestione di alcuni sintomi e migliorare nel complesso la qualità della vita.

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1) Qual è il tuo Indice di Massa Corporea (IMC)*?
a) 18,5 - 24,9b) 25 - 30c) > 30

*L’IMC è il rapporto tra il peso corporeo espresso in Kg e il quadrato dell’altezza espressa in metri. Es. peso: 50 kg; altezza: 1,50 m à BMI=50/(1,50)2=22

 

2) Quanto tempo dedichi all’attività fisica durante la settimana?
a) Più di 150 minuti a settimanab) Tra i 50 e i 150 minuti a settimanac) Meno di 50 minuti a settimana

 

3) Quante porzioni di frutta e verdura consumi ogni giorno?
a) Da 3 a 5 porzionib) Da 1 a 3 porzionic) Nessuna

 

4) Quante porzioni di carne rossa consumi a settimana?
a) Da 0 a 1 porzioneb) Da 2 a 3 porzionic) Più di 3 porzioni

 

5) Quante porzioni di salumi consumi a settimana?
a) Da 0 a 1 porzioneb) 2 – 3 porzionic) Più di 3 porzioni

 

6) Quante volte a settimana consumi alimenti integrali?
a) Tutti i giornib) Poche volte a settimanac) Mai

 

7) Quante Unità Alcoliche* (vino, birra, superalcolici) assumi al giorno?

Selezionare in base al sesso:
a) Da 0 a 1 U.A. al giorno (DONNA)b) Da 2 a 3 U.A. al giorno (DONNA)c) Più di 3 U.A. al giorno (DONNA)a) Da 0 a 2 U.A. al giorno (UOMO)b) Da 3 a 4 U.A. al giorno (UOMO)c) Più di 4 U.A. al giorno (UOMO)

*1 Unità Alcolica = 125 ml di vino = 330 ml di birra = 40 ml di superalcolico

 

8) Quante volte a settimana consumi alimenti industriali confezionati (chips, merendine, croissant ecc.) e/o bevande zuccherate?
a) Maib) Qualche volta a settimanac) Tutti i giorni

 

9) Durante l’anno, quando ti esponi al sole, quante volte ti capita di ustionarti?
a) Maib) 1 – 2 voltec) Spesso

 

10) Sei un fumatore?
a) Non sono un fumatoreb) Ho smesso, ma prima lo eroc) Sono un fumatore

 

 

Maggioranza di risposte A

Complimenti!

Il tuo stile di vita è in linea con le nuove linee guida su dieta, nutrizione, attività fisica e cancro del World Cancer Research Fund (che trovi su questo sito alla sezione – IN FOLLOW UP – Dieta e stili di vita dopo i trattamenti).

Sei a conoscenza che una dieta sana e ben bilanciata si basa su un elevato consumo di alimenti di origine vegetale ricchi in fibre come frutta e verdura, cibi integrali e legumi, e un ridotto consumo di carni rosse e lavorate, alimenti ad alta densità calorica e alcol.

Le tue sane abitudini alimentari, il mantenimento del normopeso, lo stile di vita attivo, l’astensione dal fumo e la corretta esposizione solare ti aiuteranno a mantenere più basso possibile il rischio di patologie tumorali e di altre patologie croniche. Continua così!

 

Maggioranza di risposte B

C’è sempre tempo per migliorare!

Prova a introdurre piccoli cambiamenti nel tuo stile di vita: consuma almeno 5 porzioni tra frutta e verdura ogni giorno, magari aggiungendo la frutta a colazione o preferendola come spuntino, e non dimenticare mai le verdure ai pasti principali; riduci il consumo di carni rosse e lavorate a 1 porzione a settimana, dando preferenza a legumi e pesce azzurro; limita le bevande alcoliche ad 1 bicchiere al giorno se sei donna e 2 se sei uomo.

Evita di fumare e prova a fare qualche camminata in più durante la settimana.

Inoltre non dimenticare mai la crema solare quando sei in vacanza!

Per avere uno stile di vita sano e ridurre al minimo il rischio di patologie tumorali di altre patologie croniche segui le nuove linee guida del World Cancer Research Fund (che trovi su questo sito alla sezione – IN FOLLOW UP – Dieta e stili di vita dopo i trattamenti).

 

Maggioranza risposte C

Devi assolutamente migliorare il tuo stile di vita!

Le tue abitudini non salutari, come il fumo e l’elevato consumo di carni rosse e lavorate, di alcol e il sovrappeso e l’obesità, possono aumentare il rischio di patologie tumorali.

Le nuove raccomandazioni su dieta e cancro del World Cancer Research Fund (che trovi su questo sito alla sezione – IN FOLLOW UP – Dieta e stili di vita dopo i trattamenti) suggeriscono invece di aumentare il consumo di alimenti di origine vegetale, ricchi in fibre e nutrienti preziosi, alternando il più possibile durante la settimana le varie fonti proteiche: prova a sostituire una bistecca con del pesce azzurro o con una porzione di legumi, anche piccoli cambiamenti possono fare la differenza!

L’elevata assunzione di bevande alcoliche è correlata ad 8 tipi di tumori: riducine il consumo per abbassare il tuo rischio.

Non stare fermo, ma inizia a fare qualche piccolo passo, nel vero senso della parola! Le maggiori società scientifiche internazionali consigliano 150 minuti di attività fisica moderata a settimana (camminata, nuoto, attività domestiche) oppure 75 minuti di attività fisica vigorosa (corsa, ciclismo, aerobica).

Riduci gradualmente il numero di sigarette che fumi a settimana ed esponiti al sole sempre solo dopo aver applicato la protezione solare.

1. Il modo di cucinare può influire sullo sviluppo del tumore?

I metodi di cottura ad alte temperature, come la cottura alla brace o alla griglia, favoriscono la produzione di composti potenzialmente cancerogeni come le amine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA).

Tuttavia una grigliata ogni tanto non basta per farci ammalare!
È bene limitare la frequenza delle grigliate alle occasioni veramente importanti, evitando una cottura eccessiva della carne e sempre rimuovendo le parti carbonizzate. Sarebbe inoltre opportuno scartare tagli di carne molto grassi che, colando sulla brace, danno origine a fiammate, e al contatto con la carne determinano una maggior produzione di sostanze tossiche.

L’utilizzo di marinature a base di erbe aromatiche può contribuire a ridurre la produzione degli IPA in cottura. Se si include nel pasto una porzione di frutta e verdura, ricche in antiossidanti e fibre, si può attenuare l’effetto ossidante della carne alla brace, riducendo al minimo i tempi di permanenza nell’intestino di eventuali sostanze tossiche.

Un altro metodo a rischio risulta essere la frittura, durante la quale si produce acrilamide, una sostanza potenzialmente cancerogena per l’uomo. Sebbene non ci siano ancora dati certi, le autorità scientifiche consigliano di limitarne il consumo. Quindi frittura occasionalmente, utilizzando preferibilmente olio d’oliva o olio di arachidi, poiché più stabili alle alte temperature, grazie al loro contenuto elevato in acidi grassi monoinsaturi.

Contrariamente a ciò che si è soliti pensare, la cottura al microonde non risulta essere pericolosa per la salute e non provoca il cancro.

Il cibo scaldato al microonde non è radioattivo, perché produce radiazioni a bassa energia e non ionizzanti. Anzi, nella cottura al microonde alcuni cibi, cuocendo senza acqua e in breve tempo, conservano maggiormente il loro contenuto in micronutrienti e fitocomposti.

In generale le cotture preferibili sono quelle al vapore, al forno, al microonde e in padella con acqua, per tempi brevi.

 

2. Esistono indicazioni alimentari specifiche in base alla tipologia di tumore?

Si, esistono indicazioni alimentari specifiche per tipologia di tumore. Ogni tipo di tumore rappresenta infatti una patologia a sé stante con specifiche caratteristiche, risulta quindi fondamentale adattare le strategie nutrizionali alla sede tumorale, al trattamento farmacologico e agli eventuali effetti collaterali da esso provocati.

Tuttavia il cancro è una patologia nella quale entrano in gioco numerosi fattori strettamente legati alle caratteristiche dell’individuo che valgono per qualsiasi tipo di tumore: dieta, attività fisica, peso corporeo, fumo. A tal proposito sono state elaborate dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro 10 raccomandazioni generali  valide sia per la prevenzione che durante la malattia.Ci sono ovviamente tumori più sensibili all’effetto del cibo, come confermato dal grande studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), e sono quelli che colpiscono l’apparato gastrointestinale. Tuttavia sappiamo che l’alimentazione influisce in generale sullo stato dell’intero organismo, promuovendo o meno lo sviluppo della malattia in qualsiasi altra sede.

Ricordiamo inoltre che per ogni tipo di tumore ci sono tanti altri fattori, oltre l’alimentazione, che possono aumentare il rischio di insorgenza, quali il sesso, l’età, la predisposizione genetica. Per saperne di più consulta la sezione “Indicazioni su dieta e stili di vita per sede tumorale”.

 

3. Cosa fare per perdere peso durante la terapia ormonale?

Per recuperare il normopeso durante la terapia ormonale è fondamentale avere uno stile di vita sano e attivo. Per prima cosa è importante svolgere attività fisica di qualsiasi tipo, purchè diventi un’abitudine quotidiana: camminata, cyclette, nuoto, ballo… iniziando a piccole dosi, 20-30 minuti ad esempio, per poi aumentare gradualmente, secondo il grado di allenamento, la durata e l’intensità.

Per smaltire i chili di troppo è importante inoltre intervenire sull’alimentazione, specie dopo la menopausa, quando l’organismo tende maggiormente all’accumulo di massa grassa. Diamo quindi un taglio agli zuccheri semplici contenuti in dolci, succhi di frutta e alcolici, che non saziano, ma apportano solo calorie vuote, alimentando i depositi di grasso.Risulta importante strutturare la giornata a tavola secondo le regole del “Piatto Sano”, un’innovazione della piramide alimentare studiata per prevenire e combattere le malattie della società del benessere, tra le quali il cancro. Il “Piatto Sano” si suddivide in 4 parti: verdure e ortaggi, frutta di stagione, cereali e derivati, preferibilmente integrali e fonti proteiche animali (pesce, carne bianca, uova, formaggi freschi magri) o vegetali (legumi), privilegiando le seconde alle prime. Da limitare invece carni rosse, insaccati e formaggi stagionati, poiché ricchi di grassi saturi e sale. I condimenti consigliati sono olio extra vergine di oliva e spezie, da ridurre invece il consumo di sale, grassi animali e salse troppo elaborate.

Vanno sempre evitati i rimedi “fai da te” e sarebbe sempre meglio rivolgersi ad uno specialista della nutrizione per un piano nutrizionale personalizzato.

 

4. Esistono cibi anti-tumorali?

Nessun alimento da solo è in grado di proteggerci da una malattia multifattoriale come il cancro o al contrario di provocarne l’insorgenza. Sono la qualità, la quantità e la frequenza degli alimenti che riescono a modulare il rischio neoplastico, quello che si chiama “pattern alimentare”, come la Dieta Mediterranea. Diete ricche di fibre e vegetali sembrano avere un ruolo protettivo, mentre un eccessivo consumo di carni rosse, insaccati e cibi ipercalorici, abuso di alcol, sovrappeso, obesità e scarsa attività fisica fanno lievitare il rischio di un tumore.

Il consumo regolare di fibra è infatti associato in maniera convincente ad una riduzione del rischio di tumore del colon-retto. Risulta fondamentale quindi aumentare il consumo di cereali integrali, verdura, frutta e legumi per coprire il fabbisogno di fibra raccomandato, pari a circa 25-30 grammi al giorno.

Tuttavia alcuni alimenti, grazie alla presenza di preziose molecole, risultano avere un particolare effetto protettivo. Carote, pomodori, peperoni, zucca, anguria e albicocche contengono tante varietà di carotenoidi, micronutrienti che sembrano proteggerci dal tumore del polmone, tuttavia le evidenze sono ancora limitate.

Il WCRF ha recentemente evidenziato che bere abitualmente caffè può ridurre il rischio di cancro al fegato ed endometrio. Latte e yogurt inoltre rappresentano un probabile fattore di riduzione del rischio di cancro del colon-retto, sia per gli uomini sia per le donne.

 

5. È vero che l’aloe ha un’azione anti-tumorale?

No, non esistono studi scientifici che dimostrano un ruolo anti-tumorale dell’aloe. Le teorie secondo le quali questa pianta sarebbe in grado di curare molti tipi di tumore, anche quelli in fase avanzata, non sono scientificamente dimostrate. Sono tutt’ora in corso ricerche sugli effetti di alcuni composti contenuti in questa pianta, ma non c’è ancora nessun dato sull’uomo.

Non esistono ad oggi prove certe che l’aloe e i suoi derivati siano in grado di eliminare o ridurre gli effetti collaterali delle terapie oncologiche, come i danni cutanei da radioterapia o la mucosite. Tuttavia l’utilizzo a livello cutaneo di gel a base di aloe non è pericoloso e può essere utile per curare piccole ferite e lievi ustioni.È importante sottolineare che i principi attivi della pianta possono talvolta causare notevoli disturbi all’organismo, specialmente a carico del sistema gastrointestinale, come ad esempio diarrea, dolore addominale, nausea e vomito, provocati soprattutto dalla presenza di antrachinoni, molecole con potente azione lassativa. I derivati dell’aloe possono oltretutto interferire con altri principi attivi di farmaci o integratori a base di erbe, provocando ad esempio problemi alla coagulazione del sangue. Inoltre i soggetti allergici a cipolla, aglio, tulipani e piante simili, se utilizzano prodotti a base di aloe, sono a rischio di reazioni incrociate.

Capsule, compresse e sciroppi a base di aloe possono provocare nell’organismo gravi effetti collaterali. È assolutamente sconsigliato e pericoloso sospendere la terapia oncologica o assumere contemporaneamente questa sostanza o suoi derivati. Prima dell’utilizzo quindi si consiglia sempre di consultare il medico.

 

6. Il latte va evitato dopo un tumore?

No, non esistono evidenze scientifiche che il latte e i suoi derivati debbano essere esclusi dalla dieta in caso di tumore. Al contrario ci sono evidenze che mostrano come questi alimenti (nelle quantità raccomandate dalle linee guida) sembrano avere un moderato effetto protettivo. Ad oggi quindi non esiste alcuna dimostrazione che il consumo di latte e derivati, in quantità adeguate, possa contribuire alla comparsa o alla progressione della malattia.

Tuttavia si raccomanda di avere prudenza con i derivati del latte, in particolar modo i formaggi stagionati, più ricchi di grassi saturi e sale. Le linee guida per la popolazione italiana suggeriscono 1-2 porzioni al giorno tra latte e yogurt, dove una porzione è costituita da 125 g, e 2 porzioni di formaggi a settimana, preferendo quelli freschi e magri, con un contenuto di grassi inferiore al 25%, possibilmente a ridotto contenuto di sale, facendo sempre attenzione al contenuto presente in etichetta.

 

7. Gli zuccheri possono influire sullo sviluppo del tumore?

Non ci sono evidenze che dimostrano una relazione diretta tra il consumo di zucchero e l’insorgenza di cancro, tuttavia lo zucchero rappresenta un fattore di rischio oncologico indiretto: l’eccesso di zuccheri semplici può cioè favorire lo sviluppo di sovrappeso e obesità, a loro volta direttamente implicati in molte patologie cronico degenerative tra le quali 12 tipi di tumori.

Non c’è differenza inoltre tra zucchero bianco, di canna o grezzo. Lo stesso vale per sciroppo d’acero o d’agave, miele, malto e fruttosio: in fatto di zuccheri semplici quello che conta è la quantità, che andrebbe sempre tenuta sotto controllo. I dolcificanti artificiali, come l’aspartame, non apportano calorie, ma neppure benefici sostanziali, in quanto non aiutano l’organismo ad abituarsi al gusto meno dolce. Le bevande dolci inoltre (come le bevande gassate, il tè freddo e i succhi di frutta) hanno un ruolo cruciale nell’aumento del peso, soprattutto se consumate con regolarità. Il consiglio per la prevenzione di sovrappeso e obesità, e quindi indirettamente di molti tipi di cancro, è quello di non consumarle.Infine, altre fonti di zuccheri semplici che andrebbero limitate sono rappresentate da yogurt aromatizzati, biscotti, dolciumi vari e creme spalmabili. L’unica fonte di zuccheri che fa eccezione è la frutta, poiché grazie alla presenza di fibra, micronutrienti e fitocomposti influisce positivamente sulla salute.

Non ci sono quindi dati scientifici tali da consigliare l’esclusione completa dello zucchero dalla dieta, neppure da quella dei pazienti oncologici. In generale è bene provare ad abituarsi ad un gusto meno dolce, riducendo gradualmente l’aggiunta di zucchero (da qualsiasi fonte) nel tè o nel caffè fino alla completa eliminazione, o ancora sostituendo gli yogurt aromatizzati con quelli bianchi senza zuccheri, aggiungendo eventualmente frutta fresca e secca.

 

8. Quali sono le proprietà della soia e che ruolo ha nello sviluppo di un tumore?

La soia rappresenta una delle più abbondanti fonti di proteine vegetali, con una concentrazione del 37% rispetto al contenuto totale. I benefici che questo legume apporta sono attribuibili ai fitoestrogeni (isoflavoni, cumestani e lignani), molecole con struttura chimica e funzione molto simile agli estrogeni femminili. La soia ne contiene circa 100 tipi differenti tra i quali genisteina, daidzeina e gliciteina.

I fitoestrogeni sono contenuti in piccole concentrazioni in diversi altri alimenti di origine vegetale come legumi, cereali integrali e verdure. Questi composti sembrano avere un ruolo vantaggioso per il sistema cardiovascolare nel modulare i livelli plasmatici di colesterolo, in particolar modo agendo sulla frazione LDL, ovvero quello “cattivo”.Il ruolo dei fitoestrogeni nello sviluppo del tumore è ancora molto dibattuto. In studi in vitro ed in vivo si sono osservate interessanti proprietà di questi composti, specialmente nei confronti dei tumori ormono-correlati: essi infatti sembrerebbero in grado di ridurre i livelli di ormoni sessuali, contrastando quindi lo stimolo alla proliferazione cellulare. Alcuni dati, al contrario, suggeriscono un probabile ruolo dei fitoestrogeni nella promozione del tumore o nell’interazione con gli effetti della terapia, ma non ci sono conferme.

Alcuni degli effetti sulla salute della soia possono dipendere dalla capacità del singolo individuo di convertire, nel tratto digestivo, l’isoflavone daidzeina nella sua forma attiva, l’equolo. Tale attività dipende dalla composizione del microbiota intestinale, quindi la capacità dei fitoestrogeni di ampliare o ridurre l’effetto degli estrogeni endogeni può cambiare notevolmente da soggetto a soggetto.

In attesa di ulteriori dati, gli esperti non ne vietano l’assunzione, neppure per chi ha avuto un tumore al seno. L’uso di integratori dietetici a base di fitoestrogeni non risulta necessario. Comunque in caso di assunzione il Ministero della Salute suggerisce un apporto giornaliero di fitoestrogeni non superiore agli 80 mg al giorno. In ogni caso è sempre bene rivolgersi al proprio medico oncologo prima dell’assunzione di qualsiasi integratore.

 

9. Esiste una relazione tra consumo di poliammine degli alimenti e rischio di recidiva?

Il ruolo delle poliammine nel rischio di recidiva non è ancora del tutto chiaro. Le poliammine sono molecole organiche essenziali in numerosi processi fisiologici, quali l’invecchiamento cellulare, la resistenza allo stress, la crescita e la morte cellulare.

Le poliammine presenti nel nostro organismo provengono da tre fonti diverse: gli alimenti, la sintesi ad opera dei batteri intestinali e la sintesi cellulare. È noto che vi sia un aumento della sintesi di poliammine nei tumori dei tessuti epiteliali e che esse siano assolutamente necessarie per il processo di crescita tumorale, ma il loro ruolo nella genesi del cancro non è ancora del tutto chiaro.Tuttavia, non risultano ancora studi clinici riguardanti il rischio di recidiva nell’uomo. L’esclusione di alimenti contenenti poliammine (arance, pompelmi, pomodori, melanzane, peperoni, molluschi bivalvi e frutti tropicali) dalla dieta di chi si è ammalato, tanto meno da quella di soggetti sani, non è ritenuta necessaria fino a quando non verrà giustificata da solide basi scientifiche.

 

10. L’acrilamide aumenta il rischio di cancro?

È probabile che l’acrilamide aumenti il rischio di cancro, ma gli studi sull’uomo sono ancora insufficienti per dare una risposta certa. L’acrilamide è una sostanza che si forma dalla reazione tra alcuni zuccheri e l’aminoacido asparagina, durante la cottura di alimenti che contengono amido (patate, biscotti, cereali, pane, caffè ecc.) ma solamente a temperature molto alte, come la frittura, la cottura in forno o alla griglia per periodi prolungati. Secondo l’EFSA, autorità europea per la sicurezza alimentare, tra gli adulti i cibi consumati a più alto contenuto di acrilamide sono i prodotti fritti a base di patate (fino al 49% dell’assunzione totale), seguiti dal caffè (34%) e dal pane morbido (23%).

Il fumo di sigaretta e alcuni ambienti di lavoro (industria della carta, industria tessile, fonderia, costruzioni) sono un’ulteriore fonte di acrilamide.L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato l’acrilamide tra i “probabili cancerogeni per l’uomo“, mentre l’EFSA, pur dichiarando che il rischio è molto basso, invita a limitarne il consumo, visto che non esiste una dose soglia al di sotto della quale si può stare completamente tranquilli.

La conservazione, la lavorazione e il metodo di cottura degli alimenti possono influenzare notevolmente la formazione di acrilamide e la conseguente esposizione: ad esempio mettere in ammollo le patate prima della cottura può ridurre anche del 40% la formazione di acrilamide.

Nella vita quotidiana si può ridurre la formazione di questo composto adottando piccoli accorgimenti: 1) Prediligere modalità di cottura a basse temperature, quali bollitura, cottura al vapore o in padella con acqua; 2) limitare ad occasioni saltuarie il consumo di alimenti fritti o cotti alla griglia; 3) scartare le parti bruciate dei cibi.

Una dieta bilanciata riduce in genere il rischio di esposizione ai potenziali rischi alimentari. Seguire una dieta equilibrata, con una più ampia varietà di alimenti, ad es. legumi, pesce, verdura e frutta, oltre a prodotti amidacei che possono contenere acrilammide, può aiutare i consumatori a ridurre l’assunzione di questa sostanza.

 

11. La dieta vegetariana: consigliata dopo un tumore?

Non ci sono specifiche indicazioni all’adozione di una dieta vegetariana dopo il tumore. Sicuramente gli esperti concordano sul fatto che l’aumento del consumo di alimenti di origine vegetale, per il loro elevato contenuto di composti protettivi e di fibra, apporti benefici sia in prevenzione che durante la malattia.

I ricercatori del progetto EPIC hanno concluso che non c’è una relazione diretta tra quantità di carne rossa, uova o latticini consumati e rischio di sviluppare un cancro del seno, mentre esiste con altri tipi di tumore, come quello del colon (soprattutto in relazione alla carne rossa e alla carne lavorata e conservata).Il maggior consumo di vegetali, specialmente di verdure a foglia verde, sembrano in generale contrastare l’insorgenza della malattia. Nel 2015 in uno studio della Loma Linda University è emerso che i vegetariani hanno un rischio ridotto del 22% di sviluppare qualsiasi tipo di cancro del colon-retto rispetto ai non vegetariani: sicuramente la fibra, contenuta in abbondanza nei vegetali, gioca il suo importante ruolo protettivo in questa patologia.

Tuttavia non è indispensabile eliminare totalmente gli alimenti di origine animale dalla dieta, ma sicuramente se ne consiglia una riduzione in favore di alimenti di origine vegetale, e in particolare di ridurre il consumo di carni rosse e lavorate. Il WCRF  suggerisce di non consumare più di 500 grammi alla settimana di carne rossa e di contenere il consumo di carne conservata in genere.

 

12. Quali sono le interazioni tra cibi e farmaci antitumorali?

Ad oggi c’è ancora molto da scoprire sull’interazione tra alimenti o singoli nutrienti e terapie oncologiche. Uno degli alimenti che influenza maggiormente l’azione di molti farmaci, tra i quali gli antitumorali, è il pompelmo: sia intero che spremuto, aumenterebbe la biodisponibilità del principio attivo, determinando un effetto di sovradosaggio. Questa azione è esercitata da un gruppo di sostanze in esso contenute, le furanocumarine, in grado di inattivare in maniera irreversibile un enzima coinvolto nel metabolismo dei medicinali, provocando effetti collaterali anche gravi. La gravità dell’effetto dipende dall’individuo, ma già un bicchiere da 200 ml di succo o il frutto intero sono in grado di causare un’interazione.

La composizione dei pasti o specifici alimenti possono ridurre, aumentare o ritardare l’assorbimento di alcuni farmaci chemioterapici orali, interagendo con i meccanismi di trasporto e i sistemi enzimatici intestinali. La concentrazione ematica dell’etoposide orale ad esempio è ridotta del 50% quando assunto con succo di pompelmo; la contemporanea somministrazione dell’erlotinib e di pasti iperproteici o di alcuni vegetali richiede invece un aumento della dose del farmaco per ottenere la stessa efficacia. La disponibilità di lapatinib, farmaco impiegato nel tumore al seno, aumenta del 167% se assunto a stomaco pieno e i pasti ricchi in grassi ne aumentano i livelli del 325%.Anche specifici nutrienti possono interagire con i farmaci antitumorali: ad esempio i cibi ad alto contenuto di tiramina (formaggi, insaccati, carni e pesce affumicati o in salamoia, lievito, bevande alcoliche, frutta troppo matura, latte non pastorizzato, crauti, fave) devono essere evitati durante il trattamento con Procarbazina.

Altre sostanze sono invece in grado di migliorare la risposta al trattamento: i folati (presenti nelle verdure a foglia verde, crucifere, agrumi, frutta secca, cereali integrali, legumi) sembrano ridurre gli effetti tossici del Metotrexate.

Tuttavia ancora molto c’è da valutare riguardo l’interazione tra cibo e farmaci antitumorali. Poiché queste interferenze, molto complesse e non generalizzabili, possono aumentare il rischio di fallimento terapeutico e di effetti collaterali, risulta opportuno durante la terapia seguire attentamente le indicazioni contenute nel foglietto illustrativo del farmaco e rivolgersi al proprio oncologo prescrittore per qualsiasi dubbio riguardante le possibili interazioni del medicinale con cibi e bevande.

 

13. Cosa sono gli antiossidanti e che ruolo hanno?

Per “antiossidanti” si intende una classe di sostanze in grado di difendere il nostro organismo dall’azione dei radicali liberi o “specie reattive dell’ossigeno”, entità molecolari molto reattive e instabili.  Essi infatti sono in grado di sottrarre elettroni o atomi di idrogeno ad altre molecole organiche, compromettendone la funzione e sono responsabili, se prodotti in eccesso, della condizione di “stress ossidativo”, ovvero di squilibrio tra produzione ed eliminazione di specie chimiche ossidanti, associata all’insorgenza di moltissime patologie e implicata nei processi di invecchiamento cellulare.

Molti altri fattori contribuiscono all’incremento della produzione di radicali liberi nell’organismo: lo stress psicofisico, l’esercizio fisico intenso, il fumo, l’alcol, i farmaci, l’inquinamento, la prolungata esposizione solare, gli sbalzi termici, gli additivi, le sostanze tossiche presenti negli alimenti o sviluppatesi durante la cottura.Le cellule si difendono dalla produzione di queste molecole dannose attraverso diverse sostanze antiossidanti, alcune delle quali prodotte endogenamente dall’organismo, come la superossido dismutasi, la catalasi e il glutatione, altre provenienti dalla nostra dieta. Tra questi ultimi troviamo la vitamina C, la vitamina E, il licopene, il betacarotene, i polifenoli, la luteina, il selenio, contenuti principalmente in alimenti di origine vegetale come frutta e verdura. Ognuna di queste sostanze ha delle caratteristiche chimiche e biologiche differenti, pertanto i benefici per la salute sono dovuti alla loro azione sinergica. La loro concentrazione inoltre varia da alimento ad alimento e il loro effetto può essere influenzato dalla cottura e dalla conservazione dei cibi.

Alimenti conservati o cotti per lungo tempo presentano infatti una quantità notevolmente inferiore di queste sostanze rispetto ai prodotti freschi. L’assunzione di alimenti fonti di antiossidanti svolge un ruolo importante per la prevenzione di patologie cardiovascolari, tumori e malattie legate all’invecchiamento. L’adozione di una dieta varia, ricca specialmente in frutta e verdura, fornisce all’organismo la quantità di antiossidanti necessaria.

L’uso di supplementi a base di antiossidanti non risulta necessario, a meno che non vi siano carenze accertate. Queste molecole infatti, se assunte in eccesso, possono diventare addirittura pericolose per la salute. Prima di iniziare un’integrazione quindi, si consiglia sempre di consultare il parere del proprio medico.

 

14.Quali benefici apportano gli alimenti integrali per la prevenzione dei tumori?

Il consumo regolare di alimenti integrali apporta notevoli benefici per la salute. I cereali integrali, a differenza di quelli raffinati, mantengono tutte le componenti del chicco, conservando tutti i nutrienti in esso presenti, quali vitamine, minerali, proteine, grassi buoni (quando presente anche il germe) e fibre.

Queste ultime, del tipo insolubile, non vengono digerite dal nostro organismo e hanno la capacità di assorbire acqua, svolgendo diverse azioni vantaggiose: rallentano lo svuotamento gastrico, aumentando il senso di sazietà; aumentano il volume e la morbidezza delle feci; rallentano e diminuiscono l’assorbimento di zuccheri e grassi, riducendo l’indice glicemico dell’alimento; riducono il contatto tra la mucosa intestinale e composti potenzialmente dannosi; stimolano la crescita di microrganismi benefici per l’organismo; vengono fermentate dal microbiota intestinale producendo composti protettivi.La quantità giornaliera di fibra raccomandata dalla SINU equivale a circa 25 grammi al giorno per un adulto medio. Già con un’assunzione giornaliera di 10 grammi di fibra alimentare, sembra ridursi del 10% il rischio di tumore del colon-retto. Gli alimenti integrali inoltre, a più basso indice glicemico, sono associati a riduzione della circonferenza vita e del grasso addominale.

Per raggiungere la quota giornaliera di fibre raccomandata è opportuno:

  • consumare almeno una volta al giorno cereali integrali, specialmente in chicco;
  • consumare 2-3 porzioni di verdura al giorno (400 g); 2 porzioni di frutta al giorno; almeno 3 porzioni di legumi a settimana; 1 porzione di frutta secca in guscio al giorno (30 gr).

 

15. Dieta mediterranea e dieta vegetariana a confronto: quale scegliere?

A causa delle crescenti evidenze che dimostrano il legame tra un elevato consumo di carni rosse e lavorate e l’aumento del rischio di tumore al colon e di altre patologie, l’interesse nei confronti della dieta vegetariana è sicuramente aumentato.

La dieta vegetariana si suddivide in latto-ovo vegetarianesimo, che ammette il consumo di vegetali, latte, formaggi, uova, ma non di carne e pesce; il latto-vegetarianesimo, che esclude anche le uova; il veganismo, che elimina tutti i prodotti animali e prevede il consumo esclusivamente di alimenti vegetali.La dieta mediterranea si basa sul consumo prevalente di alimenti di origine vegetale come cereali integrali e derivati, verdura, legumi, frutta e sulla riduzione del consumo di alimenti ricchi di grassi saturi come carne (specialmente rossa e lavorata) e formaggi, a favore invece dei grassi insaturi, contenuti nel pesce e nell’olio extra vergine di oliva.

I due modelli alimentari hanno in comune diversi punti: sono entrambe ricchi in fibre, antiossidanti e grassi monoinsaturi, e assicurano un basso apporto di grassi saturi. Ad oggi non abbiamo molti dati sulle due diete a confronto e sul loro effetto nel tempo sullo stesso gruppo di soggetti. Sembrerebbero entrambe efficaci nella riduzione del peso corporeo e della percentuale di grasso, e svolgono tutte e due una funzione protettiva, riconducibile ai preziosi nutrienti che entrambe apportano all’organismo.

Sicuramente l’elevato consumo di alimenti vegetali e di fibre a discapito di quelli animali, ricchi di grassi saturi, caratteristiche riscontrabili in entrambi i modelli, svolge un ruolo fondamentale per la prevenzione di patologie cardiovascolari, diabete, obesità e cancro.

 

16. Che ruolo ha la carne nell’insorgenza dei tumori?

Nessuna patologia, neppure il cancro, è causata soltanto dal consumo di un singolo alimento. Anche la carne mangiata con moderazione non è nociva per la salute dell’uomo e apporta inoltre importanti nutrienti. Tuttavia esagerare porta spiacevoli conseguenze di salute ed ambientali.

Secondo la comunità scientifica, esiste una correlazione consistente tra aumento del rischio di cancro al colon ed elevato consumo di carne rossa e carne lavorata e conservata. I motivi per cui il consumo eccessivo di carne rossa aumenterebbe il rischio di tumore al colon sono ancora da definire: tra i meccanismi proposti, vi è il possibile ruolo del ferro eme, ferro in forma libera che può portare alla formazione di radicali liberi e attivare fattori di trascrizione e citochine proinfiammatorie.Un altro fattore importante sembra essere la cottura della carne, in particolare la cottura alla brace e alla griglia, durante le quali possono prodursi composti potenzialmente cancerogeni come amine eterocicliche e idrocarburi policiclici aromatici.

Nelle nuove raccomandazioni per la prevenzione del cancro il WCRF suggerisce di non superare le 3 porzioni di carne rossa a settimana e di consumare solo occasionalmente quella conservata (salumi, insaccati, affettati).

È bene inoltre preferire i metodi di cottura al vapore, al forno o in padella, limitando le grigliate ad occasioni saltuarie, evitando una cottura eccessiva della carne e rimuovendo sempre le eventuali parti carbonizzate.

 

17. Quali sono le fonti di proteine vegetali?

I gruppi di alimenti fonte di proteine vegetali sono i legumi, i cereali, la frutta secca a guscio, i semi oleosi. Il contenuto proteico ovviamente cambia da alimento ad alimento, fino a raggiungere i 37 grammi di proteine nella soia.

I legumi sono gli alimenti a più alto contenuto di proteine vegetali. Ciononostante la composizione delle loro proteine risulta diversa da quella delle proteine animali, a causa di una diversa presenza e quantità di aminoacidi essenziali (le più piccole unità che costituiscono le proteine).Le uova, il latte, la carne e il pesce sono invece fonti proteiche con una composizione ottimale in aminoacidi essenziali.

Gli amminoacidi mancanti nei legumi sono però contenuti nella frazione proteica dei cereali: dalla loro unione nasce un pasto dall’apporto proteico paragonabile per qualità e quantità a quello di una bistecca. I legumi sono un’ottima fonte non solo di proteine, ma anche di fibra e sali minerali, e apportano una piccola quota di grassi, per di più grassi insaturi, ovvero “buoni”.

Per la prevenzione in generale è bene consumare almeno 3-4 volte alla settimana fonti proteiche vegetali. I legumi possono essere consumati freschi, secchi o surgelati. Se si scelgono in scatola, devono essere sciacquati con abbondante acqua corrente per eliminare il sale in eccesso. Anche i prodotti a base di soia come tofu o tempeh possono rappresentare una valida alternativa una volta a settimana. Per gli hamburger o gli altri preparati vegetali è meglio invece leggere sempre bene l’etichetta ed accertarsi che non vi sia un eccesso di sale e/o di grassi.

 

18. È possibile ridurre il rischio di insorgenza di tumori solo attraverso l’alimentazione?

La sola alimentazione non è in grado di proteggerci da una malattia multifattoriale come il cancro, alla quale concorrono diversi fattori, come l’età, fattori ereditari, fattori ambientali e più in generale diversi aspetti dello stile di vita.

Sicuramente le cattive abitudini alimentari sono responsabili di circa 3 tumori su 10 che potrebbero essere evitati se si seguissero le raccomandazioni per la prevenzione oncologica del WCRF. Anche sovrappeso e obesità, sono considerati importanti fattori di rischio per 12 tipi di tumore.Inoltre esistono tumori più sensibili all’effetto del cibo e sono quelli che colpiscono l’apparato gastrointestinale, e in particolare l’esofago, lo stomaco, il colon-retto, il fegato: sembrerebbe che fino a tre quarti di questi tumori si potrebbero prevenire con un’alimentazione salutare.

Tuttavia la sola alimentazione non basta a proteggerci se non abbiamo uno stile di vita sano nel complesso: l’abitudine al fumo, la sedentarietà, l’esposizione al sole e ai raggi ultravioletti costituiscono altri importanti fattori di rischio.

 

19. Esistono alimenti che aumentano l’efficacia della terapia oncologica?

È ormai stato dimostrato da molti studi come lo stile alimentare influenzi il rischio di sviluppare un tumore, ma pochi studi hanno analizzato gli effetti della dieta sulla guarigione e la progressione della malattia.

Il WCRF nelle ultime raccomandazioni su dieta, nutrizione, attività fisica e cancro afferma che nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, le raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono anche per chi si è già ammalato. Il mantenimento di un buon stato nutrizionale durante la malattia infatti aumenta l’efficacia della terapia.

Chi si è ammalato, se in sovrappeso o in sottopeso, ha più difficoltà a guarire. Nei pazienti affetti da malnutrizione infatti l’adozione di una dieta varia ed equilibrata, basata sul consumo principalmente di cereali integrali a basso indice glicemico, frutta, verdura, legumi, frutta secca e semi oleosi, eventualmente associata a supplementi nutrizionali, e uno stile di vita attivo migliorerebbero la risposta al trattamento e la sopravvivenza.

Le pro-antocianidine contenute nei frutti rossi e nell’uva, gli acidi grassi polinsaturi e il CoQ10 ridurrebbero invece, secondo alcuni studi di base, la cardiotossicità indotta da alcuni farmaci antitumorali (antracicline).

Mettendo in atto specifiche raccomandazioni nutrizionali in base al tipo di effetto collaterale provocato dalla terapia è possibile aumentarne la tollerabilità e migliorarne l’efficacia.  In generale, in attesa di ulteriori studi a riguardo, le raccomandazioni nutrizionali per chi è in terapia, se non consigliato diversamente dal proprio oncologo, coincidono con quelle formulate dal Fondo Mondiale della Ricerca sul Cancro per la prevenzione primaria.

 

20. Che ruolo ha l’attività fisica nel paziente oncologico?

L’attività fisica aiuta a rimanere in forma in tutte le fasce d’età, anche in chi è ammalato di cancro. Sembrerebbe che il rischio di sviluppo di cancro al colon nelle persone fisicamente attive sia inferiore del 30-40% rispetto alle persone sedentarie.

Muoversi infatti aiuta a mantenersi normopeso, ma aumenta anche la motilità intestinale, riducendo il tempo di contatto tra le sostanze potenzialmente dannose e la parete intestinale.30-60 minuti di attività fisica giornaliera aerobica di media intensità sono sufficienti per apportare benefici al mantenimento del peso corporeo, al metabolismo energetico, ai livelli di glicemia e insulina, allo stato infiammatorio e al sistema immunitario. Inoltre l’attività fisica anche leggera praticata durante la chemioterapia sembra ridurre il rischio di recidiva e di mortalità.

Il movimento risulta utile per ridurre e gestire gli effetti collaterali delle terapie come l’affaticamento, il dolore, la nausea e di conseguenza consente una maggiore tolleranza ai trattamenti e un recupero più rapido; aiuta inoltre a combattere ansia e depressione.

L’attività fisica più indicata durante i trattamenti, se si è in grado di svolgerla, risulta essere quella aerobica di moderata intensità come la camminata veloce, il nuoto, la bicicletta. Anche l’attività fisica, come l’alimentazione, deve essere dosata e personalizzata, quindi si sconsiglia il fai da te, ma si raccomanda di affidarsi a professionisti del settore per l’elaborazione di un programma di allenamento adatto alle caratteristiche e alle esigenze del singolo individuo.

 

21. Esistono alimenti realmente cancerogeni?

Le evidenze sul legame tra singoli alimenti e tumore sono ancora poche, molto probabilmente perché i singoli alimenti, benché abbiano un ruolo benefico, non vengono mai consumati da soli ma sempre all’interno di un pasto e in generale insieme ad altri alimenti. Ecco perché negli ultimi anni ci si sta orientando verso lo studio di “pattern alimentari”, per raccogliere informazioni sulle abitudini alimentari ma anche su altri fattori legati allo stile di vita, come il fumo, l’attività fisica, il peso. Sono stati identificati dei pattern protettivi, ovvero associati ad un minor rischio di cancro, come la Dieta Mediterranea.

Lo IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha raggruppato le sostanze cancerogene di origine in 4 gruppi, sulla base del livello di cancerogenità dimostrato in studi scientifici. Nel gruppo 1 tra i cancerogeni umani certi troviamo sostanze di origine alimentare come l’acrilammide, l’etanolo, l’aflatossina B1 e le carni lavorate, nel gruppo 2, tra i cancerogeni probabili invece le carni rosse, i nitrati, i nitriti, il glifosato e le bevande bevute molto calde.Le sostanze elencate dallo IARC nel gruppo 1 e 2 però non sono sempre vietate, poiché il loro effetto cancerogeno dipende dalla dose. Una sostanza può risultare infatti cancerogena se assunta ad alte dosi, ma non alla dose con la quale l’uomo viene in contatto quotidianamente. Se consideriamo ad esempio le carni rosse e lavorate, benché siano classificate nei primi due gruppi, non devono essere escluse totalmente dalla dieta, ma gli esperti del WCRF suggeriscono un loro consumo controllato. È impossibile evitare la totale esposizione a queste sostanze, ma il consumo di una dieta varia e ben bilanciata consente di controllarne l’assunzione.

È la dose a fare la differenza.

 

22. Esistono alimenti alcalini in grado di influenzare il pH nell’organismo?

No, non esistono alimenti alcalini in grado di influenzare il pH dell’organismo. Nessun alimento infatti è in grado di modificare l’acidità o la basicità dei tessuti.

Tutte le sostanze si dividono in acide o basiche in base al valore del pH, che va da 0 per gli acidi più forti a 14 per le basi più forti. Ogni giorno quotidianamente il nostro organismo entra in contatto con sostanze acide (caffè, limone, aceto ecc.) o basiche (sapone, ammoniaca ecc.).Il pH del nostro organismo ha un valore medio di 7,4, mantenuto in equilibrio da meccanismi fisiologici molto efficienti come la respirazione o l’attività renale, che in caso di squilibrio riportano il pH ai valori di normalità. Quando questi meccanismi non funzionano bene si può generare uno stato di acidosi metabolica o alcalosi metabolica, condizioni che richiedono un immediato intervento medico poiché possono condurre anche alla morte.

Qualsiasi valore di pH abbiano gli alimenti che ingeriamo, anche i più alcalini, quando raggiungono lo stomaco vengono attaccati dai succhi gastrici, che sono fortemente acidi, e resi neutri o acidi prima di essere assimilati.

Gli studi che sostengono i benefici di una dieta alcalina si basano su teorie non scientifiche, che non hanno nessun nesso tra causa ed effetto. È impossibile modificare il pH dell’organismo poiché l’organismo è strutturato per evitare che ciò avvenga, poiché in tal caso si verificherebbero gravi danni.

Le diete alcaline non hanno alcun effetto di prevenzione o di cura del cancro per la loro azione sul pH. Sicuramente l’aumento del consumo di alimenti vegetali ha un ruolo protettivo nei confronti del cancro, ma non è di certo attribuibile alle modifiche del pH. Nessuna sostanza basica presente negli alimenti è in grado di modificare l’ambiente acido che si sviluppa intorno alla massa tumorale.

 

23. Quali sono i benefici del digiuno?

I benefici del digiuno nell’uomo sono attualmente materia di numerosi studi, volti ad ottenere effetti analoghi a quelli verificati sugli animali con la restrizione calorica.

Ridurre del 30% circa le calorie rispetto all’alimentazione “ad libitum” porterebbe, in diversi modelli animali tra cui i primati, ad un allungamento della vita, poiché in carenza di cibo l’organismo mette in atto un meccanismo di protezione: utilizza la poca energia rimasta per la conservazione delle cellule, attivando i cosiddetti geni della longevità, che impongono di sfruttare tutta l’energia disponibile per il mantenimento della salute, prolungando la durata della vita.Al contrario un eccesso di cibo innesca l’espressione dei geni dell’invecchiamento, con conseguente produzione di radicali liberi e infiammazione. Sono in corso studi sull’uomo per sperimentare forme di digiuno compatibili con una buona qualità di vita, ma si tratta di esperimenti e c’è ancora parecchia strada da percorrere prima di dare raccomandazioni precise alla popolazione.

Di certo è bandito il “fai da te”: il digiuno prolungato non si può seguire senza il controllo di un medico. Un digiuno protratto oltre le 12/13 ore può avere gravi conseguenze specialmente per i soggetti più “fragili” come bambini, anziani, donne in gravidanza, persone sottopeso o malate. Non esiste ancora una “posologia” di digiuno condivisa dalla comunità scientifica.

 

24. Esiste una relazione tra alimentazione e genetica nello sviluppo di un tumore?

Si, esiste una relazione tra alimentazione e genetica nello sviluppo del tumore.  Studi di nutrigenomica e nutrigenetica hanno evidenziato infatti che la predisposizione dell’individuo a sviluppare un tumore non risiede solo nel corredo genetico, ma anche nella capacità di determinati nutrienti di “accendere” o “spegnere” specifici geni.

Abitudini alimentari errate possono compromettere il meccanismo di difesa che l’organismo mette in atto, ovvero la “morte cellulare programmata” o apoptosi, e impedire il suicido della cellula malata che inizia così a proliferare.Certe sostanze, sul lungo periodo, possono influenzare l’espressione di uno o più geni, modificandone la funzione, senza alterarne la struttura. Alcune molecole presenti negli alimenti sembrerebbero addirittura in grado, secondo diversi studi di laboratorio, di inibire i geni dell’invecchiamento e attivare quelli della longevità: la quercetina, il resveratrolo, la curcumina, le antocianine, l’epigalocatechingallato, la fisetina, la capsaicina.

Le raccomandazioni nutrizionali in materia di prevenzione del cancro hanno però maggiore efficacia in alcune persone e meno in altre, poiché i geni di ogni individuo rispondono diversamente alle diverse componenti dei cibi. Sappiamo che esistono delle sostanze potenzialmente protettive, ma dobbiamo ancora conoscere in maniera approfondita i meccanismi con cui un alimento o un singolo nutriente agisce sulla cellula per capire a chi può essere utile. Probabilmente in futuro nuove scoperte di nutrigenomica ci aiuteranno a stabilire la dieta migliore per il singolo e a formulare consigli dietetici personalizzati per la prevenzione delle malattie.

 

25. Gli alimenti raffinati (come ad esempio le farine) sono dannosi?

Si, se assunti in abbondante quantità. È importante infatti sempre considerare frequenza e porzioni di consumo.

Per alimenti raffinati si intendono tutti quei prodotti sottoposti a ripetuti processi di lavorazione per migliorarne le caratteristiche e aumentarne il gusto, divenendo più adatti al consumo in termini di facilità di utilizzo e velocità di preparazione.Per renderli più appetibili e più facili da cucinare, questi cibi vengono spesso privati di sostanze nutritive importanti quali fibra, vitamine, sali minerali, acidi grassi essenziali. Inoltre per avere più sapore o durare più a lungo, vengono addizionati di additivi alimentari, zuccheri, grassi idrogenati e sale, il cui consumo andrebbe fortemente limitato.

Nel caso delle farine raffinate vengono allontanati in parte o del tutto gli strati esterni, la cosiddetta crusca, ed il germe, allo scopo di trattenere la parte più consistente del chicco: la mandorla amilifera, ricca di amido dalla cui macinazione si ottengono le farine e di conseguenza tutti i prodotti derivati. Con la raffinazione dei cereali quindi si perdono fibra, proteine, minerali e vitamine, acidi grassi e vari fitocomposti.

Un elevato consumo di cibi raffinati e ad alto contenuto calorico risulta strettamente correlato allo sviluppo di sovrappeso, obesità, diabete, patologie cardiovascolari e indirettamente anche il rischio di cancro per cui sovrappeso e obesità rappresentano un importante fattore di rischio.

Il WCRF, nelle ultime raccomandazioni in materia di dieta e cancro, ha ribadito l’importanza di evitarne il consumo, a favore invece di alimenti freschi e di stagione, ricchi di fibra e di molecole protettive per l’organismo.

 

26. Integratori alimentari e tumore: hanno reali benefici? Quali e quando possono essere assunti?

Secondo il Ministero della Salute gli integratori alimentari sono prodotti presentati in piccole unità di consumo come capsule, compresse, fialoidi e simili, a base di nutrienti o altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico, ideati e proposti per favorire il regolare svolgimento delle funzioni dell’organismo, senza alcuna finalità di cura.

Negli ultimi anni, in relazione al numero di formulazioni disponibili in commercio e alla loro composizione sono aumentate le motivazioni che inducono a ricorrere a questi prodotti: per dimagrire o favorire l’aumento della massa muscolare, per rinforzare le difese immunitarie, per contrastare le alterazioni del metabolismo osseo, per proteggere il sistema cardiovascolare, per contrastare l’invecchiamento, per compensare le carenze nutrizionali.Gli integratori alimentari però non possono e non devono essere considerati un’alternativa ad una dieta varia, sana e bilanciata. Nessun integratore può in alcun modo sostituire i normali alimenti.

Al contrario, sembra che i benefici di un frutto intero siano superiori a quelli di qualsiasi integratore: le sostanze contenute nel cibo infatti interagiscono fra loro determinando un effetto sinergico superiore alla somma delle singole parti.

In ambito oncologico, le ricerche sul ruolo degli integratori sono ancora in fieri. Si indaga sull’efficacia di prodotti per il trattamento della malnutrizione e della sarcopenia e sull’effetto di alcuni principi nutritivi per contrastare gli effetti collaterali delle terapie, ma gli studi sono solo agli inizi.

Una cosa è certa: i supplementi nutrizionali non sono indicati né per la prevenzione né per la cura del cancro. Attenzione inoltre al fai da te: alcune sostanze contenute in essi possono interagire con i farmaci chemioterapici e un loro inadeguato impiego può determinare anche conseguenze spiacevoli per la salute. Prima dell’utilizzo quindi è fondamentale consultare sempre il proprio oncologo.

 

27. Il consumo di proteine aumenta il rischio di tumore?

No, un consumo equilibrato di proteine non aumenta il rischio di cancro. La quantità giornaliera raccomandata dalla SINU sia per gli uomini che per le donne adulte in buona salute è di 0,9 gr/kg. È importante inoltre variare nell’arco della settimana le varie fonti proteiche prediligendo quelle vegetali.

Ecco qualche consiglio pratico per un consumo salutare di proteine:

  • Consuma il pesce, in particolare pesce azzurro di piccola taglia, importante fonte di grassi essenziali, 3 volte alla settimana.
  • I legumi rappresentano un’ottima fonte proteica ricca di fibra. Uniscili ad una porzione di cereali in freschi piatti unici o in calde zuppe, almeno 3-5 volte alla settimana.
  • Altre fonti proteiche, da consumare ognuna max 2 volte alla settimana, possono essere la carne bianca (pollo, tacchino, coniglio), le uova e i formaggi freschi e magri.
  • Limita il consumo di carne rossa (manzo, maiale, agnello) ed evita i salumi e gli insaccati.

 

28. Esiste una relazione tra pesticidi negli alimenti e tumore?

I pesticidi possono contenere diverse sostanze potenzialmente pericolose per l’uomo, come ad esempio il benzene e l’arsenico, classificati dallo IARC come “cancerogeno per l’uomo” o il glifosato, il palathion, il diazinone e il malatione definiti come “probabili cancerogeni per l’uomo”.

Il glifosato, ad esempio, un erbicida molto diffuso in agricoltura, è oggetto di studi scientifici da molti anni, ma i risultati ottenuti appaiono discordanti. Sembra essere associato ad un lieve aumento del rischio di malattie oncologiche tra gli agricoltori esposti per lavoro a questa sostanza.L’EFSA, l’OMS e la FAO hanno espresso recentemente giudizi rassicuranti a riguardo, applicando comunque misure di cautela, come la valutazione dei residui di glifosato nei cibi e il divieto di utilizzarlo in aeree densamente popolate. Non è quindi vietato l’uso, ma sono stati istituiti limiti e controlli nell’attesa di ulteriori studi.

Nell’ultimo rapporto dell’EFSA sulla presenza di composti chimici estranei nei cibi, il 97,4% degli alimenti di origine vegetale presenta valori entro i limiti di sicurezza. Esistono alimenti più esposti alla contaminazione di arsenico, ma il pericolo rappresenta un’eccezione piuttosto che la regola, grazie ai numerosi controlli effettuati sui prodotti. Adottare una dieta varia e lavare accuratamente gli alimenti consente di ridurre l’esposizione ai contaminanti.

 

29. Esiste una relazione tra qualità dell’acqua potabile e tumore?

Ad oggi non ci sono dimostrazioni che le sostanze chimiche presenti nell’acqua potabile, nelle basse concentrazioni stabilite dalla legge, siano cancerogene. La relazione tra qualità dell’acqua potabile e tumori dipende infatti dalla concentrazione di agenti di rischio chimico in essa contenuti, quali ad esempio arsenico, piombo, mercurio, rame, cromo, nitrati ecc.

La presenza di agenti chimici al di sopra dei limiti di sicurezza nelle acque destinate al consumo umano si associa ad un potenziale rischio di malattie cronico-degenerative, in primo luogo le patologie tumorali.  All’esposizione cronica all’arsenico specialmente sono associate diverse forme tumorali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proposto come valore limite per l’acqua potabile la concentrazione di arsenico di 0,01 mg/litro. Anche per le altre sostanze sono stati stabiliti dei valori limite da rispettare.La pericolosità dipende quindi non solo dalla natura della sostanza contaminante ma anche dalla dose di esposizione, dalla via di esposizione e dal tempo di esposizione. L’acqua dei nostri rubinetti è sicura perché sottoposta continuamente a numerosi e frequenti controlli che garantiscono qualità e sicurezza da un punto di vista sia chimico che microbiologico. Gli esperti quindi affermano che non è necessario utilizzare filtri di depurazione dell’acqua per l’eliminazione di contaminanti, come ad esempio i nitrati. Al contrario l’utilizzo di filtri può talvolta impoverire le acque dei sali minerali fondamentali per il nostro organismo.

 

30. Quali sono i reali benefici di un’alimentazione a base di prodotti biologici?

Gli alimenti biologici seguono processi produttivi di coltivazione e raccolta che non prevedono l’utilizzo di pesticidi chimici, fertilizzanti sintetici, OGM, antibiotici e ammettono pesticidi di origine naturale e organica in grado di migliorare la resistenza alle piante, nel rispetto dell’agrosistema e dell’ambiente.

Gli studi condotti per analizzare i benefici dell’agricoltura biologica e le differenze con quella convenzionale mostrano risposte contrastanti. Qualche ricerca ha evidenziato che frutta e verdura biologiche siano più ricche di micronutrienti, ma altri dati mostrano che le variazioni negli apporti nutritivi non sono rilevanti dal punto di vista della salute. Senza dubbio è da scartare la convinzione molto diffusa negli ultimi anni che tutto ciò che non è biologico sia più pericoloso. Piuttosto le indagini che evidenziano il valore protettivo di frutta e verdura, anche contro i tumori, riguardano prodotti dell’agricoltura tradizionale. I prodotti biologici possono essere più gustosi, la loro produzione ha un minore impatto sull’ambiente e l’introito di fitofarmaci risulta quasi nullo. L’uso di prodotti biologici può rappresentare una scelta virtuosa per ragioni di ecosostenibilità, ma dal punto di vista scientifico mancano ancora risposte sufficienti per promuovere il bio per la salute a discapito dei prodotti convenzionali.

 

31. Quali alimenti svolgono un’azione antiinfiammatoria?

Esistono alimenti che possono contribuire alla regolazione dei processi pro-infiammatori che a lungo andare possono condurre allo sviluppo di malattie croniche. Si tratta essenzialmente di cibi di origine vegetale, tipici della Dieta Mediterranea.

Aglio, cereali integrali, erbe aromatiche, frutta fresca, frutta secca, legumi, olio d’oliva, olio di semi, semi oleosi, verdura sono accomunati dalla presenza di particolari sostanze con azione benefica, quali gli acidi grassi insaturi, i fitocomposti, come carotenoidi, polifenoliglucosinolati, fitosteroli e vitamine. I cereali integrali ad esempio, conservando tutte le parti del chicco, forniscono vitamina E e del gruppo B, sali minerali, fibra e acidi alfa-linoleici. Le erbe aromatiche apportano carotenoidi, come la luteina e il betacarotene del basilico e del prezzemolo, i polifenoli, come la quercetina dell’origano. Frutta fresca e verdura forniscono vitamine, come la vitamina C contenuta nei kiwi e negli agrumi, i polifenoli, come le antocianine dei frutti blu-viola, i carotenoidi nei pomodori, nell’anguria, nella zucca e nelle carote. Il pesce azzurro, le noci, i semi di lino sono ricchi di acidi grassi omega-3, che aiutano a contrastare l’infiammazione.

 

32. Esiste una relazione tra additivi alimentari e tumori?

Ad oggi la maggior parte degli additivi alimentari utilizzati dall’industria non costituisce un pericolo per la salute umana. Non ci sono dati infatti sulla relazione tra sviluppo di tumori e consumo di additivi in quantità limitate, ad eccezione dei nitrati e dei nitriti. Questi vengono utilizzati come conservanti in molti prodotti in scatola e nelle carni lavorate. Vengono aggiunti agli alimenti per conservarli e contribuiscono ad ostacolare la crescita di microrganismi nocivi.

Lo IARC ha classificato i nitriti e i nitrati come probabilmente cancerogeni per gli esseri umani (Gruppo 2A). Di per sé non sono cancerogeni, si trovano infatti naturalmente in diversi alimenti, tra cui le verdure e nell’acqua potabile, ma a causa dell’azione del metabolismo e attraverso la cottura ad alte temperature vengono convertiti in N-nitrosammine, composti considerati invece cancerogeni. Esiste comunque un limite massimo di nitriti ammissibile per la legge italiana, ovvero 150 mg per kg di prodotto alimentare, quantità minima considerata innocua per la salute.Gli esperti dell’Autorità per la Sicurezza Alimentare (EFSA) hanno stimato che l’esposizione dei consumatori al nitrato proveniente esclusivamente da additivi alimentari è inferiore al 5% dell’esposizione complessiva al nitrato negli alimenti, e non supera i livelli di sicurezza. Tuttavia, se si considerano tutte le fonti di nitrato alimentare (additivo alimentare, presenza naturale negli alimenti e contaminanti ambientali), il livello di sicurezza può essere superato da individui con esposizione da media ad alta.

Sulla base delle evidenze disponibili, gli esperti dell’EFSA hanno concluso che gli attuali livelli di sicurezza per nitriti e nitrati aggiunti agli alimenti tutelano a sufficienza i consumatori. È importante quindi avere un’alimentazione varia ed equilibrata per non avere un’esposizione eccessiva ai prodotti conservati.

 

33. Esistono alimenti in grado di contribuire all’eliminazione di tossine dopo chemioterapia? Sono utili le diete detox?

Non ci sono dati che mostrano la capacità di specifici alimenti di eliminare le tossine dopo chemioterapia. Il nostro organismo possiede infatti naturalmente organi come fegato, reni, intestino e pelle, deputati a metabolizzare continuamente sostanze tossiche e di scarto.

Non è necessario quindi intraprendere regimi dietetici particolari dopo la chemioterapia. Le famose diete “detox” non hanno alcun fondamento scientifico. Al contrario si tratta di regimi alimentari ipocalorici e sbilanciati, basati spesso sul consumo di sostituti del pasto o altri rimedi alternativi non sempre salutari.Si tratta più di un mito commerciale che di una realtà provata e molte delle loro promesse sono esagerate, non basate su dati scientifici, e i benefici di breve durata. Anche prodotti a base di vegetali ed erbe possono avere seri effetti collaterali e talvolta interferire con le terapie.

Molti trattamenti detox contengono agenti diuretici e/o lassativi, volti ad aumentare l’eliminazione di acqua e sali minerali, rischiando l’eccessiva disidratazione e indebolendo ulteriormente l’organismo del paziente oncologico, che in seguito a terapia, risulta molto fragile.

Per ridurre la tossicità dei farmaci e contrastare gli effetti avversi, gli esperti suggeriscono di seguire una dieta sana, varia e bilanciata, basata prevalentemente sul consumo di alimenti di origine vegetale, come legumi, cereali integrali, frutta, verdura, frutta secca, alternando il più possibile le fonti proteiche degli alimenti e utilizzando metodi di cottura sani.

In ogni caso è opportuno sempre rivolgersi al proprio oncologo o nutrizionista per indicazioni nutrizionali personalizzate, specifiche per ogni individuo.

 

34. Esiste una relazione tra OGM e tumore?

No, non esistono dati certi che confermino la relazione tra OGM e tumore. Il termine OGM fa riferimento ad organismi non umani modificati attraverso l’ingegneria genetica, la scienza che utilizza tecniche volte ad inserire, togliere o modificare porzioni di DNA, il materiale genetico presente in tutte le cellule degli organismi viventi.

Negli OGM solo una piccola parte del corredo cromosomico dell’organismo viene modificata in maniera mirata, precisa ed efficiente, mentre il resto del genoma rimane invariato.Gli studi condotti finora hanno dimostrato che gli OGM non hanno un impatto sulla salute umana diverso da quello degli analoghi prodotti non OGM. Essi sono sicuri almeno quanto i prodotti tradizionali. Le ricerche che hanno evidenziato gli effetti dannosi di questi prodotti infatti mostrano risultati parziali e quindi poco attendibili.

A differenza degli alimenti convenzionali, gli OGM commercializzati sono sottoposti a studi e a rigidi controlli per verificare l’assenza di effetti collaterali per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Non si può parlare di rischio zero per nessun alimento, sia esso OGM o meno.

 

35. Che ruolo ha la vitamina D nella prevenzione?

Il ruolo della vitamina D nella prevenzione del cancro è ancora oggetto di studio. I dati sulla sua potenziale attività in grado di prevenire o rallentare lo sviluppo dei tumori sono ancora insufficienti.

Le ricerche sul ruolo protettivo della vitamina D contro il tumore della pelle nelle popolazioni più esposte al sole hanno fornito risultati incerti. Secondo lo studio europeo EPIC le persone con più alti livelli di questa vitamina nel sangue hanno un rischio di cancro al colon inferiore di circa il 40% rispetto a chi invece ne è carente.L’assunzione di supplementi a base di vitamina D non sembra però conferire effetti protettivi. Probabilmente quindi il rischio minore non sarebbe associato agli alti livelli di questa vitamina, ma piuttosto ad abitudini sane, in grado di proteggere l’individuo dal cancro.

Gli alimenti con maggior contenuto di vitamina D sono il pesce, le uova e il fegato. In parte questa vitamina si forma nella pelle in seguito all’esposizione ai raggi UVB. È ancora da chiarire se gli effetti benefici di questo micronutriente siano attribuibili alla molecola stessa o piuttosto siano indice di uno stile di vita più sano, basato su un’alimentazione corretta e su un’adeguata quantità di tempo trascorsa all’aria aperta, associati solitamente a maggior attività fisica e al normopeso.

In attesa di ulteriori studi volti a chiarire il suo ruolo protettivo, gli esperti sostengono che per coprire il fabbisogno giornaliero di vitamina D è sufficiente trascorrere più tempo all’aria aperta e adottare una dieta varia.

Effetti soppressivi del siero condizionato dall’esercizio sulle cellule tumorali: una revisione narrativa dell’influenza della modalità di esercizio, del volume e dell’intensità

Bettariga F. et al.

J Sport Health Sci. 2024 Jul;13(4):484-498.

 

Effetti soppressivi del siero condizionato dall’esercizio sulle cellule tumorali: una revisione narrativa dell’influenza della modalità di esercizio, del volume e dell’intensità

Il cancro è una delle principali cause di morbilità e mortalità in tutto il mondo e l’incidenza è in aumento, evidenziando la necessità di strategie efficaci per trattare questa malattia.

L’esercizio fisico è emerso come medicina terapeutica fondamentale nella gestione del cancro, associato a un minor rischio di recidiva e a una maggiore sopravvivenza.

Diverse strade di ricerca dimostrano la riduzione della crescita, della proliferazione e dell’aumento dell’apoptosi delle cellule tumorali, tra cui il cancro al seno, alla prostata, al colon-retto e ai polmoni, quando coltivate con siero raccolto dopo l’esercizio in vitro (cioè la coltivazione di linee cellulari tumorali in un ambiente sperimentale, che semplifica il sistema biologico e fornisce informazioni meccanicistiche sulle risposte cellulari).

 

I meccanismi alla base degli effetti soppressivi del cancro indotti dall’esercizio fisico possono essere attribuiti all’alterazione dei fattori circolanti, come le citochine indotte dal muscolo scheletrico (cioè le miochine) e gli ormoni.

Tuttavia, gli effetti soppressivi del tumore indotti dall’esercizio fisico e le informazioni dettagliate sugli interventi di allenamento non sono ben studiati, limitando un’applicazione più precisa della medicina dell’esercizio fisico all’interno dell’oncologia clinica.

Ad oggi, non è chiaro quale ruolo abbiano le diverse modalità di allenamento (ad esempio, resistenza e allenamento aerobico), nonché il volume e l’intensità, sul siero condizionato dall’esercizio fisico e sui suoi effetti sulle cellule tumorali. Tuttavia, le prove disponibili sono che un singolo periodo di allenamento aerobico a intensità da moderata a vigorosa ha effetti soppressivi del cancro, mentre per gli interventi di allenamento cronico, il volume di esercizio sembra essere un candidato influente che guida gli effetti inibitori del cancro indipendentemente dalla modalità di allenamento.

 

Vengono forniti approfondimenti per la ricerca futura che indaga le modalità, il volume e l’intensità dell’allenamento per approfondire la comprensione degli effetti del siero condizionato dall’esercizio sulle cellule tumorali.

 

 

Abstract

 

Suppressive effects of exercise-conditioned serum on cancer cells: A narrative review of the influence of exercise mode, volume, and intensity

Cancer is a major cause of morbidity and mortality worldwide, and the incidence is increasing, highlighting the need for effective strategies to treat this disease.

Exercise has emerged as fundamental therapeutic medicine in the management of cancer, associated with a lower risk of recurrence and increased survival.

Several avenues of research demonstrate reduction in growth, proliferation, and increased apoptosis of cancer cells, including breast, prostate, colorectal, and lung cancer, when cultured by serum collected after exercise in vitro (i.e., the cultivation of cancer cell lines in an experimental setting, which simplifies the biological system and provides mechanistic insight into cell responses).

 

The underlying mechanisms of exercise-induced cancer suppressive effects may be attributed to the alteration in circulating factors, such as skeletal muscle-induced cytokines (i.e., myokines) and hormones.

However, exercise-induced tumor suppressive effects and detailed information about training interventions are not well investigated, constraining more precise application of exercise medicine within clinical oncology.

To date, it remains unclear what role different training modes (i.e., resistance and aerobic training) as well as volume and intensity have on exercise-conditioned serum and its effects on cancer cells. Nevertheless, the available evidence is that a single bout of aerobic training at moderate to vigorous intensity has cancer suppressive effects, while for chronic training interventions, exercise volume appears to be an influential candidate driving cancer inhibitory effects regardless of training mode.

 

Insights for future research investigating training modes, volume and intensity are provided to further our understanding of the effects of exercise-conditioned serum on cancer cells.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38081360/

Controllo glicemico ed esiti tumorali nei pazienti oncologici con diabete: una visione critica multidisciplinare

Natalicchio A. et al.

J Endocrinol Invest. 27 giugno 2024.

 

Controllo glicemico ed esiti tumorali nei pazienti oncologici con diabete: una visione critica multidisciplinare dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dell’Associazione Italiana Diabetologi Medici (AMD), della Società Italiana di Diabetologia (SID), della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), della Società Italiana di Farmacologia (SIF)

Sfondo:

Prove crescenti suggeriscono che il diabete aumenta il rischio di sviluppare diversi tipi di cancro. L’iperinsulinemia, l’iperglicemia e l’infiammazione cronica, caratteristiche del diabete, potrebbero rappresentare possibili meccanismi coinvolti nello sviluppo del cancro nei pazienti diabetici.

Allo stesso tempo, il cancro aumenta il rischio di sviluppare diabete di nuova insorgenza, causato principalmente dall’uso di terapie antitumorali specifiche.

Da notare che il diabete è stato associato a un aumento del 10% della mortalità per tutti i tumori rispetto ai soggetti che non avevano il diabete. Il diabete è associato a una prognosi peggiore nei pazienti affetti da cancro e scoperte più recenti suggeriscono un ruolo chiave per uno scarso controllo glicemico in questo senso.

Tuttavia, l’associazione tra controllo glicemico ed esiti tumorali nei pazienti oncologici con diabete rimane incerta e scarsamente dibattuta.

 

Scopo:

L’attuale revisione cerca di riassumere le evidenze disponibili sull’effetto del controllo glicemico sugli esiti del cancro, nonché sulla possibilità che il trattamento tempestivo dell’iperglicemia e il miglioramento del controllo glicemico nei pazienti con cancro e diabete possano influenzare favorevolmente gli esiti del cancro.

 

 

Abstract

 

Glycemic control and cancer outcomes in oncologic patients with diabetes: an Italian Association of Medical Oncology (AIOM), Italian Association of Medical Diabetologists (AMD), Italian Society of Diabetology (SID), Italian Society of Endocrinology (SIE), Italian Society of Pharmacology (SIF) multidisciplinary critical view

Background:

Increasing evidence suggests that diabetes increases the risk of developing different types of cancer. Hyperinsulinemia, hyperglycemia and chronic inflammation, characteristic of diabetes, could represent possible mechanisms involved in cancer development in diabetic patients.

At the same time, cancer increases the risk of developing new-onset diabetes, mainly caused by the use of specific anticancer therapies.

Of note, diabetes has been associated with a ∼10% increase in mortality for all cancers in comparison with subjects who did not have diabetes. Diabetes is associated with a worse prognosis in patients with cancer, and more recent findings suggest a key role for poor glycemic control in this regard.

Nevertheless, the association between glycemic control and cancer outcomes in oncologic patients with diabetes remains unsettled and poorly debated.

 

Purpose:

The current review seeks to summarize the available evidence on the effect of glycemic control on cancer outcomes, as well as on the possibility that timely treatment of hyperglycemia and improved glycemic control in patients with cancer and diabetes may favorably affect cancer outcomes.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38935200/

Ancora troppo poche evidenze: il ruolo della dieta nella sopravvivenza al cancro del colon-retto – una revisione sistematica

Fretwell A. et al.

Crit Rev Food Sci Nutr. 2024 Jun 11:1-13.

 

Ancora troppo poche evidenze: il ruolo della dieta nella sopravvivenza al cancro del colon-retto – una revisione sistematica

L’incidenza del cancro del colon-retto (CRC) è influenzata da fattori dietetici, ma l’impatto della dieta sulla mortalità specifica per CRC e sulla sopravvivenza libera da recidiva (RFS) rimane poco chiaro.

 

Questa revisione fornisce una sintesi narrativa della ricerca esistente sui fattori dietetici che influenzano la mortalità specifica per CRC, la RFS e la sopravvivenza libera da malattia (DFS). Questo studio ha cercato nei database elettronici per identificare la ricerca trasversale/prospettica che indaga l’assunzione dietetica sulla mortalità specifica per CRC, RFS o DFS.

 

Ventotto studi sono stati inclusi nel corpus. A causa dell’elevata eterogeneità degli studi, è stata eseguita una sintesi narrativa degli studi.

Prove limitate, ma suggestive, indicano gli effetti benefici dell’adesione alle linee guida dell’American Cancer Society (ACS) e di una dieta ricca di piante a basso contenuto di carboidrati sul rischio di mortalità specifica per CRC, potenzialmente guidata dalla fibra di cereali, verdure e cereali integrali, ma non dalla frutta.

Per RFS e DFS, un modello dietetico occidentale, un’elevata assunzione di cereali raffinati e bevande zuccherate sono correlate a un aumento del rischio di recidiva del CRC e allo sviluppo di malattia/morte.

Al contrario, una maggiore aderenza alle linee guida dietetiche e alcoliche dell’ACS, acidi grassi polinsaturi ω-3 più elevati e il consumo di pesce scuro hanno ridotto il rischio.

 

I risultati sottolineano la necessità di (i) indagini standardizzate sul ruolo della dieta nella sopravvivenza al CRC, compresi gli endpoint, e (ii) analisi complete per isolare effetti specifici all’interno di componenti dello stile di vita correlati.

 

 

Abstract

 

Still too little evidence: the role of diet in colorectal cancer survivorship – a systematic review

Colorectal cancer incidence (CRC) is influenced by dietary factors, yet the impact of diet on CRC-specific mortality and recurrence-free survival (RFS) remains unclear.

 

This review provides a narrative summary of existing research on dietary factors affecting CRC-specific mortality, RFS, and disease-free survival (DFS). This study searched electronic databases to identify cross-sectional/prospective research investigating dietary intake on CRC-specific mortality, RFS, or DFS.

 

Twenty-eight studies were included in the corpus. Because of high study heterogeneity, we performed a narrative synthesis of studies.

Limited, but suggestive evidence indicates beneficial effects of adhering to the American Cancer Society (ACS) guidelines and a plant rich low-carbohydrate diet on risk of CRC-specific mortality, potentially driven by fiber from cereals, vegetables, and wholegrains, but not fruit.

For RFS and DFS, a Western dietary pattern, high intake of refined grains, and sugar sweetened beverages correlated with increased risk of CRC recurrence and development of disease/death.

Conversely, greater adherence to the ACS dietary and alcohol guidelines, higher ω-3 polyunsaturated fatty acids, and dark fish consumption reduced risk.

 

Our findings underscore the need for (i) standardized investigations into diet’s role in CRC survivorship, including endpoints, and (ii) comprehensive analyses to isolate specific effects within correlated lifestyle components.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38860747/

Gli eventi avversi correlati alla nutrizione associati al trattamento con inibitori del checkpoint immunitario per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule: una revisione sistematica

Graham KL et al.

Nutr Diet. 2024 May 28.

 

Gli eventi avversi correlati alla nutrizione associati al trattamento con inibitori del checkpoint immunitario per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule: una revisione sistematica

Scopo:

La terapia con inibitori del checkpoint immunitario utilizzata per il cancro del polmone ha modificato significativamente i tassi di risposta e sopravvivenza, tuttavia, l’impatto sullo stato nutrizionale dei pazienti rimane in gran parte inesplorato. Questa revisione mira a identificare gli eventi avversi comuni che aumentano il rischio nutrizionale indotto nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule trattati con terapia con inibitori del checkpoint immunitario e valutare l’impatto sullo stato nutrizionale.

 

Metodi:

PubMed, Medline e CINAHL sono stati sistematicamente ricercati nel settembre 2023 per studi randomizzati controllati che confrontassero il trattamento con inibitori del checkpoint immunitario del carcinoma polmonare non a piccole cellule con un gruppo di controllo. Gli eventi avversi correlati al trattamento che hanno aumentato i sintomi dell’impatto nutrizionale identificati nella valutazione globale soggettiva generata dal paziente e nelle linee guida cliniche sono stati estratti e analizzati qualitativamente. Il rischio di bias è stato valutato utilizzando lo strumento Cochrane Risk of Bias 2.

 

Risultati:

Sono stati identificati e analizzati undici studi randomizzati controllati idonei. I dati hanno dimostrato che il trattamento con inibitori del checkpoint immunitario è stato associato a una percentuale inferiore di sintomi di impatto nutrizionale riportati, ad esempio diminuzione dell’appetito, nausea, vomito, rispetto al trattamento chemioterapico. Al contrario, i pazienti trattati con inibitori del checkpoint immunitario hanno registrato una percentuale maggiore di eventi avversi immuno-correlati che alterano il metabolismo o l’assorbimento dei nutrienti.

 

Conclusione:

I pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule trattati con inibitori del checkpoint immunitario manifestano ancora sintomi di impatto nutrizionale, ma meno frequentemente rispetto ai pazienti trattati con chemioterapia. Questo, combinato con le conseguenze uniche legate alla nutrizione della colite e dei disturbi della tiroide indotti dalla terapia con inibitori del checkpoint immunitario, indica che i pazienti dovrebbero essere sottoposti a screening, valutati e attuati interventi per migliorare la nutrizione.

 

 

Abstract

 

The nutrition-related adverse events associated with immune checkpoint inhibitor treatment for patients with non-small cell lung cancer: A systematic review

Aims:

Immune checkpoint inhibitor therapy used for lung cancer has significantly changed response and survival rates, however, the impact on patients’ nutritional status remains largely unexplored. This review aims to identify common adverse events that increase nutrition risk induced in non-small cell lung cancer patients treated with immune checkpoint inhibitor therapy and assess impact on nutritional status.

 

Methods:

PubMed, Medline and CINAHL were systematically searched in September 2023 for randomised controlled trials comparing immune checkpoint inhibitor treatment of non-small cell lung cancer to a control group. Treatment-related adverse events that increased nutrition impact symptoms identified in the patient-generated subjective global assessment and clinical guidelines were extracted and qualitatively analysed. Risk of bias was assessed using Cochrane Risk of Bias tool 2.

 

Results:

Eleven eligible randomised controlled trial studies were identified and analysed. The data demonstrated immune checkpoint inhibitor treatment was associated with a lower percentage of reported nutrition impact symptoms, for example, decreased appetite, nausea, vomiting, compared to chemotherapy treatment. Conversely, immune checkpoint inhibitor treated patients recorded a greater percentage of immune-related adverse events that alter metabolism or nutrient absorption.

 

Conclusion:

Non-small cell lung cancer patients treated with immune checkpoint inhibitors still experience nutrition impact symptoms but less frequently than patients treated with chemotherapy. This combined with unique nutrition-related consequences from colitis and thyroid disorders induced by immune checkpoint inhibitor therapy indicates patients should be screened, assessed and interventions implemented to improve nutrition.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38804022/

Efficacia delle cure dietetiche per i sopravvissuti al cancro nel contesto delle cure primarie: una revisione sistematica e una meta-analisi di studi randomizzati controllati

Ryding HG et al.

J Cancer Surviv. 2024 May 6.

 

Efficacia delle cure dietetiche per i sopravvissuti al cancro nel contesto delle cure primarie: una revisione sistematica e una meta-analisi di studi randomizzati controllati

Scopo:

L’alimentazione gioca un ruolo importante nella sopravvivenza al cancro. Questa revisione sistematica e meta-analisi mirano a valutare e quantificare criticamente l’efficacia degli interventi di cura nutrizionale forniti dai dietisti ai sopravvissuti che hanno completato il trattamento per il cancro.

 

Metodi:

È stata condotta una revisione sistematica di studi randomizzati controllati (RCT) pubblicati da gennaio 2004 a novembre 2023 che riportavano l’efficacia degli interventi dietetici di assistenza primaria con sopravvissuti al cancro adulti. Sono stati ricercati i database PubMed, Scopus, CINAHL, Embase, ProQuest e PsycINFO per i termini chiave. Le meta-analisi sono state condotte dove c’erano studi sufficienti sullo stesso tipo di cancro e sugli stessi risultati.

 

Risultati:

Sono stati inclusi dodici RCT che rappresentano 1138 sopravvissuti al cancro (519 cancro al seno; 75 cancro alla prostata; 544 cancro del colon-retto). Le misure di esito primarie includevano la perdita di peso (n = 6), la qualità della vita (n = 2), la riduzione del volume del braccio correlato al linfedema (n = 2), lo stato nutrizionale (n = 1) e l’aumento dell’assunzione di frutta e verdura (n = 1). La perdita di peso è stata osservata in studi in cui questo era l’esito primario. I risultati per la qualità della vita variavano. Le meta-analisi degli RCT con i sopravvissuti al cancro al seno hanno mostrato che l’intervento del dietista ha ottenuto una media di 3,7 kg in più di perdita di peso intenzionale e una diminuzione del grasso corporeo maggiore del 2,3% rispetto al controllo (p < 0,0001).

 

Conclusioni:

Questo studio fornisce prove dell’efficacia degli interventi dietetici di assistenza primaria da parte dei dietisti con sopravvissuti al cancro, in particolare per quanto riguarda la perdita intenzionale di peso e grasso nei sopravvissuti al cancro al seno.

 

Implicazioni per i sopravvissuti al cancro:

I dietisti possono svolgere un ruolo chiave nella gestione del peso e nel miglioramento dei risultati di salute a lungo termine e della prognosi per i sopravvissuti al cancro al di là dell’ambito di terapia intensiva.

 

 

Abstract

 

Effectiveness of dietetic care for cancer survivors in the primary care setting: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials

Purpose:

Nutrition plays an important role in cancer survivorship. This systematic review and meta-analysis aim to critically assess and quantify the effectiveness of nutrition care interventions provided by dietitians to survivors who have completed treatment for cancer.

 

Methods:

A systematic review of randomized controlled trials (RCTs) published from January 2004 to November 2023 reporting the effectiveness of primary care dietetic interventions with adult cancer survivors was conducted. PubMed, Scopus, CINAHL, Embase, ProQuest and PsycINFO databases were searched for key terms. Meta-analyses were conducted where there were sufficient studies of the same cancer type and outcomes.

 

Results:

Twelve RCTs representing 1138 cancer survivors (519 breast cancer; 75 prostate cancer; 544 colorectal cancer) were included. Primary outcome measures included weight loss (n = 6), quality of life (n = 2), reducing lymphedema-related arm volume (n = 2), nutritional status (n = 1) and increasing fruit and vegetable intake (n = 1). Weight loss was observed in studies where this was the primary outcome. Results for quality of life varied. Meta-analyses of RCTs with breast cancer survivors showed that dietitian intervention achieved a mean of 3.7 kg greater intentional weight loss and 2.3% greater body fat decrease than control (p < 0.0001).

 

Conclusions:

This study provides evidence for the effectiveness of primary care dietetic interventions by dietitians with cancer survivors, particularly with respect to intentional weight and fat loss in breast cancer survivors.

 

Implications for cancer survivors:

Dietitians can play a key role in managing weight and improving long term health outcomes and prognosis for cancer survivors beyond the acute care setting.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38710853/

Intestino e microbiota locale nei pazienti affetti da cancro: evidenze crescenti e potenziali applicazioni cliniche

Valsecchi A.A. et al.

Crit Rev Oncol Hematol. 2024 May;197:104328.

 

Intestino e microbiota locale nei pazienti affetti da cancro: evidenze crescenti e potenziali applicazioni cliniche

Negli ultimi anni, la ricerca sul cancro ha evidenziato il ruolo del microbiota alterato nella carcinogenesi e nella recidiva del cancro.

Tuttavia, il microbiota può anche interferire con il metabolismo dei farmaci, influenzando l’efficacia dei farmaci antitumorali, in particolare l’immunoterapia, e modulando l’insorgenza di eventi avversi.

 

I microrganismi intestinali possono essere alterati da fattori esterni, come l’uso di antibiotici, il trattamento con inibitori della pompa protonica, lo stile di vita e l’uso di prebiotici o probiotici.

 

Lo scopo della revisione è quello di fornire un quadro delle attuali evidenze sui dati preclinici e clinici del ruolo del microbiota intestinale e locale nelle neoplasie maligne e del suo potenziale ruolo clinico nei trattamenti antitumorali.

La standardizzazione degli approcci di sequenziamento del microbiota e delle sue strategie di modulazione all’interno di studi clinici prospettici potrebbe essere intrigante per due obiettivi: in primo luogo, fornire nuovi potenziali biomarcatori sia per la diagnosi precoce del cancro che per l’efficacia terapeutica; in secondo luogo, proporre strategie di trattamento personalizzate e “microbiota-tailored”.

 

 

Abstract

 

Gut and local microbiota in patients with cancer: increasing evidence and potential clinical applications

In recent years, cancer research has highlighted the role of disrupted microbiota in carcinogenesis and cancer recurrence.

However, microbiota may also interfere with drug metabolism, influencing the efficacy of cancer drugs, especially immunotherapy, and modulating the onset of adverse events.

 

Intestinal micro-organisms can be altered by external factors, such as use of antibiotics, proton pump inhibitors treatment, lifestyle and the use of prebiotics or probiotics.

 

The aim of our review is to provide a picture of the current evidence about preclinical and clinical data of the role of gut and local microbiota in malignancies and its potential clinical role in cancer treatments.

Standardization of microbiota sequencing approaches and its modulating strategies within prospective clinical trials could be intriguing for two aims: first, to provide novel potential biomarkers both for early cancer detection and for therapeutic effectiveness; second, to propose personalized and “microbiota-tailored” treatment strategies.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38490281/

Nutrizione a lungo termine in pazienti candidati a trattamenti neoadiuvanti e adiuvanti

Lovey J., Molnar A., Banky B.

Eur J Surg Oncol. 2024 May;50(5):106850.

 

Nutrizione a lungo termine in pazienti candidati a trattamenti neoadiuvanti e adiuvanti

Per migliorare gli esiti, per ridurre il tasso di recidiva locale e lo sviluppo di metastasi a distanza, le terapie neoadiuvanti e adiuvanti sono impiegate nei pazienti oncologici nelle forme di radioterapia, chemioterapia, terapia endocrina, terapia mirata e immunoterapia o una loro combinazione.

La terapia nutrizionale svolge un ruolo importante in tutte le fasi del percorso oncologico.

Dalla terapia neoadiuvante alla preriabilitazione, dalla nutrizione postoperatoria precoce alla cura nutrizionale a lungo termine durante la fase adiuvante e la sopravvivenza, determina la sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti oncologici.

 

Durante la fase neoadiuvante i pazienti possono trovarsi in cattive condizioni nutrizionali che possono essere aggravate dal trattamento oncologico applicato. Oltre a questa apparente minaccia, questo periodo offre anche un’eccellente opportunità per mantenere o addirittura migliorare lo stato nutrizionale dei pazienti attraverso la terapia nutrizionale.

Dopo l’intervento chirurgico gli effetti gravosi dell’intervento possono compromettere l’esecuzione della terapia adiuvante.

Dopo l’alimentazione postoperatoria precoce, dovrebbe essere sviluppata una strategia nutrizionale a lungo termine per i pazienti oncologici al fine di evitare il deterioramento nutrizionale durante la terapia postoperatoria, solitamente lunga.

 

In questa revisione narrativa discutiamo di come lo stato nutrizionale preoperatorio e la terapia nutrizionale medica influenzino i risultati dell’intervento chirurgico e, dopo l’operazione, quali sono le evidenze disponibili sullo stato nutrizionale e sull’esito e le potenzialità di influenzarli con la terapia nutrizionale.

 

 

Abstract

 

Long-term nutrition in patients candidate to neoadjuvant and adjuvant treatments

To improve outcomes, to decrease the rate of local recurrence and development of distant metastases neoadjuvant and adjuvant therapies are employed in cancer patients in forms of radiation, chemo-, endocrine-, targeted-, and immunotherapy or their combination.

Nutrition therapy plays important role in all phases of the cancer journey.

From neoadjuvant therapy to prehabilitation, early postoperative nutrition, and long-term nutrition care during the adjuvant phase and survivorship determines the survival and quality of life of cancer patients.

 

During the neoadjuvant phase patients may be in poor nutritional condition which can be aggravated by the applied oncological treatment. Beside this apparent threat this period also gives an excellent opportunity to maintain or even improve the nutritional status of the patients by nutrition therapy.

After surgery the burdening effects of the operation may jeopardize the execution of adjuvant therapy.

After early postoperative feeding a long-term nutrition strategy should be developed for cancer patients in order to avoid nutritional deterioration during the usually lengthy postoperative therapy.

 

In this narrative review we discuss how preoperative nutritional status and medical nutrition therapy influence the results of surgery and after the operation what is the available evidence about nutritional status and outcome and the potentials to influence them by nutrition therapy.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36841694/

Preriabilitazione: chi può beneficiarne?

Coca-Martinez M., Carli F.

Eur J Surg Oncol. 2024 May;50(5):106979.

 

Preriabilitazione: chi può beneficiarne?

La preriabilitazione è un intervento che si verifica tra la diagnosi di cancro e l’inizio di un trattamento acuto. Si tratta di valutazioni fisiche, nutrizionali e psicologiche per stabilire un livello funzionale di base e fornire interventi mirati per migliorare la salute di una persona e prevenire future menomazioni.

 

La preriabilitazione è stata applicata all’oncologia chirurgica e ha mostrato risultati positivi nel migliorare la capacità funzionale, ridurre la degenza ospedaliera, diminuire le complicanze e migliorare la qualità della vita correlata alla salute.

L’importanza della collaborazione tra vari professionisti sanitari e l’implementazione di interventi multimodali, tra cui l’allenamento fisico, l’ottimizzazione della nutrizione e il supporto emotivo è discussa in questo manoscritto.

La necessità di screening e valutazione di condizioni come la sarcopenia, la fragilità o il basso stato funzionale al fine di identificare i pazienti che trarrebbero il massimo beneficio dalla preriabilitazione è vitale e dovrebbe far parte di tutti i programmi di preriabilitazione.

 

L’esercizio fisico e l’alimentazione svolgono ruoli complementari nella riabilitazione, migliorando l’anabolismo e le prestazioni. Tuttavia, in presenza di malnutrizione e sarcopenia, il dispendio energetico correlato all’esercizio fisico senza un apporto proteico sufficiente può portare all’atrofia muscolare e all’ulteriore deterioramento della capacità funzionale, quindi in questi casi è necessario porre particolare enfasi sull’alimentazione e sull’assunzione di proteine.

 

Infine, vengono discusse le sfide e la necessità di un cambiamento di paradigma nell’assistenza perioperatoria per implementare efficacemente programmi di riabilitazione personalizzati.

 

 

Abstract

 

Prehabilitation: Who can benefit?

Prehabilitation is an intervention that occurs between cancer diagnosis and the start of an acute treatment. It involves physical, nutritional, and psychological assessments to establish a baseline functional level and provide targeted interventions to improve a person’s health and prevent future impairments.

 

Prehabilitation has been applied to surgical oncology and has shown positive results at improving functional capacity, reducing hospital stay, decreasing complications, and enhancing health-related quality of life.

The importance of collaboration between various healthcare professionals and the implementation of multimodal interventions, including exercise training, nutrition optimization, and emotional support is discussed in this manuscript.

The need for screening and assessment of conditions such as sarcopenia, frailty, or low functional status in order to identify patients who would benefit the most from prehabilitation is vital and should be a part of all prehabilitation programs.

 

Exercise and nutrition play complementary roles in prehabilitation, enhancing anabolism and performance. However, in the presence of malnutrition and sarcopenia, exercise-related energy expenditure without sufficient protein intake can lead to muscle wasting and further deterioration of functional capacity, thus special emphasis on nutrition and protein intake should be made in these cases.

 

Finally, the challenges and the need for a paradigm shift in perioperative care are discussed to effectively implement personalized prehabilitation programs.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37451924/

Assunzione dietetica di vitamina C e cancro gastrico: un’analisi aggregata nell’ambito del progetto Stomach cancer Pooling (StoP)

Sassano M. et al.

Gastric Cancer. 2024 May;27(3):461-472.

 

Assunzione dietetica di vitamina C e cancro gastrico: un’analisi aggregata nell’ambito del progetto Stomach cancer Pooling (StoP)

Sfondo:

Studi precedenti suggeriscono che la vitamina C nella dieta è inversamente associata al cancro gastrico (GC), ma la maggior parte di essi non ha considerato l’assunzione di frutta e verdura. Pertanto, abbiamo cercato di valutare questa associazione all’interno del progetto Stomach cancer Pooling (StoP), un consorzio di studi epidemiologici sulla GC.

 

Metodi:

Quattordici studi caso-controllo sono stati inclusi nell’analisi (5362 casi, 11.497 controlli). Sono stati stimati gli odds ratio (OR) e i corrispondenti intervalli di confidenza al 95% (CI) per l’associazione tra l’assunzione alimentare di vitamina C e GC, aggiustati per i fattori confondenti rilevanti e per l’assunzione di frutta e verdura. La relazione dose-risposta è stata valutata utilizzando modelli logistici a effetti misti con polinomi frazionari del secondo ordine.

 

Risultati:

Gli individui nel quartile più alto di assunzione di vitamina C nella dieta avevano probabilità ridotte di GC rispetto a quelli nel quartile più basso (OR: 0,64; IC 95%: 0,58, 0,72). Un ulteriore aggiustamento per l’assunzione di frutta e verdura ha portato a un OR di 0,85 (IC 95%: 0,73, 0,98). È stata osservata una significativa associazione inversa per la GC non cardiaca e per i tipi intestinali e diffusi della malattia. I risultati dell’analisi dose-risposta hanno mostrato una diminuzione degli OR di GC fino a 150-200 mg/die di vitamina C (OR: 0,54; IC 95%: 0,41, 0,71), mentre gli OR per assunzioni più elevate erano vicini a 1,0.

 

Conclusioni:

I risultati del nostro studio aggregato suggeriscono che la vitamina C è inversamente associata alla GC, con un effetto potenzialmente benefico anche per le assunzioni superiori alla dose giornaliera attualmente raccomandata (90 mg per gli uomini e 75 mg per le donne).

 

 

Abstract

 

Dietary intake of vitamin C and gastric cancer: a pooled analysis within the Stomach cancer Pooling (StoP) Project

Background:

Previous studies suggest that dietary vitamin C is inversely associated with gastric cancer (GC), but most of them did not consider intake of fruit and vegetables. Thus, we aimed to evaluate this association within the Stomach cancer Pooling (StoP) Project, a consortium of epidemiological studies on GC.

 

Methods:

Fourteen case-control studies were included in the analysis (5362 cases, 11,497 controls). We estimated odds ratios (ORs) and corresponding 95% confidence intervals (CIs) for the association between dietary intake of vitamin C and GC, adjusted for relevant confounders and for intake of fruit and vegetables. The dose-response relationship was evaluated using mixed-effects logistic models with second-order fractional polynomials.

 

Results:

Individuals in the highest quartile of dietary vitamin C intake had reduced odds of GC compared with those in the lowest quartile (OR: 0.64; 95% CI: 0.58, 0.72). Additional adjustment for fruit and vegetables intake led to an OR of 0.85 (95% CI: 0.73, 0.98). A significant inverse association was observed for noncardia GC, as well as for both intestinal and diffuse types of the disease. The results of the dose-response analysis showed decreasing ORs of GC up to 150-200 mg/day of vitamin C (OR: 0.54; 95% CI: 0.41, 0.71), whereas ORs for higher intakes were close to 1.0.

 

Conclusions:

The findings of our pooled study suggest that vitamin C is inversely associated with GC, with a potentially beneficial effect also for intakes above the currently recommended daily intake (90 mg for men and 75 mg for women).

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38436761/

Associazione tra il rischio di malnutrizione definito dalla valutazione globale soggettiva generata dal paziente e gli esiti avversi nei pazienti con cancro: una revisione sistematica e una meta-analisi

Zhang J., Xu W., Zhang H., Fan Y.

Public Health Nutr. 2024 Mar 27;27(1):e105.

 

Associazione tra il rischio di malnutrizione definito dalla valutazione globale soggettiva generata dal paziente e gli esiti avversi nei pazienti con cancro: una revisione sistematica e una meta-analisi

Obiettivo:

Valutare l’associazione tra il rischio di malnutrizione, come stimato dai punteggi numerici PG-SGA (Patient-Generated Subjective Global Assessment), e gli esiti avversi nei pazienti oncologici.

 

Disegno:

Revisione sistematica e meta-analisi.

 

Impostazioni:

È stata condotta una ricerca completa nei database PubMed, Web of Science, Embase, CKNI, VIP, Sinomed e Wanfang. Sono stati inclusi studi che hanno esaminato l’associazione tra il rischio di malnutrizione, come stimato dai punteggi numerici PG-SGA, e la sopravvivenza globale (OS) o le complicanze postoperatorie nei pazienti oncologici. I pazienti sono stati classificati come a basso rischio (PG-SGA ≤ 3), a medio rischio (PG-SGA 4-8) e ad alto rischio di malnutrizione (PG-SGA > 8).

 

Oggetto:

Diciannove studi che riportano venti articoli (n 9286 pazienti).

 

Risultati:

La prevalenza del rischio medio e alto di malnutrizione variava dal 16,0% al 71,6%. Una meta-analisi ha mostrato che i pazienti oncologici con rischio medio e alto di malnutrizione avevano una OS più povera (hazard ratio aggiustato (HR) 1.98; IC 95% 1.77, 2.21) rispetto a quelli con un basso rischio di malnutrizione. L’analisi stratificata ha rivelato che l’HR aggregato era di 1,55 (IC 95% 1,17, 2,06) per il rischio medio di malnutrizione e di 2,65 (IC 95% 1,90, 3,70) per l’alto rischio di malnutrizione. Inoltre, l’OR aggiustato aggregato per le complicanze postoperatorie è stato di 4.65 (IC 95% 1.61, 13.44) per i pazienti a rischio medio e alto di malnutrizione.

 

Conclusioni:

La presenza di un rischio medio e alto di malnutrizione, come stimato dai punteggi numerici PG-SGA, è significativamente legata a una OS più scarsa e a un aumentato rischio di complicanze postoperatorie nei pazienti oncologici.

 

 

Abstract

 

Association between risk of malnutrition defined by patient-generated subjective global assessment and adverse outcomes in patients with cancer: a systematic review and meta-analysis

Objective:

To assess the association between the risk of malnutrition, as estimated by the Patient-Generated Subjective Global Assessment (PG-SGA) numerical scores, and adverse outcomes in oncology patients.

 

Design:

Systematic review and meta-analysis.

 

Settings:

A comprehensive search was conducted in PubMed, Web of Science, Embase, CKNI, VIP, Sinomed and Wanfang databases. Studies that examined the association between the risk of malnutrition, as estimated by the PG-SGA numerical scores, and overall survival (OS) or postoperative complications in oncology patients were included. Patients were classified as low risk (PG-SGA ≤ 3), medium risk (PG-SGA 4-8) and high risk of malnutrition (PG-SGA > 8).

 

Subject:

Nineteen studies reporting on twenty articles (n 9286 patients).

 

Results:

The prevalence of medium and high risk of malnutrition ranged from 16·0 % to 71·6 %. A meta-analysis showed that cancer patients with medium and high risk of malnutrition had a poorer OS (adjusted hazard ratios (HR) 1·98; 95 % CI 1·77, 2·21) compared with those with a low risk of malnutrition. Stratified analysis revealed that the pooled HR was 1·55 (95 % CI 1·17, 2·06) for medium risk of malnutrition and 2·65 (95 % CI 1·90, 3·70) for high risk of malnutrition. Additionally, the pooled adjusted OR for postoperative complications was 4·65 (95 % CI 1·61, 13·44) for patients at medium and high risk of malnutrition.

 

Conclusions:

The presence of medium and high risk of malnutrition, as estimated by the PG-SGA numerical scores, is significantly linked to poorer OS and an increased risk of postoperative complications in oncology patients.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38533774/

Fattori dietetici e loro influenza sulle strategie di immunoterapia in oncologia: una revisione completa

Golonko A. et al.

Cell Death Dis. 2024 Apr 9;15(4):254.

 

Fattori dietetici e loro influenza sulle strategie di immunoterapia in oncologia: una revisione completa

L’immunoterapia sta emergendo come una strada promettente in oncologia, acquisendo sempre più importanza e offrendo vantaggi sostanziali rispetto alla chemioterapia o alla radioterapia. Tuttavia, nel contesto dell’immunoterapia, esiste la possibilità che il sistema immunitario sostenga o ostacoli il trattamento somministrato.

 

Questa revisione comprende studi recenti e cardine che valutano l’influenza degli elementi dietetici, tra cui vitamine, acidi grassi, sostanze nutritive, piccole molecole alimentari, modelli dietetici e restrizione calorica, sulla capacità di modulare le risposte immunitarie.

Inoltre, l’articolo sottolinea come questi fattori dietetici abbiano il potenziale per modificare e migliorare l’efficacia dell’immunoterapia antitumorale. Sottolinea la necessità di ulteriori ricerche per comprendere i meccanismi alla base dell’ottimizzazione dell’efficacia della terapia antitumorale e la definizione di strategie dietetiche che possano ridurre la morbilità e la mortalità correlate al cancro.

La ricerca persistente in questo campo è molto promettente per migliorare i risultati del trattamento del cancro e massimizzare i benefici dell’immunoterapia.

 

 

Abstract

 

Dietary factors and their influence on immunotherapy strategies in oncology: a comprehensive review

Immunotherapy is emerging as a promising avenue in oncology, gaining increasing importance and offering substantial advantages when compared to chemotherapy or radiotherapy. However, in the context of immunotherapy, there is the potential for the immune system to either support or hinder the administered treatment.

 

This review encompasses recent and pivotal studies that assess the influence of dietary elements, including vitamins, fatty acids, nutrients, small dietary molecules, dietary patterns, and caloric restriction, on the ability to modulate immune responses.

Furthermore, the article underscores how these dietary factors have the potential to modify and enhance the effectiveness of anticancer immunotherapy. It emphasizes the necessity for additional research to comprehend the underlying mechanisms for optimizing the efficacy of anticancer therapy and defining dietary strategies that may reduce cancer-related morbidity and mortality.

Persistent investigation in this field holds significant promise for improving cancer treatment outcomes and maximizing the benefits of immunotherapy.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38594256/

Bevande: una revisione dell’ambito per le raccomandazioni nutrizionali nordiche 2023

Sonestedt E., Lukic M.

Food Nutr Res. 2024 Apr 2;68.

 

Bevande: una revisione dell’ambito per le raccomandazioni nutrizionali nordiche 2023

Sfondo:

Caffè, , bevande zuccherate (SSB) e bevande zuccherate a basso contenuto calorico e senza calorie (LNCSB) sono generalmente frequentemente consumate nei paesi nordici e baltici. Queste bevande sono state anche correlate a potenziali effetti sulla salute.

Questa revisione descrive le prove del ruolo di caffè, tè, SSB e LNCSB per gli esiti relativi alla salute come base per la definizione e l’aggiornamento delle linee guida dietetiche basate sugli alimenti.

Sono state utilizzate le evidenze di diverse revisioni sistematiche qualificate (ad esempio il World Cancer Research Fund, il Comitato consultivo per le linee guida dietetiche degli Stati Uniti, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e l’Organizzazione mondiale della sanità) e sono state eseguite ricerche di ulteriori revisioni sistematiche.

 

L’evidenza suggerisce che il consumo moderato di caffè e tè non ha effetti negativi sulla salute a lungo termine. Gli effetti favorevoli a lungo termine del consumo di caffè sono legati alla riduzione del rischio di cancro dell’endometrio e del fegato, diabete di tipo 2 e morte cardiovascolare.

Tuttavia, i risultati di studi randomizzati controllati (RCT) suggeriscono che gli infusi di caffè ricchi di diterpeni, come il caffè bollito, aumentano le concentrazioni sieriche di colesterolo.

Un’elevata assunzione di caffeina in gravidanza è associata a un rischio più elevato di aborto spontaneo, parto pretermine e basso peso alla nascita.

L’elevato consumo di SSB è stato associato ad un aumento del rischio di obesità, diabete di tipo 2, ipertensione e malattie cardiovascolari, sulla base dei dati degli RCT e degli studi prospettici di coorte.

Il consumo di LNCSB può comportare una piccola riduzione del peso corporeo negli adulti, probabilmente mediata dall’effetto di un ridotto apporto energetico, ma ha effetti neutri su altri marcatori di rischio cardiometabolico utilizzando evidenze da RCT. Tuttavia, le evidenze degli studi osservazionali indicano un aumento del rischio di malattie cardiometaboliche tra i consumatori di LNCSB elevato.

 

In conclusione,

le prove attuali suggeriscono che il consumo moderato di caffè e tè non ha effetti negativi sulla salute a lungo termine.

L’evidenza degli effetti benefici del consumo di caffè sul rischio di cancro al fegato e all’endometrio, e alcuni esiti cardiovascolari, proviene da studi osservazionali. Un elevato consumo di caffè bollito dovrebbe essere evitato a causa dell’effetto negativo sul profilo lipidico. Le donne in gravidanza non devono superare la dose giornaliera raccomandata di assunzione di caffeina di 200 mg fissata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare come livello sicuro per il feto. L’elevato consumo di SSB è stato costantemente associato a effetti negativi sulla salute, dovuti principalmente all’eccessivo apporto energetico, e dovrebbe essere limitato. I risultati contrastanti degli RCT e degli studi osservazionali riguardanti le LNCSB possono essere dovuti a una causalità riverita e dovrebbero essere esplorati ulteriormente.

 

 

Abstract

 

Beverages – a scoping review for Nordic Nutrition Recommendations 2023

Background:

Coffee, tea, sugar-sweetened beverages (SSBs), and low- and no-calorie sweetened beverages (LNCSBs) are generally frequently consumed in the Nordic and Baltic countries. These beverages have also been related to potential health effects.

This scoping review describes the evidence for the role of coffee, tea, SSBs, and LNCSBs for health-related outcomes as a basis for setting and updating food-based dietary guidelines.

We used evidence from several qualified systematic reviews (i.e. World Cancer Research Fund, US Dietary Guidelines Advisory Committee, European Food Safety Authority, and World Health Organization) and performed a search for additional systematic reviews.

 

The evidence suggests that moderate coffee and tea consumption do not have long-term adverse health effects. The long-term favorable effects of coffee consumption are related to reduced risk of endometrial and liver cancer, type 2 diabetes, and cardiovascular deaths.

However, results from randomized controlled trials (RCTs) suggest that coffee brews that are rich in diterpenes, such as boiled coffee, increase serum cholesterol concentrations.

High caffeine intake in pregnancy is associated with higher risk of pregnancy loss, preterm birth, and low birth weight.

High consumption of SSBs has been associated with increased risk of obesity, type 2 diabetes, hypertension, and cardiovascular disease, based on data from RCTs and prospective cohort studies.

The consumption of LNCSBs may result in a small reduction in body weight in adults, likely mediated through the effect of reduced energy intake, but has neutral effects on other cardiometabolic risk markers using evidence from RCTs. However, evidence from observational studies indicates increased risk of cardiometabolic diseases among high LNCSB consumers.

 

In conclusion,

current evidence suggests that moderate coffee and tea consumption have no long-term adverse health effects.

The evidence of beneficial effects of coffee consumption on liver and endometrial cancer risk, and some cardiovascular outcomes, comes from observational studies. High consumption of boiled coffee should be avoided due to negative effect on lipid profile. Pregnant women should not exceed the recommended daily dose of caffeine intake of 200 mg set by the European Food Safety Authority as a safe level for the fetus. High consumption of SSBs has consistently been associated with adverse health effects, which is mainly due to excess energy intake, and should be limited. The conflicting results from RCTs and observational studies regarding LNCSBs may be due to revere causation and should be explored further.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38571923/

Stile di vita sano e rischio di cancro: fattori di rischio modificabili per prevenire il cancro

Marino P. et al.

Nutrients. 2024 Mar 11;16(6):800.

 

Stile di vita sano e rischio di cancro: fattori di rischio modificabili per prevenire il cancro

Il cancro è diventato un problema serio in tutto il mondo, in quanto rappresenta la principale causa di morte, e la sua incidenza è aumentata nel corso degli anni.

 

Una potenziale strategia per contrastare la crescente diffusione di varie forme di cancro è l’adozione di strategie di prevenzione, in particolare, l’utilizzo di stili di vita sani, come il mantenimento di un peso forma, seguendo una dieta sana; essere fisicamente attivi; evitare il fumo, il consumo di alcol e l’esposizione al sole; e l’integrazione di vitamina D. Questi fattori di rischio modificabili sono associati a questa malattia, contribuendo al suo sviluppo, alla sua progressione e alla sua gravità.

 

Questa revisione valuta la relazione tra i fattori di rischio potenzialmente modificabili e lo sviluppo generale del cancro, in particolare il cancro al seno, al colon-retto e alla prostata, ed evidenzia le raccomandazioni aggiornate sulla prevenzione del cancro.

I risultati di numerosi studi clinici ed epidemiologici mostrano chiaramente l’influenza degli stili di vita sullo sviluppo e sulla prevenzione del cancro.

Un’alimentazione scorretta, composta principalmente da grassi saturi e prodotti trasformati, con conseguente aumento del peso corporeo, unita all’inattività fisica, al consumo di alcol e al fumo, ha indotto un aumento dell’incidenza di tutti e tre i tipi di tumore oggetto di studio.

 

Data l’importanza di adottare stili di vita corretti e sani per prevenire il cancro, le istituzioni globali dovrebbero sviluppare strategie e ambienti che incoraggino le persone ad adottare comportamenti sani e regolari.

 

 

Abstract

 

Healthy Lifestyle and Cancer Risk: Modifiable Risk Factors to Prevent Cancer

Cancer has become a serious problem worldwide, as it represents the main cause of death, and its incidence has increased over the years.

 

A potential strategy to counter the growing spread of various forms of cancer is the adoption of prevention strategies, in particular, the use of healthy lifestyles, such as maintaining a healthy weight, following a healthy diet; being physically active; avoiding smoking, alcohol consumption, and sun exposure; and vitamin D supplementation. These modifiable risk factors are associated with this disease, contributing to its development, progression, and severity.

 

This review evaluates the relationship between potentially modifiable risk factors and overall cancer development, specifically breast, colorectal, and prostate cancer, and highlights updated recommendations on cancer prevention.

The results of numerous clinical and epidemiological studies clearly show the influence of lifestyles on the development and prevention of cancer.

An incorrect diet, composed mainly of saturated fats and processed products, resulting in increased body weight, combined with physical inactivity, alcohol consumption, and smoking, has induced an increase in the incidence of all three types of cancer under study.

 

Given the importance of adopting correct and healthy lifestyles to prevent cancer, global institutions should develop strategies and environments that encourage individuals to adopt healthy and regular behaviors.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38542712/

Interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche dopo la diagnosi di cancro al seno: una revisione sistematica

Buro AW et al.

Breast Cancer Res Treat. 2024 Jul;206(1):1-18.

 

Interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche dopo la diagnosi di cancro al seno: una revisione sistematica

Scopo:

L’obesità può aumentare la mortalità e la morbilità nelle sopravvissute al cancro al seno. Fattori di stile di vita sani come la dieta possono aiutare a gestire il peso in questa popolazione. Questa revisione sistematica ha esaminato gli interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche per i sopravvissuti al cancro al seno e il loro effetto sulla dieta e/o sugli esiti correlati al peso.

 

Metodi:

Le ricerche sono state condotte in Ovidio MEDLINE®ALL (1946-14 febbraio 2022), Embase (Elsevier), CINAHL Complete (EBSCO) e APA PsycArticles (EBSCO), utilizzando parole chiave per dieta, cancro al seno e intervento. La ricerca è stata limitata agli studi sull’uomo, alla lingua inglese e alla data di elaborazione della pubblicazione 2016-2023.

 

Risultati:

La ricerca ha prodotto 3427 articoli. Dopo la revisione del titolo e dell’abstract, sono stati vagliati 225 articoli full-text e 67 articoli con 61 campioni e interventi distinti hanno soddisfatto i criteri di inclusione. Di questi 61 interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche, 43 interventi hanno riguardato anche l’attività fisica.

La maggior parte degli studi sono stati randomizzati controllati (n = 41) e condotti dopo il trattamento (n = 45). L’età media dei partecipanti era di 54 anni. Dei 29 studi che riportavano razza/etnia, 20 (69%) riportavano il ≥50% di partecipanti bianchi. Dei 36 che hanno riportato risultati dietetici, 29 (81%) hanno riportato risultati significativi. Dei 57 che hanno riportato esiti correlati al peso, 51 (89%) hanno riportato risultati significativi.

 

Conclusione:

Questa revisione ha dimostrato prove promettenti per l’efficacia degli interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche nei sopravvissuti al cancro al seno. Tuttavia, mancano interventi culturalmente personalizzati e interventi condotti prima e durante il trattamento.

 

 

Abstract

 

Lifestyle interventions with dietary strategies after breast cancer diagnosis: a systematic review

Purpose:

Obesity can increase mortality and morbidity in breast cancer survivors. Healthy lifestyle factors such as diet can help manage weight in this population. This systematic review examined lifestyle interventions with dietary strategies for breast cancer survivors and their effect on diet and/or weight-related outcomes.

 

Methods:

Searches were conducted in Ovid MEDLINE® ALL (1946-February 14, 2022), Embase (Elsevier), CINAHL Complete (EBSCO), and APA PsycArticles (EBSCO), using keywords for diet, breast cancer, and intervention. The search was limited to human studies, English language, and publication processing date 2016-2023.

 

Results:

The search yielded 3427 articles. After title and abstract review, 225 full-text articles were screened, and 67 articles with 61 distinct samples and interventions met inclusion criteria. Of these 61 lifestyle interventions with dietary strategies, 43 interventions also addressed physical activity.

Most studies were randomized controlled trials (n = 41) and conducted post-treatment (n = 45). Mean participant age was 54 years. Of 29 studies that reported race/ethnicity, 20 (69%) reported ≥50% White participants. Of 36 that reported dietary outcomes, 29 (81%) reported significant findings. Of 57 that reported weight-related outcomes, 51 (89%) reported significant findings.

 

Conclusion:

This review demonstrated promising evidence for the efficacy of lifestyle interventions with dietary strategies in breast cancer survivors. However, culturally tailored interventions and interventions conducted before and during treatment are lacking.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38551752/

Revisione sistematica dei fattori di rischio di malnutrizione per identificare i pazienti a rischio nutrizionale con cancro della testa e del collo

Wang P. et al.

Clin J Oncol Nurs. 2024 Mar 15;28(2):197-208.

 

Revisione sistematica dei fattori di rischio di malnutrizione per identificare i pazienti a rischio nutrizionale con cancro della testa e del collo

Sfondo:

I pazienti con cancro della testa e del collo sono inclini alla malnutrizione, che può portare a esiti negativi per la salute. Una revisione della letteratura ha rivelato una mancanza di revisioni sistematiche che affrontino i fattori di rischio per la malnutrizione in questa popolazione.

 

Obiettivi:

Questo studio mirava a colmare la lacuna di conoscenza identificando i fattori di rischio per la malnutrizione nei pazienti con cancro della testa e del collo.

 

Metodi:

È stata condotta una ricerca completa nei database di PubMed®, Web of Science, Embase® e Cochrane Library, dal loro inizio fino a giugno 2023.

Tre ricercatori hanno valutato criticamente i criteri di inclusione ed esclusione. Due ricercatori hanno esaminato in modo indipendente la letteratura e hanno estratto i dati, risolvendo eventuali discrepanze attraverso il consenso.

 

Risultati:

Questa revisione sistematica comprende 18 studi. I risultati hanno indicato che i fattori di rischio per la malnutrizione nei pazienti con cancro della testa e del collo comprendono fattori legati alla malattia, genetici, di stile di vita, di salute nutrizionale, fisiologici, psicologici e correlati al trattamento.

 

 

Abstract

 

Systematic Review of Malnutrition Risk Factors to Identify Nutritionally At-Risk Patients With Head and Neck Cancer

Background:

Patients with head and neck cancer are prone to malnutrition, which can lead to adverse health outcomes. A review of the literature revealed a lack of systematic reviews addressing risk factors for malnutrition in this population.

 

Objectives:

This study aimed to fill the knowledge gap by identifying risk factors for malnutrition in patients with head and neck cancer.

 

Methods:

A comprehensive search was conducted in PubMed®, Web of Science, Embase®, and Cochrane Library databases, spanning from their inception until June 2023.

Three researchers critically evaluated the inclusion and exclusion criteria. Two investigators independently screened the literature and extracted data, resolving any discrepancies through consensus.

 

Findings:

This systematic review includes 18 studies. The results indicated that risk factors for malnutrition in patients with head and neck cancer encompass disease-related, genetic, lifestyle, nutritional health, physiologic, psychological, and treatment-related factors.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38511915/

Una meta-analisi dose-risposta di studi clinici randomizzati che indagano gli effetti della supplementazione di omega-3 sul peso corporeo in pazienti con cachessia tumorale

Hosseini F. et al. 

Clin Nutr ESPEN. 2024 Feb;59:378-386.

 

Una meta-analisi dose-risposta di studi clinici randomizzati che indagano gli effetti della supplementazione di omega-3 sul peso corporeo in pazienti con cachessia tumorale

Sfondo:

La cachessia è uno degli effetti collaterali delle malattie tumorali che può essere una riduzione del peso e una minore sopravvivenza globale.

La perdita di peso è stata associata a esiti avversi sia nei pazienti oncologici che nei pazienti con malattie benigne. Non esiste un trattamento definitivo per la cachessia completamente inversa. Gli studi hanno mostrato livelli più elevati di marcatori infiammatori nei pazienti con cancro cachettico.

Pertanto, questo studio mirava a indagare gli effetti dose-risposta degli omega-3 come integratore antinfiammatorio sul peso corporeo nei pazienti con cachessia tumorale.

 

Metodi:

Fino a gennaio 2022 le banche dati online, tra cui PubMed, Scopus e Web of Science, sono state sistematicamente ricercate per parole chiave pertinenti. L’analisi degli effetti casuali è stata applicata per eseguire la meta-analisi. Sono state eseguite analisi di sottogruppi per trovare fonti di eterogeneità. La valutazione della qualità è stata condotta utilizzando lo strumento II della Revised Cochrane Collaboration. Sono state inoltre effettuate analisi di trim e fill in caso di presenza di bias di pubblicazione. La certezza delle valutazioni è stata valutata con l’approccio GRADE.

 

Risultati:

L’integrazione di Omega-3 ha determinato un aumento significativo del peso corporeo nei pazienti con cachessia tumorale quando l’età dei partecipanti allo studio era di ≥67 anni e il peso basale di loro era di ≤60 kg (WMD = 0,99; IC 95%: 0,06, 1,92 e WMD = 1,22; IC 95%: 0,14, 2,30, rispettivamente).

Inoltre, c’era una relazione lineare non significativa tra il dosaggio di integrazione di omega-3 e il peso corporeo nei pazienti con cachessia tumorale.

 

Conclusione:

L’integrazione di Omega-3 può essere un agente promettente per aumentare il peso corporeo nei pazienti con cachessia tumorale. Inoltre, in questi pazienti è stata riscontrata una relazione lineare non significativa tra il dosaggio dell’integrazione di omega-3 e il peso corporeo.

 

 

Abstract

 

A dose-response meta-analysis of randomized clinical trials investigating the effects of omega-3 supplementation on body weight in patients with cancer cachexia

Background:

Cachexia is one of the side effects of cancer diseases that can be reduced weight, and lower overall survival.

Weight loss has been associated with adverse outcomes in both cancer patients and patients with benign diseases. There is no definitive treatment for fully reverse cachexia. studies showed higher levels of inflammatory markers in patient with cachectic cancer.

Therefore, this study aimed to investigate the dose-response effects of omega-3 as an anti-inflammatory supplement on body weight in patients with cancer cachexia.

 

Methods:

Online databases including PubMed, Scopus, and Web of Science were systematically searched by relevant keywords up to January 2022. Random effect analysis was applied to perform meta-analysis. Subgroup analyses were performed to find heterogeneity sources. Quality assessment was conducted using Revised Cochrane Collaboration’s tool II. Trim and fill analysis were also carried out in case of the presence of publication bias. The certainty in the evaluations was assessed by the GRADE approach.

 

Results:

Omega-3 supplementation resulted in a significant increase of body weight in patients with cancer cachexia when the age of study participants was ≥67 years and the baseline weight of them was ≤60 kg (WMD = 0.99; 95 % CI: 0.06, 1.92 and WMD = 1.22; 95 % CI: 0.14, 2.30, respectively).

Also, there was a non-significant linear relationship between the dosage of omega-3 supplementation and body weight in patients with cancer cachexia.

 

Conclusion:

Omega-3 supplementation may be a promising agent to increase body weight in patients with cancer cachexia. Also, a non-significant linear relationship between the dosage of omega-3 supplementation and body weight was found in these patients.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38220400/

Effetti del microbioma intestinale e dell’obesità sullo sviluppo, la progressione e la prevenzione del cancro (Recensione)

Kumavath R. et al.

Int J Oncol. 2024 Jan;64(1):4.

 

Effetti del microbioma intestinale e dell’obesità sullo sviluppo, la progressione e la prevenzione del cancro (Recensione)

Il cancro è una delle principali cause di morte in tutto il mondo e si stima che il tasso di mortalità del cancro aumenterà nei prossimi anni.

L’eziologia dello sviluppo e della progressione del cancro è multifattoriale.

Sono state acquisite conoscenze sull’associazione tra il microbioma umano e la malignità delle cellule tumorali.

 

Un certo numero di specie microbiche commensali sono presenti nell’intestino umano. Svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento di diverse condizioni di salute e malattia, come le malattie infiammatorie intestinali, la sindrome dell’intestino irritabile, l’obesità e il diabete.

I principali fattori noti coinvolti nello sviluppo del cancro includono l’età, i livelli ormonali, il consumo di alcol, la dieta, il sovrappeso, l’obesità e le infezioni, indipendentemente dal tipo di cancro.

Pertanto, la presente revisione mira a discutere la relazione tra il microbioma intestinale e le neoplasie associate all’obesità, tra cui il cancro del colon-retto, dello stomaco e del fegato. È stato segnalato che l’obesità contribuisce allo sviluppo di numerosi tipi di cancro causati principalmente dall’assunzione di cibi grassi. Inoltre, le alterazioni del microbioma associate all’obesità possono portare al cancro e alla sua progressione.

La disbiosi del microbiota intestinale può alterare il profilo dei metaboliti, aumentando al contempo i livelli di tossine, come la tossina Bacteroides fragilis e la colibattina e la tossina distendente citoletale, responsabili dell’oncogenesi.

La presente revisione fornisce approfondimenti sull’impatto della disbiosi del microbioma intestinale sulla progressione di diversi tipi di tumori associati all’obesità. Discute anche le possibili strategie per preservare un microbioma intestinale sano. Sono disponibili diversi modelli preclinici e clinici per lo studio dello sviluppo del cancro a valle della disbiosi del microbioma intestinale. Inoltre, verrà discusso il ruolo dei metaboliti o dei farmaci impiegati nella terapia del cancro del colon-retto, dello stomaco e del fegato.

 

 

Abstract

 

Effects of gut microbiome and obesity on the development, progression and prevention of cancer (Review)

Cancer is one of the leading causes of death worldwide and it is estimated that the mortality rate of cancer will increase in the coming years.

The etiology of the development and progression of cancer is multifactorial.

Insights have been gained on the association between the human microbiome and tumor cell malignancy.

 

A number of commensal microbe species are present in the human gut. They serve pivotal roles in maintaining several health and disease conditions, such as inflammatory bowel disease, irritable bowel syndrome, obesity and diabetes.

Known major factors involved in cancer development include age, hormone levels, alcohol consumption, diet, being overweight, obesity, and infections, regardless of the type of cancer.

Therefore, the present review aims to discuss the relationship between the gut microbiome and obesity‑associated malignancies, including colorectal, gastric and liver cancer. Obesity has been reported to contribute to the development of numerous types of cancer primarily caused by high fatty food intake. In addition, obesity‑associated microbiome alterations can lead to cancer and its progression.

Dysbiosis of the gut microbiota can alter the metabolite profile, whilst increasing the levels of toxins, such as Bacteroides fragilis toxin and colibactin and cytolethal distending toxin, which are responsible for oncogenesis.

The present review provides insights into the impact of gut microbiome dysbiosis on the progression of different types of cancers associated with obesity. It also discusses possible strategies for preserving a healthy gut microbiome. Different pre‑clinical and clinical models are available for studying cancer development downstream of gut microbiome dysbiosis. Furthermore, the role of metabolites or drugs employed in colorectal, gastric and liver cancer therapy would be discussed.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37997816/

Bevande zuccherate, succhi di frutta naturali e cancro: cosa sappiamo e cosa c’è ancora da valutare

Eshaghian N. et al.

Front Nutr. 2023 Dec 21;10:1301335.

 

Bevande zuccherate, succhi di frutta naturali e cancro: cosa sappiamo e cosa c’è ancora da valutare

Il cancro è noto come una delle principali cause di morte nel mondo. Oltre alla mortalità precoce, il cancro è associato alla disabilità nei pazienti affetti.

Tra i fattori di rischio ambientali, particolare attenzione è stata rivolta al ruolo dei fattori dietetici.

 

Negli ultimi decenni è aumentato il consumo di bevande zuccherate (SSB) e succhi di frutta naturali.

Diversi studi hanno valutato gli effetti di queste bevande sulla salute umana e hanno scoperto che una maggiore assunzione di SSB è associata a un maggiore rischio di obesità, diabete, malattie cardiovascolari, ipertensione e steatosi epatica non alcolica.

Tuttavia, le prove attuali sull’incidenza e la mortalità del cancro non sono conclusive.

 

Nella presente revisione, si è concluso che l’assunzione di SSB potrebbe essere positivamente associata all’incidenza/mortalità del cancro attraverso i loro effetti crescenti sull’obesità, sui biomarcatori infiammatori, sui livelli sierici del fattore di crescita insulino-simile I (IGF-I) e sui prodotti finali della glicazione avanzata.

Un’associazione così positiva è stata osservata anche per i succhi di frutta naturali. Tuttavia, i tipi di succhi di frutta naturali non sono stati considerati nella maggior parte degli studi precedenti.

Inoltre, alcuni tipi di cancro, tra cui i tumori cerebrali, polmonari e renali, non sono stati valutati in relazione agli SSB e ai succhi di frutta naturali. Pertanto, sono necessari ulteriori studi al riguardo.

 

 

Abstract

 

Sugar sweetened beverages, natural fruit juices, and cancer: what we know and what still needs to be assessed

Cancer is known as one of the leading causes of death in the world. In addition to early mortality, cancer is associated with disability in affected patients.

Among environmental risk factors, special attention has been paid to the role of dietary factors.

 

In recent decades, the consumption of sugar-sweetened beverages (SSBs) and natural fruit juices has increased.

Several studies have assessed the effects of these beverages on human health and found that a higher intake of SSBs is associated with a greater risk of obesity, diabetes, cardiovascular diseases, hypertension, and non-alcoholic fatty liver disease.

However, current evidence for cancer incidence and mortality is not conclusive.

 

In the current review, we concluded that SSBs intake might be positively associated with cancer incidence/mortality through their increasing effects on obesity, inflammatory biomarkers, serum levels of insulin-like growth factor-I (IGF-I), and advanced glycation end-products.

Such a positive association was also seen for natural fruit juices. However, types of natural fruit juices were not considered in most previous studies.

In addition, some types of cancer including brain, lung, and renal cancers were not assessed in relation to SSBs and natural fruit juices. Therefore, further studies are needed in this regard.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38178975/

Approccio multi-omico per comprendere l’influenza dei polifenoli nel carcinoma ovarico per la nutrizione di precisione: una mini-review

Tecchio Borsoi F. et al.

Crit Rev Food Sci Nutr. 2023 Dec 13:1-18.

 

Approccio multi-omico per comprendere l’influenza dei polifenoli nel carcinoma ovarico per la nutrizione di precisione: una mini-review

L’impatto dei polifenoli nel carcinoma ovarico è ampiamente studiato osservando l’espressione genica, le alterazioni epigenetiche e i meccanismi molecolari basati su nuove tecnologie “omiche”. Pertanto, la combinazione di tecnologie omiche con l’uso di composti fenolici può rappresentare un approccio promettente alla nutrizione di precisione nel cancro.

 

Questo articolo fornisce una rassegna aggiornata che coinvolge le attuali applicazioni delle tecnologie ad alto rendimento nel carcinoma ovarico, il ruolo dei polifenoli alimentari e i loro effetti meccanicistici nel carcinoma ovarico, e lo stato attuale e le sfide della nutrizione di precisione e la loro relazione con i big data.

Le tecnologie ad alto rendimento in diverse scienze omiche possono fornire informazioni rilevanti da diversi aspetti per l’identificazione di biomarcatori per la diagnosi, la prognosi e la selezione di terapie specifiche per un trattamento personalizzato. Inoltre, il campo delle scienze omiche può fornire una migliore comprensione del ruolo dei polifenoli e della loro funzione come molecole di segnalazione nella prevenzione e nel trattamento del cancro ovarico.

 

Sebbene sia stato osservato un aumento del numero di indagini, ci sono diversi approcci di acquisizione, analisi e integrazione dei dati che devono ancora essere migliorati e la standardizzazione di queste pratiche deve ancora essere implementata negli studi clinici.

 

 

Abstract

 

A multi-omics approach to understand the influence of polyphenols in ovarian cancer for precision nutrition: a mini-review

The impact of polyphenols in ovarian cancer is widely studied observing gene expression, epigenetic alterations, and molecular mechanisms based on new ‘omics’ technologies. Therefore, the combination of omics technologies with the use of phenolic compounds may represent a promising approach to precision nutrition in cancer.

 

This article provides an updated review involving the current applications of high-throughput technologies in ovarian cancer, the role of dietary polyphenols and their mechanistic effects in ovarian cancer, and the current status and challenges of precision nutrition and their relationship with big data.

High-throughput technologies in different omics science can provide relevant information from different facets for identifying biomarkers for diagnosis, prognosis, and selection of specific therapies for personalized treatment. Furthermore, the field of omics sciences can provide a better understanding of the role of polyphenols and their function as signaling molecules in the prevention and treatment of ovarian cancer.

 

Although we observed an increase in the number of investigations, there are several approaches to data acquisition, analysis, and integration that still need to be improved, and the standardization of these practices still needs to be implemented in clinical trials.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38091344/

Gestire i problemi alimentari dopo il cancro

Kristensen MB.

Maturitas. 2023 Dec;178:107843.

 

Gestire i problemi alimentari dopo il cancro

Il trattamento del cancro può causare problemi alimentari limitanti che persistono o insorgono mesi o anni dopo il trattamento, con conseguenze negative per lo stato nutrizionale, la funzione fisica e sociale e la qualità della vita del sopravvissuto. Pertanto, i servizi di follow-up post-trattamento e di riabilitazione oncologica dovrebbero mirare a supportare il sopravvissuto nella gestione dei problemi alimentari correlati al trattamento.

 

Questa revisione narrativa riassume le evidenze e fornisce una panoramica degli interventi per gestire i problemi alimentari dopo il cancro.

Gli interventi sono raggruppati in quattro: 1) interventi a base alimentare, tra cui l’alternanza di cibo/liquidi e la sperimentazione attraverso la strategia per tentativi ed errori per trovare alimenti tollerati; 2) interventi comportamentali alimentari, comprese le istruzioni sulle tecniche di deglutizione, la postura e gli utensili; 3) interventi di supporto psicosociale, compresi gli interventi di gruppo e gli interventi che coinvolgono i parenti; e 4) interventi fisici, compresi esercizi per migliorare la disfagia o il trisma.

Mentre gli interventi fisici sono supportati da prove provenienti da diversi studi di intervento, sono stati identificati pochi studi che valutano l’effetto di altri tipi di interventi nei sopravvissuti. Invece, i dati qualitativi e osservativi che forniscono approfondimenti sulle esperienze e sulle strategie di coping applicate dai sopravvissuti con problemi alimentari sono alla base della necessità di altri tipi di interventi.

Poiché la ricerca esistente si concentra principalmente sui sopravvissuti al cancro della testa e del collo, sono rilevanti studi futuri sull’organizzazione e sugli effetti degli interventi volti a gestire i problemi alimentari tra diversi gruppi di sopravvissuti.

 

 

Abstract

 

Managing eating problems after cancer

Cancer treatment can cause food-limiting eating problems that persist or arise months or years after treatment, with negative consequences for the survivor’s nutritional status, physical and social function, and quality of life. Hence, post-treatment follow-up and cancer rehabilitation services should aim to support the survivor in managing treatment-related eating problems.

 

This narrative review summarizes the evidence on and provides an overview of interventions to manage eating problems after cancer.

Interventions are grouped into four: 1) food-based interventions, including alternating food/fluids and experimenting through the trial-and-error strategy to find tolerated foods; 2) eating behavioral interventions, including instructions on swallowing techniques, posture, and utensils; 3) psychosocial support interventions, including group-based interventions and interventions including relatives; and 4) physical interventions, including exercises to improve dysphagia or trismus.

While physical interventions are supported by evidence from several intervention studies, few studies evaluating the effect of other types of interventions in survivors were identified. Instead, qualitative and observational data providing insights on experiences of and coping strategies applied by survivors with eating problems underpin the need for the other types of interventions.

Since existing research primarily focuses on survivors of head and neck cancer, future studies on the organization and effects of interventions aimed at managing eating problems among different groups of survivors are relevant.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37659131/

Immunosorveglianza nella gestione clinica del cancro

Kroemer G, Chan TA, Eggermont AMM, Galluzzi L.

CA Cancer J Clin. 2024 Mar-Apr;74(2):187-202.

 

Immunosorveglianza nella gestione clinica del cancro

La progressione del cancro comporta un passaggio critico in cui le cellule maligne sfuggono al controllo del sistema immunitario.

Gli agenti antineoplastici sono particolarmente efficaci quando riescono a ripristinare tale controllo (immunosorveglianza) o almeno a stabilire uno stato di equilibrio che rallenta la progressione della malattia.

Questo è vero non solo per le immunoterapie, come gli inibitori del checkpoint immunitario (ICI), ma anche per la chemioterapia convenzionale, gli agenti antitumorali mirati e la radioterapia. Pertanto, le terapie che stressano e uccidono le cellule tumorali provocando una risposta immunitaria mirata al tumore, nota come morte cellulare immunogenica, sono particolarmente utili in combinazione con gli ICI.

I moderni regimi oncologici utilizzano sempre più spesso tali combinazioni, denominate chemioimmunoterapia, nonché combinazioni di più ICI. Tuttavia, questi ultimi sono generalmente associati a gravi effetti collaterali rispetto agli ICI a singolo agente.

Da notare che il successo di queste strategie combinatorie contro i tumori localmente avanzati o metastatici sta ora stimolando i tentativi di successo di spostarle dal setting postoperatorio (adiuvante) al setting preoperatorio (neoadiuvante), anche per i pazienti con tumori operabili.

 

Qui, gli autori discutono criticamente l’importanza dell’immunosorveglianza nella moderna gestione clinica del cancro.

 

 

Abstract

 

Immunosurveillance in clinical cancer management

The progression of cancer involves a critical step in which malignant cells escape from control by the immune system.

Antineoplastic agents are particularly efficient when they succeed in restoring such control (immunosurveillance) or at least establish an equilibrium state that slows down disease progression.

This is true not only for immunotherapies, such as immune checkpoint inhibitors (ICIs), but also for conventional chemotherapy, targeted anticancer agents, and radiation therapy. Thus, therapeutics that stress and kill cancer cells while provoking a tumor-targeting immune response, referred to as immunogenic cell death, are particularly useful in combination with ICIs.

Modern oncology regimens are increasingly using such combinations, which are referred to as chemoimmunotherapy, as well as combinations of multiple ICIs. However, the latter are generally associated with severe side effects compared with single-agent ICIs.

Of note, the success of these combinatorial strategies against locally advanced or metastatic cancers is now spurring successful attempts to move them past the postoperative (adjuvant) setting to the preoperative (neoadjuvant) setting, even for patients with operable cancers.

 

Here, the authors critically discuss the importance of immunosurveillance in modern clinical cancer management.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37880100/

Interventi nutrizionali per la prevenzione e il trattamento della mucosite orale indotta dalla terapia del cancro: una revisione ombrello di revisioni sistematiche e meta-analisi

Amiri Khosroshahi R. et al.

Nutr Rev. 2023 Aug 10;81(9):1200-1212.

 

Interventi nutrizionali per la prevenzione e il trattamento della mucosite orale indotta dalla terapia del cancro: una revisione ombrello di revisioni sistematiche e meta-analisi

Contesto:

Ad oggi, l’efficacia degli interventi nutrizionali sulla mucosite orale (OM) nei pazienti con cancro e la qualità di questa evidenza non sono state esplorate.

 

Obiettivo:

L’obiettivo di questa revisione ad ombrello era quello di fornire una valutazione completa degli interventi nutrizionali per i pazienti con cancro con OM, nonché di valutare la qualità di questa evidenza.

 

Fonti dei dati:

Le meta-analisi sono state ricercate utilizzando i database PubMed, Scopus e ISI Web of Science fino a dicembre 2021, senza limiti di tempo.

 

Estrazione dei dati:

Le meta-analisi di studi di controllo randomizzati che hanno valutato gli effetti degli interventi nutrizionali sull’incidenza di OM nei pazienti con cancro hanno avuto criteri di inclusione per questa revisione ad ombrello. L’estrazione dei dati, la valutazione della qualità delle meta-analisi e gli studi primari sono stati condotti in modo indipendente da 2 autori. La tecnica di valutazione, sviluppo e valutazione delle raccomandazioni è stata utilizzata per valutare la certezza delle prove.

 

Analisi dei dati:

Un totale di 26 meta-analisi sono state incluse in questa revisione ad ombrello.

I risultati hanno mostrato che miele, glutammina e propoli possono ridurre l’incidenza di OM grave, sulla base di una moderata qualità dell’evidenza. Inoltre, l’integrazione di zinco ha ridotto significativamente l’incidenza di OM, indipendentemente dalla gravità dei sintomi; tuttavia, è stata osservata una bassa certezza delle prove. Gli effetti della vitamina E, della curcumina e dei probiotici sull’OM non erano statisticamente significativi.

 

Conclusione:

Questa revisione dell’ombrello mostra che miele, glutammina e propoli possono ridurre significativamente l’incidenza di OM grave. Questi risultati devono essere confermati con studi randomizzati longitudinali controllati ben progettati.

 

 

Abstract

 

Nutritional interventions for the prevention and treatment of cancer therapy-induced oral mucositis: an umbrella review of systematic reviews and meta-analysis

Context:

To date, the efficacy of nutritional interventions on oral mucositis (OM) in patients with cancer, and the quality of this evidence have not been explored.

 

Objective:

The goal of this umbrella review was to provide a comprehensive evaluation of nutritional interventions for patients with cancer with OM, as well as to assess the quality of this evidence.

 

Data sources:

Meta-analyses were searched for using PubMed, Scopus, and ISI Web of Science databases until December 2021, with no time restrictions.

 

Data extraction:

Meta-analyses of randomized control trials that evaluated the effects of nutritional interventions on the incidence of OM in patients with cancer had inclusion criteria for this umbrella review. Data extraction, quality assessment of meta-analyses, and primary studies were done independently by 2 authors. The Grading of Recommendations Assessment, Development, and Evaluation technique was used to grade the certainty of evidence.

 

Data analysis:

A total of 26 meta-analyses were included in this umbrella review.

The results showed that honey, glutamine, and propolis can reduce the incidence of severe OM, based on moderate evidence quality. In addition, zinc supplementation significantly reduced the incidence of OM, regardless of symptom severity; however, low certainty of the evidence was observed. The effects of vitamin E, curcumin, and probiotics on OM were not statistically significant.

 

Conclusion:

This umbrella review shows that honey, glutamine, and propolis can significantly reduce the incidence of severe OM. These findings need to be confirmed with well-designed, longitudinal randomized controlled trials.

 

Systematic review registration: PROSPERO registration no. CRD42022301010.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36763701/

Assunzione di cibo e cancro del colon-retto

Kumar A, Chinnathambi S, Kumar M, Pandian GN.

Nutr Cancer. 2023;75(9):1710-1742.

 

Assunzione di cibo e cancro del colon-retto

Il cancro del colon-retto (CRC) è responsabile di notevoli decessi in tutto il mondo. Diversi fattori di rischio modificabili, tra cui un’elevata assunzione di determinati alimenti e bevande possono causare CRC.

 

Questa revisione ha riassunto le ultime scoperte sull’assunzione di vari alimenti, nutrienti, ingredienti e bevande sullo sviluppo del CRC, con l’obiettivo di classificarli come fattore di rischio o protettivo.

I prodotti alimentari ad alto rischio includono carne rossa, carne lavorata, uova, elevato consumo di alcol, bevande zuccherate e caramelle al cioccolato.

I prodotti alimentari che sono protettivi includono latte, formaggio e altri prodotti lattiero-caseari, frutta, verdura (in particolare crocifere), cereali integrali, legumi (in particolare semi di soia), pesce, tè (in particolare tè verde), caffè (in particolare tra gli asiatici), cioccolato e consumo moderato di alcol (in particolare vino).

 

I nutrienti / ingredienti ad alto rischio includono grassi alimentari da fonti animali e acidi grassi trans industriali (oli idrogenati semisolidi / solidi), coloranti alimentari sintetici, glutammato monosodico, biossido di titanio e sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio.

I nutrienti / ingredienti protettivi includono fibre alimentari (in particolare da cereali), acidi grassi (acidi grassi saturi a catena media e dispari e acidi grassi altamente insaturi, compresi gli acidi grassi polinsaturi omega-3), calcio, polifenoli, curcumina, selenio, zinco, magnesio e vitamine A, C, D, E e B (in particolare B6, B9e B2).

Una combinazione di micronutrienti e multivitaminici sembra anche essere utile nel ridurre l’incidenza ricorrente dell’adenoma.

 

 

Abstract

 

Food Intake and Colorectal Cancer

Colorectal cancer (CRC) accounts for considerable mortalities worldwide. Several modifiable risk factors, including a high intake of certain foods and beverages can cause CRC.

 

This review summarized the latest findings on the intake of various foods, nutrients, ingredients, and beverages on CRC development, with the objective of classifying them as a risk or protective factor.

High-risk food items include red meat, processed meat, eggs, high alcohol consumption, sugar-sweetened beverages, and chocolate candy.

Food items that are protective include milk, cheese and other dairy products, fruits, vegetables (particularly cruciferous), whole grains, legumes (particularly soy beans), fish, tea (particularly green tea), coffee (particularly among Asians), chocolate, and moderate alcohol consumption (particularly wine).

 

High-risk nutrients/ingredients include dietary fat from animal sources and industrial trans-fatty acids (semisolid/solid hydrogenated oils), synthetic food coloring, monosodium glutamate, titanium dioxide, and high-fructose corn sirup.

Nutrients/ingredients that are protective include dietary fiber (particularly from cereals), fatty acids (medium-chain and odd-chain saturated fatty acids and highly unsaturated fatty acids, including omega-3 polyunsaturated fatty acids), calcium, polyphenols, curcumin, selenium, zinc, magnesium, and vitamins A, C, D, E, and B (particularly B6, B9, and B2).

A combination of micronutrients and multi-vitamins also appears to be beneficial in reducing recurrent adenoma incidence.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37572059/

Folati, acido folico e tossicità indotte dalla chemioterapia: una revisione sistematica della letteratura

Zwart NRK. et al.

Crit Rev Oncol Hematol. 2023 Aug;188:104061.

 

Folati, acido folico e tossicità indotte dalla chemioterapia: una revisione sistematica della letteratura

Il metabolismo dei folati è un bersaglio per vari farmaci chemioterapici. Il folato e la sua variante sintetica dell’acido folico sono vitamine del gruppo B.

In che misura queste vitamine influenzano la tolleranza al trattamento nei pazienti con cancro rimane poco chiaro.

 

È stata condotta una revisione sistematica della letteratura sull’assunzione e lo stato di folato e acido folico in relazione alle tossicità indotte dalla chemioterapia nei bambini e negli adulti con cancro.

 

Sono state identificate un totale di 6231 pubblicazioni, di cui 40 hanno soddisfatto i criteri di inclusione.

In 12 studi su 22 incentrati sugli antifolati, uno stato carente di folato e una minore assunzione di folato e acido folico sono stati associati a un rischio più elevato di tossicità. In 8 dei 14 studi incentrati sui trattamenti con fluoropirimidine, uno stato e un’assunzione di folato più elevati sono stati associati a un rischio più elevato di tossicità.

Questi risultati potrebbero spiegare le differenze interindividuali nella tolleranza al trattamento ed evidenziare l’importanza di valutare lo stato nutrizionale nella cura oncologica.

 

 

Abstract

 

Folate, folic acid, and chemotherapy-induced toxicities: A systematic literature review

Folate metabolism is a target for various chemotherapeutic drugs. Folate and its synthetic variant folic acid are B-vitamins.

To what extent these vitamins impact treatment tolerance in patients with cancer remains unclear.

 

A systematic literature review was conducted on intake and status of folate and folic acid in relation to chemotherapy-induced toxicities in children and adults with cancer.

 

A total of 6231 publications were identified, of which 40 publications met the inclusion criteria.

In 12 out of 22 studies focusing on antifolates, a deficient folate status and lower folate and folic acid intake were associated with a higher risk of toxicities. In 8 out of 14 studies focusing on fluoropyrimidine treatments, a higher folate status and intake were associated with a higher risk of toxicities.

These findings might explain interindividual differences in treatment tolerance and highlight the importance of evaluating nutritional status in oncology care.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37353179/

Carenze di micronutrienti nei pazienti con cancro gastrointestinale: trattare o non trattare

Turkiewicz J, Garcia M, Li Z, Surampudi V.

Nutr Clin Pract. 2023 Aug;38(4):749-760.

 

Carenze di micronutrienti nei pazienti con cancro gastrointestinale: trattare o non trattare

Gli integratori alimentari sono ampiamente utilizzati tra i pazienti con cancro.

Il pubblico in generale percepisce gli integratori come agenti antitumorali e antitossici più naturali e spesso gli integratori vengono utilizzati senza la conoscenza del medico curante.

 

In ambito clinico, ci sono preoccupazioni che gli integratori possano ridurre l’efficacia della chemioterapia e / o della radioterapia e, di conseguenza, l’integrazione è evitata.

 

Esiste un corpo di letteratura che valuta le carenze di micronutrienti, l’integrazione e il rischio di cancro; Tuttavia, si sa poco sui rischi del trattamento delle carenze di micronutrienti in tumori specifici. Tra i tipi di tumori, i pazienti con tumori gastrointestinali sono ad alto rischio di sviluppare malnutrizione e, successivamente, possibili carenze di micronutrienti.

Questa revisione mira a valutare gli effetti dell’integrazione di micronutrienti specifici in pazienti con cancro dell’apparato digerente.

 

 

Abstract

 

Micronutrient deficiencies in patients with gastrointestinal cancer: To treat or not to treat

Nutrition supplements are widely used among patients with cancer.

The general public perceives supplements as more natural anticancer and antitoxicity agents, and often supplements are used without the knowledge of the treating physician.

 

In the clinical setting, there are concerns that supplements may decrease effectiveness of chemotherapy and/or radiotherapy and, as a result, supplementation is avoided.

 

There is a body of literature evaluating micronutrient deficiencies, supplementation, and cancer risk; however, little is known about the risks of treatment of micronutrient deficiencies in specific cancers. Of the types of cancers, patients with gastrointestinal cancers are at high risk of developing malnutrition and, subsequently, possible micronutrient deficiencies.

This review aims to evaluate the effects of supplementation of specific micronutrients in patients with cancer of the digestive tract.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37280762/

Il ruolo dei nutraceutici e degli alimenti funzionali nel cancro della pelle: meccanismi e potenziale terapeutico

Peterle L. et al.

Foods. 2023 Jul 7;12(13):2629.

 

Il ruolo dei nutraceutici e degli alimenti funzionali nel cancro della pelle: meccanismi e potenziale terapeutico

Il cancro della pelle è un tipo prevalente di cancro in tutto il mondo e ha un alto tasso di crescita rispetto ad altre malattie.

Sebbene le moderne terapie mirate abbiano migliorato la gestione delle neoplasie cutanee, vi è un urgente bisogno di una strategia di chemioprevenzione e trattamento più sicura, più economica ed efficace per il cancro della pelle.

 

I nutraceutici, che sono sostanze naturali derivate dal cibo, sono emersi come una potenziale opzione di trattamento alternativo o aggiuntivo.

 

In questa recensione, vengono esplorate le attuali prove sull’uso di acidi grassi omega-3 e polifenoli (curcumina, epigallocatechina gallato, apigenina, resveratrolo e genisteina) per il trattamento del melanoma e del cancro della pelle non melanoma (NMSC), nonché nella loro prevenzione. Vengono discussi i meccanismi d’azione dei suddetti nutraceutici e i loro probabili benefici terapeutici nel cancro della pelle.

Gli acidi grassi omega-3, la curcumina, l’epigallocatechina gallato, l’apigenina, il resveratrolo e la genisteina hanno diverse proprietà, tra cui antinfiammatorie e antitumorali, che possono aiutare a prevenire e curare il cancro della pelle. Tuttavia, la loro efficacia è limitata a causa della scarsa biodisponibilità. Le nanoparticelle e altri sistemi di rilascio possono migliorare il loro assorbimento e targeting.

Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare la loro sicurezza ed efficacia come approccio naturale alla prevenzione e al trattamento del cancro della pelle. Questi composti non dovrebbero sostituire i trattamenti convenzionali contro il cancro, ma possono essere utilizzati come terapia complementare sotto la guida di un operatore sanitario.

 

 

Abstract

 

The Role of Nutraceuticals and Functional Foods in Skin Cancer: Mechanisms and Therapeutic Potential

Skin cancer is a prevalent type of cancer worldwide and has a high growth rate compared to other diseases.

Although modern targeted therapies have improved the management of cutaneous neoplasms, there is an urgent requirement for a safer, more affordable, and effective chemoprevention and treatment strategy for skin cancer.

 

Nutraceuticals, which are natural substances derived from food, have emerged as a potential alternative or adjunctive treatment option.

 

In this review, we explore the current evidence on the use of omega-3 fatty acids and polyphenols (curcumin, epigallocatechin gallate, apigenin, resveratrol, and genistein) for the treatment of melanoma and non-melanoma skin cancer (NMSC), as well as in their prevention. We discuss the mechanisms of action of the aforementioned nutraceuticals and their probable therapeutic benefits in skin cancer.

Omega-3 fatty acids, curcumin, epigallocatechin gallate, apigenin, resveratrol, and genistein have several properties, among which are anti-inflammatory and anti-tumor, which can help to prevent and treat skin cancer. However, their effectiveness is limited due to poor bioavailability. Nanoparticles and other delivery systems can improve their absorption and targeting.

More research is needed to evaluate their safety and effectiveness as a natural approach to skin cancer prevention and treatment. These compounds should not replace conventional cancer treatments, but may be used as complementary therapy under the guidance of a healthcare professional.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37444367/

Bevande zuccherate artificialmente e risultati sulla salute: una revisione ombrello

Diaz C. et al.

Adv Nutr. 2023 Jul;14(4):710-717.

 

Bevande zuccherate artificialmente e risultati sulla salute: una revisione ombrello

Il consumo di bevande zuccherate artificialmente (ASB) è in aumento in alcuni paesi. Tuttavia, alcune meta-analisi hanno rilevato che i consumatori abituali di ASB (rispetto al consumo basso o nullo) avevano un rischio maggiore su alcuni esiti di salute.

 

E’ stata eseguita una revisione ombrello di meta-analisi per valutare la credibilità delle prove di presunte associazioni osservazionali tra ASB e risultati sulla salute.

 

I dati sono stati cercati in Web of Science, Embase e PubMed per revisioni sistematiche pubblicate fino al 25 maggio 2022, esaminando l’associazione tra ASB e qualsiasi risultato sulla salute.

La certezza delle prove per ciascun risultato sanitario è stata ottenuta sulla base dei risultati statistici dei test utilizzati nelle revisioni ombrello. Lo strumento AMSTAR-2 (16 elementi) è stato utilizzato per identificare revisioni sistematiche di alta qualità. Le risposte di ciascun elemento sono state valutate come sì, no o sì parziale (per una parziale aderenza allo standard).

Sono stati inclusi i dati di 11 meta-analisi con popolazione unica, esposizione, gruppo di confronto, esito ottenuto da 7 revisioni sistematiche (51 studi di coorte e 4 studi caso-controllo).

 

Gli ASB sono stati associati a un rischio più elevato di obesità, diabete di tipo 2, mortalità per tutte le cause, ipertensione e incidenza di malattie cardiovascolari (supportate da prove altamente suggestive). Le prove per altri esiti (cancro del colon-retto, cancro del pancreas, cancro gastrointestinale, mortalità per cancro, mortalità cardiovascolare, malattia renale cronica, malattia coronarica e ictus) erano deboli.

 

I risultati della valutazione della qualità delle revisioni sistematiche utilizzando AMSTAR-2 hanno mostrato alcune notevoli carenze: fonti poco chiare di finanziamento degli studi ammissibili e mancanza di protocolli di studio predefiniti per guidare gli autori.

Il consumo di ASB è stato associato a un rischio più elevato di obesità, diabete di tipo 2, mortalità per tutte le cause, ipertensione e incidenza di malattie cardiovascolari.

Tuttavia, sono ancora necessari ulteriori studi di coorte e studi clinici sugli esseri umani per comprendere l’impatto degli ASB sui risultati di salute.

 

 

Abstract

 

Artificially Sweetened Beverages and Health Outcomes: An Umbrella Review

The consumption of artificially sweetened beverages (ASBs) is increasing in some countries. However, some meta-analyses have found that habitual consumers of ASBs (compared with low or no consumption) had an increased risk on some health outcomes.

 

We performed an umbrella review of meta-analyses to grade the credibility of the evidence of claimed observational associations between ASBs and health outcomes.

 

Data were searched in Web of Science, Embase, and PubMed for systematic reviews published up to 25 May 2022, examining association between ASBs and any health outcomes.

Certainty of the evidence for each health outcome was obtained based on statistical results of tests used in umbrella reviews. The AMSTAR-2 tool (16 items) was used to identify high-quality systematic reviews. Answers of each item were rated as yes, no, or partial yes (for a partial adherence to the standard).

We included data from 11 meta-analyses with unique population, exposure, comparison group, outcome obtained from 7 systematic reviews (51 cohort studies and 4 case-control studies).

 

ASBs were associated with higher risk of obesity, type 2 diabetes, all-cause mortality, hypertension, and cardiovascular disease incidence (supported by highly suggestive evidence). Evidence for other outcomes (colorectal cancer, pancreatic cancer, gastrointestinal cancer, cancer mortality, cardiovascular mortality, chronic kidney disease, coronary artery disease, and stroke) was weak.

 

Results of the quality assessment of systematic reviews using AMSTAR-2 showed some notable deficiencies: unclear sources of funding of eligible studies and lack of predefined study protocols to guide authors.

The consumption of ASBs was associated with a higher risk of obesity, type 2 diabetes, all-cause mortality, hypertension, and cardiovascular disease incidence.

However, further cohort studies and clinical trials in humans are still needed to understand the impact of ASBs on health outcomes.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37187453/

Effetti della supplementazione di vitamina D sulla risposta infiammatoria in pazienti con cancro e lesioni precancerose: revisione sistematica e meta-analisi di studi randomizzati

Gwenzi T. et al.

Clin Nutr. 2023 Jul;42(7):1142-1150. 

 

Effetti della supplementazione di vitamina D sulla risposta infiammatoria in pazienti con cancro e lesioni precancerose: revisione sistematica e meta-analisi di studi randomizzati

Contesto e obiettivi:

L’infiammazione svolge un ruolo chiave nello sviluppo e nella progressione del tumore. La vitamina D ha potenziali effetti di soppressione del tumore attraverso la modulazione dei processi infiammatori. Lo scopo di questa revisione sistematica e meta-analisi di studi randomizzati controllati (RCT) era quello di riassumere e valutare gli effetti della vitamina D3 (VID3S) su biomarcatori infiammatori sierici tra pazienti con cancro o lesioni precancerose.

 

Metodi:

Abbiamo cercato nei database PubMed, Web of Science e Cochrane fino a novembre 2022. Gli effetti di VID3S sono stati stimati dalle differenze medie standardizzate aggregate (SMD) con i loro intervalli di confidenza (CI) del 95% per i livelli di follow-up dei biomarcatori infiammatori tra i gruppi di intervento e di controllo.

 

Risultati:

La meta-analisi di otto RCT (totale di 592 pazienti con cancro o condizioni precancerose) ha mostrato che VID3S ha abbassato significativamente i livelli di fattore di necrosi tumorale sierica (TNF)-α (SMD [IC 95%: -1,65 [-3,07; -0,24]). VID3S ha anche determinato livelli sierici statisticamente non significativamente più bassi di interleuchina (IL)-6 (SMD [95% CI]: -0,83, [-1,78; 0,13]) e proteina C-reattiva (CRP) (SMD [95% CI]: -0,09, [-0,35; 0,16]), mentre i livelli di IL-10 erano inalterati (SMD [95% CI]: -0,00, [-0,50; 0,49]).

 

Conclusione:

Lo studio mostra prove di una significativa riduzione dei livelli di TNF-α da VID3S per i pazienti con cancro o lesioni precancerose. I pazienti con cancro o lesioni precancerose possono trarre beneficio da VID3S personalizzato nel sopprimere la risposta infiammatoria che promuove il tumore.

 

 

Abstract

 

Effects of vitamin D supplementation on inflammatory response in patients with cancer and precancerous lesions: Systematic review and meta-analysis of randomized trials

Background & aims:

Inflammation plays a key role in tumor development and progression. Vitamin D has potential tumor suppressing effects through modulation of inflammatory processes. The aim of this systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials (RCTs) was to summarize and evaluate the effects of vitamin D3 supplementation (VID3S) on serum inflammatory biomarkers among patients with cancer or pre-cancerous lesions.

 

Methods:

We searched PubMed, Web of Science and Cochrane databases until November 2022. The effects of VID3S were estimated from pooled standardized mean differences (SMDs) with their 95% confidence intervals (CIs) for inflammatory biomarker follow-up levels between intervention and control groups.

 

Results:

Meta-analysis of eight RCTs (total of 592 patients with cancer or pre-cancerous conditions) showed that VID3S significantly lowered levels of serum tumor necrosis factor (TNF)-α (SMD [95%CI]: -1.65 [-3.07; -0.24]). VID3S also resulted in statistically non-significantly lower serum levels of interleukin (IL)-6 (SMD [95%CI]: -0.83, [-1.78; 0.13]) and C-reactive protein (CRP) (SMD [95%CI]: -0.09, [-0.35; 0.16]), whereas IL-10 levels were unaltered (SMD [95%CI]: -0.00, [-0.50; 0.49]).

 

Conclusion:

Our study shows evidence of a significant reduction of TNF-α levels by VID3S for patients with cancer or precancerous lesions. Patients with cancer or precancerous lesions may benefit from personalized VID3S in suppressing tumour-promoting inflammatory response.

 

Prospero registration number: CRD42022295694.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37244755/

Aggiornamento sul trattamento della cachessia tumorale

Nishie K, Nishie T, Sato S, Hanaoka M.

Drug Discov Today. 2023 Sep;28(9):103689.

 

Aggiornamento sul trattamento della cachessia tumorale

La cachessia tumorale è una sindrome complessa multiforme che coinvolge compromissione funzionale e cambiamenti nella composizione corporea che non possono essere invertiti dal supporto nutrizionale. La cachessia del cancro è caratterizzata da diminuzione della massa muscolare scheletrica, aumento della lipolisi e diminuzione dell’assunzione di cibo. Tale condizione diminuisce la tolleranza alla chemioterapia e la qualità della vita.

Tuttavia, poiché non sono disponibili interventi pienamente efficaci, la cachessia tumorale rimane un bisogno insoddisfatto nel trattamento del cancro. Negli ultimi anni sono state studiate diverse scoperte e trattamenti per la cachessia del cancro e sono state pubblicate linee guida. Riteniamo che lo sviluppo di strategie efficaci per la diagnosi e il trattamento della cachessia tumorale porterà a scoperte nel trattamento del cancro.

 

 

Abstract

 

Update on the treatment of cancer cachexia

Cancer cachexia is a complex multifaceted syndrome involving functional impairment and changes in body composition that cannot be reversed by nutritional support. Cancer cachexia is characterized by decreased skeletal muscle mass, increased lipolysis, and decreased food intake. .Cancer cachexia decreases chemotherapy tolerance as well as quality of life.

However, because no fully effective interventions are available, cancer cachexia remains an unmet need in cancer treatment. In recent years, several discoveries and treatments for cancer cachexia have been studied, and guidelines have been published. We believe that the development of effective strategies for the diagnosis and treatment of cancer cachexia will lead to breakthroughs in cancer treatment.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37385369/

Associazioni tra gruppi alimentari e cancro al fegato: una revisione sistematica e una meta-analisi degli studi osservazionali

Liu K. et al.

Nutr J. 2023 Jun 22;22(1):30. 

 

Associazioni tra gruppi alimentari e cancro al fegato: una revisione sistematica e una meta-analisi degli studi osservazionali

Contesto:

La dieta sta emergendo come componente modificabile dello stile di vita per influenzare l’incidenza del cancro al fegato.

 

Obiettivo:

Indagare e quantificare la potenziale relazione tra gruppi alimentari e cancro al fegato.

 

Fonti dei dati:

PubMed e Web of Science sono stati cercati per studi osservazionali idonei fino al 31 marzo 2023.

 

Estrazione dei dati:

La meta-analisi è stata condotta raggruppando il rischio relativo (RR), l’odds ratio (OR) o l’hazards ratio (HR) con intervalli di confidenza (CI) del 95%. Le potenziali fonti di eterogeneità sono state rilevate mediante analisi dei sottogruppi. Sono stati inoltre effettuati test di sensitività e bias di pubblicazione.

 

Analisi dei dati:

Attraverso lo screening graduale, sono stati inclusi un totale di 27 studi. Le stime aggregate del cancro al fegato per l’assunzione di cereali integrali e legumi erano 0,66 (IC 95%: 0,54-0,82; Io2 = 25,3%) e 0,86 (IC 95%: 0,75-0,99; Io2 = 14,3%), rispettivamente. Tuttavia, c’erano associazioni nulle di consumo di noci, pollame, uova e bevande zuccherate con il cancro al fegato e l’associazione tra cereali raffinati e cancro al fegato era inconcludente. Nella meta-analisi dose-risposta, le stime aggregate del cancro al fegato erano 0,77 (IC 95%: 0,65-0,91) per ogni incremento di 50 g / giorno nell’assunzione di cereali integrali. La relazione dose-risposta non lineare (P = 0,031) è stata osservata nell’associazione tra l’assunzione di legumi e il cancro del fegato e l’effetto protettivo si è verificato con la dose compresa tra 8 g / die e 40 g / die.

 

Conclusioni:

Questa meta-analisi mostra che i cereali integrali e i legumi erano inversamente associati al cancro al fegato, mentre l’assunzione di noci, pollame, uova e bevande zuccherate potrebbe non essere associata al cancro al fegato. Ulteriori ricerche quantitative devono essere intraprese all’interno di una gamma di popolazioni per studiare la relazione tra gruppi alimentari e cancro al fegato.

 

 

Abstract

 

Associations between food groups and liver cancer: a systematic review and meta-analysis of observational studies

Context:

 

Diet is emerging as a modifiable component of lifestyle for influencing the incidence of liver cancer.

 

Objective:

To investigate and quantify the potential relationship between food groups and liver cancer.

 

Data sources:

PubMed and Web of Science were searched for eligible observational studies until 31st March, 2023.

 

Data extraction:

The meta-analysis was conducted by pooling relative risk (RR), odds ratio (OR) or hazards ratio (HR) with 95% confidence intervals (CIs). Potential sources of heterogeneity were detected by subgroup analysis. Sensitivity analysis and publication bias test were also carried out.

 

Data analysis:

Through stepwise screening, a total of 27 studies were included. The pooled estimates of liver cancer for whole grains and legumes intake were 0.66 (95% CI: 0.54-0.82; I2 = 25.3%) and 0.86 (95% CI: 0.75-0.99; I2 = 14.3%), respectively. However, there were null associations of nuts, poultry, egg and sweetened beverages consumption with liver cancer and the association between refined grains and liver cancer was inconclusive. In dose-response meta-analysis, the pooled estimates of liver cancer were 0.77 (95% CI: 0.65-0.91) for every 50 g/day increment in whole grains intake. Non-linear dose-response relationship (P = 0.031) was observed in the association between the intake of legumes and liver cancer, and the protective effect occurred with the dose ranging from 8 g/day to 40 g/day.

 

Conclusions:

This meta-analysis shows that whole grains and legumes were inversely associated with liver cancer, whereas intake of nuts, poultry, egg and sweetened beverages may not be associated with liver cancer. Further quantitative research needs to be undertaken within a range of populations to investigate the relationship between food groups and liver cancer.

Systematic review registration: PROSPERO registration no. CRD42021246142.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37349735/

Esplorare la complessa e sfaccettata interazione del microbioma intestinale e della prevenzione e terapia del cancro

Kashyap S, Das A.

Acta Microbiol Immunol Hung. 2023 Jun 12;70(2):85-99.

 

Esplorare la complessa e sfaccettata interazione del microbioma intestinale e della prevenzione e terapia del cancro

Recenti ricerche scientifiche hanno indicato che il microbiota intestinale costituisce un ecosistema sfumato e diversificato di microrganismi che hanno guadagnato un’attenzione significativa grazie al suo coinvolgimento cruciale nel plasmare la salute e le malattie umane.

In particolare, il microbiota intestinale svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione del cancro e disturbi nella sua composizione e funzione, noti come disbiosi, che sono stati collegati ad un aumentato rischio di sviluppare vari tumori maligni.

 

Il microbiota intestinale esercita una miriade di effetti sulla produzione di composti anti-cancro, sul sistema immunitario dell’ospite e sull’infiammazione, sottolineando il suo coinvolgimento cruciale nel cancro.

Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che il microbiota intestinale ha un ruolo nello sviluppo del cancro, influenzando il rischio di cancro, le co-infezioni, la progressione della malattia e la risposta al trattamento.

 

L’osservazione di una ridotta efficacia dell’immunoterapia nei pazienti sottoposti a trattamento antibiotico indica una sostanziale influenza del microbiota nel mediare la tossicità e la risposta della terapia antitumorale, in particolare l’immunoterapia, e i suoi effetti collaterali immuno-correlati. Un crescente corpo di ricerca si è concentrato sui trattamenti contro il cancro che colpiscono il microbioma, compresi i probiotici, le modifiche dietetiche e il trapianto di microbiota fecale (FMT).

Si prevede che l’imminente era delle terapie oncologiche personalizzate darà priorità all’evoluzione del tumore, all’eterogeneità molecolare e fenotipica e alla profilazione immunologica, con il microbiota intestinale che assume una posizione centrale in questo dominio.

 

Questa revisione mira a offrire ai medici una prospettiva completa sull’asse microbiota-cancro, compresa la sua influenza sulla prevenzione e la terapia del cancro e sottolinea l’importanza di integrare la scienza del microbioma nella progettazione e nell’implementazione delle terapie contro il cancro.

 

 

Abstract

 

Exploring the complex and multifaceted interplay of the gut microbiome and cancer prevention and therapy

Recent scientific research has indicated that the gut microbiota constitutes a nuanced, diverse ecosystem of microorganisms that have gained significant attention due to its crucial involvement in shaping human health and diseases.

In particular, the gut microbiota plays a pivotal role in cancer prevention, and disturbances in its composition and function, known as dysbiosis, that have been linked to an increased risk of developing various malignancies.

 

The gut microbiota exerts a myriad of effects on the production of anti-cancer compounds, the host’s immune system and inflammation, underscoring its crucial involvement in cancer.

Additionally, recent studies have shown that the gut microbiota has a role in the development of cancer, influencing cancer risk, co-infections, disease progression, and treatment response.

 

The observation of reduced efficacy of immunotherapy in patients receiving antibiotic treatment indicates a substantial influence of the microbiota in mediating the toxicity and response of cancer therapy, notably immunotherapy, and its immune-related side effects. A growing body of research has focused on cancer treatments that target the microbiome, including probiotics, dietary modifications, and faecal microbiota transplantation (FMT).

The forthcoming era of personalised cancer therapies is anticipated to prioritise tumor evolution, molecular and phenotypic heterogeneity, and immunological profiling, with gut microbiota assuming a pivotal position in this domain.

 

This review aims to offer clinicians a comprehensive perspective on the microbiota-cancer axis, including its influence on cancer prevention and therapy and highlights the importance of integrating microbiome science into the design and implementation of cancer therapies.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37307215/

Comprendere la relazione tra cachessia associata al cancro e fattore 1 inducibile dell’ipossia

Muthamil S. et al.

Biomed Pharmacother. 2023 Jul;163:114802.

 

Comprendere la relazione tra cachessia associata al cancro e fattore 1 inducibile dell’ipossia

La cachessia associata al cancro (CAC) è una malattia multifattoriale caratterizzata da una perdita illimitata di peso corporeo a causa dell’atrofia muscolare e del tessuto adiposo. La cachessia è influenzata da diversi fattori, tra cui la diminuzione dell’attività metabolica e dell’assunzione di cibo, uno squilibrio tra assorbimento e spesa energetica, catabolismo eccessivo e infiammazione.

 

La cachessia è altamente associata a tutti i tipi di tumori responsabili di oltre la metà delle morti correlate al cancro in tutto il mondo.

 

Negli individui sani, il tessuto adiposo regola significativamente l’equilibrio energetico e l’omeostasi del glucosio. Tuttavia, nei pazienti con cancro metastatico, la CAC si verifica principalmente a causa di uno squilibrio tra sintesi e degradazione delle proteine muscolari che sono organizzate da alcuni ligandi extracellulari e vie di segnalazione associate.

In condizioni ipossiche, il fattore-1 inducibile dell’ipossia (HIF-1α) si accumula e trasloca nel nucleo e attiva numerosi geni coinvolti nella sopravvivenza cellulare, nell’invasione, nell’angiogenesi, nelle metastasi, nella riprogrammazione metabolica e nella staminalità del cancro.

D’altra parte, la via del proteasoma di ubiquitinazione è inibita durante bassi livelli di O2 che promuovono lo spreco muscolare nei pazienti oncologici.

Pertanto, comprendere il meccanismo della via HIF-1 e il suo adattamento metabolico alle biomolecole è importante per lo sviluppo di un nuovo metodo terapeutico per la terapia del cancro e della cachessia. Anche se molti inibitori HIF sono già in uno studio clinico, il loro meccanismo d’azione rimane sconosciuto.

 

Con questo background, questa revisione riassume i concetti di base della cachessia, il ruolo delle citochine infiammatorie, le vie connesse con la cachessia con particolare riferimento alla via HIF-1 e alla sua regolazione, i cambiamenti metabolici e gli inibitori degli HIF.

 

 

Abstract

 

Understanding the relationship between cancer associated cachexia and hypoxia-inducible factor-1

Cancer-associated cachexia (CAC) is a multifactorial disorder characterized by an unrestricted loss of body weight as a result of muscle and adipose tissue atrophy. Cachexia is influenced by several factors, including decreased metabolic activity and food intake, an imbalance between energy uptake and expenditure, excessive catabolism, and inflammation.

 

Cachexia is highly associated with all types of cancers responsible for more than half of cancer-related mortalities worldwide.

 

In healthy individuals, adipose tissue significantly regulates energy balance and glucose homeostasis. However, in metastatic cancer patients, CAC occurs mainly because of an imbalance between muscle protein synthesis and degradation which are organized by certain extracellular ligands and associated signaling pathways.

Under hypoxic conditions, hypoxia-inducible factor-1 (HIF-1α) accumulated and translocated to the nucleus and activate numerous genes involved in cell survival, invasion, angiogenesis, metastasis, metabolic reprogramming, and cancer stemness.

On the other hand, the ubiquitination proteasome pathway is inhibited during low O2 levels which promote muscle wasting in cancer patients.

Therefore, understanding the mechanism of the HIF-1 pathway and its metabolic adaptation to biomolecules is important for developing a novel therapeutic method for cancer and cachexia therapy. Even though many HIF inhibitors are already in a clinical trial, their mechanism of action remains unknown.

 

With this background, this review summarizes the basic concepts of cachexia, the role of inflammatory cytokines, pathways connected with cachexia with special reference to the HIF-1 pathway and its regulation, metabolic changes, and inhibitors of HIFs.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37146421/

Trasformazione alimentare e rischio di cancro in Europa: risultati dello studio prospettico di coorte EPIC

Kliemann N. et al.

Lancet Planet Health. 2023 Mar;7(3):e219-e232.

 

Trasformazione alimentare e rischio di cancro in Europa: risultati dello studio prospettico di coorte EPIC

Sfondo:

È stato ipotizzato che la trasformazione alimentare svolga un ruolo nello sviluppo del cancro; tuttavia, i dati provenienti da studi epidemiologici su larga scala sono scarsi.

Questo studio ha studiato l’associazione tra assunzione dietetica in base alla quantità di trasformazione alimentare e rischio di cancro in 25 siti anatomici utilizzando i dati dello studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition).

 

Metodi:

Questo studio ha utilizzato i dati dello studio prospettico di coorte EPIC, che ha reclutato partecipanti tra il 18 marzo 1991 e il 2 luglio 2001, da 23 centri in dieci paesi europei. L’ammissibilità dei partecipanti all’interno di ciascuna coorte era basata su confini geografici o amministrativi. I partecipanti sono stati esclusi se avevano una diagnosi di cancro prima del reclutamento, avevano informazioni mancanti per la classificazione della lavorazione degli alimenti NOVA o erano all’interno dell’1% superiore e inferiore per rapporto tra assunzione di energia e fabbisogno energetico.

Sono stati utilizzati questionari dietetici convalidati per ottenere informazioni sul consumo di cibi e bevande.

I partecipanti con cancro sono stati identificati utilizzando i registri dei tumori o durante il follow-up da una combinazione di fonti, tra cui centri di cancro e patologia, cartelle cliniche di assicurazione sanitaria e follow-up attivo dei partecipanti.

E’ stata eseguita un’analisi di sostituzione per valutare l’effetto della sostituzione del 10% di alimenti trasformati e alimenti ultra-elaborati con il 10% di alimenti minimamente trasformati sul rischio di cancro in 25 siti anatomici utilizzando modelli di rischio proporzionale di Cox.

 

Risultati:

521.324 partecipanti sono stati reclutati in EPIC e 450.111 sono stati inclusi in questa analisi (318.686 [70,8%] partecipanti erano individui di sesso femminile e 131.425 [29,2%] erano individui di sesso maschile).

In un modello multivariato aggiustato per sesso, fumo, istruzione, attività fisica, altezza e diabete, una sostituzione del 10% di alimenti trasformati con una quantità uguale di alimenti minimamente trasformati è stata associata a un ridotto rischio di cancro complessivo (hazard ratio 0,96, 95% CI 0,95-0,97), tumori della testa e del collo (0,80, 0,75-0,85), carcinoma esofageo a cellule squamose (0,57, 0·51-0·64), cancro del colon (0·88, 0·85-0·92), cancro del retto (0·90, 0·85-0·94), carcinoma epatocellulare (0·77, 0·68-0·87) e carcinoma mammario in postmenopausa (0·93, 0·90-0·97). La sostituzione del 10% di alimenti ultra-elaborati con il 10% di alimenti minimamente trasformati è stata associata a un ridotto rischio di tumori della testa e del collo (0·80, 0,74-0·88), cancro del colon (0,93, 0,89-0,97) e carcinoma epatocellulare (0,73, 0,62-0·86).

La maggior parte di queste associazioni è rimasta significativa quando i modelli sono stati ulteriormente aggiustati per BMI, alcol e assunzione dietetica e qualità.

 

Interpretazione:

Questo studio suggerisce che la sostituzione di alimenti e bevande trasformati e ultra-elaborati con una quantità uguale di alimenti minimamente trasformati potrebbe ridurre il rischio di vari tipi di cancro.

 

 

Abstract

 

Food processing and cancer risk in Europe: results from the prospective EPIC cohort study

Background:

Food processing has been hypothesised to play a role in cancer development; however, data from large-scale epidemiological studies are scarce.

This study investigated the association between dietary intake according to amount of food processing and risk of cancer at 25 anatomical sites using data from the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC) study.

 

Methods:

This study used data from the prospective EPIC cohort study, which recruited participants between March 18, 1991, and July 2, 2001, from 23 centres in ten European countries. Participant eligibility within each cohort was based on geographical or administrative boundaries. Participants were excluded if they had a cancer diagnosis before recruitment, had missing information for the NOVA food processing classification, or were within the top and bottom 1% for ratio of energy intake to energy requirement.

Validated dietary questionnaires were used to obtain information on food and drink consumption.

Participants with cancer were identified using cancer registries or during follow-up from a combination of sources, including cancer and pathology centres, health insurance records, and active follow-up of participants.

We performed a substitution analysis to assess the effect of replacing 10% of processed foods and ultra-processed foods with 10% of minimally processed foods on cancer risk at 25 anatomical sites using Cox proportional hazard models.

 

Findings:

521 324 participants were recruited into EPIC, and 450 111 were included in this analysis (318 686 [70·8%] participants were female individuals and 131 425 [29·2%] were male individuals).

In a multivariate model adjusted for sex, smoking, education, physical activity, height, and diabetes, a substitution of 10% of processed foods with an equal amount of minimally processed foods was associated with reduced risk of overall cancer (hazard ratio 0·96, 95% CI 0·95-0·97), head and neck cancers (0·80, 0·75-0·85), oesophageal squamous cell carcinoma (0·57, 0·51-0·64), colon cancer (0·88, 0·85-0·92), rectal cancer (0·90, 0·85-0·94), hepatocellular carcinoma (0·77, 0·68-0·87), and postmenopausal breast cancer (0·93, 0·90-0·97). The substitution of 10% of ultra-processed foods with 10% of minimally processed foods was associated with a reduced risk of head and neck cancers (0·80, 0·74-0·88), colon cancer (0·93, 0·89-0·97), and hepatocellular carcinoma (0·73, 0·62-0·86).

Most of these associations remained significant when models were additionally adjusted for BMI, alcohol and dietary intake, and quality.

 

Interpretation:

This study suggests that the replacement of processed and ultra-processed foods and drinks with an equal amount of minimally processed foods might reduce the risk of various cancer types.

 

Funding:

Cancer Research UK, l’Institut National du Cancer, and World Cancer Research Fund International.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36889863/

Proprietà della consistenza degli alimenti destinati a individui con limitate capacità di elaborazione orale: anziani, disfagici e pazienti affetti da cancro della testa e del collo

Makame J, Nolden AA, Emmambux MN.

Food Funct. 2023 May 11;14(9):3949-3965.

 

Proprietà della consistenza degli alimenti destinati a individui con limitate capacità di elaborazione orale: anziani, disfagici e pazienti affetti da cancro della testa e del collo

La consistenza del cibo rimane un attributo sensoriale chiave per il piacere del cibo, con il potenziale di modulare l’assunzione di cibo, in particolare negli individui con limitate capacità di elaborazione orale (OPC) come gli anziani, i disfagici e i pazienti con cancro della testa e del collo (HNC).

Tuttavia, le informazioni relative alla qualità strutturale degli alimenti per questi consumatori sono limitate.

 

Le consistenze alimentari inadatte possono causare l’aspirazione del cibo, ridurre il piacere dei pasti, ridurre l’assunzione di cibo / nutrienti e potenzialmente portare alla malnutrizione.

 

L’obiettivo di questa revisione era esaminare criticamente la letteratura scientifica all’avanguardia sulle proprietà strutturali degli alimenti per individui con OPC limitato, identificare le lacune esistenti nella ricerca e valutare la progettazione strutturale reologico-sensoriale di alimenti ottimali per individui con OPC limitato per migliorare la sicurezza alimentare, l’assunzione di cibo e lo stato nutrizionale.

 

A seconda del tipo di alimento e della natura dell’ipofunzione orale, molti alimenti per individui con OPC limitato hanno viscosità molto bassa o troppo alta, con bassa coesione e valori elevati di durezza, spessore, fermezza, adesività, viscosità e scivolosità.

Gli approcci frammentati delle parti interessate, la natura non newtoniana degli alimenti, la complessità della valutazione oggettiva della lavorazione orale degli alimenti in vivo, l’applicazione subottimale della scienza sensoriale e della psicoreologia e le debolezze metodologiche della ricerca sono alcuni degli ostacoli per affrontare le sfide dietetiche legate alla consistenza per gli individui con OPC limitato.

È necessario esplorare varie strategie multidisciplinari per l’ottimizzazione della consistenza degli alimenti e interventi per migliorare l’assunzione di cibo e lo stato nutrizionale tra le persone con OPC limitato.

 

 

Abstract

 

Texture properties of foods targeted for individuals with limited oral processing capabilities: the elderly, dysphagia, and head and neck cancer patients

Food texture remains a key sensory attribute for food enjoyment, with the potential to modulate food intake, particularly in individuals with limited oral processing capabilities (OPC) such as the elderly, dysphagia, and head and neck cancer (HNC) patients.

However, information relating to the textural quality of foods for these consumers is limited.

 

Unsuitable food textures can cause food aspiration, lower meal enjoyment, reduce food/nutrient intake, and potentially lead to malnutrition.

 

The objective of this review was to critically examine the state-of-the-art scientific literature on the textural properties of foods for individuals with limited OPC, identify existing gaps in research, and appraise the rheological-sensory textural design of optimal foods for individuals with limited OPC to improve eating safety, food intake, and nutritional status.

 

Depending on the food type and nature of oral hypofunction, many foods for individuals with limited OPC have very low or too high viscosity, with low cohesiveness and high values for hardness, thickness, firmness, adhesiveness, stickiness, and slipperiness.

Fragmented stakeholder approaches, the non-Newtonian nature of foods, the complexity of in vivo, objective food oral processing evaluation, suboptimal application of sensory science and psycho rheology, and research methodological weaknesses are some of the obstacles to addressing texture-related dietary challenges for individuals with limited OPC.

There is a need to explore various multidisciplinary strategies for food texture optimization and interventions to improve food intake and nutritional status amongst people with limited OPC.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37013649/

Le persone cambiano le loro abitudini alimentari dopo una diagnosi di cancro? Una revisione sistematica

Aldossari A. et al.

J Hum Nutr Diet. 2023 Apr;36(2):566-579.

 

Le persone cambiano le loro abitudini alimentari dopo una diagnosi di cancro? Una revisione sistematica

Sfondo:

Le persone che vivono con e oltre il cancro sono considerate motivate a cambiare la loro dieta. Tuttavia, vi è una mancanza di revisioni condotte su quali specifici cambiamenti dietetici le persone fanno e ulteriori valutazioni possono informare futuri studi interventistici. Quindi, si mira a riassumere le prove sui cambiamenti nelle abitudini alimentari negli studi osservazionali prima e dopo una diagnosi di cancro.

 

Metodi:

Questa revisione sistematica ha seguito le linee guida di Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analysis. Le ricerche elettroniche sono state condotte in quattro database per identificare studi di coorte e trasversali sui cambiamenti dietetici prima e dopo una diagnosi di cancro, esclusi gli studi che hanno valutato un intervento. È stata intrapresa una valutazione della qualità e, se del caso, sono state condotte meta-analisi.

 

Risultati:

Sono stati identificati 14 studi con 16.443 partecipanti con diagnosi di cancro, con fascia di età 18-75 anni. Il cambiamento nella dieta è stato valutato <1-5 anni prima della diagnosi e fino a 12 anni dopo la diagnosi. Le meta-analisi hanno mostrato che la differenza media standard (SMD) per l’energia (SMD-0,32, intervallo di confidenza al 95% = da -0,46 a -0,17) e il consumo di carboidrati (SMD 0,20, intervallo di confidenza al 95% = da -0,27 a -0,14). Gli studi hanno mostrato risultati incoerenti per grassi, proteine e fibre, la maggior parte dei gruppi alimentari e l’assunzione di integratori. È stata costantemente segnalata una piccola diminuzione del consumo di carne rossa e lavorata.

 

Conclusioni:

Tutti gli studi hanno riportato alcuni cambiamenti positivi nell’assunzione dietetica e nel consumo di integratori dopo aver ricevuto una diagnosi di cancro senza alcun intervento. Tuttavia, le differenze per i gruppi alimentari e i nutrienti erano principalmente piccole e non necessariamente clinicamente significative.

L’evidenza dimostra che una diagnosi di cancro da sola è insufficiente a motivare le persone a cambiare la loro assunzione dietetica, indicando che la maggior parte delle persone trarrebbe beneficio da un intervento dietetico per facilitare il cambiamento.

 

 

Abstract

 

Do people change their eating habits after a diagnosis of cancer? A systematic review

Background:

People who live with and beyond cancer are considered to be motivated to change their diet. However, there is a lack of reviews conducted on what specific dietary changes people make and further evaluation may inform future interventional studies. Hence, we aim to summarise the evidence on dietary changes in observational studies before and after a cancer diagnosis.

 

Methods:

This systematic review followed the guidelines of Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analysis. Electronic searches were conducted in four databases to identify cohort and cross-sectional studies on dietary changes before and after a cancer diagnosis, excluding studies that evaluated an intervention. Quality assessment was undertaken, and meta-analyses were conducted where suitable.

 

Results:

We identified 14 studies with 16,443 participants diagnosed with cancer, with age range 18-75 years. Dietary change was assessed <1-5 years before diagnosis and up to 12 years post-diagnosis. Meta-analyses showed that the standard mean difference (SMD) for energy (SMD-0.32, 95% confidence interval = -0.46 to -0.17) and carbohydrate consumption (SMD 0.20, 95% confidence interval = -0.27 to -0.14). Studies showed inconsistent findings for fat, protein and fibre, most food groups, and supplement intake. A small decrease in red and processed meat consumption was consistently reported.

 

Conclusions:

All studies reported some positive changes in dietary intake and supplement consumption after receiving a cancer diagnosis without any intervention. However, differences for food groups and nutrients were mainly small and not necessarily clinically meaningful.

Evidence demonstrates that a cancer diagnosis alone is insufficient to motivate people to change their dietary intake, indicating that most people would benefit from a dietary intervention to facilitate change.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35312110/

Scelte dietetiche dopo una diagnosi di cancro: una revisione narrativa

Orsso CE. et al.

Nutrition. 2022 Nov-Dec;103-104:111838.

 

Scelte dietetiche dopo una diagnosi di cancro: una revisione narrativa

Gli individui con cancro possono essere motivati a fare cambiamenti nello stile di vita e scelte dietetiche informate, ma sono esposti a informazioni nutrizionali contrastanti ed errate, in particolare da fonti online e social media.

I cambiamenti nelle scelte dietetiche che derivano da una diagnosi di cancro non sono completamente compresi.

 

Pertanto, è stata condotta una revisione narrativa per riassumere la letteratura incentrata sulle scelte dietetiche dopo una diagnosi di cancro e sono stati evidenziati fattori influenti.

I cambiamenti dietetici post-diagnosi sono stati studiati principalmente in pazienti di sesso femminile con cancro al seno nei paesi europei. I cambiamenti riportati in genere includevano una diminuzione dell’assunzione di carne rossa e lavorata e un aumento del consumo di frutta e verdura. Questi cambiamenti si allineano con le raccomandazioni per la prevenzione del cancro, ma sono stati implementati dopo la diagnosi e potrebbero non soddisfare le linee guida nutrizionali per i pazienti con cancro.

L’età e il tempo trascorso dalla diagnosi sono stati tra i fattori influenti che hanno influenzato questi cambiamenti post-diagnosi.

 

I dati sui cambiamenti dietetici implementati dopo una diagnosi di vari tipi di cancro nella popolazione nordamericana sono carenti e fornirebbero ai professionisti una migliore comprensione delle esigenze di informazione dei pazienti e delle ragioni delle scelte dietetiche.

 

 

Abstract

 

Dietary choices after a cancer diagnosis: A narrative review

Individuals with cancer may be motivated to make lifestyle changes and informed dietary choices, but are exposed to conflicting and erroneous nutrition information, particularly from online and social media sources.

Changes to dietary choices that stem from a diagnosis of cancer are not fully understood.

 

Thus, we conducted a narrative review to summarize the literature focused on dietary choices after a cancer diagnosis, and highlighted influential factors.

Postdiagnosis dietary changes have been studied primarily in female patients with breast cancer in European countries. Reported changes typically included decreased red and processed meat intake and increased consumption of fruits and vegetables. These changes align with the recommendations for cancer prevention but were implemented after diagnosis, and may not meet nutrition guidelines for patients with cancer.

Age and time since diagnosis were among the influential factors that affected these postdiagnosis changes.

 

Data on dietary changes implemented after a diagnosis of varying cancer types in the North American population are lacking, and would provide practitioners with an enhanced understanding of patient information needs and reasons for dietary choices.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36183484/

Il ruolo dei fattori dietetici nella steatosi epatica non alcolica nella progressione del carcinoma epatocellulare: una revisione sistematica

Zheng J. et al.

Clin Nutr. 2022 Oct;41(10):2295-2307.

 

Il ruolo dei fattori dietetici nella steatosi epatica non alcolica nella progressione del carcinoma epatocellulare: una revisione sistematica

Contesto e obiettivi:

I fattori dietetici svolgono un ruolo importante nel promuovere lo sviluppo del carcinoma epatocellulare (HCC) correlato alla steatosi epatica non alcolica (NAFLD) attraverso la regolazione del metabolismo e dell’infiammazione. Tuttavia, finora non c’erano prove su come i fattori dietetici possano influenzare i diversi esiti della malattia nella NAFLD alla progressione dell’HCC.

Lo studio mirava a valutare in modo completo il ruolo dei fattori dietetici sul rischio di progressione da NAFLD a HCC.

 

Metodi:

Una ricerca bibliografica completa è stata condotta nei database PubMed, Web of Science ed Embase per identificare studi caso-controllo e di coorte pubblicati fino al 15 marzo 2022 in inglese. Sono stati inclusi studi che indagano associazioni di alimenti e bevande (escluso l’alcol), gruppi alimentari, modelli dietetici e abitudini alimentari con rischio di incidenza di quattro principali malattie epatiche croniche coinvolte nella progressione da NAFLD a HCC (cioè NAFLD, fibrosi epatica, cirrosi epatica e HCC).

Tre ricercatori hanno eseguito in modo indipendente la ricerca bibliografica, selezionato articoli idonei, eseguito l’astrazione dei dati e valutato la qualità dello studio.

Dopo aver valutato l’adeguatezza e la credibilità delle associazioni riportate per ciascun fattore dietetico e ogni esito della malattia epatica, si è riassunto e valutato la coerenza delle associazioni sulla base di criteri determinati a priori considerando il disegno dello studio e la proporzione di associazioni significative.

 

Risultati:

Ci sono stati 109 studi inclusi in questa revisione (47 su NAFLD, 1 su fibrosi epatica, 6 su cirrosi epatica e 55 su HCC).

Prove consistenti hanno suggerito che un maggiore potenziale infiammatorio dietetico era associato ad un aumentato rischio di NAFLD e HCC, mentre la dieta mediterranea era associata a un minor rischio di entrambe le malattie. Inoltre, una maggiore conformità all’indice di alimentazione sana, agli approcci dietetici per fermare il punteggio di ipertensione e al punteggio della dieta mediterranea e ai modelli dietetici con elevata capacità antiossidante dietetica hanno ridotto il rischio di NAFLD.

Alcuni alimenti specifici, tra cui bevande analcoliche e carne rossa e/o lavorata, sono stati associati ad un aumento del rischio di NAFLD, mentre le verdure totali e gli spinaci sono stati associati a un ridotto rischio di NAFLD. Il consumo di caffè e carne bianca era inversamente correlato al rischio di HCC.

 

Conclusioni:

I modelli dietetici o i singoli alimenti che rappresentano un potenziale più antinfiammatorio sono stati associati a un ridotto rischio di NAFLD e HCC, il che implica che l’infiammazione indotta dalla dieta può avere un impatto sulla progressione della NAFLD verso l’HCC.

 

 

Abstract

 

The role of dietary factors in nonalcoholic fatty liver disease to hepatocellular carcinoma progression: A systematic review

Background and aims:

Dietary factors play an important role in promoting nonalcoholic fatty liver disease (NAFLD)-related hepatocellular carcinoma (HCC) development through regulation of metabolism and inflammation. However, so far there was no evidence regarding how dietary factors may influence different disease outcomes in the NAFLD to HCC progression.

Our study aimed to comprehensively evaluate the role of dietary factors on the risk of progression from NAFLD to HCC.

 

Methods:

A comprehensive literature research was conducted in PubMed, Web of Science and Embase databases to identify case-control and cohort studies published up to March 15, 2022 in English. We included studies investigating associations of food and beverage items (excluding alcohol), food groups, dietary patterns, and dietary habits with incidence risk of four main chronic liver diseases involved in the NAFLD-to-HCC progression (i.e., NAFLD, liver fibrosis, liver cirrhosis, and HCC).

Three researchers independently performed the literature search, selected eligible articles, performed data abstraction and evaluated study quality.

After evaluating adequacy and credibility of the associations reported for each dietary factor and each liver disease outcome, we summarized and evaluated the consistency of associations based on a priori determined criteria considering study design and the proportion of significant associations.

 

Results:

There were 109 studies included in this review (47 on NAFLD, 1 on liver fibrosis, 6 on liver cirrhosis, and 55 on HCC).

Consistent evidence suggested that higher dietary inflammatory potential was associated with increased risk of both NAFLD and HCC whereas Mediterranean diet was associated with lower risk of both diseases. Additionally, greater conformity to the Healthy Eating Index, Dietary Approaches to Stop Hypertension score, and Mediterranean Diet Score, and dietary patterns with high dietary antioxidant capacity reduced NAFLD risk.

Some specific foods including soft drinks and red and/or processed meat were associated with increased NAFLD risk while total vegetables and spinach were associated with reduced NAFLD risk. Coffee and white meat consumption were inversely related to HCC risk.

 

Conclusions:

Dietary patterns or individual foods representing a more anti-inflammatory potential were associated with reduced risk of both NAFLD and HCC, which implied diet-induced inflammation may impact NAFLD progression towards HCC.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36096063/

L’effetto della supplementazione di vitamina D sul dolore indotto dal trattamento nei pazienti oncologici: una revisione sistematica

Zarrati M. et al.

Pain Manag Nurs. 2022 Aug;23(4):458-466.

 

L’effetto della supplementazione di vitamina D sul dolore indotto dal trattamento nei pazienti oncologici: una revisione sistematica

Obiettivi:

Nonostante l’uso diffuso della medicina complementare e alternativa da parte di pazienti e medici, non ci sono prove accurate per quanto riguarda gli effetti della supplementazione di vitamina D sul dolore indotto dal trattamento nei pazienti oncologici.

Pertanto, lo scopo di questa revisione sistematica di studi randomizzati controllati (RCT) era quello di valutare l’impatto della somministrazione di vitamina D sul dolore correlato alla terapia in soggetti con diagnosi di disturbi maligni.

 

Rivedere i metodi di analisi:

Si è cercato nei database Web of Science, Scopus, PubMed / Medline, Embase e Google Scholar fino a ottobre 2020 per identificare RCT pubblicati che hanno studiato l’uso della vitamina D nella gestione del dolore indotto dal trattamento in individui con cancro.

 

Risultati:

Sono stati rilevati nove RCT. La durata mediana dell’intervento è stata di 24 settimane (intervallo 12-52 settimane) e la dose di vitamina D impiegata è stata di 2000-50000 UI di vitamina D3 settimanalmente per via orale ogni giorno. Sei RCT hanno riportato una significativa riduzione del dolore, mentre tre non hanno rilevato una notevole diminuzione di questa variabile.

Dei sei studi che hanno riportato un alleviamento del dolore, un RCT che ha reclutato 60 partecipanti ed è durato per 24 settimane consisteva nell’integrazione con alte dosi di vitamina D2 settimanale per 8 settimane in donne che ricevevano anastrozolo come terapia adiuvante, quindi l’integrazione con vitamina D2 mensile per 4 mesi, ha efficacemente alleviato la sindrome muscolo-scheletrica associata all’inibitore dell’aromatasi (AIMSS). I risultati dello stesso RCT hanno anche suggerito un effetto benefico della vitamina D sul dolore muscolo-scheletrico.

 

Conclusioni:

I risultati suggeriscono che l’integrazione con alte dosi di vitamina D nei pazienti oncologici con bassi livelli sierici di vitamina D può essere efficace nel ridurre il dolore correlato al trattamento.

 

 

Abstract

 

The Effect of Vitamin D Supplementation on Treatment-Induced Pain in Cancer Patients: A Systematic Review

Objectives:

Despite the widespread use of complementary and alternative medicine by patients and physicians alike, there is no accurate evidence regarding the effects of vitamin D supplementation on treatment-induced pain in cancer patients.

Thus, the aim of this systematic review of randomized controlled trials (RCTs) was to evaluate the impact of vitamin D administration on therapy-related pain in subjects diagnosed with malignant disorders.

 

Review analysis methods:

We searched the Web of Science, Scopus, PubMed/Medline, Embase, and Google Scholar databases up to October 2020 to identify published RCTs that investigated the use of vitamin D in the management of treatment-induced pain in individuals with cancer.

 

Results:

Nine RCTs were detected. The median duration of the intervention was of 24 weeks (range 12-52 weeks) and dose of vitamin D employed was 2000-50000 IU of vitamin D3 weekly orally each day. Six RCTs reported a significant reduction in pain, whereas three did not detect a notable decrease of this variable.

Of the six studies that reported an alleviation of pain, an RCT which recruited 60 participants and lasted for 24 weeks consisted of supplementation with high doses of vitamin D2 weekly for 8 weeks in women receiving anastrozole as adjuvant therapy, then supplementation with vitamin D2 monthly for 4 months, effectively alleviated the aromatase inhibitor-associated musculoskeletal syndrome (AIMSS). The results of the same RCT also suggested a beneficial effect of vitamin D on musculoskeletal pain.

 

Conclusions:

Our results suggest that the supplementation with high doses of vitamin D in cancer patients with low serum levels of vitamin D, can be effective in reducing treatment-related pain.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35279360/

Il ruolo della saliva nella disfunzione del gusto tra i malati di cancro: meccanismi e potenziale trattamento

Galaniha LT, Nolden AA.

Oral Oncol. 2022 Oct;133:106030.

 

Il ruolo della saliva nella disfunzione del gusto tra i malati di cancro: meccanismi e potenziale trattamento

Due dei sintomi maggiormente prevalenti riportati dai malati di cancro sono la disfunzione del gusto (17,6-93%) e la secchezza delle fauci / xerostomia (40,4-93%).

Mentre è stato ipotizzato che la riduzione della saliva possa compromettere la funzione del gusto, pochi studi indagano la co-occorrenza dei sintomi del gusto e della secchezza delle fauci nei pazienti oncologici.

 

Questa recensione fornisce un riassunto della relazione fisiologica tra saliva e gusto, concentrandosi sul meccanismo di trasduzione del gusto, sulla regolazione della sensibilità al gusto e sulla protezione delle cellule recettrici del gusto, incluso l’impatto dei trattamenti contro il cancro e la malignità sulla funzione della saliva, sui componenti salivari e sui meccanismi in cui può avere un impatto negativo sulla funzione del gusto.

Gli autori presentano una revisione dell’ambito della recente letteratura che riporta l’associazione tra disfunzione del gusto e secchezza delle fauci nei pazienti oncologici, comprese le segnalazioni di agenti liposomiali non farmaceutici o farmaci assunti per migliorare i sintomi della bocca secca che valutano anche la disfunzione del gusto.

 

Considerando le complessità del cancro e del trattamento del cancro, la comprensione della relazione fisiologica tra saliva e funzione del gusto può fornire informazioni importanti sull’identificazione dei trattamenti per alleviare la disfunzione del gusto e i sintomi della secchezza delle fauci. Ci sono sostanziali lacune di ricerca dati gli studi limitati che valutano la co-occorrenza di perdita di gusto e secchezza delle fauci e incongruenze nella valutazione di questi sintomi.

 

Gli studi clinici che esaminano la disfunzione del gusto forniranno una base fondamentale che aiuterà a comprendere la relazione tra gusto e saliva.

Considerando l’aumento dei tassi di sopravvivenza e il significativo impatto negativo della disfunzione del gusto sulla qualità della vita, sono necessarie ulteriori ricerche per ridurre la sofferenza dei malati di cancro

 

 

Abstract

 

The role of saliva in taste dysfunction among cancer patients: Mechanisms and potential treatment

Two of the highest prevalent symptoms reported by cancer patients are taste dysfunction (17.6-93%) and dry mouth/xerostomia (40.4-93%).

While it has been hypothesized that reduced saliva may impair taste function, few studies investigate the co-occurrence of taste and dry mouth symptoms in cancer patients.

 

This review provides a summary of the physiological relationship between saliva and taste, focusing on taste transduction mechanism, regulation of the taste sensitivity, and protection of taste receptor cells, including the impact of cancer treatments and malignancy on saliva function, salivary components, and the mechanisms in which it can negatively impact the taste function.

Here, the authors present a scoping review of the recent literature reporting on the association between taste dysfunction and dry mouth in cancer patients, including reports of non-pharmaceutical liposomal agents or drugs taken to improve dry mouth symptoms that also assess taste dysfunction.

 

Considering the complexities of cancer and cancer treatment, understanding the physiological relationship between saliva and taste function may provide important insight into identifying treatments for alleviating taste dysfunction and dry mouth symptoms. There are substantial research gaps given the limited studies assessing the co-occurrence of taste loss and dry mouth and inconsistencies in the assessment of these symptoms.

 

Clinical studies examining taste dysfunction will provide a foundational groundwork that will help understand the relationship between taste and saliva.

Considering the increased rates in survivorship and the significant negative impact of taste dysfunction on quality of life, more research is needed to reduce the suffering of cancer patients.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35868097/

“Cosa dovrei mangiare?” -Affrontare domande e sfide relative alla nutrizione nel contesto dell’oncologia integrativa

Frenkel M. et al.

Curr Oncol Rep. 2022 Nov;24(11):1557-1567.

 

“Cosa dovrei mangiare?” -Affrontare domande e sfide relative alla nutrizione nel contesto dell’oncologia integrativa

Scopo della revisione:

Questa revisione mira a valutare come la nutrizione può essere affrontata nel contesto oncologico integrativo, tenendo conto dei bisogni insoddisfatti dei malati di cancro in relazione alla nutrizione nella cura del cancro e delle informazioni basate sull’evidenza disponibili su questo argomento.

 

Risultati recenti:

Durante e dopo il trattamento del cancro, la nutrizione è una componente importante delle cure di supporto, per i pazienti e i loro familiari.

Gli attuali dati scientifici mostrano costantemente che una cattiva alimentazione può ridurre la sopravvivenza e diminuire l’aderenza ai trattamenti contro il cancro. Sfortunatamente, la limitata disponibilità di dietologi rende difficile l’accesso alla consulenza nutrizionale individualizzata e molti malati di cancro non ricevono ancora un adeguato supporto nutrizionale.

Di conseguenza, uno dei principali bisogni insoddisfatti dei pazienti e delle loro famiglie attraverso l’intera traiettoria del cancro è la consulenza nutrizionale accessibile e aggiornata basata sull’evidenza che enfatizza la nutrizione sana di base.

La popolarità della medicina complementare e integrativa tra i pazienti con cancro rende l’oncologia integrativa una strada eccellente per fornire tale supporto.

 

Viene descritto un approccio semplice suggerito che utilizza le informazioni di base del World Cancer Research Fund / American Institute for Cancer Research e American Cancer Society.

Questo approccio può essere facilmente incorporato in contesti oncologici integrativi, riservando il ruolo al dietologo registrato per affrontare pazienti sottopeso, pazienti con malnutrizione e pazienti con situazioni dietetiche più complicate.

L’ambiente oncologico integrativo si trova in un posto unico in oncologia che può essere utilizzato per migliorare la diffusione di informazioni nutrizionali sane e affrontare i bisogni insoddisfatti espressi da pazienti e famiglie.

 

 

Abstract

 

“What Should I Eat?”-Addressing Questions and Challenges Related to Nutrition in the Integrative Oncology Setting

Purpose of review:

This review aims to assess how nutrition can be addressed in the integrative oncology setting, taking into account cancer patients’ unmet needs as they relate to nutrition in cancer care and the evidence-based information that is available on this topic.

 

Recent findings:

During and after cancer treatment, nutrition is an important component of supportive care, for patients and their family members.

Current scientific data consistently show that poor nutrition can reduce survival and decrease adherence to cancer treatments. Unfortunately, the limited availability of dietitians makes access to individualized nutrition counseling challenging, and many cancer patients still do not receive adequate nutritional support.

As a result, one of the main unmet needs of patients and their families through the whole cancer trajectory is accessible and up-to-date evidence-based nutritional counseling that emphasizes basic healthy nutrition.

The popularity of complementary and integrative medicine among patients with cancer makes the integrative oncology setting an excellent avenue for providing such support.

 

A suggested simple approach that utilizes World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research and American Cancer Society basic information is described.

This approach can be easily incorporated into integrative oncology settings, while reserving the role for the registered dietician to address underweight patients, patients with malnutrition, and patients with more complicated dietary situations.

The integrative oncology setting is in a unique place in oncology that can be utilized for enhancing dissemination of healthy nutrition information and addressing the unmet needs expressed by patients and families.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35788876/

Inquinamento da micro(nano)plastiche e salute umana: in che modo la plastica può indurre carcinogenesi per l’uomo?

Kumar R. et al.

Chemosphere. 2022 Jul;298:134267.

 

Inquinamento da micro(nano)plastiche e salute umana: in che modo la plastica può indurre carcinogenesi per l’uomo?

Le microplastiche (MP) e le nanoplastiche (NP) sono indicatori chiave dell’era della plastilina, ampiamente diffuse in diversi ecosistemi. MP e NP diventano fattori di stress globali a causa delle loro caratteristiche fisico-chimiche intrinseche e del potenziale impatto sugli ecosistemi e sugli esseri umani.

MP e NP sono state esposte agli esseri umani attraverso vari percorsi, come acqua del rubinetto, acqua in bottiglia, frutti di mare, bevande, latte, pesce, sali, frutta e verdura.

 

Questo documento evidenzia i percorsi di MP e NP verso le catene alimentari e come queste particelle di plastica possono causare rischi per la salute umana.

 

Le MP sono evidenti in vivo e in vitro e sono un rischio per la salute, ad esempio per i sistemi respiratorio, immunitario, riproduttivo e digestivo.

Il presente lavoro sottolinea come varie MP e NP e sostanze chimiche tossiche associate, come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e i bifenili policlorurati (PCB), abbiano un impatto sulla salute umana. Il polistirene (PS) e il cloruro di polivinile (PVC) sono MP e NP comuni, segnalati negli impianti umani tramite ingestione, inalazione ed esposizione cutanea, che possono causare carcinogenesi, secondo i rapporti dell’Agenzia per le sostanze tossiche e il registro delle malattie (ATSDR).

L’inalazione, l’ingestione e l’esposizione-risposta cutanea causano genotossicità, divisione e vitalità cellulare, citotossicità, induzione dello stress ossidativo, interruzione del metabolismo, danno al DNA, infiammazione e risposte immunologiche negli esseri umani.

 

Infine, questo lavoro di revisione si è concluso con le attuali conoscenze sui potenziali rischi per la salute umana e sulle lacune nelle conoscenze con raccomandazioni per ulteriori indagini in questo campo.

 

 

Abstract

 

Micro(nano)plastics pollution and human health: How plastics can induce carcinogenesis to humans?

Microplastics (MPs) and nanoplastics (NPs) are key indicators of the plasticine era, widely spread across different ecosystems. MPs and NPs become global stressors due to their inherent physicochemical characteristics and potential impact on ecosystems and humans.

MPs and NPs have been exposed to humans via various pathways, such as tap water, bottled water, seafood, beverages, milk, fish, salts, fruits, and vegetables.

 

This paper highlights MPs and NPs pathways to the food chains and how these plastic particles can cause risks to human health.

 

MPs have been evident in vivo and vitro and have been at health risks, such as respiratory, immune, reproductive, and digestive systems.

The present work emphasizes how various MPs and NPs, and associated toxic chemicals, such as polycyclic aromatic hydrocarbons (PAHs) and polychlorinated biphenyls (PCBs), impact human health. Polystyrene (PS) and polyvinyl chloride (PVC) are common MPs and NPs, reported in human implants via ingestion, inhalation, and dermal exposure, which can cause carcinogenesis, according to Agency for Toxic Substances and Disease Registry (ATSDR) reports.

Inhalation, ingestion, and dermal exposure-response cause genotoxicity, cell division and viability, cytotoxicity, oxidative stress induction, metabolism disruption, DNA damage, inflammation, and immunological responses in humans.

 

Lastly, this review work concluded with current knowledge on potential risks to human health and knowledge gaps with recommendations for further investigation in this field.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35301996/

Influenze dietetiche sulle tossicità sintomatiche e non sintomatiche durante il trattamento del cancro: una revisione narrativa

Kim AJ, Hong DS, George GC.

Cancer Treat Rev. 2022 Jul;108:102408.

 

Influenze dietetiche sulle tossicità sintomatiche e non sintomatiche durante il trattamento del cancro: una revisione narrativa

Lo stato nutrizionale generale dei malati di cancro potrebbe essere un determinante centrale della tossicità correlata al trattamento del cancro e un indicatore dei sintomi del cancro come la cachessia correlata al cancro e la perdita di peso.

 

Questa revisione scientifica narrativa copre l’impatto dei modelli dietetici (ad esempio, dieta mediterranea, digiuno a breve termine, dieta chetogenica), componenti dietetici (ad esempio, frutta e verdura, oli di pesce, curcuma/curcumina, fibre alimentari, sostanze fitochimiche, integratori alimentari vitaminici/minerali) e il microbiota intestinale su sintomi, tossicità ed eventi avversi associati al trattamento del cancro.

 

Sebbene diversi studi abbiano prodotto risultati controversi o inconcludenti, alcuni studi preclinici promettenti e studi clinici iniziali suggeriscono che gli interventi dietetici possono alleviare alcuni sintomi e tossicità correlati al trattamento del cancro.

I possibili meccanismi con cui i componenti dietetici possono influenzare le tossicità sintomatiche e non sintomatiche durante il trattamento del cancro includono l’impatto sull’infiammazione, lo stress ossidativo, la massa muscolare, la salute cardiaca e la regolazione del microbioma intestinale.

Gli attuali studi in corso continueranno a far luce sul fatto che specifici interventi dietetici, con particolare attenzione al microbiota intestinale, siano un metodo efficace per migliorare i risultati del trattamento del cancro.

Studi futuri dovrebbero esaminare gli effetti sinergici della combinazione di diversi interventi nutrizionali e stabilire linee guida relative alla dieta per il trattamento del cancro.

 

 

Abstract

 

Dietary influences on symptomatic and non-symptomatic toxicities during cancer treatment: A narrative review

The general nutritional status of cancer patients could be a central determinant of cancer treatment-related toxicity and an indicator of cancer symptoms such as cancer-related cachexia and weight loss.

 

This narrative scientific review covers the impact of dietary patterns (for example, Mediterranean diet, short-term fasting, ketogenic diet), dietary components (for example, fruits and vegetables, fish oils, turmeric/curcumin, dietary fiber, phytochemicals, vitamin/mineral dietary supplements), and the gut microbiota on symptoms, toxicities, and adverse events associated with cancer treatment.

 

Although several studies have produced controversial or inconclusive results, some promising preclinical studies and initial clinical trials suggest that dietary interventions may alleviate certain cancer treatment-related symptoms and toxicities.

Possible mechanisms by which dietary components may influence symptomatic and non-symptomatic toxicities during cancer treatment include through impacting inflammation, oxidative stress, muscle mass, cardiac health and regulating the gut microbiome.

Current ongoing studies will continue to shed light on whether specific dietary interventions, with a special emphasis on the gut microbiota, are an effective method to improve cancer treatment outcomes.

Future studies should examine the synergistic effects of combining different nutritional interventions and establish diet-related guidelines for cancer treatment.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35623220/

Farmacomicrobiomica del cancro: mirare al microbiota per ottimizzare i risultati della terapia antitumorale

Ting NL, Lau HC, Yu J.

Gut. 2022 Jul;71(7):1412-1425.

 

Farmacomicrobiomica del cancro: mirare al microbiota per ottimizzare i risultati della terapia antitumorale

Nonostante i promettenti progressi nelle nuove terapie antitumorali, come gli inibitori del checkpoint immunitario (ICI), permangono limitazioni, tra cui la resistenza terapeutica e la tossicità. Negli ultimi anni, la relazione tra microbiota intestinale e cancro è stata ampiamente studiata.

L’accumulo di prove rivela il ruolo del microbiota nella definizione dell’efficacia e della tossicità terapeutica del cancro.

 

A differenza della genetica dell’ospite, il microbiota può essere facilmente modificato attraverso molteplici strategie, tra cui il trapianto di microbiota fecale (FMT), probiotici e antibiotici.

Studi preclinici hanno identificato i meccanismi su come i microbi influenzano i risultati del trattamento del cancro. Gli studi clinici hanno anche dimostrato il potenziale della modulazione del microbiota nei trattamenti antitumorali.

 

In questo articolo, esaminiamo le intuizioni meccanicistiche delle interazioni microbiche intestinali con la chemioterapia e gli ICI, concentrandoci in particolare sull’interazione tra i batteri intestinali e la farmacocinetica (p.es., metabolismo, degradazione enzimatica) o la farmacodinamica (p.es., immunomodulazione) del trattamento del cancro.

Viene quindi esplorato il potenziale traslazionale dei risultati di base in contesti clinici, incluso l’utilizzo di microbi come biomarcatori predittivi e la modulazione microbica da parte di antibiotici, probiotici, prebiotici, modulazioni dietetiche e FMT. Vengono discussi ulteriormente gli attuali limiti della modulazione del microbiota intestinale nei pazienti con cancro e suggerite direzioni essenziali per studi futuri.

 

Nell’era della medicina personalizzata, è fondamentale comprendere il microbiota e le sue interazioni con il cancro. La manipolazione del microbiota intestinale per aumentare le risposte terapeutiche al cancro può fornire nuove intuizioni sul trattamento del cancro.

 

 

Abstract

 

Cancer pharmacomicrobiomics: targeting microbiota to optimise cancer therapy outcomes

Despite the promising advances in novel cancer therapy such as immune checkpoint inhibitors (ICIs), limitations including therapeutic resistance and toxicity remain. In recent years, the relationship between gut microbiota and cancer has been extensively studied.

Accumulating evidence reveals the role of microbiota in defining cancer therapeutic efficacy and toxicity.

 

Unlike host genetics, microbiota can be easily modified via multiple strategies, including faecal microbiota transplantation (FMT), probiotics and antibiotics.

Preclinical studies have identified the mechanisms on how microbes influence cancer treatment outcomes. Clinical trials have also demonstrated the potential of microbiota modulation in cancer treatments.

 

Herein, we review the mechanistic insights of gut microbial interactions with chemotherapy and ICIs, particularly focusing on the interplay between gut bacteria and the pharmacokinetics (eg, metabolism, enzymatic degradation) or pharmacodynamics (eg, immunomodulation) of cancer treatment.

The translational potential of basic findings in clinical settings is then explored, including using microbes as predictive biomarkers and microbial modulation by antibiotics, probiotics, prebiotics, dietary modulations and FMT. We further discuss the current limitations of gut microbiota modulation in patients with cancer and suggest essential directions for future study.

 

In the era of personalised medicine, it is crucial to understand the microbiota and its interactions with cancer. Manipulating the gut microbiota to augment cancer therapeutic responses can provide new insights into cancer treatment.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35277453/

Obesità sarcopenica: e nel contesto del cancro?

Gortan Cappellari G. et al.; Obesity Programs of Nutrition, Education, Research and Assessment (OPERA) group. 

Nutrition. 2022 Jun;98:111624.

 

Obesità sarcopenica: e nel contesto del cancro?

Prove crescenti suggeriscono che i cambiamenti nella massa e nella funzione muscolare possono contribuire ulteriormente alla valutazione del rischio per la salute negli individui obesi. Poiché i numeri per i sottogruppi di popolazione obesa e anziana sono in aumento in tutto il mondo, l’obesità sarcopenica sta emergendo come un fattore rilevante associato a un rischio più elevato di eventi avversi ed esiti in diversi contesti clinici, incluso il cancro.

 

Recenti studi che dimostrano che la prevalenza dell’obesità sarcopenica può coinvolgere fino a un terzo dei pazienti con cancro nonostante l’indice di massa corporea supportano fortemente la necessità di una sua valutazione nella pratica clinica oncologica. Infatti, in diversi tipi di cancro, l’obesità sarcopenica è associata a esiti peggiori che includono complicanze metaboliche e chirurgiche, ospedalizzazione più lunga, disabilità fisica e sopravvivenza più breve.

È importante sottolineare che l’obesità sarcopenica può anche avere un effetto sulla chemioterapia, in quanto può indurre un rischio più elevato di tossicità dose-limitante.

 

Lo scopo di questa revisione è stato quello di presentare una panoramica aggiornata sulla definizione, gli effetti, i meccanismi e la rilevanza clinica della sarcopenia in questo contesto.

 

 

Abstract

 

Sarcopenic obesity: What about in the cancer setting?

Growing evidence suggests that changes in muscle mass and function may further contribute to health risk assessment in individuals who are obese. As numbers for both obese and aged population subgroups are increasing worldwide, sarcopenic obesity is emerging as a relevant factor associated with higher risk for adverse events and outcomes in several clinical settings, including cancer.

 

Recent reports showing that prevalence of sarcopenic obesity may involve up to one-third of patients with cancer despite body mass index strongly support the need for its evaluation in oncological clinical practice. In fact, in several cancer types, sarcopenic obesity is associated with poorer outcomes that include metabolic and surgical complications, longer hospitalization, physical disability, and shorter survival.

Importantly, sarcopenic obesity may also have an effect on chemotherapy, as it may induce a higher risk for dose-limiting-toxicity.

 

The aim of this review was to present an updated overview on the definition, effects, mechanisms, and clinical relevance of sarcopenia in this setting.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35436691/

Esame delle linee guida e delle nuove evidenze in nutrizione oncologica: un position paper sulle lacune e le opportunità negli approcci multimodali per migliorare la cura del paziente

Prado CM et al. 

Support Care Cancer. 2022 Apr;30(4):3073-3083.

 

Esame delle linee guida e delle nuove evidenze in nutrizione oncologica: un position paper sulle lacune e le opportunità negli approcci multimodali per migliorare la cura del paziente

La malnutrizione, la perdita muscolare e la cachessia sono prevalenti nel cancro e rimangono sfide chiave in oncologia oggi. Queste condizioni sono spesso sottovalutate e sottotrattate e hanno conseguenze devastanti per i pazienti.

Lo screening/valutazione e l’intervento nutrizionale precoce sono associati a migliori risultati per i pazienti. Essendo una malattia multiforme, il cancro richiede cure multimodali che integrino interventi di supporto, in particolare nutrizione ed esercizio fisico, per migliorare l’assunzione di nutrienti, la massa muscolare, il funzionamento fisico, la qualità della vita e i risultati del trattamento.

 

Un team integrato di operatori sanitari che incorpori le raccomandazioni della società nella pratica clinica può aiutare a ottenere i migliori risultati possibili.

Un gruppo multidisciplinare di esperti in oncologia, nutrizione, esercizio fisico e medicina ha partecipato a una tavola rotonda virtuale di 2 giorni nell’ottobre 2020 per discutere le lacune e le opportunità nella nutrizione oncologica, da sola e in combinazione con l’esercizio fisico, rispetto alle prove attuali e alle raccomandazioni delle società internazionali.

Il gruppo ha raccomandato cinque principi per ottimizzare la pratica dell’oncologia clinica:

(1) posizionare la nutrizione oncologica al centro dell’assistenza multidisciplinare;

(2) collaborare con colleghi e amministratori per integrare un processo di cura nutrizionale nell’approccio multidisciplinare alla cura del cancro;

(3) sottoporre a screening tutti i pazienti per il rischio di malnutrizione alla diagnosi e regolarmente durante il trattamento;

(4) combinare l’esercizio fisico e gli interventi nutrizionali prima (ad esempio, la preabilitazione), durante e dopo il trattamento come standard di cura oncologica per ottimizzare lo stato nutrizionale e la massa muscolare;

e (5) incorporare un approccio centrato sul paziente nell’assistenza multidisciplinare.

 

 

Abstract

 

Examining guidelines and new evidence in oncology nutrition: a position paper on gaps and opportunities in multimodal approaches to improve patient care

Malnutrition, muscle loss, and cachexia are prevalent in cancer and remain key challenges in oncology today. These conditions are frequently underrecognized and undertreated and have devastating consequences for patients.

Early nutrition screening/assessment and intervention are associated with improved patient outcomes. As a multifaceted disease, cancer requires multimodal care that integrates supportive interventions, specifically nutrition and exercise, to improve nutrient intake, muscle mass, physical functioning, quality of life, and treatment outcomes.

 

An integrated team of healthcare providers that incorporates societies’ recommendations into clinical practice can help achieve the best possible outcomes.

A multidisciplinary panel of experts in oncology, nutrition, exercise, and medicine participated in a 2-day virtual roundtable in October 2020 to discuss gaps and opportunities in oncology nutrition, alone and in combination with exercise, relative to current evidence and international societies’ recommendations.

The panel recommended five principles to optimize clinical oncology practice:

(1) position oncology nutrition at the center of multidisciplinary care;

(2) partner with colleagues and administrators to integrate a nutrition care process into the multidisciplinary cancer care approach;

(3) screen all patients for malnutrition risk at diagnosis and regularly throughout treatment;

(4) combine exercise and nutrition interventions before (e.g., prehabilitation), during, and after treatment as oncology standard of care to optimize nutrition status and muscle mass;

and (5) incorporate a patient-centered approach into multidisciplinary care.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34811570/

Terapia multi-mirata del cancro con acidi grassi omega-3: un aggiornamento

Wei L, Wu Z, Chen YQ.

Cancro Lett. 2022 febbraio 1;526:193-204.

 

Terapia multi-mirata del cancro con acidi grassi omega-3: un aggiornamento

Il basso consumo di acidi grassi polinsaturi ω3 (PUFA) nella dieta è stato associato a un aumento dell’incidenza di tumori.

Negli ultimi decenni sono stati condotti molti studi di base e clinici. E’ già stata esaminata la terapia multi-target del cancro con acidi grassi omega-3 nel 2008 e da allora sono in corso centinaia di nuovi studi clinici per convalidare l’efficacia dei PUFA ω3 nella terapia del cancro.

 

A causa della disponibilità di una così grande quantità di dati sugli studi clinici, in questo aggiornamento vengono riassunti i dati clinici, vengono selezionati gli studi che mostrano risultati promettenti e discussi i potenziali meccanismi responsabili degli esiti clinici.

Sembra che l’ω3 PUFA influenzi principalmente i sintomi associati al cancro, vale a dire cachessia, infiammazione, neuropatia, complicanze postoperatorie e qualità della vita. I meccanismi responsabili di questi effetti sono la possibile regolazione del turnover proteico del muscolo scheletrico, la risposta infiammatoria e la sopravvivenza delle cellule neuronali mediante ω3 PUFA.

 

 

Abstract

 

Multi-targeted therapy of cancer by omega-3 fatty acids-an update

Low in dietary ω3 polyunsaturated fatty acid (PUFA) consumption has been associated with increased incidence of cancers. Many basic and clinical studies have been conducted over the last several decades.

We previously reviewed multi-targeted therapy of cancer by omega-3 fatty acids in 2008, and since hundreds of new clinical trials are being conducted to validate the effectiveness of ω3 PUFA in cancer therapy.

 

Because of the availability of such large amount of clinical trial data, in this update we summarize clinical data, sort out trials that show promising results, and discuss potential mechanism(s) responsible for the clinical outcomes.

It appears that ω3 PUFA mainly affects cancer-associated symptoms, namely cachexia, inflammation, neuropathy, post operative complications and quality of life. Mechanisms responsible for these effects are possible regulation of skeletal muscle protein turnover, inflammatory response and neuron cell survive by ω3 PUFA.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34843864/

Il frigo e la dispensa

Di seguito alcune accortezze e consigli su come disporre gli alimenti in frigo e nella dispensa:

 

  • Posiziona gli alimenti secondo la data di scadenza, disponendo quelli che sono maggiormente deperibili a portata di mano.

 

  • I prodotti acquistati nel banco frigo devono seguire la catena del freddo e quindi essere conservati in frigorifero.

 

  • Ricorda che la temperatura all’interno del frigorifero non è uguale.
    I ripiani più bassi sono da dedicare a carne e pesce, mentre quelli centrali sono più adatti alla conservazione di confezioni aperte e latticini.
    I cassetti presentano una temperatura maggiore per questo sono ideali per frutta e verdura.
    La porta del frigorifero presenta le temperature più calde, nelle mensole puoi riporre i prodotti che hanno bisogno di una leggera refrigerazione.

 

  • Non tutti gli alimenti di origine vegetale devono essere conservati in frigorifero, le basse temperature possono danneggiarli. Ad esempio agrumi, fagiolini, pomodori, zucchine, cetrioli, carote possono essere conservati a temperatura ambiente.

 

  • Poni attenzione al luogo di conservazione riportato in etichetta, ad esempio può essere indicato di tenere il prodotto lontano da fonti di calore o al riparo dalla luce.

 

  • I prodotti aperti possono avere modalità di conservazione diverse dalle confezioni chiuse, fai attenzione alle indicazioni presenti in etichetta.

 

  • All’interno del frigorifero non posizionare i prodotti crudi vicino a quelli già cotti o pronti al consumo, evitando cosi una contaminazione di quest’ultimi.

Organizzare la spesa

Ecco alcuni consigli su come organizzare al meglio la tua spesa:

 

  • Prepara una lista della spesa per non farti condizionare dalla vasta offerta del mercato.
    Quando finisci gli alimenti dentro casa (come legumi, cereali, frutta secca, pesce in scatola ecc.) puoi segnarli in una lavagnetta. Prima di andare a fare la spesa, scriverti in un foglietto cosa acquistare.

 

  • Controlla il tuo calendario, se durante la settimana hai qualche pranzo o cena fuori casa, evita di fare una spesa abbondante di prodotti freschi.

 

  • Alterna le varietà di frutta e ortaggi e segui la stagionalità.
    Ricordati di acquistare frutta comoda da portare in borsa, ad esempio una banana, una mela o dei mandarini, ed anche verdure da consumare crude come antipasto o spuntino (carote, finocchio, sedano).

 

  • Avere una scorta di prodotti a lunga conservazione, prodotti in scatola o surgelati, è sicuramente una buona opzione quando si ha poco tempo per cucinare ed è anche una valida alternativa salutare al cibo d’asporto.

 

  • Confrontare l’elenco degli ingredienti di due o più prodotti trasformati, appartenenti alla stessa classe merceologica, può aiutarti a scegliere quello più salutare.

 

  • Poni attenzione agli alimenti sponsorizzati come più salutari. Un esempio, burger e crocchette vegetali confezionate possono contenere grandi quantitativi di sale.

 

  • Tra i latticini un occhio di riguardo per lo yogurt, spesso presenta elevate quantità di zuccheri.
    Prediligi quelli senza zuccheri aggiunti, tenendo presente che hanno un contenuto di circa 4% di carboidrati.
    Inoltre anche nei prodotti vegetali, sostituti di latte e yogurt, se il quantitativo di zucchero supera il 5%, il loro consumo dovrebbe essere limitato a poche occasioni.

 

  • Leggere la lista degli ingredienti e la tabella nutrizionale nei prodotti dichiarati integrali, come il pane, la pasta ed altri prodotti confezionati, può essere utile per capire se veramente è un buon prodotto.
    Il primo ingrediente nella lista deve essere la farina integrale.

 

Microbioma

Con il termine microbioma si indicano tutti i microrganismi presenti in un ambiente, in questo caso andremo principalmente ad indagare sul microbioma intestinale.

 

I batteri che lo costituiscono svolgono numerose funzioni:

difendono l’organismo dai patogeni, contribuiscono alla regolazione dell’assorbimento dei nutrienti, della produzione di vitamine e di energia e delle difese immunitarie.

 

Microbioma: “core” e composizione

Prima di tutto bisogna sapere che il “core” del microbioma di ciascuno di noi si forma nei primi 3-4 anni di vita e tale rimarrà. Quindi sembra importante, per lo sviluppo di un microbiota sano, nascere con parto naturale (non cesareo) ed essere allattati al seno.

L’intestino del feto, sterile fino alla nascita, sarà colonizzato da batteri presenti nel canale vaginale in caso di parto naturale, o incontrerà quelli più aggressivi della sala operatoria, in caso di parto cesareo.

L’allattamento al seno fornisce dal canto suo i nutrienti più adatti non solo alla crescita dell’organismo del neonato, ma anche alla selezione del microbiota migliore per il suo intestino.

I tempi dello svezzamento sono indicati per permettere alla barriera intestinale di maturare prima di venire a contatto con proteine o altre sostanze potenzialmente allergizzanti.

 

Se il “core” del microbiota non si modifica per tutta la vita, la gran parte della sua composizione è invece destinata a cambiare, in funzione dei diversi fattori ambientali, l’alimentazione su tutti. Ecco perché il microbiota si diversifica da continente a continente, da nazione a nazione, ma anche da città a città e, addirittura, da quartiere a quartiere.

 

Studi sul microbioma

Il microbioma è recentemente al centro di numerosi studi, come il Progetto microbioma umano, nato nel 2008 negli Stati Uniti, con lo scopo di capire chi sono i batteri che lo compongono e che funzioni svolgono per l’uomo.

 

Negli ultimi anni il mondo del microbioma è al centro anche della ricerca oncologica in quanto sono stati scoperti diversi ceppi di batteri intestinali in grado di influenzare le malattie tumorali.

Inoltre per i pazienti in terapia è stato scoperto che il microbiota intestinale modula sia l’efficacia che la tossicità di alcuni tipi di chemioterapie e immunoterapie contro il cancro, ma deve ancora essere studiato a fondo nel contesto della radioterapia.

 

In campo clinico lo studio del microbioma è fondamentale in termini di diagnosi precoce e ai fini di utilizzare idonei probiotici in ambito preventivo e durante la cura dei tumori.

 

La ricerca sul legame tra microbiota generale e cancro è ancora agli inizi, ma sono già molti i microrganismi per i quali è già stata identificata una possibile associazione con lo sviluppo di tumori o, al contrario, con un rischio più basso di ammalarsi di cancro, o ancora con una maggiore efficacia delle terapie.

 

Microrganismi “cattivi”

Helycobacter pylori, per esempio, è uno dei primi scoperti associato allo sviluppo del cancro ed in particolare del tumore allo stomaco, ma rientrano nella lista dei “cattivi” anche altri come Bacteroides fragilis, Fusobacterium nucleatum e un ceppo di Escherichia coli.

 

Microrganismi “buoni”

Andando ad indagare nella lista dei “buoni” invece sono stati studiati i ceppi Bifidobacterium pseudolongum, Lactobacillus johnsonii, Olsenella, Akkermansia muciniphila e Erysipelotrichaceae che potrebbero rappresentare le nuove strategie per rendere più efficaci le terapie anti-cancro, in particolare per l’immunoterapia.

 

I dati ad oggi disponibili non ci permettono ancora di definire con certezza cosa si intenda con l’espressione “microbiota sano”, inoltre un microbioma sano per una persona potrebbe non essere tale per un’altra.

 

Cosa Fare

L’essere umano è un ecosistema: nel nostro corpo solo una cellula su dieci è umana. Il nostro intestino ospita tra le 500 e le 1000 specie batteriche, oltre a virus, funghi e altri microbi, che vengono nutrite dagli alimenti che inseriamo nel nostro organismo.

La domanda spontanea sarebbe cosa mangiare per nutrire correttamente il microbiota e renderlo “sano” ma in realtà il problema principale, sopra citato, riguarda il fatto che non siamo ancora in grado di definire che cosa sia un “microbiota sano”.

Per esempio studi condotti su topi evidenziano che la carne rossa promuove la crescita di batteri che aumentano l’infiammazione intestinale e riduce quella di batteri che invece metabolizzano le fibre ma sono necessari ulteriori studi più mirati alla conferma di tale teoria.

 

In attesa di risultati più affidabili, è fondamentale seguire i consigli per una sana e corretta alimentazione ovvero consumare cereali preferibilmente integrali, legumi, frutta e verdura, proteine sane, olio extravergine di oliva e pochi alimenti raffinati, ricchi in grassi animali o zuccheri.

 

Cibi utili

In particolare i cereali integrali, i legumi, gli ortaggi, la frutta sia fresca che a guscio ed i semi oleosi rappresentano buone fonti di fibra alimentare, fondamentale per la corretta salute dell’intestino.

 

La fibra alimentare di per sé non ha valore nutritivo o energetico ma è ugualmente molto importante per la regolazione di diverse funzioni fisiologiche nell’organismo.

Alcuni di questi composti (cellulosa, emicellulosa e lignina) sono insolubili in acqua e agiscono prevalentemente sul funzionamento del tratto gastrointestinale, ritardando lo svuotamento gastrico e facilitando nell’intestino il transito del bolo alimentare e l’evacuazione delle feci.

Invece altri composti (pectine, gomme e mucillagini) sono solubili in acqua nella quale formano dei gel resistenti e regolano l’assorbimento di alcuni nutrienti (ad esempio zuccheri e grassi) riducendolo e rallentandolo, contribuendo così al controllo del livello di glucosio e di colesterolo nel sangue.

 

Il ruolo preventivo della fibra nell’alimentazione umana è quindi molto studiato in diverse patologie come il diabete, le malattie cardiovascolari, l’ipercolesterolemia e il tumore del colon. In numerosi studi epidemiologici si è notato, infatti, che in quelle popolazioni che consumano maggiormente fibra l’incidenza di queste patologie risulta più bassa.

 

Tra gli alimenti più ricchi in fibra per porzione ci sono i piselli, i lamponi, i fagioli secchi, l’avena in chicco, l’orzo perlato, la farina di ceci, le carote, i fichi secchi e il riso integrale.

 

Quanta fibra al giorno?

Come obiettivo nutrizionale per la prevenzione la SINU indica un apporto di fibra di almeno 25 g al giorno, anche in caso di introiti energetici inferiori alle 2000 kcal al giorno.

 

Visto il ruolo positivo per la salute umana alcune società scientifiche ed enti internazionali suggeriscono quantità di fibra anche superiori:

per la prevenzione oncologica il World Cancer Research Fund ne raccomanda almeno 30 g al giorno,

mentre per la prevenzione cardiovascolare la European Society of Cardiology 40-45 g al giorno.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

 

Tronchetto di Natale "nuova generazione"
Tronchetto di Natale “nuova generazione”

 

la ricetta del Tronchetto di Natale “nuova generazione” dello chef di FBO da realizzare durante le festività per non rinunciare al gusto!

 

 

I CONSIGLI DI FBO PER GODERSI AL MEGLIO LE FESTIVITA’ SENZA RINUNCIARE AL GUSTO O FARSI VENIRE SENSI DI COLPA:

 

  • Mantieni il tuo stile di vita anche durante le feste!
  • No ai sensi di colpa! Qualche giorno durante l’anno è giusto concedersi qualcosa in più (anche se le nostre ricette rimangono comunque salutari 😉 )
  • Fai ciò che ti sembra giusto e che pensi possa farti bene senza farti influenzare dal giudizio altrui
  • L’importante, durante queste giornate di festa, rimane il movimento: quattro passi possono aiutarci a sentirci meglio!
  • Ascolta i segnali di fame e sazietà che ti suggerisce il tuo corpo. È proprio il nostro corpo che riesce ad autoregolarsi da solo!

 

 

Dairy free, Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 1 h e 10′; se si ha uno sbattitore elettrico serio e pratica in cucina bastano 35 – 40 minuti totali per la preparazione completa

Difficoltà: Semplice

Dosi: 3 persone

Tempo di cottura: 20′

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 3 persone)

  • 10 g di farina di riso
  • 40 g di farina senza glutine
  • 20 g di olio di cocco
  • 2 uova
  • 50 g di sciroppo di topinambur
  • 60 g di zucchero a velo
  • 350 g di latte di cocco
  • 125 g di mirtilli
  • 250 g di fragole
  • 30 g di fecola di mais
  • 220 g di panna vegetale da montare
  • 150 g di cioccolato amaro 90%
  • 150 g di pure di maracuia

 

 

Procedimento

  1. fare una crema portando a bollore la purea di maracuia con il latte di cocco, lo sciroppo di topinambur e legare il tutto con la fecola di mais.
  2. fare una pasta soffice tipo “genovese” sbattendo molto forte le uova con lo zucchero a velo, aggiungendo poi la farina di riso, la farina senza glutine e infine l’olio di cocco.
  3. implaccare in una placca molto bassa ricoperta con carta per forno e cuocere a 160 gradi per 20 minuti.
  4. quando la pasta sarà fredda mettere la crema, anch’essa fredda, sulla pasta, aggiungere le fragole spezzettate e i mirtilli.
  5. arrotolare a forma di tronchetto e ricoprire con la panna montata, poi usare una forchetta dai denti larghi per creare delle righe e grattugiare il cioccolato amaro sopra la panna.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

perdita di peso

 

FBO per te: 

Ricetta adatta anche per i celiaci e vegani, rivede in maniera del tutto naturale e afrodisiaca la normale composizione del tronchetto di natale.

Il latte di cocco rientra tra le bevande vegetali fornisce molte calorie ed è ricco di grassi. Buona anche la presenza di maracuia che contiene vitamina C, vitamina A e antiossidanti come il betacarotene ottimi per migliorare la vista e proteggere pelle e polmoni. Contribuisce a una migliore digestione e alla salute cardiovascolare.

Grazie alla presenza dei mirtilli abbiamo le antocianine, composti fenolici responsabili dei colori blu, rossi e violacei di fiori e alimenti. Nel 2015 una revisione ha raccolto le principali evidenze emerse sull’effetto dei fitocomposti bioattivi, tra cui le antocianine, di alcuni frutti di bosco e il loro impatto sulla salute. È emerso che il consumo di mirtilli contribuisce a migliorare la sensibilità insulinica in soggetti insulino-resistenti, a diminuire i livelli di pressione arteriosa e di colesterolo nel sangue e a proteggere la funzionalità dei vasi sanguigni. Tutto ciò si traduce in una possibile protezione da patologie cardiovascolari e diabete.

Infine il cioccolato amaro/fondente, ricordiamo sopra il 70%, è ricco di molecole che studi scientifici hanno dimostrato giocare un ruolo importante per la salute. In particolare quercetina, catechine, procianidine e teobromina sembrano essere le responsabili dell’effetto su arterie e cuore, tenendo a bada la pressione e riducendo pertanto il rischio di malattie cardiovascolari.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del Tronchetto di Natale “nuova generazione”

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, olio di cocco, latte di cocco, uova, topinambur, mirtilli, fragole, mais, cioccolato, maracuia

Coregone tra Lesa, Stresa e Belgirate
Coregone tra Lesa, Stresa e Belgirate

 

la ricetta del Coregone tra Lesa, Stresa e Belgirate dello chef di FBO da realizzare durante le festività per non rinunciare al gusto!

 

 

I CONSIGLI DI FBO PER GODERSI AL MEGLIO LE FESTIVITA’ SENZA RINUNCIARE AL GUSTO O FARSI VENIRE SENSI DI COLPA:

 

  • Mantieni il tuo stile di vita anche durante le feste!
  • No ai sensi di colpa! Qualche giorno durante l’anno è giusto concedersi qualcosa in più (anche se le nostre ricette rimangono comunque salutari 😉 )
  • Fai ciò che ti sembra giusto e che pensi possa farti bene senza farti influenzare dal giudizio altrui
  • L’importante, durante queste giornate di festa, rimane il movimento: quattro passi possono aiutarci a sentirci meglio!
  • Ascolta i segnali di fame e sazietà che ti suggerisce il tuo corpo. È proprio il nostro corpo che riesce ad autoregolarsi da solo!

 

 

Dairy free, Gluten free

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 3 ore di marinatura e in contemporanea 30’-40’ per bollire le castagne

Difficoltà: Media

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 12-15 minuti

Costo: €€

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 350 g di coregone
  • 22 g di olio di noci
  • 5 g di salvia fresca
  • 40 g di carote fresche pulite
  • 60 g di finocchio fresco (possibilmente femmina, quelli rotondi)
  • 30 g di castagne pelate
  • 50 g di uva rosa fresca
  • 7 g di aglio fresco
  • 10 g di aceto di mele
  • Sale qb

 

 

Procedimento

  1. pulire il pesce, privarlo della testa e aprirlo a farfalla. In alternativa comprarlo già pulito.
  2. Mettere il coregone in una placca e marinarlo per almeno 3 ore con l’uva rosa pelata e leggermente schiacciata (usare anche il succo dell’uva schiacciata), aglio fresco, salvia, metà dell’olio di noci, l’aceto di mele.
    Massaggiare leggermente la carne del coregone avendo molta cura di non spaccarla.
  3. Nel frattempo far bollire le castagne per circa 30-40 minuti a seconda delle dimensioni.
  4. A marinatura ultimata eliminare l’aglio, aggiungere le castagne precedentemente bollite (se si vuole si possono anche leggermente spaccare), le carote tagliate a filetti molto sottili, il finocchio tagliato come le carote e l’olio di noci rimanente e salare.
  5. Infornare a 220°C (senza ventilazione forzata) per almeno 12 minuti.
  6. Se il pesce e tutti gli ingredienti sono a temperatura ambiente da almeno 30 minuti bastano 12 minuti per la cottura del pesce.

 

 

Effetti avversi delle terapie: Perdita di appetito, Aumentato rischio d’infezioni

 

FBO per te: Il coregone, è un pesce di acqua dolce appartenente alla famiglia dei Salmonidi. Con questa ricetta facciamo il pieno di sostanze benefiche per il nostro organismo. Si parte dai preziosi acidi grassi essenziali omega-3 , essenziali perché l’organismo umano non è in grado di produrli e devono essere introdotti con gli alimenti. Passando poi ai finocchi che contengono anche un interessante quantità di oli essenziali, primo fra tutti l’anetolo che è responsabile del caratteristico aroma. La ricerca scientifica si è spesa per cercare di comprendere i potenziali effetti benefici che tali oli possono avere sulla salute. In particolare, una recente revisione della letteratura ha fatto emergere come l’anetolo possa esercitare un’azione positiva in studi condotti su modelli tumorali cellulari e animali.

 

 

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Se vuoi saperne di più clicca su coregone, olio di noci, salvia, carote, finocchio, castagne, uva, aglio, aceto di mele

Penne di riso pistacchi anacardi acciughe
Penne di riso pistacchi anacardi sarde

 

la ricetta delle penne di riso pistacchi anacardi sarde dello chef di FBO da realizzare durante le festività per non rinunciare al gusto!

 

 

I CONSIGLI DI FBO PER GODERSI AL MEGLIO LE FESTIVITA’ SENZA RINUNCIARE AL GUSTO O FARSI VENIRE SENSI DI COLPA:

 

  • Mantieni il tuo stile di vita anche durante le feste!
  • No ai sensi di colpa! Qualche giorno durante l’anno è giusto concedersi qualcosa in più (anche se le nostre ricette rimangono comunque salutari 😉 )
  • Fai ciò che ti sembra giusto e che pensi possa farti bene senza farti influenzare dal giudizio altrui
  • L’importante, durante queste giornate di festa, rimane il movimento: quattro passi possono aiutarci a sentirci meglio!
  • Ascolta i segnali di fame e sazietà che ti suggerisce il tuo corpo. È proprio il nostro corpo che riesce ad autoregolarsi da solo!

 

 

Dairy free, Gluten free

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 17 minuti

Difficoltà: Facile

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 21 minuti

Costo: €€

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 75 g di pasta di farina di riso
  • 110 g di sarde fresche
  • 12 g olio di oliva
  • 8 g di pistacchi sgusciati
  • 50 g di broccoli freschi
  • 14 g di anacardi
  • 1 g di origano

 

 

Procedimento

Rivisitazione della pasta alle acciughe di Al, Jon e Jack.

  1. Pulire le sarde
  2. tostare al forno gli anacardi e i pistacchi a 180°C con ventilazione forzata per 8-10 minuti a seconda delle dimensioni (se piccoli o grandi); in alternativa usarli già tostati.
  3. una volta freddi tritarli grossolanamente e soffriggerli con le sarde pulite nell’olio di oliva per circa 2 minuti.
  4. pulire e tagliuzzare grossolanamente i broccoli
  5. far bollire la pasta di farina di riso in abbondante acqua leggermente salata, quando mancheranno solo 2 minuti alla cottura desiderata aggiungere nell’acqua di cottura i broccoli.
  6. A cottura ultimata scolare e condire con l’olio, le sarde, i pistacchi e gli anacardi. Cospargere di origano fresco.

 

 

Effetti avversi delle terapie: Aumentato Rischio d’infezioni, Pancitopenia e Neutropenia, Fatigue

 

FBO per te: Un piatto salutare completo gluten free! I carboidrati li troviamo nella pasta di farina di riso; le proteine grazie alla presenza delle sarde, un pesce azzurro ricco di acidi grassi omega-3 importanti per la salute cardiovascolare e lo sviluppo del sistema nervoso. Acidi grassi (monoinsaturi), utili per aumentare il colesterolo HDL, li troviamo anche negli anacardi. Per la parte vegetale abbiamo i broccoli, importanti per il contenuto di glucosinolati, molecole con un potenziale ruolo nella prevenzione di diverse forme tumorali. Il condimento viene fornito dall’olio di oliva, ricco di molecole antiossidanti che influiscono positivamente sulla salute dell’organismo, e dall’origano, spezia che aiuta a ridurre l’utilizzo del sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle penne di riso pistacchi anacardi sarde

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su farina di riso, sarde, olio di oliva, pistacchi, broccoli, anacardi, origano

Pollo e mango
Pollo e mango

 

la ricetta del pollo e mango dello chef di FBO da realizzare durante le festività per non rinunciare al gusto!

 

 

I CONSIGLI DI FBO PER GODERSI AL MEGLIO LE FESTIVITA’ SENZA RINUNCIARE AL GUSTO O FARSI VENIRE SENSI DI COLPA:

 

  • Mantieni il tuo stile di vita anche durante le feste!
  • No ai sensi di colpa! Qualche giorno durante l’anno è giusto concedersi qualcosa in più (anche se le nostre ricette rimangono comunque salutari 😉 )
  • Fai ciò che ti sembra giusto e che pensi possa farti bene senza farti influenzare dal giudizio altrui
  • L’importante, durante queste giornate di festa, rimane il movimento: quattro passi possono aiutarci a sentirci meglio!
  • Ascolta i segnali di fame e sazietà che ti suggerisce il tuo corpo. È proprio il nostro corpo che riesce ad autoregolarsi da solo!

 

 

Dairy free, Gluten free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 11 minuti

Difficoltà: Semplice

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 7 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 30 g di insalata ghiaccio pulita
  • 75 g di petto di pollo senza pelle
  • 115 g di mango
  • 10 g di coriandolo fresco
  • 6 g di aceto di riso a bassa acidità
  • 16 g di olio di noci bio estratto a freddo
  • 6 g di sciroppo di topinambur

 

 

Procedimento

  1. pulire e tagliare a fette sottili il mango,
  2. condirlo con lo sciroppo di topinambur e l’aceto di riso.
  3. Cuocere il petto di pollo a vapore (per un 7 minuti)
  4. spezzettare grossolanamente l’insalata, adagiare sopra il petto di pollo cotto a vapore e successivamente, tagliato a fettine sottili , porre il mango marinato sopra il pollo.
  5. condire con l’olio di noci e il coriandolo fresco tagliuzzato grossolanamente.

 

 

Effetti avversi delle terapie: Perdita di appetito, Alterazioni del gusto, Stomatite, Secchezza della bocca, Anemia, Aumentato rischio d’infezioni

 

FBO per te: La carne bianca è un’ottima fonte di proteine e presenta un contenuto lipidico inferiore rispetto ad alcuni tagli della rossa. Grazie alla vitamina C contenuta nel mango il ferro non- eme presente nella carne di pollo per il 60% viene reso più biodisponibile. Nel mango sono presenti quantitativi elevati di β-carotene, precursore della vitamina A: 100 g di mango, infatti, coprono più di due terzi dell’assunzione giornaliera raccomandata. La vitamina A è una molecola liposolubile importante, tra le tante cose, per la vista e la risposta immunitaria.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del pollo e mango

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su insalata, pollo, mango, coriandolo, aceto di riso, olio di noci, topinambur

spigola in agrodolce
Spigola in agrodolce

 

Chef Stefano Di Gennaro
Chef Stefano Di Gennaro
Ristorante Quintessenza di Trani membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Di Gennaro per la realizzazione della spigola in agrodolce, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy Free Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 40 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 tranci di spigola da 130/150 grammi l’uno;
  • succo di limone;
  • rapa rossa;
  • carota;
  • cavolfiore;
  • peperone rosso;
  • peperone giallo;
  • cipolla rossa;
  • sciroppo agrodolce (100g aceto bianco, 100g acqua, 100g zucchero)
  • olio E.V.O. q.b.;

 

Procedimento

  1. Realizzare lo sciroppo agrodolce unendo i tre ingredienti, portare a bollore facendo sciogliere lo zucchero;
  2. Sbollentare le verdure singolarmente, raffreddarle in acqua e ghiaccio;
  3. Scolarle, versando successivamente lo sciroppo agrodolce ancora caldo;
  4. Cuocere a vapore i tranci di spigola per circa 10 minuti a 65°C, condire con un’emulsione di olio, miele ed aceto.

 

Impiattamento

Servire la spigola sistemando a proprio piacimento le verdure in agrodolce.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Protagonista di questa ricetta è la spigola, un pesce che non spicca per particolari caratteristiche nutrizionali ma che può far parte delle 3 porzioni settimanali di questa categoria di alimenti. Infatti, si adatta bene anche al consumo di chi non ama particolarmente il pesce. La spigola non ha un sapore ben definito, pertanto via libera a condimenti e preparazioni dai sapori decisi.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della spigola in agrodolce (utile in caso di alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spigola, limone, rapa rossa, carota, cavolfiore, peperone, cipollaolio EVO

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare. Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino. Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane (perdita di appetito)

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure, utile per contrastare la perdita di peso.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • ½ Sedano rapa
  • 1 Gambo di sedano
  • 3 Foglie di insalata belga
  • 1 Carota
  • 1 Finocchio
  • 2 Ravanelli
  • (altre verdure a piacere)
  • Curcuma in polvere q.b.
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Sbucciare il sedano rapa, lavarlo e tagliarlo a pezzetti;
  2. Portare a bollore dell’acqua dove cuocere il sedano rapa per 15 minuti circa;
  3. Lavare e tagliare le verdure a bastoncino;
  4. Quando il sedano rapa risulta morbido trasferirlo ancora caldo nel frullatore, aggiungere la curcuma e frullare;
  5. Trasferire il composto in una ciotola lasciare intiepidire;
  6. Distribuire le verdure aggiungendo alla fine un goccio di olio extravergine d’oliva.

 

Consigli: se avete poco tempo a disposizione potete pulire le verdure con anticipo e conservarle chiuse un sacchetto in frigorifero già pronte per l’uso. Se preferite, potete aggiungere anche dei semi di lino nella preparazione.

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, secchezza della bocca gonfiore sottocutaneo/edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: il sedano, ricco in folati e vitamina C, è una verdura molto spesso utilizzata negli spuntini spezza-fame, per il suo elevato potere saziante.  Questa variante di hummus può essere ideale nel caso di una perdita importante di appetito ed utilizzabile anche come spuntino post terapia. Grazie alla sua consistenza e al suo potere dissetante può anche dare giovamento in caso di secchezza della bocca.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure (perdita peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, insalata, carota, finocchio, ravanelli, curcuma, olio EVO,

sperlano in umido con vakame
Sperlano in umido con Wakame

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare lo sperlano in umido con wakame, utile in caso di perdita di peso.

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40’

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Sperlano o latterino 450 g
  • Carote 50 g
  • Cipolla 30g
  • Uvetta chiara 10g
  • Pane da toast 30 g
  • Cavolo cinese 120g
  • Olio di cocco 15 g
  • Alghe WAKAME 120g
  • Sale 1 qb

 

Procedimento

  1. Pulire il pesce privandolo delle interiora, lasciandolo aperto a “farfalla”, grattugiare le carote, tagliare la cipolla fine, tagliare il cavolo cinese a “julienne”, l’uvetta chiara tagliarla finemente
  2. Alla fetta di pane da toast togliere i bordi e tostarla in una padella con 5 grammi di olio di cocco. Dovrà essere molto ben tostata, fatela raffreddare e poi passatela in un mixer.
  3. Spadellare con 10 grammi di olio di cocco le carote e la cipolla, aggiungere l’uvetta e 10 secondi dopo il cavolo/insalata cinese. Aggiungere 60 g di acqua e cuocere delicatamente per 5 minuti.
  4. In una pirofila posare il pesce, salare poco, cospargere con il pane tostato passato al mixer, aggiungere l’alga WAKAME e poi ricoprire con le verdure già stufate per 5 minuti.
  5. Cuocere in forno per 15 minuti a 200/210 °C avendo l’accortezza di coprire la pirofila con un leggero foglio di alluminio.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, perdita di peso.

 

FBO per te: Secondo le indicazioni del Piatto Sano, che rappresenta la composizione ideale di un pasto, le proteine dovrebbero essere presenti per un quarto. Gli alimenti che ne sono fonte sono numerosi, legumi, carne, uova, formaggi e pesce. Proprio in quest’ultima categoria rientra l’ingrediente principe di questa ricetta, lo sperlano. Questa ricetta porta in tavola il pesce in una maniera del tutto originale!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dello sperlano in umido con wakame (in caso di perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sperlano o latterino, carote, cipolla, uvetta, pane, cavolo, olio di cocco, alghe Wakame

sperlano in umido con vakame
Sperlano in umido con Wakame

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare lo sperlano in umido con wakame, utile in caso di perdita di appetito.

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40’

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Sperlano o latterino 450 g
  • Carote 50 g
  • Cipolla 30g
  • Uvetta chiara 10g
  • Pane da toast 30 g
  • Cavolo cinese 120g
  • Olio di cocco 15 g
  • Alghe WAKAME 120g
  • Sale 1 qb

 

Procedimento

  1. Pulire il pesce privandolo delle interiora, lasciandolo aperto a “farfalla”, grattugiare le carote, tagliare la cipolla fine, tagliare il cavolo cinese a “julienne”, l’uvetta chiara tagliarla finemente
  2. Alla fetta di pane da toast togliere i bordi e tostarla in una padella con 5 grammi di olio di cocco. Dovrà essere molto ben tostata, fatela raffreddare e poi passatela in un mixer.
  3. Spadellare con 10 grammi di olio di cocco le carote e la cipolla, aggiungere l’uvetta e 10 secondi dopo il cavolo/insalata cinese. Aggiungere 60 g di acqua e cuocere delicatamente per 5 minuti.
  4. In una pirofila posare il pesce, salare poco, cospargere con il pane tostato passato al mixer, aggiungere l’alga WAKAME e poi ricoprire con le verdure già stufate per 5 minuti.
  5. Cuocere in forno per 15 minuti a 200/210 °C avendo l’accortezza di coprire la pirofila con un leggero foglio di alluminio.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, perdita di peso.

 

FBO per te: Secondo le indicazioni del Piatto Sano, che rappresenta la composizione ideale di un pasto, le proteine dovrebbero essere presenti per un quarto. Gli alimenti che ne sono fonte sono numerosi, legumi, carne, uova, formaggi e pesce. Proprio in quest’ultima categoria rientra l’ingrediente principe di questa ricetta, lo sperlano. Questa ricetta porta in tavola il pesce in una maniera del tutto originale!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dello sperlano in umido con wakame (in caso di perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sperlano o latterino, carote, cipolla, uvetta, pane, cavolo, olio di cocco, alghe Wakame

insalata di spinaci e tofu
Insalata di spinaci e tofu

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare l’insalata di spinaci e tofu, utile in caso di costipazione (o stipsi fisiologica e non meccanica).

 

Gluten free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Spinaci giovani freschi puliti g 25
  • Tofu biologico 100% vegan g 40
  • Olio di semi di Cartamo g 10
  • Yogurt al mango g 15
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. “Intiepidire” il tofu e coprirlo con 5 g di olio di cartamo, aspettare che si raffreddi quindi tagliarlo a bastoncini.
  2. Nel piatto sistemare gli spinaci, il tofu, condire con yogurt al mango, olio di semi di Cartamo e sale.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di perdita di appetito, perdita di peso, anemia, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Un’ insalata veloce tutta invernale, da utilizzare come contorno o da condividere come antipasto in compagnia. Il tofu, è un alimento ricco di proteine e, come la soia da cui deriva, possiede una buona composizione in amminoacidi essenziali, ricco anche di calcio e ferro, di cui si può facilmente aumentare la biodisponibilità consumando nello stesso pasto alimenti ricchi di vitamina C come agrumi, kiwi o peperoncino fresco. Per completare il piatto consigliamo una porzione di cereali integrali.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di spinaci e tofu (costipazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spinaci, tofu, yogurt, olio di semi

insalata di spinaci e tofu
Insalata di spinaci e tofu

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare l’insalata di spinaci e tofu, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Spinaci giovani freschi puliti g 25
  • Tofu biologico 100% vegan g 40
  • Olio di semi di Cartamo g 10
  • Yogurt al mango g 15
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. “Intiepidire” il tofu e coprirlo con 5 g di olio di cartamo, aspettare che si raffreddi quindi tagliarlo a bastoncini.
  2. Nel piatto sistemare gli spinaci, il tofu, condire con yogurt al mango, olio di semi di Cartamo e sale.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di perdita di appetito, perdita di peso, anemia, stipsi fisiologica e non meccanica.

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FBO per te: Un’ insalata veloce tutta invernale, da utilizzare come contorno o da condividere come antipasto in compagnia. Il tofu, è un alimento ricco di proteine e, come la soia da cui deriva, possiede una buona composizione in amminoacidi essenziali, ricco anche di calcio e ferro, di cui si può facilmente aumentare la biodisponibilità consumando nello stesso pasto alimenti ricchi di vitamina C come agrumi, kiwi o peperoncino fresco. Per completare il piatto consigliamo una porzione di cereali integrali.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di spinaci e tofu (anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spinaci, tofu, yogurt, olio di semi

insalata di spinaci e tofu
Insalata di spinaci e tofu

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare l’insalata di spinaci e tofu, utile in caso di perdita di peso.

 

Gluten free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Spinaci giovani freschi puliti g 25
  • Tofu biologico 100% vegan g 40
  • Olio di semi di Cartamo g 10
  • Yogurt al mango g 15
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. “Intiepidire” il tofu e coprirlo con 5 g di olio di cartamo, aspettare che si raffreddi quindi tagliarlo a bastoncini.
  2. Nel piatto sistemare gli spinaci, il tofu, condire con yogurt al mango, olio di semi di Cartamo e sale.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di perdita di appetito, perdita di peso, anemia, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Un’ insalata veloce tutta invernale, da utilizzare come contorno o da condividere come antipasto in compagnia. Il tofu, è un alimento ricco di proteine e, come la soia da cui deriva, possiede una buona composizione in amminoacidi essenziali, ricco anche di calcio e ferro, di cui si può facilmente aumentare la biodisponibilità consumando nello stesso pasto alimenti ricchi di vitamina C come agrumi, kiwi o peperoncino fresco. Per completare il piatto consigliamo una porzione di cereali integrali.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di spinaci e tofu (perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spinaci, tofu, yogurt, olio di semi

insalata di spinaci e tofu
Insalata di spinaci e tofu

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare l’insalata di spinaci e tofu, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Spinaci giovani freschi puliti g 25
  • Tofu biologico 100% vegan g 40
  • Olio di semi di Cartamo g 10
  • Yogurt al mango g 15
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. “Intiepidire” il tofu e coprirlo con 5 g di olio di cartamo, aspettare che si raffreddi quindi tagliarlo a bastoncini.
  2. Nel piatto sistemare gli spinaci, il tofu, condire con yogurt al mango, olio di semi di Cartamo e sale.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di perdita di appetito, perdita di peso, anemia, stipsi fisiologica e non meccanica.

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FBO per te: Un’ insalata veloce tutta invernale, da utilizzare come contorno o da condividere come antipasto in compagnia. Il tofu, è un alimento ricco di proteine e, come la soia da cui deriva, possiede una buona composizione in amminoacidi essenziali, ricco anche di calcio e ferro, di cui si può facilmente aumentare la biodisponibilità consumando nello stesso pasto alimenti ricchi di vitamina C come agrumi, kiwi o peperoncino fresco. Per completare il piatto consigliamo una porzione di cereali integrali.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di spinaci e tofu (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spinaci, tofu, yogurt, olio di semi

crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
Crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona, utile in caso di costipazione o stipsi (fisiologica e non meccanica).

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 20’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Broccoli freschi puliti g 80
  • Sedano di Verona g 80
  • Bevanda alle nocciole e noci Pekan g 400
  • Datteri morbidi g 11
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Nella bevanda alle nocciole e noci Pekan mettere a bollire i broccoli con il sedano tagliato a pezzettini. Fare bollire per 10 minuti. Aggiungere sale. Passare il tutto con il mixer ottenendo una crema molto morbida e densa.
  2. Tagliare i datteri morbidi a listerelle e metterli a bagno per 3 minuti in acqua bollente (perdono leggermente lo zucchero).
  3. Riempire una ciotola con la crema, sistemare i datteri sopra.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Protagonisti di questa crema sono broccoli e sedano, entrambi alimenti con interessanti proprietà nutrizionali. I broccoli, oltre ad avere un ottimo quantitativo di vitamina C, contengono delle molecole chiamate glucosinolati, fitocomposti molto studiati per il loro potenziale ruolo nella prevenzione di diverse forme tumorali. Una cottura rapida, inferiore ai 10 minuti, come nel caso di questa ricetta, consente di evitare perdite eccessive sia di vitamina C che di questi preziosi composti. Il sedano è un ortaggio ricco di micronutrienti: innanzitutto di potassio, minerale che contribuisce al controllo della pressione sanguigna contrastando l’azione ipertensiva del sodio.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona (costipazione o stipsi)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su broccoli, sedano, noce Pecan, datteri

crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
Crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona, utile in caso di stomatite.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 20’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Broccoli freschi puliti g 80
  • Sedano di Verona g 80
  • Bevanda alle nocciole e noci Pekan g 400
  • Datteri morbidi g 11
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Nella bevanda alle nocciole e noci Pekan mettere a bollire i broccoli con il sedano tagliato a pezzettini. Fare bollire per 10 minuti. Aggiungere sale. Passare il tutto con il mixer ottenendo una crema molto morbida e densa.
  2. Tagliare i datteri morbidi a listerelle e metterli a bagno per 3 minuti in acqua bollente (perdono leggermente lo zucchero).
  3. Riempire una ciotola con la crema, sistemare i datteri sopra.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Protagonisti di questa crema sono broccoli e sedano, entrambi alimenti con interessanti proprietà nutrizionali. I broccoli, oltre ad avere un ottimo quantitativo di vitamina C, contengono delle molecole chiamate glucosinolati, fitocomposti molto studiati per il loro potenziale ruolo nella prevenzione di diverse forme tumorali. Una cottura rapida, inferiore ai 10 minuti, come nel caso di questa ricetta, consente di evitare perdite eccessive sia di vitamina C che di questi preziosi composti. Il sedano è un ortaggio ricco di micronutrienti: innanzitutto di potassio, minerale che contribuisce al controllo della pressione sanguigna contrastando l’azione ipertensiva del sodio.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona (stomatite)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su broccoli, sedano, noce Pecan, datteri

crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
Crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona, utile per contrastare la perdita di peso.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 20’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Broccoli freschi puliti g 80
  • Sedano di Verona g 80
  • Bevanda alle nocciole e noci Pekan g 400
  • Datteri morbidi g 11
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Nella bevanda alle nocciole e noci Pekan mettere a bollire i broccoli con il sedano tagliato a pezzettini. Fare bollire per 10 minuti. Aggiungere sale. Passare il tutto con il mixer ottenendo una crema molto morbida e densa.
  2. Tagliare i datteri morbidi a listerelle e metterli a bagno per 3 minuti in acqua bollente (perdono leggermente lo zucchero).
  3. Riempire una ciotola con la crema, sistemare i datteri sopra.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Protagonisti di questa crema sono broccoli e sedano, entrambi alimenti con interessanti proprietà nutrizionali. I broccoli, oltre ad avere un ottimo quantitativo di vitamina C, contengono delle molecole chiamate glucosinolati, fitocomposti molto studiati per il loro potenziale ruolo nella prevenzione di diverse forme tumorali. Una cottura rapida, inferiore ai 10 minuti, come nel caso di questa ricetta, consente di evitare perdite eccessive sia di vitamina C che di questi preziosi composti. Il sedano è un ortaggio ricco di micronutrienti: innanzitutto di potassio, minerale che contribuisce al controllo della pressione sanguigna contrastando l’azione ipertensiva del sodio.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona (perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su broccoli, sedano, noce Pecan, datteri

crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
Crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona, utile per contrastare la perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 20’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Broccoli freschi puliti g 80
  • Sedano di Verona g 80
  • Bevanda alle nocciole e noci Pekan g 400
  • Datteri morbidi g 11
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Nella bevanda alle nocciole e noci Pekan mettere a bollire i broccoli con il sedano tagliato a pezzettini. Fare bollire per 10 minuti. Aggiungere sale. Passare il tutto con il mixer ottenendo una crema molto morbida e densa.
  2. Tagliare i datteri morbidi a listerelle e metterli a bagno per 3 minuti in acqua bollente (perdono leggermente lo zucchero).
  3. Riempire una ciotola con la crema, sistemare i datteri sopra.

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Protagonisti di questa crema sono broccoli e sedano, entrambi alimenti con interessanti proprietà nutrizionali. I broccoli, oltre ad avere un ottimo quantitativo di vitamina C, contengono delle molecole chiamate glucosinolati, fitocomposti molto studiati per il loro potenziale ruolo nella prevenzione di diverse forme tumorali. Una cottura rapida, inferiore ai 10 minuti, come nel caso di questa ricetta, consente di evitare perdite eccessive sia di vitamina C che di questi preziosi composti. Il sedano è un ortaggio ricco di micronutrienti: innanzitutto di potassio, minerale che contribuisce al controllo della pressione sanguigna contrastando l’azione ipertensiva del sodio.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su broccoli, sedano, noce Pecan, datteri

Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
Mungo Salad

 

la ricetta per realizzare la Mungo Salad, ovvero l’Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele, utile in caso di costipazione (o stipsi).

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Fagioli mungo 200 g
  • Cavolo-rapa 150g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 200g
  • Miele 8g
  • Olio di burro 15g
  • Fico nero 45g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g
  • Peperoncino fresco 4 g
  • Sale intero non raffinato 5g
  • Olio di semi di girasole non raffinato 30 g
  • Olio di lino 5 g

 

Procedimento

  1. Mettere a bollire i fagioli mungo in acqua fredda non salata, salare negli ultimi 5 minuti di cottura.
    Il tempo di cottura normalmente è di circa 15 minuti ma per l’insalata si consiglia di cuocere per 25 minuti (stracotti è meglio).
  2. Condire il Mungo con olio di semi di girasole non raffinato
  3. Cuocere la rapa in forno avvolta con aglio, rosmarino e sale integrale. Cuocere per 1 ora a 180 gradi.
  4. Pelare, tagliare a bastoncini e condire con olio di lino.
  5. Lavare il cavolo-rapa, togliere le parti brutte della pelle ma non pelarlo totalmente, tagliarlo a bastoncino e condirlo con olio di semi di girasole non raffinato.
  6. Tagliare i fichi neri a fette senza sbucciarli, passarli in padella velocemente con olio di cocco e miele.
    (nota “passarli in padella velocemente” non significa friggerli ma tenerli per pochi secondi nel condimento caldo senza aspettare la reazione di imbrunimento enzimatico o Maillard).
    In pratica il miele scaldato nell’olio di cocco deve entrare in contatto con i fichi per pochi secondi.
  7. Far riposare le fettine di fico passate in padella su un piattino lasciando sgocciolare l’olio di cocco.
  8. Assemblare il piatto a proprio piacimento

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Più conosciuta come soia verde, il fagiolo mungo è un legume dalle proprietà eccellenti, molto diffuso nella cucina orientale.

La soia si classifica al primo posto tra i legumi sia per il suo contenuto proteico sia per la composizione di aminoacidi essenziali. Si differenzia dalle altre leguminose per la quantità di lipidi. Apparentemente troppi, i grassi della soia fanno parte della classe dei buoni: gli insaturi. Sono presenti in buone quantità molecole in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, i fitosteroli. Attività accentuata anche grazie al suo contenuto di fibra. La quantità di ferro è notevole per essere una fonte vegetale e la presenza di peperoncino fresco lo rende maggiormente disponibile.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della mungo salad (costipazione o stipsi)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli mungo, rapa, barbabietola, miele, burro, fichi, aglio, rosmarino, peperoncino, olio di semi di girasole, olio di lino

Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
Mungo Salad

 

la ricetta per realizzare la Mungo Salad, ovvero l’Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele, utile in caso di perdita di peso.

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Fagioli mungo 200 g
  • Cavolo-rapa 150g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 200g
  • Miele 8g
  • Olio di burro 15g
  • Fico nero 45g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g
  • Peperoncino fresco 4 g
  • Sale intero non raffinato 5g
  • Olio di semi di girasole non raffinato 30 g
  • Olio di lino 5 g

 

Procedimento

  1. Mettere a bollire i fagioli mungo in acqua fredda non salata, salare negli ultimi 5 minuti di cottura.
    Il tempo di cottura normalmente è di circa 15 minuti ma per l’insalata si consiglia di cuocere per 25 minuti (stracotti è meglio).
  2. Condire il Mungo con olio di semi di girasole non raffinato
  3. Cuocere la rapa in forno avvolta con aglio, rosmarino e sale integrale. Cuocere per 1 ora a 180 gradi.
  4. Pelare, tagliare a bastoncini e condire con olio di lino.
  5. Lavare il cavolo-rapa, togliere le parti brutte della pelle ma non pelarlo totalmente, tagliarlo a bastoncino e condirlo con olio di semi di girasole non raffinato.
  6. Tagliare i fichi neri a fette senza sbucciarli, passarli in padella velocemente con olio di cocco e miele.
    (nota “passarli in padella velocemente” non significa friggerli ma tenerli per pochi secondi nel condimento caldo senza aspettare la reazione di imbrunimento enzimatico o Maillard).
    In pratica il miele scaldato nell’olio di cocco deve entrare in contatto con i fichi per pochi secondi.
  7. Far riposare le fettine di fico passate in padella su un piattino lasciando sgocciolare l’olio di cocco.
  8. Assemblare il piatto a proprio piacimento.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Più conosciuta come soia verde, il fagiolo mungo è un legume dalle proprietà eccellenti, molto diffuso nella cucina orientale.

La soia si classifica al primo posto tra i legumi sia per il suo contenuto proteico sia per la composizione di aminoacidi essenziali. Si differenzia dalle altre leguminose per la quantità di lipidi. Apparentemente troppi, i grassi della soia fanno parte della classe dei buoni: gli insaturi. Sono presenti in buone quantità molecole in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, i fitosteroli. Attività accentuata anche grazie al suo contenuto di fibra. La quantità di ferro è notevole per essere una fonte vegetale e la presenza di peperoncino fresco lo rende maggiormente disponibile.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della mungo salad (perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli mungo, rapa, barbabietola, miele, burro, fichi, aglio, rosmarino, peperoncino, olio di semi di girasole, olio di lino

Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
Mungo Salad

 

la ricetta per realizzare la Mungo Salad, ovvero l’Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele, utile per contrastare la fatigue.

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Fagioli mungo 200 g
  • Cavolo-rapa 150g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 200g
  • Miele 8g
  • Olio di burro 15g
  • Fico nero 45g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g
  • Peperoncino fresco 4 g
  • Sale intero non raffinato 5g
  • Olio di semi di girasole non raffinato 30 g
  • Olio di lino 5 g

 

Procedimento

  1. Mettere a bollire i fagioli mungo in acqua fredda non salata, salare negli ultimi 5 minuti di cottura.
    Il tempo di cottura normalmente è di circa 15 minuti ma per l’insalata si consiglia di cuocere per 25 minuti (stracotti è meglio).
  2. Condire il Mungo con olio di semi di girasole non raffinato
  3. Cuocere la rapa in forno avvolta con aglio, rosmarino e sale integrale. Cuocere per 1 ora a 180 gradi.
  4. Pelare, tagliare a bastoncini e condire con olio di lino.
  5. Lavare il cavolo-rapa, togliere le parti brutte della pelle ma non pelarlo totalmente, tagliarlo a bastoncino e condirlo con olio di semi di girasole non raffinato.
  6. Tagliare i fichi neri a fette senza sbucciarli, passarli in padella velocemente con olio di cocco e miele.
    (nota “passarli in padella velocemente” non significa friggerli ma tenerli per pochi secondi nel condimento caldo senza aspettare la reazione di imbrunimento enzimatico o Maillard).
    In pratica il miele scaldato nell’olio di cocco deve entrare in contatto con i fichi per pochi secondi.
  7. Far riposare le fettine di fico passate in padella su un piattino lasciando sgocciolare l’olio di cocco.
  8. Assemblare il piatto a proprio piacimento.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Più conosciuta come soia verde, il fagiolo mungo è un legume dalle proprietà eccellenti, molto diffuso nella cucina orientale.

La soia si classifica al primo posto tra i legumi sia per il suo contenuto proteico sia per la composizione di aminoacidi essenziali. Si differenzia dalle altre leguminose per la quantità di lipidi. Apparentemente troppi, i grassi della soia fanno parte della classe dei buoni: gli insaturi. Sono presenti in buone quantità molecole in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, i fitosteroli. Attività accentuata anche grazie al suo contenuto di fibra. La quantità di ferro è notevole per essere una fonte vegetale e la presenza di peperoncino fresco lo rende maggiormente disponibile.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della mungo salad (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli mungo, rapa, barbabietola, miele, burro, fichi, aglio, rosmarino, peperoncino, olio di semi di girasole, olio di lino

Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
Mungo Salad

 

la ricetta per realizzare la Mungo Salad, ovvero l’Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele, utile in caso di anemia.

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Fagioli mungo 200 g
  • Cavolo-rapa 150g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 200g
  • Miele 8g
  • Olio di burro 15g
  • Fico nero 45g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g
  • Peperoncino fresco 4 g
  • Sale intero non raffinato 5g
  • Olio di semi di girasole non raffinato 30 g
  • Olio di lino 5 g

 

Procedimento

  1. Mettere a bollire i fagioli mungo in acqua fredda non salata, salare negli ultimi 5 minuti di cottura.
    Il tempo di cottura normalmente è di circa 15 minuti ma per l’insalata si consiglia di cuocere per 25 minuti (stracotti è meglio).
  2. Condire il Mungo con olio di semi di girasole non raffinato
  3. Cuocere la rapa in forno avvolta con aglio, rosmarino e sale integrale. Cuocere per 1 ora a 180 gradi.
  4. Pelare, tagliare a bastoncini e condire con olio di lino.
  5. Lavare il cavolo-rapa, togliere le parti brutte della pelle ma non pelarlo totalmente, tagliarlo a bastoncino e condirlo con olio di semi di girasole non raffinato.
  6. Tagliare i fichi neri a fette senza sbucciarli, passarli in padella velocemente con olio di cocco e miele.
    (nota “passarli in padella velocemente” non significa friggerli ma tenerli per pochi secondi nel condimento caldo senza aspettare la reazione di imbrunimento enzimatico o Maillard).
    In pratica il miele scaldato nell’olio di cocco deve entrare in contatto con i fichi per pochi secondi.
  7. Far riposare le fettine di fico passate in padella su un piattino lasciando sgocciolare l’olio di cocco.
  8. Assemblare il piatto a proprio piacimento.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Più conosciuta come soia verde, il fagiolo mungo è un legume dalle proprietà eccellenti, molto diffuso nella cucina orientale. La soia si classifica al primo posto tra i legumi sia per il suo contenuto proteico sia per la composizione di aminoacidi essenziali. Si differenzia dalle altre leguminose per la quantità di lipidi. Apparentemente troppi, i grassi della soia fanno parte della classe dei buoni: gli insaturi. Sono presenti in buone quantità molecole in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, i fitosteroli. Attività accentuata anche grazie al suo contenuto di fibra. La quantità di ferro è notevole per essere una fonte vegetale e la presenza di peperoncino fresco lo rende maggiormente disponibile.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della mungo salad (anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli mungo, rapa, barbabietola, miele, burro, fichi, aglio, rosmarino, peperoncino, olio di semi di girasole, olio di lino

Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
Mungo Salad

 

la ricetta per realizzare la Mungo Salad, ovvero l’Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele, utile in caso di perdita di appetito.

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Fagioli mungo 200 g
  • Cavolo-rapa 150g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 200g
  • Miele 8g
  • Olio di burro 15g
  • Fico nero 45g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g
  • Peperoncino fresco 4 g
  • Sale intero non raffinato 5g
  • Olio di semi di girasole non raffinato 30 g
  • Olio di lino 5 g

 

Procedimento

  1. Mettere a bollire i fagioli mungo in acqua fredda non salata, salare negli ultimi 5 minuti di cottura.
    Il tempo di cottura normalmente è di circa 15 minuti ma per l’insalata si consiglia di cuocere per 25 minuti (stracotti è meglio).
  2. Condire il Mungo con olio di semi di girasole non raffinato
  3. Cuocere la rapa in forno avvolta con aglio, rosmarino e sale integrale. Cuocere per 1 ora a 180 gradi.
  4. Pelare, tagliare a bastoncini e condire con olio di lino.
  5. Lavare il cavolo-rapa, togliere le parti brutte della pelle ma non pelarlo totalmente, tagliarlo a bastoncino e condirlo con olio di semi di girasole non raffinato.
  6. Tagliare i fichi neri a fette senza sbucciarli, passarli in padella velocemente con olio di cocco e miele.
    (nota “passarli in padella velocemente” non significa friggerli ma tenerli per pochi secondi nel condimento caldo senza aspettare la reazione di imbrunimento enzimatico o Maillard).
    In pratica il miele scaldato nell’olio di cocco deve entrare in contatto con i fichi per pochi secondi.
  7. Far riposare le fettine di fico passate in padella su un piattino lasciando sgocciolare l’olio di cocco.
  8. Assemblare il piatto a proprio piacimento.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Più conosciuta come soia verde, il fagiolo mungo è un legume dalle proprietà eccellenti, molto diffuso nella cucina orientale.

La soia si classifica al primo posto tra i legumi sia per il suo contenuto proteico sia per la composizione di aminoacidi essenziali. Si differenzia dalle altre leguminose per la quantità di lipidi. Apparentemente troppi, i grassi della soia fanno parte della classe dei buoni: gli insaturi. Sono presenti in buone quantità molecole in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, i fitosteroli. Attività accentuata anche grazie al suo contenuto di fibra. La quantità di ferro è notevole per essere una fonte vegetale e la presenza di peperoncino fresco lo rende maggiormente disponibile.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della mungo salad (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli mungo, rapa, barbabietola, miele, burro, fichi, aglio, rosmarino, peperoncino, olio di semi di girasole, olio di lino

fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
Fish-roll duet cashews

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare il fish-roll duet cashews, ovvero il Rollo di rombo e salmone con anacardi tostati asparagi e olio di Lino, utile in caso di costipazione o stipsi fisiologica e non meccanica.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 10 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Filetto di rombo 180 g
  • Filetto di salmone 180 g
  • Limone 50g
  • Arancia 100 g
  • Sedano 15 + 15 g
  • Sale integrale non raffinato 5g
  • Asparagi 200 g
  • Olio di cocco 10 g
  • Aglio 20g
  • Alloro 1g
  • Olio di lino 10g
  • Anacardi 80g

 

Procedimento

  1. Marinare per almeno 20 minuti i piccoli filetti di rombo e di salmone con succo di limone, arancio, sedano, olio di lino e salare leggermente.
  2. Spadellare metà degli anacardi con olio di cocco e dopo che si sono raffreddati sminuzzarli con il mixer aggiungendo l’altra metà non spadellata, ma senza l’olio di cocco usato per tostare ulteriormente gli anacardi stessi.
  3. Spalmare gli anacardi sulle fettine di pesce. Arrotolare il pesce e cuocerlo a vapore nell’acqua dove precedentemente si è aggiunto alloro, pezzi di limone, sedano, pezzi di arancia e aglio. Cuocere al vapore anche gli asparagi.
  4. La cottura del pesce varia a seconda della dimensione e dello spessore dei filetti di pesce e del Roll fatto; in generale comunque si cuoceranno da un minimo di 10 minuti a un massimo di 18/20 minuti. Condire gli asparagi con olio di lino.
  5. Formare il piatto a piacere e decorare con ribes rosso e gocce di olio di lino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Una maniera alternativa di cucinare pesce per stimolare gli appetiti più pigri. Un piatto al quale basterà accostare una fonte di cereali integrali per completarlo alla perfezione. Un’esplosione di sapori da provare!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del fish-roll duet cashews (costipazione o stipsi)

 

Se vuoi saperne di più clicca su rombo, salmone, limone, arancia, sedano, asparagi, olio di cocco, aglio, alloro, olio di lino, anacardi

fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
Fish-roll duet cashews

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare il fish-roll duet cashews, ovvero il Rollo di rombo e salmone con anacardi tostati asparagi e olio di Lino, utile in caso di perdita di peso.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 10 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Filetto di rombo 180 g
  • Filetto di salmone 180 g
  • Limone 50g
  • Arancia 100 g
  • Sedano 15 + 15 g
  • Sale integrale non raffinato 5g
  • Asparagi 200 g
  • Olio di cocco 10 g
  • Aglio 20g
  • Alloro 1g
  • Olio di lino 10g
  • Anacardi 80g

 

Procedimento

  1. Marinare per almeno 20 minuti i piccoli filetti di rombo e di salmone con succo di limone, arancio, sedano, olio di lino e salare leggermente.
  2. Spadellare metà degli anacardi con olio di cocco e dopo che si sono raffreddati sminuzzarli con il mixer aggiungendo l’altra metà non spadellata, ma senza l’olio di cocco usato per tostare ulteriormente gli anacardi stessi.
  3. Spalmare gli anacardi sulle fettine di pesce. Arrotolare il pesce e cuocerlo a vapore nell’acqua dove precedentemente si è aggiunto alloro, pezzi di limone, sedano, pezzi di arancia e aglio. Cuocere al vapore anche gli asparagi.
  4. La cottura del pesce varia a seconda della dimensione e dello spessore dei filetti di pesce e del Roll fatto; in generale comunque si cuoceranno da un minimo di 10 minuti a un massimo di 18/20 minuti. Condire gli asparagi con olio di lino.
  5. Formare il piatto a piacere e decorare con ribes rosso e gocce di olio di lino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Una maniera alternativa di cucinare pesce per stimolare gli appetiti più pigri. Un piatto al quale basterà accostare una fonte di cereali integrali per completarlo alla perfezione. Un’esplosione di sapori da provare!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del fish-roll duet cashews (perdita di peso)

 

Se vuoi saperne di più clicca su rombo, salmone, limone, arancia, sedano, asparagi, olio di cocco, aglio, alloro, olio di lino, anacardi

fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
Fish-roll duet cashews

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare il fish-roll duet cashews, ovvero il Rollo di rombo e salmone con anacardi tostati asparagi e olio di Lino, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 10 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Filetto di rombo 180 g
  • Filetto di salmone 180 g
  • Limone 50g
  • Arancia 100 g
  • Sedano 15 + 15 g
  • Sale integrale non raffinato 5g
  • Asparagi 200 g
  • Olio di cocco 10 g
  • Aglio 20g
  • Alloro 1g
  • Olio di lino 10g
  • Anacardi 80g

 

Procedimento

  1. Marinare per almeno 20 minuti i piccoli filetti di rombo e di salmone con succo di limone, arancio, sedano, olio di lino e salare leggermente.
  2. Spadellare metà degli anacardi con olio di cocco e dopo che si sono raffreddati sminuzzarli con il mixer aggiungendo l’altra metà non spadellata, ma senza l’olio di cocco usato per tostare ulteriormente gli anacardi stessi.
  3. Spalmare gli anacardi sulle fettine di pesce. Arrotolare il pesce e cuocerlo a vapore nell’acqua dove precedentemente si è aggiunto alloro, pezzi di limone, sedano, pezzi di arancia e aglio. Cuocere al vapore anche gli asparagi.
  4. La cottura del pesce varia a seconda della dimensione e dello spessore dei filetti di pesce e del Roll fatto; in generale comunque si cuoceranno da un minimo di 10 minuti a un massimo di 18/20 minuti. Condire gli asparagi con olio di lino.
  5. Formare il piatto a piacere e decorare con ribes rosso e gocce di olio di lino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Una maniera alternativa di cucinare pesce per stimolare gli appetiti più pigri. Un piatto al quale basterà accostare una fonte di cereali integrali per completarlo alla perfezione. Un’esplosione di sapori da provare!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del fish-roll duet cashews (fatigue)

 

Se vuoi saperne di più clicca su rombo, salmone, limone, arancia, sedano, asparagi, olio di cocco, aglio, alloro, olio di lino, anacardi

fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
Fish-roll duet cashews

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare il fish-roll duet cashews, ovvero il Rollo di rombo e salmone con anacardi tostati asparagi e olio di Lino, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 10 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Filetto di rombo 180 g
  • Filetto di salmone 180 g
  • Limone 50g
  • Arancia 100 g
  • Sedano 15 + 15 g
  • Sale integrale non raffinato 5g
  • Asparagi 200 g
  • Olio di cocco 10 g
  • Aglio 20g
  • Alloro 1g
  • Olio di lino 10g
  • Anacardi 80g

 

Procedimento

  1. Marinare per almeno 20 minuti i piccoli filetti di rombo e di salmone con succo di limone, arancio, sedano, olio di lino e salare leggermente.
  2. Spadellare metà degli anacardi con olio di cocco e dopo che si sono raffreddati sminuzzarli con il mixer aggiungendo l’altra metà non spadellata, ma senza l’olio di cocco usato per tostare ulteriormente gli anacardi stessi.
  3. Spalmare gli anacardi sulle fettine di pesce. Arrotolare il pesce e cuocerlo a vapore nell’acqua dove precedentemente si è aggiunto alloro, pezzi di limone, sedano, pezzi di arancia e aglio. Cuocere al vapore anche gli asparagi.
  4. La cottura del pesce varia a seconda della dimensione e dello spessore dei filetti di pesce e del Roll fatto; in generale comunque si cuoceranno da un minimo di 10 minuti a un massimo di 18/20 minuti. Condire gli asparagi con olio di lino.
  5. Formare il piatto a piacere e decorare con ribes rosso e gocce di olio di lino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Una maniera alternativa di cucinare pesce per stimolare gli appetiti più pigri. Un piatto al quale basterà accostare una fonte di cereali integrali per completarlo alla perfezione. Un’esplosione di sapori da provare!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del fish-roll duet cashews (anemia)

 

Se vuoi saperne di più clicca su rombo, salmone, limone, arancia, sedano, asparagi, olio di cocco, aglio, alloro, olio di lino, anacardi

fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
Fish-roll duet cashews

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare il fish-roll duet cashews, ovvero il Rollo di rombo e salmone con anacardi tostati asparagi e olio di Lino, utile per contrastare la perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 10 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Filetto di rombo 180 g
  • Filetto di salmone 180 g
  • Limone 50g
  • Arancia 100 g
  • Sedano 15 + 15 g
  • Sale integrale non raffinato 5g
  • Asparagi 200 g
  • Olio di cocco 10 g
  • Aglio 20g
  • Alloro 1g
  • Olio di lino 10g
  • Anacardi 80g

 

Procedimento

  1. Marinare per almeno 20 minuti i piccoli filetti di rombo e di salmone con succo di limone, arancio, sedano, olio di lino e salare leggermente.
  2. Spadellare metà degli anacardi con olio di cocco e dopo che si sono raffreddati sminuzzarli con il mixer aggiungendo l’altra metà non spadellata, ma senza l’olio di cocco usato per tostare ulteriormente gli anacardi stessi.
  3. Spalmare gli anacardi sulle fettine di pesce. Arrotolare il pesce e cuocerlo a vapore nell’acqua dove precedentemente si è aggiunto alloro, pezzi di limone, sedano, pezzi di arancia e aglio. Cuocere al vapore anche gli asparagi.
  4. La cottura del pesce varia a seconda della dimensione e dello spessore dei filetti di pesce e del Roll fatto; in generale comunque si cuoceranno da un minimo di 10 minuti a un massimo di 18/20 minuti. Condire gli asparagi con olio di lino.
  5. Formare il piatto a piacere e decorare con ribes rosso e gocce di olio di lino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Una maniera alternativa di cucinare pesce per stimolare gli appetiti più pigri. Un piatto al quale basterà accostare una fonte di cereali integrali per completarlo alla perfezione. Un’esplosione di sapori da provare!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del fish-roll duet cashews (perdita di appetito)

 

Se vuoi saperne di più clicca su rombo, salmone, limone, arancia, sedano, asparagi, olio di cocco, aglio, alloro, olio di lino, anacardi

fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
Fish-roll duet cashews

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare il fish-roll duet cashews, ovvero il Rollo di rombo e salmone con anacardi tostati asparagi e olio di Lino, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 10 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Filetto di rombo 180 g
  • Filetto di salmone 180 g
  • Limone 50g
  • Arancia 100 g
  • Sedano 15 + 15 g
  • Sale integrale non raffinato 5g
  • Asparagi 200 g
  • Olio di cocco 10 g
  • Aglio 20g
  • Alloro 1g
  • Olio di lino 10g
  • Anacardi 80g

 

Procedimento

  1. Marinare per almeno 20 minuti i piccoli filetti di rombo e di salmone con succo di limone, arancio, sedano, olio di lino e salare leggermente.
  2. Spadellare metà degli anacardi con olio di cocco e dopo che si sono raffreddati sminuzzarli con il mixer aggiungendo l’altra metà non spadellata, ma senza l’olio di cocco usato per tostare ulteriormente gli anacardi stessi.
  3. Spalmare gli anacardi sulle fettine di pesce. Arrotolare il pesce e cuocerlo a vapore nell’acqua dove precedentemente si è aggiunto alloro, pezzi di limone, sedano, pezzi di arancia e aglio. Cuocere al vapore anche gli asparagi.
  4. La cottura del pesce varia a seconda della dimensione e dello spessore dei filetti di pesce e del Roll fatto; in generale comunque si cuoceranno da un minimo di 10 minuti a un massimo di 18/20 minuti. Condire gli asparagi con olio di lino.
  5. Formare il piatto a piacere e decorare con ribes rosso e gocce di olio di lino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Una maniera alternativa di cucinare pesce per stimolare gli appetiti più pigri. Un piatto al quale basterà accostare una fonte di cereali integrali per completarlo alla perfezione. Un’esplosione di sapori da provare!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del fish-roll duet cashews (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su rombo, salmone, limone, arancia, sedano, asparagi, olio di cocco, aglio, alloro, olio di lino, anacardi

cauliflower cream
Cauliflower cream

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la cauliflower cream, ovvero la Crema “VEG” di cavolfiore, latte di cocco e bevanda all’avena, utile in caso di stomatite.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Cavolfiore 300 g
  • Olio di cocco 300 g
  • Bevanda all’avena 300 g
  • Acqua 100 g
  • Noce moscata 0,5 g
  • Cumino 1g
  • Sale integrale non raffinato 8g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 50g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g

 

Procedimento

  1. Fare bollire molto bene i cavolfiori nella bevanda di avena con pochissima acqua, poco sale e cumino.
  2. Cuocere la rapa rossa avvolta nella carta con aglio, rosmarino e sale integrale in forno in una padella con coperchio. Cottura 1 ora a 180 gradi. Pelare e tagliare a cubetti.
  3. Quando il cavolfiore sarà ben cotto aggiungere il latte di cocco e passare col mixer. Setacciare con colino fine; i semi di cumino dovranno essere eliminati con il setaccio ma dopo aver passato la crema con il mixer. Salare a piacere.
  4. Impiattare decorando con la rapa rossa, una grattugiatina di noce moscata e a piacere il verde sbianchito del cavolfiore.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti.

 

FBO per te: Il cavolfiore, ingrediente principe di questa crema. si può trovare nei mercati dall’inizio dei mesi autunnali fino a marzo, con le varietà tardive. Inoltre, questo vegetale, presenta una buona quantità di glucosinolati, fitocomposti molto studiati per le loro caratteristiche benefiche sulla salute, sensibili però alle alte temperature. Questa originale crema si presta ad essere utilizzata, in una cena invernale, sia come antipasto, spalmata sopra delle fette di pane integrale tostato, che come condimento per della pasta integrale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della cauliflower cream (stomatite)

 

Se vuoi saperne di più clicca su cavolfiore, olio di cocco, avena, noce moscata, cumino, barbabietola, aglio, rosmarino

cauliflower cream
Cauliflower cream

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la cauliflower cream, ovvero la Crema “VEG” di cavolfiore, latte di cocco e bevanda all’avena, utile per contrastare la perdita di peso.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Cavolfiore 300 g
  • Olio di cocco 300 g
  • Bevanda all’avena 300 g
  • Acqua 100 g
  • Noce moscata 0,5 g
  • Cumino 1g
  • Sale integrale non raffinato 8g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 50g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g

 

Procedimento

  1. Fare bollire molto bene i cavolfiori nella bevanda di avena con pochissima acqua, poco sale e cumino.
  2. Cuocere la rapa rossa avvolta nella carta con aglio, rosmarino e sale integrale in forno in una padella con coperchio. Cottura 1 ora a 180 gradi. Pelare e tagliare a cubetti.
  3. Quando il cavolfiore sarà ben cotto aggiungere il latte di cocco e passare col mixer. Setacciare con colino fine; i semi di cumino dovranno essere eliminati con il setaccio ma dopo aver passato la crema con il mixer. Salare a piacere.
  4. Impiattare decorando con la rapa rossa, una grattugiatina di noce moscata e a piacere il verde sbianchito del cavolfiore.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti.

 

FBO per te: Il cavolfiore, ingrediente principe di questa crema. si può trovare nei mercati dall’inizio dei mesi autunnali fino a marzo, con le varietà tardive. Inoltre, questo vegetale, presenta una buona quantità di glucosinolati, fitocomposti molto studiati per le loro caratteristiche benefiche sulla salute, sensibili però alle alte temperature. Questa originale crema si presta ad essere utilizzata, in una cena invernale, sia come antipasto, spalmata sopra delle fette di pane integrale tostato, che come condimento per della pasta integrale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della cauliflower cream (perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su cavolfiore, olio di cocco, avena, noce moscata, cumino, barbabietola, aglio, rosmarino

cauliflower cream
Cauliflower cream

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la cauliflower cream, ovvero la Crema “VEG” di cavolfiore, latte di cocco e bevanda all’avena, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Cavolfiore 300 g
  • Olio di cocco 300 g
  • Bevanda all’avena 300 g
  • Acqua 100 g
  • Noce moscata 0,5 g
  • Cumino 1g
  • Sale integrale non raffinato 8g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 50g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g

 

Procedimento

  1. Fare bollire molto bene i cavolfiori nella bevanda di avena con pochissima acqua, poco sale e cumino.
  2. Cuocere la rapa rossa avvolta nella carta con aglio, rosmarino e sale integrale in forno in una padella con coperchio. Cottura 1 ora a 180 gradi. Pelare e tagliare a cubetti.
  3. Quando il cavolfiore sarà ben cotto aggiungere il latte di cocco e passare col mixer. Setacciare con colino fine; i semi di cumino dovranno essere eliminati con il setaccio ma dopo aver passato la crema con il mixer. Salare a piacere.
  4. Impiattare decorando con la rapa rossa, una grattugiatina di noce moscata e a piacere il verde sbianchito del cavolfiore.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti.

 

FBO per te: Il cavolfiore, ingrediente principe di questa crema. si può trovare nei mercati dall’inizio dei mesi autunnali fino a marzo, con le varietà tardive. Inoltre, questo vegetale, presenta una buona quantità di glucosinolati, fitocomposti molto studiati per le loro caratteristiche benefiche sulla salute, sensibili però alle alte temperature. Questa originale crema si presta ad essere utilizzata, in una cena invernale, sia come antipasto, spalmata sopra delle fette di pane integrale tostato, che come condimento per della pasta integrale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del cauliflower cream (perdita appetito)

 

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cauliflower cream
Cauliflower cream

 

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la ricetta per realizzare la cauliflower cream, ovvero la Crema “VEG” di cavolfiore, latte di cocco e bevanda all’avena, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Cavolfiore 300 g
  • Olio di cocco 300 g
  • Bevanda all’avena 300 g
  • Acqua 100 g
  • Noce moscata 0,5 g
  • Cumino 1g
  • Sale integrale non raffinato 8g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 50g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g

 

Procedimento

  1. Fare bollire molto bene i cavolfiori nella bevanda di avena con pochissima acqua, poco sale e cumino.
  2. Cuocere la rapa rossa avvolta nella carta con aglio, rosmarino e sale integrale in forno in una padella con coperchio. Cottura 1 ora a 180 gradi. Pelare e tagliare a cubetti.
  3. Quando il cavolfiore sarà ben cotto aggiungere il latte di cocco e passare col mixer. Setacciare con colino fine; i semi di cumino dovranno essere eliminati con il setaccio ma dopo aver passato la crema con il mixer. Salare a piacere.
  4. Impiattare decorando con la rapa rossa, una grattugiata di noce moscata e a piacere il verde sbianchito del cavolfiore.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti.

 

FBO per te: Il cavolfiore, ingrediente principe di questa crema. si può trovare nei mercati dall’inizio dei mesi autunnali fino a marzo, con le varietà tardive. Inoltre, questo vegetale, presenta una buona quantità di glucosinolati, fitocomposti molto studiati per le loro caratteristiche benefiche sulla salute, sensibili però alle alte temperature. Questa originale crema si presta ad essere utilizzata, in una cena invernale, sia come antipasto, spalmata sopra delle fette di pane integrale tostato, che come condimento per della pasta integrale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della cauliflower cream (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su cavolfiore, olio di cocco, avena, noce moscata, cumino, barbabietola, aglio, rosmarino

Benefici per la salute delle spezie in individui con cardiotossicità indotta da farmaci chemioterapici

Liu J. et al.

Curr Opin Pharmacol. 2022 Mar 1;63:102187.

 

Benefici per la salute delle spezie in individui con cardiotossicità indotta da farmaci chemioterapici

La cardio-oncologia è un campo emergente che si concentra principalmente su una serie di malattie cardiovascolari causate dalla chemioterapia e dalla radioterapia. Nella storia e nella cultura della nutrizione umana, le spezie sono state enfatizzate per la loro vasta gamma di applicazioni economiche e mediche oltre ad essere utilizzate come agente aromatizzante alimentare e conservante alimentare. Attualmente, un numero crescente di studi si è concentrato sui benefici per la salute delle spezie nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, in particolare i loro effetti antiossidanti contro i danni cardiovascolari. Questa recensione riassume gli effetti cardioprotettivi di pepe nero, cardamomo, garofano, aglio, zenzero, cipolla e altre spezie contro la cardiotossicità indotta da farmaci chemioterapici e i potenziali meccanismi. Qui raccomandiamo aggiustamenti dietetici con spezie per i pazienti con cancro per prevenire o mitigare la cardiotossicità indotta dagli agenti chemioterapici.

 

 

Abstract

 

Health benefits of spices in individuals with chemotherapeutic drug-induced cardiotoxicity

Cardio-oncology is an emerging field that mainly focuses on a series of cardiovascular diseases caused by chemotherapy and radiotherapy. In the history and culture of human nutrition, spices have been emphasized for their wide range of economic and medical applications in addition to being used as a food-flavoring agent and food preservative. Currently, an increasing number of studies have focused on the health benefits of spices in preventing cardiovascular diseases, particularly their antioxidant effects against cardiovascular damage. This review summarizes the cardioprotective effects of black pepper, cardamom, clove, garlic, ginger, onion, and other spices against chemotherapeutic drug-induced cardiotoxicity and the potential mechanisms. Here, we recommend dietary adjustments with spices for patients with cancer to prevent or mitigate the cardiotoxicity induced by chemotherapeutic agents.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35245798/

Aderenza alla dieta mediterranea e rischio di cancro ai polmoni: revisione sistematica e meta-analisi dose-risposta di studi osservazionali

Bahrami A. et al.

Nutr Rev. 2022 Feb 28;nuab117.

 

Aderenza alla dieta mediterranea e rischio di cancro ai polmoni: revisione sistematica e meta-analisi dose-risposta di studi osservazionali

Contesto:

La letteratura supporta il ruolo protettivo della dieta mediterranea (MD) nella prevenzione di alcuni tipi di cancro, come il cancro del colon-retto e del fegato. Il legame tra la MD e il cancro del polmone, tuttavia, non è ancora chiaro.

 

Obiettivo:

Lo scopo di questa revisione sistematica e meta-analisi era quello di indagare l’associazione tra il MD e il rischio di cancro ai polmoni.

 

Fonti di dati:

i database elettronici (PubMed, Scopus, Embase e Web of Science) sono stati cercati fino a maggio 2021.

 

Selezione dello studio:

sono stati inclusi studi caso-controllo e di coorte che riportano l’associazione tra assunzione di MD e rischio di cancro ai polmoni e con testi completi accessibili pubblicati in inglese. Sono stati esclusi articoli di revisione, studi di laboratorio e sugli animali, abstract, lettere all’editore e studi privi di dati sufficienti.

 

Estrazione dei dati:

il rapporto di rischio (RR) è stato estratto da studi idonei e la meta-analisi è stata eseguita per calcolare l’RR aggregato degli studi inclusi.

 

Risultati:

Nove studi (8 coorti, 1 caso-controllo) sono stati inclusi nella meta-analisi. L’elevata aderenza al MD è stata associata a una minore probabilità di cancro ai polmoni rispetto alla bassa aderenza (RR = 0,84; IC 95%, 0,77-0,91; I2 = 52%, eterogeneità P = 0,03). L’analisi dose-risposta ha mostrato che un incremento di 2 punti nell’aderenza alla MD era associato a un rischio inferiore del 6% di cancro ai polmoni (RR = 0,94; IC 95%, 0,91-0,96; non linearità P = 0,97). Le analisi dei sottogruppi hanno mostrato un’associazione protettiva tra aderenza alla MD e rischio di cancro ai polmoni tra gli ex fumatori (n = 3 studi) (RR = 0,81; IC 95%, 0,74-0,89), ma non è stata osservata alcuna associazione significativa per i non fumatori (n = 3 studi) (RR = 0,78; IC 95%, 0,29-2,07) o fumatori attuali (n = 3 studi) (RR = 0,82; IC 95%, 0,58-1,16). Inoltre, è stata osservata un’associazione inversa tra MD e cancro del polmone sia nei maschi (RR = 0,84; IC 95%, 0,74-0,96) che nelle femmine (RR = 0,87; IC 95%, 0,77-0,98).

 

Conclusioni:

L’elevata aderenza alla MD è associata a un minor rischio di cancro ai polmoni, specialmente negli ex fumatori.

 

 

Abstract

 

Adherence to the Mediterranean diet and the risk of lung cancer: a systematic review and dose-response meta-analysis of observational studies

Context:

The literature supports the protective role of the Mediterranean diet (MD) in the prevention of some types of cancer, such as colorectal and liver cancer. The link between the MD and lung cancer, however, is still unclear.

 

Objective:

The aim of this systematic review and meta-analysis was to investigate the association between the MD and risk of lung cancer.

 

Data sources:

Electronic databases (PubMed, Scopus, Embase, and Web of Science) were searched up to May 2021.

 

Study selection:

Case-control and cohort studies reporting the association between intake of the MD and risk of lung cancer and with accessible full texts published in English were included. Review articles, laboratory and animal studies, abstracts, letters to the editor, and studies lacking sufficient data were excluded.

 

Data extraction:

The risk ratio (RR) was extracted from eligible studies, and meta-analysis was performed to calculate the pooled RR of the included studies.

 

Results:

Nine studies (8 cohort, 1 case-control) were included in the meta-analysis. High adherence to the MD was associated with a lower likelihood of lung cancer compared with low adherence (RR = 0.84; 95%CI, 0.77-0.91; I2 = 52%, heterogeneity P = 0.03). Dose-response analysis showed that a 2-score increment in MD adherence was associated with a 6% lower risk of lung cancer (RR = 0.94; 95%CI, 0.91-0.96; nonlinearity P = 0.97). Subgroup analyses showed a protective association between MD adherence and risk of lung cancer among former smokers (n = 3 studies) (RR = 0.81; 95%CI, 0.74-0.89), but no significant association was observed for never smokers (n = 3 studies) (RR = 0.78; 95%CI, 0.29-2.07) or current smokers (n = 3 studies) (RR = 0.82; 95%CI, 0.58-1.16). In addition, an inverse association between the MD and lung cancer was observed in both males (RR = 0.84; 95%CI, 0.74-0.96) and females (RR = 0.87; 95%CI, 0.77-0.98).

 

Conclusions:

High adherence to the MD is associated with a lower risk of lung cancer, especially in former smokers.

 

Systematic review registration: PROSPERO registration no. CRD42019146460.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35224641/

Gestione della cachessia nel cancro della testa e del collo: una revisione sistematica dell’ambito

Mäkitie A.A. et al.

Review Adv Ther. 2022 Feb 27.

 

Gestione della cachessia nel cancro della testa e del collo: una revisione sistematica dell’ambito

Introduzione:

I pazienti con cancro della testa e del collo (HNC) di solito si trovano di fronte a cambiamenti funzionali dovuti alla malignità stessa o al suo trattamento. Questi fattori in genere influenzano importanti strutture coinvolte nel linguaggio, nella respirazione, nella masticazione, nella deglutizione e nella produzione di saliva.

Di conseguenza, l’assunzione di cibo sarà limitata, il che contribuisce ulteriormente alla perdita di peso corporeo e massa muscolare, anoressia, malnutrizione, affaticamento e anemia. Questa condizione multifattoriale può alla fine portare alla sindrome da cachessia del cancro. Questo studio mira ad esaminare il trattamento della cachessia nei pazienti con HNC.

 

Metodi:

è stato sistematicamente cercato in OvidMedline, PubMed, Scopus e Web of Science per articoli che esaminavano il trattamento della cachessia in HNC.

 

Risultati:

Sono stati trovati un totale di nove studi e questi interventi suggeriti includono approcci nutrizionali, farmacologici, terapeutici e multimodali.

L’intervento nutrizionale include componenti essenziali come la consulenza dietetica, gli integratori alimentari orali e il supporto nutrizionale medico. Gli interventi nutrizionali individualizzati includono orale, enterale (tubi di alimentazione, cioè gastrostomia endoscopica percutanea [PEG], sondino nasogastrico [NGT]) e nutrizione parenterale.

Gli interventi farmacologici mirano ad aumentare l’appetito e il peso dei pazienti cachettici.

L’esercizio terapeutico e l’aumento dell’attività fisica possono aiutare a migliorare la sintesi delle proteine muscolari, riducendo l’infiammazione e gli effetti catabolici della sindrome da cachessia.

 

Conclusione:

a causa della natura multifattoriale di questa sindrome, ci si aspetta che l’approccio di gestione dovrebbe essere multi-interventistico.

L’implementazione precoce di questi interventi può aiutare a migliorare la sopravvivenza e la qualità della salute e della vita dei pazienti con HNC cachettico.

 

 

Abstract

 

Managing Cachexia in Head and Neck Cancer: a Systematic Scoping Review

Introduction:

Patients with head and neck cancer (HNC) are usually confronted with functional changes due to the malignancy itself or its treatment. These factors typically affect important structures involved in speech, breathing, chewing, swallowing, and saliva production.

Consequently, the intake of food will be limited, which further contributes to loss of body weight and muscle mass, anorexia, malnutrition, fatigue, and anemia. This multifactorial condition can ultimately lead to cancer cachexia syndrome. This study aims to examine the treatment of cachexia in HNC patients.

 

Methods:

We systematically searched OvidMedline, PubMed, Scopus, and Web of Science for articles examining the treatment of cachexia in HNC.

 

Results:

A total of nine studies were found, and these suggested interventions including nutritional, pharmacologic, therapeutic exercise, and multimodal approaches.

The nutritional intervention includes essential components such as dietary counseling, oral nutritional supplements, and medical nutritional support. Individualized nutritional interventions include oral, enteral (feeding tubes i.e., percutaneous endoscopic gastrostomy [PEG], nasogastric tube [NGT]) and parenteral nutrition.

The pharmacologic interventions aim at increasing the appetite and weight of cachectic patients.

Therapeutic exercise and increased physical activity can help to enhance the synthesis of muscle protein, reducing inflammation and the catabolic effects of cachexia syndrome.

 

Conclusion:

Owing to the multifactorial nature of this syndrome, it is expected that the management approach should be multi-interventional.

Early implementation of these interventions may help to improve survival and quality of health and life of cachectic HNC patients.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35224702/

Minerali e cancro: panoramica del possibile valore diagnostico

Venturelli S. et al.

Review Cancers (Basel). 2022 Feb 28;14(5):1256.

 

Minerali e cancro: panoramica del possibile valore diagnostico

Il cancro è la seconda causa di morte in tutto il mondo e si prevede che aumenterà di un terzo nei prossimi due decenni, in parallelo con la crescente proporzione della popolazione anziana. Il trattamento e il controllo dell’incidenza del cancro è un problema globale.

Poiché non esiste un modo chiaro per prevenire o curare questa malignità mortale, i marcatori diagnostici, predittivi e prognostici per le malattie oncologiche sono di grande valore terapeutico.

Minerali e oligoelementi sono micronutrienti importanti per la normale funzione fisiologica dell’organismo. Sono abbondanti nelle fonti alimentari naturali e sono regolarmente inclusi negli integratori alimentari, mentre gli alimenti industriali altamente trasformati spesso ne contengono quantità ridotte o alterate.

 

Nella società moderna, l’assunzione giornaliera, i pool di immagazzinamento e l’omeostasi di questi micronutrienti dipendono da determinate abitudini alimentari e possono essere sbilanciati da tumori maligni. Il lavoro attuale riassume i dati su minerali e oligoelementi associati a stati di accumulo o deplezione anormali nei pazienti affetti da tumore e discute il loro valore come potenziali biomarcatori associati al tumore che potrebbero essere introdotti nella terapia del cancro.

 

 

Abstract

 

Minerals and Cancer: Overview of the Possible Diagnostic Value

Cancer is the second leading cause of death worldwide and is expected to increase by one-third over the next two decades, in parallel with the growing proportion of the elderly population. Treatment and control of cancer incidence is a global issue.

Since there is no clear way to prevent or cure this deadly malignancy, diagnostic, predictive, and prognostic markers for oncological diseases are of great therapeutic value.

Minerals and trace elements are important micronutrients for normal physiological function of the body. They are abundant in natural food sources and are regularly included in dietary supplements whereas highly processed industrial food often contains reduced or altered amounts of them.

 

In modern society, the daily intake, storage pools, and homeostasis of these micronutrients are dependent on certain dietary habits and can be thrown out of balance by malignancies. The current work summarizes the data on minerals and trace elements associated with abnormal accumulation or depletion states in tumor patients and discusses their value as potential tumor-associated biomarkers that could be introduced into cancer therapy.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35267564/

Le fibre alimentari e i probiotici influenzano il microbioma intestinale e la risposta immunoterapica al melanoma

Spencer N. C. et al.

Science. 2021 Dec 24;374(6575):1632-1640.

 

Le fibre alimentari e i probiotici influenzano il microbioma intestinale e la risposta immunoterapica al melanoma

I batteri intestinali modulano la risposta al trattamento del blocco del checkpoint immunitario (ICB) nel cancro, ma l’effetto della dieta e degli integratori su questa interazione non è ben studiato.

Sono stati valutati i profili del microbiota fecale, le abitudini alimentari e l’uso di integratori probiotici disponibili in commercio nei pazienti con melanoma e sono stati eseguiti studi preclinici paralleli.

Una maggiore quantità di fibre alimentari è associata a un significativo miglioramento della sopravvivenza libera da progressione in 128 pazienti con ICB, con il beneficio più pronunciato osservato nei pazienti con sufficiente assunzione di fibre alimentari e nessun uso di probiotici. I risultati sono stati ricapitolati in modelli preclinici, che hanno dimostrato una ridotta risposta al trattamento con terapia a base di morte cellulare anti-programmata 1 (anti-PD-1) in topi che ricevevano una dieta a basso contenuto di fibre o probiotici, con una minore frequenza di cellule T citotossiche interferone-γ-positive nel microambiente tumorale. Insieme, questi dati hanno implicazioni cliniche per i pazienti che ricevono ICB per il cancro.

 

 

Abstract

 

Dietary fiber and probiotics influence the gut microbiome and melanoma immunotherapy response

Gut bacteria modulate the response to immune checkpoint blockade (ICB) treatment in cancer, but the effect of diet and supplements on this interaction is not well studied.

We assessed fecal microbiota profiles, dietary habits, and commercially available probiotic supplement use in melanoma patients and performed parallel preclinical studies.

Higher dietary fiber was associated with significantly improved progression-free survival in 128 patients on ICB, with the most pronounced benefit observed in patients with sufficient dietary fiber intake and no probiotic use. Findings were recapitulated in preclinical models, which demonstrated impaired treatment response to anti–programmed cell death 1 (anti–PD-1)–based therapy in mice receiving a low-fiber diet or probiotics, with a lower frequency of interferon-γ–positive cytotoxic T cells in the tumor microenvironment. Together, these data have clinical implications for patients receiving ICB for cancer.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34941392/

Terapia multitarget del cancro con acidi grassi omega-3-un aggiornamento

Wei L., Wu Z., Chen Y.Q.

Review Cancer Lett. 2022 Feb 1;526:193-204.

 

Terapia multitarget del cancro con acidi grassi omega-3-un aggiornamento

Il basso consumo di acidi grassi polinsaturi ω3 nella dieta (PUFA) è stato associato ad un aumento dell’incidenza di tumori. Molti studi di base e clinici sono stati condotti negli ultimi decenni.

È stata precedentemente esaminata la terapia multi-target del cancro da parte degli acidi grassi omega-3 nel 2008 e dal momento che centinaia di nuovi studi clinici sono stati condotti per convalidare l’efficacia dei PUFA ω3 nella terapia del cancro.

A causa della disponibilità di una così grande quantità di dati di studi clinici, in questo aggiornamento vengono riassunti i dati clinici, risolti gli studi che mostrano risultati promettenti e discussi i potenziali meccanismi responsabili dei risultati clinici.

Sembra che ω3 PUFA colpisca principalmente i sintomi associati al cancro, vale a dire cachessia, infiammazione, neuropatia, complicanze post-operatorie e qualità della vita.

I meccanismi responsabili di questi effetti sono la possibile regolazione del turnover proteico del muscolo scheletrico, la risposta infiammatoria e la sopravvivenza delle cellule neuronali da parte di ω3 PUFA.

 

 

Abstract

 

Multi-targeted therapy of cancer by omega-3 fatty acids-an update

Low in dietary ω3 polyunsaturated fatty acid (PUFA) consumption has been associated with increased incidence of cancers. Many basic and clinical studies have been conducted over the last several decades.

We previously reviewed multi-targeted therapy of cancer by omega-3 fatty acids in 2008, and since hundreds of new clinical trials are being conducted to validate the effectiveness of ω3 PUFA in cancer therapy.

Because of the availability of such large amount of clinical trial data, in this update we summarize clinical data, sort out trials that show promising results, and discuss potential mechanism(s) responsible for the clinical outcomes.

It appears that ω3 PUFA mainly affects cancer-associated symptoms, namely cachexia, inflammation, neuropathy, post operative complications and quality of life.

Mechanisms responsible for these effects are possible regulation of skeletal muscle protein turnover, inflammatory response and neuron cell survive by ω3 PUFA.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34843864/

Relazione tra grassi e acidi grassi alimentari e rischio di cancro del colon-retto

Wan Y et al.

Eur J Nutr. 2022 Jan 20.

 

Relazione tra grassi e acidi grassi alimentari e rischio di cancro del colon-retto

Scopo:

Le prove epidemiologiche per specifici tipi e fonti di grassi alimentari e singoli acidi grassi con rischio di cancro del colon-retto (CRC) rimangono inconcludenti. Lo scopo era esaminare in modo completo le associazioni di assunzioni di tipi specifici (saturi, monoinsaturi, polinsaturi e trans) e fonti (animali, latticini e vegetali) di grassi alimentari e singoli acidi grassi con rischio di CRC.

 

Studio:

È stato seguito in prospettiva 65.550 donne del Nurses’ Health Study (1986-2014) e 45.684 uomini del Health Professionals Follow-up Study (1986-2014). L’assunzione dietetica è stata valutata ogni 4 anni utilizzando questionari di frequenza alimentare. I casi di CRC auto-segnalati sono stati confermati attraverso la revisione della cartella clinica. La regressione dei rischi proporzionali di Cox dipendente dal tempo è stata utilizzata per stimare gli hazard ratio (HR) per l’assunzione di grassi alimentari e acidi grassi e il rischio di CRC.

 

Risultati:

durante 2.705.560 anni-persona di follow-up, sono stati confermati 2726 casi di incidenza CRC. L’assunzione di grassi monoinsaturi tendeva ad essere positivamente associata al rischio di CRC (HR confrontando quintili estremi 1,22; IC 95% 1,01, 1,47; p = 0,06 per tendenza). Questa associazione positiva è stata principalmente guidata da acidi grassi monoinsaturi da fonti animali (MUFA-As) (HR confrontando quintili estremi 1,23; IC 95% 1,02, 1,49; p = 0,02 per tendenza). L’associazione positiva tra MUFA-As e CRC è stata attenuata dopo aggiustamento per il consumo di carne rossa e lavorata (HR confrontando quintili estremi 1,17; IC 95% 0,95, 1,44; p = 0,13 per tendenza). Non sono state trovate chiare associazioni tra altri tipi e fonti di grassi alimentari o singoli acidi grassi e rischio di CRC.

 

Conclusioni:

una maggiore assunzione di MUFA-As è stata associata a un rischio di CRC più elevato. Ciò potrebbe essere in parte spiegato dalla confusione dovuta ad altri componenti della carne rossa e lavorata.

 

 

Abstract

 

Dietary fat and fatty acids in relation to risk of colorectal cancer

Purpose:

Epidemiologic evidence for specific types and sources of dietary fat and individual fatty acid with colorectal cancer (CRC) risk remains inconclusive. We aimed to comprehensively examine the associations of intakes of specific types (saturated, monounsaturated, polyunsaturated, and trans) and sources (animal, dairy, and vegetable) of dietary fat and individual fatty acid with CRC risk.

 

Design:

We prospectively followed 65,550 women from the Nurses’ Health Study (1986-2014) and 45,684 men from the Health Professionals Follow-up Study (1986-2014). Dietary intake was assessed every 4 years using food frequency questionnaires. Self-reported CRC cases were confirmed through medical record review. Time-dependent Cox proportional hazards regression was used to estimate the hazard ratios (HRs) for intakes of dietary fats and fatty acids and CRC risk.

 

Results:

During 2,705,560 person-years of follow-up, 2726 incident CRC cases were confirmed. Intake of monounsaturated fat tended to be positively associated with the risk of CRC (HR comparing extreme quintiles 1.22; 95% CI 1.01, 1.47; p = 0.06 for trend). This positive association was mainly driven by monounsaturated fatty acids from animal sources (MUFA-As) (HR comparing extreme quintiles 1.23; 95% CI 1.02, 1.49; p = 0.02 for trend). The positive association between MUFA-As and CRC was attenuated after adjusting for red and processed meat consumption (HR comparing extreme quintiles 1.17; 95% CI 0.95, 1.44; p = 0.13 for trend). We did not find clear associations between other types and sources of dietary fat or individual fatty acid and CRC risk.

 

Conclusions:

Higher intake of MUFA-As was associated with higher CRC risk. This could be partly explained by confounding due to other components of red and processed meat.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35048194/

La dieta che imita il digiuno è sicura e rimodella il metabolismo e l’immunità antitumorale nei pazienti con cancro

Vernieri C. et al.

Cancer Discov. 2022 Jan;12(1):90-107.

 

La dieta che imita il digiuno è sicura e rimodella il metabolismo e l’immunità antitumorale nei pazienti con cancro

Nei topi portatori di tumore, il digiuno ciclico o le diete che imitano il digiuno (FMD) migliorano l’attività dei trattamenti antineoplastici modulando il metabolismo sistemico e aumentando l’immunità antitumorale.

È stato condotto uno studio clinico per studiare la sicurezza e gli effetti biologici dell’FMD ciclica, a cinque giorni in combinazione con terapie antitumorali standard. In 101 pazienti, l’FMD era sicura, fattibile e ha comportato una diminuzione consistente della glicemia e della concentrazione del fattore di crescita, ricapitolando così i cambiamenti metabolici che mediano gli effetti antitumorali del digiuno / FMD negli esperimenti preclinici. Analisi integrate di trascrittomia e fenotipizzazione profonda hanno rivelato che l’FMD rimodella profondamente l’immunità antitumorale inducendo la contrazione dei compartimenti mieloidi immunosoppressivi del sangue periferico e dei compartimenti delle cellule T-regolatorie, parallelamente a risposte intratumorali Th1 /citotossiche potenziate e un arricchimento di IFNγ e altre firme immunitarie associate a migliori esiti clinici nei pazienti con cancro.

I risultati pongono le basi per studi clinici di fase II / III volti a studiare l’efficacia antitumorale dell’FMD in combinazione con trattamenti antineoplastici standard.

RILEVANZA: L’FMD ciclica è ben tollerata e provoca notevoli cambiamenti metabolici sistemici in pazienti con diversi tipi di tumore e trattati con terapie antitumorali concomitanti. Inoltre, l’FMD rimodella l’immunità sistemica e intratumorale, attivando infine diversi programmi immunitari antitumorali. Sono necessari studi clinici di fase II/III per studiare l’attività/efficacia dell’FMD antitumorale.

 

 

Abstract

 

Fasting-Mimicking Diet Is Safe and Reshapes Metabolism and Antitumor Immunity in Patients with Cancer

In tumor-bearing mice, cyclic fasting or fasting-mimicking diets (FMD) enhance the activity of antineoplastic treatments by modulating systemic metabolism and boosting antitumor immunity.

Here we conducted a clinical trial to investigate the safety and biological effects of cyclic, five-day FMD in combination with standard antitumor therapies. In 101 patients, the FMD was safe, feasible, and resulted in a consistent decrease of blood glucose and growth factor concentration, thus recapitulating metabolic changes that mediate fasting/FMD anticancer effects in preclinical experiments. Integrated transcriptomic and deep-phenotyping analyses revealed that FMD profoundly reshapes anticancer immunity by inducing the contraction of peripheral blood immunosuppressive myeloid and regulatory T-cell compartments, paralleled by enhanced intratumor Th1/cytotoxic responses and an enrichment of IFNγ and other immune signatures associated with better clinical outcomes in patients with cancer.

Our findings lay the foundations for phase II/III clinical trials aimed at investigating FMD antitumor efficacy in combination with standard antineoplastic treatments.

SIGNIFICANCE: Cyclic FMD is well tolerated and causes remarkable systemic metabolic changes in patients with different tumor types and treated with concomitant antitumor therapies. In addition, the FMD reshapes systemic and intratumor immunity, finally activating several antitumor immune programs. Phase II/III clinical trials are needed to investigate FMD antitumor activity/efficacy.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34789537/

Probiotici, prebiotici e simbiotici: opzioni sicure per terapie di prossima generazione

Yadav M.K. et al.

Review Appl Microbiol Biotechnol. 2022 Jan 11;1-17.

 

Probiotici, prebiotici e simbiotici: opzioni sicure per terapie di prossima generazione

I probiotici sono stati considerati come un’alternativa economica e sicura per il trattamento di un gran numero di malattie croniche e il miglioramento della salute umana. Sono noti per modulare l’immunità dell’ospite e proteggere da diverse malattie infettive e non infettive. La colonizzazione, l’uccisione di agenti patogeni e l’induzione delle cellule ospiti sono alcuni degli importanti attributi probiotici che influenzano diverse funzioni dell’ospite.

Inoltre, i prebiotici e le sostanze alimentari non digeribili promuovono selettivamente la crescita dei probiotici e della salute umana attraverso l’arricchimento dei nutrienti e la modulazione del microbiota intestinale e del sistema immunitario.

Questa revisione evidenzia il ruolo dei probiotici e dei prebiotici da soli e in combinazione (simbiotici) nella modulazione del sistema immunitario, nel trattamento delle infezioni, nella gestione della malattia infiammatoria intestinale e nella terapia del cancro.

 

 

Abstract

 

Probiotics, prebiotics and synbiotics: Safe options for next-generation therapeutics

Probiotics have been considered as an economical and safe alternative for the treatment of a large number of chronic diseases and improvement of human health. They are known to modulate the host immunity and protect from several infectious and non-infectious diseases. The colonization, killing of pathogens and induction of host cells are few of the important probiotic attributes which affect several functions of the host.

In addition, prebiotics and non-digestible food substances selectively promote the growth of probiotics and human health through nutrient enrichment, and modulation of gut microbiota and immune system.

This review highlights the role of probiotics and prebiotics alone and in combination (synbiotics) in the modulation of immune system, treatment of infections, management of inflammatory bowel disease and cancer therapy.

KEY POINTS: • Probiotics and their derivatives against several human diseases. • Prebiotics feed probiotics and induce several functions in the host. • Discovery of novel and biosafe products needs attention for human health.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35015145/

Risotto funghi porcini ortiche e topinambur
Risotto funghi porcini, ortiche e topinambur

 

Chef Giorgio Bartolucci
Chef Giorgio Bartolucci
Ristorante Atelier Domodossola, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Bartolucci per realizzare il risotto funghi porcini, ortiche e topinambur, utile in caso di stipsi (o costipazione).

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 60 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • Riso carnaroli gr 280
  • Funghi Porcini interi piccoli gr 120
  • Ortiche novelle gr 200
  • Topinambur gr 120
  • Olio extravergine gr
  • Brodo vegetale l 1
  • Vino bianco q.b.
  • Sale, pepe e fior di sale q.b.

 

Procedimento

  1. Tagliare i funghi Porcini a fette da mezzo centimetro l’una e spadellarli a fuoco vivo con timo selvatico e un cucchiaio d’olio di oliva. Frullarli e setacciarli.
  2. Cuocere il Topinambur in forno sotto del sale grosso. Sbucciarlo e dopo averlo frullato setacciarlo.
  3. Sbollentare le Ortiche in acqua salata e saltarle con uno spicchio d’aglio e noce moscata. Frullarli e setacciarli.
  4. Tostare il riso con olio d’oliva, sfumare con il vino bianco, all’evaporazione cuocere con il brodo vegetale aggiungendolo di tanto in tanto, poco alla volta, a metà cottura dividere il risotto in tre parti uguali alle quali aggiungerete rispettivamente i funghi, le ortiche e il topinambur.
  5. Portare i tre risotti a cottura circa 15 minuti e mantecarli con dell’olio sale e pepe.

 

Impiattamento

Versare nei piatti il risotto dividendolo in varie parti con l’aiuto dei coppapasta e decorare a piacere con delle foglioline.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Questa ricetta prevede un bel risotto invernale che ci permette di utilizzare il topinambur. Quest’ultimo spesso viene considerato al pari di una patata, in realtà le sue caratteristiche nutrizionali sono ben diverse. In particolare, non rappresenta un’ottima fonte di carboidrati come la patata, ma presenta buone quantità di una particolare tipologia di fibra, l’inulina. Questo composto arriva inalterato nel colon, dove i microrganismi che vi abitano possono utilizzarlo come nutrimento. L’inulina agisce come prebiotico e aiuta a ridurre l’assorbimento da parte dell’intestino di grassi e zuccheri: in questo modo, l’inulina aiuta a proteggere la salute cardio metabolica da eccessi di glucosio e colesterolo nel sangue.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del risotto funghi porcini, ortiche e topinambur (stipsi o costipazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, funghi, ortiche, topinambur, vino, pepeolio EVO

Risotto funghi porcini ortiche e topinambur
Risotto funghi porcini, ortiche e topinambur

 

Chef Giorgio Bartolucci
Chef Giorgio Bartolucci
Ristorante Atelier Domodossola, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Bartolucci per realizzare il risotto funghi porcini, ortiche e topinambur, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 60 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • Riso carnaroli gr 280
  • Funghi Porcini interi piccoli gr 120
  • Ortiche novelle gr 200
  • Topinambur gr 120
  • Olio extravergine gr
  • Brodo vegetale l 1
  • Vino bianco q.b.
  • Sale, pepe e fior di sale q.b.

 

Procedimento

  1. Tagliare i funghi Porcini a fette da mezzo centimetro l’una e spadellarli a fuoco vivo con timo selvatico e un cucchiaio d’olio di oliva. Frullarli e setacciarli.
  2. Cuocere il Topinambur in forno sotto del sale grosso. Sbucciarlo e dopo averlo frullato setacciarlo.
  3. Sbollentare le Ortiche in acqua salata e saltarle con uno spicchio d’aglio e noce moscata. Frullarli e setacciarli.
  4. Tostare il riso con olio d’oliva, sfumare con il vino bianco, all’evaporazione cuocere con il brodo vegetale aggiungendolo di tanto in tanto, poco alla volta, a metà cottura dividere il risotto in tre parti uguali alle quali aggiungerete rispettivamente i funghi, le ortiche e il topinambur.
  5. Portare i tre risotti a cottura circa 15 minuti e mantecarli con dell’olio sale e pepe.

 

Impiattamento

Versare nei piatti il risotto dividendolo in varie parti con l’aiuto dei coppapasta e decorare a piacere con delle foglioline.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Questa ricetta prevede un bel risotto invernale che ci permette di utilizzare il topinambur. Quest’ultimo spesso viene considerato al pari di una patata, in realtà le sue caratteristiche nutrizionali sono ben diverse. In particolare, non rappresenta un’ottima fonte di carboidrati come la patata, ma presenta buone quantità di una particolare tipologia di fibra, l’inulina. Questo composto arriva inalterato nel colon, dove i microrganismi che vi abitano possono utilizzarlo come nutrimento. L’inulina agisce come prebiotico e aiuta a ridurre l’assorbimento da parte dell’intestino di grassi e zuccheri: in questo modo, l’inulina aiuta a proteggere la salute cardio metabolica da eccessi di glucosio e colesterolo nel sangue.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del risotto funghi porcini, ortiche e topinambur (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, funghi, ortiche, topinambur, vino, pepeolio EVO

Risotto funghi porcini ortiche e topinambur
Risotto funghi porcini, ortiche e topinambur

 

Chef Giorgio Bartolucci
Chef Giorgio Bartolucci
Ristorante Atelier Domodossola, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Bartolucci per realizzare il risotto funghi porcini, ortiche e topinambur, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 60 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • Riso carnaroli gr 280
  • Funghi Porcini interi piccoli gr 120
  • Ortiche novelle gr 200
  • Topinambur gr 120
  • Olio extravergine gr
  • Brodo vegetale l 1
  • Vino bianco q.b.
  • Sale, pepe e fior di sale q.b.

 

Procedimento

  1. Tagliare i funghi Porcini a fette da mezzo centimetro l’una e spadellarli a fuoco vivo con timo selvatico e un cucchiaio d’olio di oliva. Frullarli e setacciarli.
  2. Cuocere il Topinambur in forno sotto del sale grosso. Sbucciarlo e dopo averlo frullato setacciarlo.
  3. Sbollentare le Ortiche in acqua salata e saltarle con uno spicchio d’aglio e noce moscata. Frullarli e setacciarli.
  4. Tostare il riso con olio d’oliva, sfumare con il vino bianco, all’evaporazione cuocere con il brodo vegetale aggiungendolo di tanto in tanto, poco alla volta, a metà cottura dividere il risotto in tre parti uguali alle quali aggiungerete rispettivamente i funghi, le ortiche e il topinambur.
  5. Portare i tre risotti a cottura circa 15 minuti e mantecarli con dell’olio sale e pepe.

 

Impiattamento

Versare nei piatti il risotto dividendolo in varie parti con l’aiuto dei coppapasta e decorare a piacere con delle foglioline.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Questa ricetta prevede un bel risotto invernale che ci permette di utilizzare il topinambur. Quest’ultimo spesso viene considerato al pari di una patata, in realtà le sue caratteristiche nutrizionali sono ben diverse. In particolare, non rappresenta un’ottima fonte di carboidrati come la patata, ma presenta buone quantità di una particolare tipologia di fibra, l’inulina. Questo composto arriva inalterato nel colon, dove i microrganismi che vi abitano possono utilizzarlo come nutrimento. L’inulina agisce come prebiotico e aiuta a ridurre l’assorbimento da parte dell’intestino di grassi e zuccheri: in questo modo, l’inulina aiuta a proteggere la salute cardio metabolica da eccessi di glucosio e colesterolo nel sangue.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del risotto funghi porcini, ortiche e topinambur (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, funghi, ortiche, topinambur, vino, pepeolio EVO

Risotto funghi porcini ortiche e topinambur
Risotto funghi porcini, ortiche e topinambur

 

Chef Giorgio Bartolucci
Chef Giorgio Bartolucci
Ristorante Atelier Domodossola, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Bartolucci per realizzare il risotto funghi porcini, ortiche e topinambur.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 60 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • Riso carnaroli gr 280
  • Funghi Porcini interi piccoli gr 120
  • Ortiche novelle gr 200
  • Topinambur gr 120
  • Olio extravergine gr
  • Brodo vegetale l 1
  • Vino bianco q.b.
  • Sale, pepe e fior di sale q.b.

 

Procedimento

  1. Tagliare i funghi Porcini a fette da mezzo centimetro l’una e spadellarli a fuoco vivo con timo selvatico e un cucchiaio d’olio di oliva. Frullarli e setacciarli.
  2. Cuocere il Topinambur in forno sotto del sale grosso. Sbucciarlo e dopo averlo frullato setacciarlo.
  3. Sbollentare le Ortiche in acqua salata e saltarle con uno spicchio d’aglio e noce moscata. Frullarli e setacciarli.
  4. Tostare il riso con olio d’oliva, sfumare con il vino bianco, all’evaporazione cuocere con il brodo vegetale aggiungendolo di tanto in tanto, poco alla volta, a metà cottura dividere il risotto in tre parti uguali alle quali aggiungerete rispettivamente i funghi, le ortiche e il topinambur.
  5. Portare i tre risotti a cottura circa 15 minuti e mantecarli con dell’olio sale e pepe.

 

Impiattamento

Versare nei piatti il risotto dividendolo in varie parti con l’aiuto dei coppapasta e decorare a piacere con delle foglioline.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Questa ricetta prevede un bel risotto invernale che ci permette di utilizzare il topinambur. Quest’ultimo spesso viene considerato al pari di una patata, in realtà le sue caratteristiche nutrizionali sono ben diverse. In particolare, non rappresenta un’ottima fonte di carboidrati come la patata, ma presenta buone quantità di una particolare tipologia di fibra, l’inulina. Questo composto arriva inalterato nel colon, dove i microrganismi che vi abitano possono utilizzarlo come nutrimento. L’inulina agisce come prebiotico e aiuta a ridurre l’assorbimento da parte dell’intestino di grassi e zuccheri: in questo modo, l’inulina aiuta a proteggere la salute cardio metabolica da eccessi di glucosio e colesterolo nel sangue.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del risotto funghi porcini, ortiche e topinambur

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, funghi, ortiche, topinambur, vino, pepeolio EVO

dentice a pesca
Dentice a pesca

 

Chef Pietro D'Agostino
Chef Pietro D’Agostino Ristorante La Capinera Taormina, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef D’Agostino per realizzare il dentice a pesca, utile per contrastare la perdita di peso.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr. dentice ‘’ filetto pulito ‘’
  • 3 melanzane violetta
  • 2 peperone misto colore
  • 1 zucchina verde
  • 1 costa sedano verde
  • 10 gr capperi
  • 20 gr olive verdi
  • 10 gr pinoli
  • 20 gr pomodorini datterini
  • 1 cipolla rossa
  • 2 dl aceto rosso
  • 100 gr zucchero
  • 1 cucchiaio miele di carrubo o castagno
  • 5 gr zenzero per sushi
  • qualche foglia di basilico e menta
  • sale e pepe qb.
  • olio EVO q.b.
  • fiori eduli 1 conf. ‘
  • nero di seppia 5 gr.
  • 3 patate
  • polvere di zafferano1 bustina 

 

Procedimento

  1. Filettate il pesce in 4 tranci, condite con olio e sale e fate cuocere a forno basso (60C) per 20 minuti.
  2. Lavate bene le verdure, pulite e tagliate a cubetti di 1.5 cm,
  3. mettete tutte le verdure in una teglia da forno, condite con sale, pepe, basilico e menta e lasciate cuocere a 200C per 20 minuti,
  4. aggiungete zucchero, aceto e zenzero e finite di cuocere per altri 5 minuti, aggiungere lo zafferano e mescolate bene.
  5. Servite il pesce adagiato su un letto di verdure, decorate con fiori eduli e servite ben caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Noto tra i gourmet per le sue eccellenti caratteristiche organolettiche e gustative, il dentice si presta a molti tipi di preparazione. È un pesce povero di grassi saturi e ricco di omega 3, considerati amici della salute di cuore e arterie, quindi si presenta come un ottimo alleato per la salute cardiovascolare. A livello di sali minerali, il dentice è ricco in potassio, fondamentale per regolare il contenuto ed il flusso di acqua dentro e fuori dalle cellule e necessario al corretto funzionamento del cuore, dei muscoli e del sistema nervoso.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del dentice a pesca (perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su dentice, melanzane, peperone, zucchina, sedano, capperi, olive, pinoli, pomodorini, cipolla, aceto, zucchero, miele, zenzero, basilico, menta, pepe, olio EVO, patate, zafferano, nero di seppia

dentice a pesca
Dentice a pesca

 

Chef Pietro D'Agostino
Chef Pietro D’Agostino Ristorante La Capinera Taormina, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef D’Agostino per realizzare il dentice a pesca, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr. dentice ‘’ filetto pulito ‘’
  • 3 melanzane violetta
  • 2 peperone misto colore
  • 1 zucchina verde
  • 1 costa sedano verde
  • 10 gr capperi
  • 20 gr olive verdi
  • 10 gr pinoli
  • 20 gr pomodorini datterini
  • 1 cipolla rossa
  • 2 dl aceto rosso
  • 100 gr zucchero
  • 1 cucchiaio miele di carrubo o castagno
  • 5 gr zenzero per sushi
  • qualche foglia di basilico e menta
  • sale e pepe qb.
  • olio EVO q.b.
  • fiori eduli 1 conf. ‘
  • nero di seppia 5 gr.
  • 3 patate
  • polvere di zafferano1 bustina 

 

Procedimento

  1. Filettate il pesce in 4 tranci, condite con olio e sale e fate cuocere a forno basso (60C) per 20 minuti.
  2. Lavate bene le verdure, pulite e tagliate a cubetti di 1.5 cm,
  3. mettete tutte le verdure in una teglia da forno, condite con sale, pepe, basilico e menta e lasciate cuocere a 200C per 20 minuti,
  4. aggiungete zucchero, aceto e zenzero e finite di cuocere per altri 5 minuti, aggiungere lo zafferano e mescolate bene.
  5. Servite il pesce adagiato su un letto di verdure, decorate con fiori eduli e servite ben caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Noto tra i gourmet per le sue eccellenti caratteristiche organolettiche e gustative, il dentice si presta a molti tipi di preparazione. È un pesce povero di grassi saturi e ricco di omega 3, considerati amici della salute di cuore e arterie, quindi si presenta come un ottimo alleato per la salute cardiovascolare. A livello di sali minerali, il dentice è ricco in potassio, fondamentale per regolare il contenuto ed il flusso di acqua dentro e fuori dalle cellule e necessario al corretto funzionamento del cuore, dei muscoli e del sistema nervoso.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del dentice a pesca (anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su dentice, melanzane, peperone, zucchina, sedano, capperi, olive, pinoli, pomodorini, cipolla, aceto, zucchero, miele, zenzero, basilico, menta, pepe, olio EVO, patate, zafferano, nero di seppia

dentice a pesca
Dentice a pesca

 

Chef Pietro D'Agostino
Chef Pietro D’Agostino Ristorante La Capinera Taormina, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef D’Agostino per realizzare il dentice a pesca, utile in caso di fatigue.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr. dentice ‘’ filetto pulito ‘’
  • 3 melanzane violetta
  • 2 peperone misto colore
  • 1 zucchina verde
  • 1 costa sedano verde
  • 10 gr capperi
  • 20 gr olive verdi
  • 10 gr pinoli
  • 20 gr pomodorini datterini
  • 1 cipolla rossa
  • 2 dl aceto rosso
  • 100 gr zucchero
  • 1 cucchiaio miele di carrubo o castagno
  • 5 gr zenzero per sushi
  • qualche foglia di basilico e menta
  • sale e pepe qb.
  • olio EVO q.b.
  • fiori eduli 1 conf. ‘
  • nero di seppia 5 gr.
  • 3 patate
  • polvere di zafferano1 bustina 

 

Procedimento

  1. Filettate il pesce in 4 tranci, condite con olio e sale e fate cuocere a forno basso (60C) per 20 minuti.
  2. Lavate bene le verdure, pulite e tagliate a cubetti di 1.5 cm,
  3. mettete tutte le verdure in una teglia da forno, condite con sale, pepe, basilico e menta e lasciate cuocere a 200C per 20 minuti,
  4. aggiungete zucchero, aceto e zenzero e finite di cuocere per altri 5 minuti, aggiungere lo zafferano e mescolate bene.
  5. Servite il pesce adagiato su un letto di verdure, decorate con fiori eduli e servite ben caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Noto tra i gourmet per le sue eccellenti caratteristiche organolettiche e gustative, il dentice si presta a molti tipi di preparazione. È un pesce povero di grassi saturi e ricco di omega 3, considerati amici della salute di cuore e arterie, quindi si presenta come un ottimo alleato per la salute cardiovascolare. A livello di sali minerali, il dentice è ricco in potassio, fondamentale per regolare il contenuto ed il flusso di acqua dentro e fuori dalle cellule e necessario al corretto funzionamento del cuore, dei muscoli e del sistema nervoso.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del dentice a pesca (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su dentice, melanzane, peperone, zucchina, sedano, capperi, olive, pinoli, pomodorini, cipolla, aceto, zucchero, miele, zenzero, basilico, menta, pepe, olio EVO, patate, zafferano, nero di seppia

dentice a pesca
Dentice a pesca

 

Chef Pietro D'Agostino
Chef Pietro D’Agostino Ristorante La Capinera Taormina, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef D’Agostino per realizzare il dentice a pesca, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr. dentice ‘’ filetto pulito ‘’
  • 3 melanzane violetta
  • 2 peperone misto colore
  • 1 zucchina verde
  • 1 costa sedano verde
  • 10 gr capperi
  • 20 gr olive verdi
  • 10 gr pinoli
  • 20 gr pomodorini datterini
  • 1 cipolla rossa
  • 2 dl aceto rosso
  • 100 gr zucchero
  • 1 cucchiaio miele di carrubo o castagno
  • 5 gr zenzero per sushi
  • qualche foglia di basilico e menta
  • sale e pepe qb.
  • olio EVO q.b.
  • fiori eduli 1 conf. ‘
  • nero di seppia 5 gr.
  • 3 patate
  • polvere di zafferano1 bustina 

 

Procedimento

  1. Filettate il pesce in 4 tranci, condite con olio e sale e fate cuocere a forno basso (60C) per 20 minuti.
  2. Lavate bene le verdure, pulite e tagliate a cubetti di 1.5 cm,
  3. mettete tutte le verdure in una teglia da forno, condite con sale, pepe, basilico e menta e lasciate cuocere a 200C per 20 minuti,
  4. aggiungete zucchero, aceto e zenzero e finite di cuocere per altri 5 minuti, aggiungere lo zafferano e mescolate bene.
  5. Servite il pesce adagiato su un letto di verdure, decorate con fiori eduli e servite ben caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Noto tra i gourmet per le sue eccellenti caratteristiche organolettiche e gustative, il dentice si presta a molti tipi di preparazione. È un pesce povero di grassi saturi e ricco di omega 3, considerati amici della salute di cuore e arterie, quindi si presenta come un ottimo alleato per la salute cardiovascolare. A livello di sali minerali, il dentice è ricco in potassio, fondamentale per regolare il contenuto ed il flusso di acqua dentro e fuori dalle cellule e necessario al corretto funzionamento del cuore, dei muscoli e del sistema nervoso.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del dentice a pesca (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su dentice, melanzane, peperone, zucchina, sedano, capperi, olive, pinoli, pomodorini, cipolla, aceto, zucchero, miele, zenzero, basilico, menta, pepe, olio EVO, patate, zafferano, nero di seppia

dentice a pesca
Dentice a pesca

 

Chef Pietro D'Agostino
Chef Pietro D’Agostino Ristorante La Capinera Taormina, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef D’Agostino per realizzare il dentice a pesca.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr. dentice ‘’ filetto pulito ‘’
  • 3 melanzane violetta
  • 2 peperone misto colore
  • 1 zucchina verde
  • 1 costa sedano verde
  • 10 gr capperi
  • 20 gr olive verdi
  • 10 gr pinoli
  • 20 gr pomodorini datterini
  • 1 cipolla rossa
  • 2 dl aceto rosso
  • 100 gr zucchero
  • 1 cucchiaio miele di carrubo o castagno
  • 5 gr zenzero per sushi
  • qualche foglia di basilico e menta
  • sale e pepe qb.
  • olio EVO q.b.
  • fiori eduli 1 conf. ‘
  • nero di seppia 5 gr.
  • 3 patate
  • polvere di zafferano1 bustina 

 

Procedimento

  1. Filettate il pesce in 4 tranci, condite con olio e sale e fate cuocere a forno basso (60C) per 20 minuti.
  2. Lavate bene le verdure, pulite e tagliate a cubetti di 1.5 cm,
  3. mettete tutte le verdure in una teglia da forno, condite con sale, pepe, basilico e menta e lasciate cuocere a 200C per 20 minuti,
  4. aggiungete zucchero, aceto e zenzero e finite di cuocere per altri 5 minuti, aggiungere lo zafferano e mescolate bene.
  5. Servite il pesce adagiato su un letto di verdure, decorate con fiori eduli e servite ben caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Noto tra i gourmet per le sue eccellenti caratteristiche organolettiche e gustative, il dentice si presta a molti tipi di preparazione. È un pesce povero di grassi saturi e ricco di omega 3, considerati amici della salute di cuore e arterie, quindi si presenta come un ottimo alleato per la salute cardiovascolare. A livello di sali minerali, il dentice è ricco in potassio, fondamentale per regolare il contenuto ed il flusso di acqua dentro e fuori dalle cellule e necessario al corretto funzionamento del cuore, dei muscoli e del sistema nervoso.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del dentice a pesca

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su dentice, melanzane, peperone, zucchina, sedano, capperi, olive, pinoli, pomodorini, cipolla, aceto, zucchero, miele, zenzero, basilico, menta, pepe, olio EVO, patate, zafferano, nero di seppia

crema di piselli e zucchine con farro
Crema di piselli e zucchine con farro

 

La ricetta della crema di piselli e zucchine con farro, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Piatto unico

 

Tempo di preparazione

40 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr di farro perlato
  • 400 gr di Brodo vegetale
  • 500 gr di piselli freschi o surgelati
  • 500 gr di zucchine
  • 1 cipolla
  • 3 cucchiai di Olio Extra Vergine di Oliva
  • sale q.b.
  • pepe q.b.

 

Preparazione

  1. Preparare il brodo vegetale
  2. Affettare la cipolla e farla appassire in padella con l’olio a fuoco basso.
  3. Unire i piselli, salare, pepare e mescolare il tutto cuocendo per 5 minuti.
  4. Lavare e tagliare a rondelle le zucchine
  5. Unire in padella ai piselli e coprite con 350 gr di brodo vegetale.
  6. Continuare la cottura per circa 15-20 minuti.
  7. Intanto cuocere a parte il farro in acqua bollente per il tempo indicato sulla confezione.
  8. Spegnere il fuoco della padella e frullare tutto con un mixer ad immersione aggiungendo gradualmente il brodo vegetale rimasto fino al raggiungimento di una consistenza liscia e cremosa.
  9. Setacciare la crema con un colino per renderla più cremosa.
  10. Terminata la cottura, scolare bene il farro
  11. Impiattare la crema ed aggiungere il farro bollito.
  12. Ultimare con un filo d’olio a crudo.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema di piselli e zucchine con farro (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su farro perlato, piselli, zucchine, cipolla, olio EVO, pepe

Zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi
Zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi

 

La ricetta per realizzare la zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Antipasto/secondo piatto leggero

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 600 gr di melone
  • 400 gr di ricotta di pecora
  • Farina di pistacchi non salati (in alternativa: farina di mandorle)
  • Menta fresca q.b.

 

Preparazione

  1. Pulire il melone e frullarlo con qualche foglia di menta fresca.
  2. Emulsionare la ricotta con due cucchiai di farina di pistacchi ed ottenere delle praline.
  3. Passare le praline di ricotta nella farina di pistacchi fino a ricoprirle totalmente all’esterno.
  4. Versare la crema di melone in patti fondi o coppette e adagiare sopra le praline di ricotta.
  5. Servire freddo.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi (utile in caso di rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su melone, ricotta di pecora, pistacchi, mandorle, menta

Orzotto mantecato con cicoria e limone
Orzotto mantecato con cicoria e limone

 

la ricetta per realizzare l’orzotto mantecato con cicoria e limone, utile in caso di aumentato rischio di infezioni.

 

Primo piatto

 

Tempo di preparazione

25 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr di orzo perlato
  • 500 gr di cicoria
  • 2 limoni
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • Brodo vegetale q.b.
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Preparare il brodo vegetale.
  2. Tostare l’orzo a modo di risotto in una casseruola con l’olio e l’aglio intero.
  3. Aggiungere il vino bianco, lasciare evaporare e unire il brodo vegetale bollente un po’ alla volta, continuando a cuocere.
  4. Cuocere a parte la cicoria in acqua bollente.
  5. Frullare la cicoria con poca acqua utilizzando un frullatore ad immersione.
  6. Quando l’orzo sarà cotto, unire la cicoria frullata.
  7. Fuori dal fuoco mantecare con olio.
  8. Distribuire nei piatti e ultimare la scorza di limone grattugiata a julienne.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’orzotto mantecato con cicoria e limone (rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su orzo perlato, cicoria, limone, aglio, vino bianco, olio EVO

vellutata di zucca con crostini integrali
Vellutata di zucca con crostini integrali

 

La ricetta per realizzare la vellutata di zucca con crostini integrali, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Antipasto/primo piatto leggero

 

Tempo di preparazione

45 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 400 gr di zucca
  • 2 coste di sedano
  • 1 pizzico di noce moscata
  • 100 g di crostini di pane integrale tostato
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • sale q.b.

 

Preparazione

  1. Sbucciare la zucca e tagliarla a tocchetti.
  2. Mettere la zucca in una casseruola, far insaporire con un goccio d’olio e coprire con acqua e portare ad ebollizione.
  3. Insaporire con la noce moscata e cuocere per 30 minuti circa.
  4. Intanto tagliare il pane integrale a quadratini e tostare in forno.
  5. Terminata la cottura della zucca, frullare con un mixer.
  6. Impiattare e ultimare con i crostini di pane tostato, l’olio e un pizzico di sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della vellutata di zucca con crostini integrali (utile in caso di rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su zucca, sedano, noce moscata, pane integrale, olio EVO

filetto di merluzzo in crosta di patate e zucchine
Filetti di merluzzo in crosta di patate e zucchine

 

La ricetta per realizzare i filetti di merluzzo in crosta di patate e zucchine, utile in caso di rischio infezioni.

 

Piatto unico

 

Tempo di preparazione

40 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 filetti di merluzzo da 150 gr l’uno
  • 400 gr di patate
  • 400 gr di zucchine
  • 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiai di prezzemolo tritato
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Sbucciare e lavare accuratamente le verdure.
  2. Tagliarle a pezzi e cuocerle al vapore fino a renderle tenere.
  3. Una volta cotte, schiacciare le verdure con una forchetta fino ad ottenere un purè senza grumi.
  4. Mettere il purè in una pentola e unire l’olio e il sale, se necessario un po’ d’acqua, amalgamando tutti gli ingredienti con una frusta.
  5. Adagiare i filetti di merluzzo in una teglia da forno, spennellarli con poco olio e distribuirvi sopra il purè di patate e zucchine e il prezzemolo tritato.
  6. Cuocere in forno a 180° per circa 15-20 minuti e fino a quando non si sarà formata una crosticina dorata.
  7. Servire ben caldo.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei filetti di merluzzo in crosta di patate e zucchine (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su filetto di merluzzo, patate, zucchine, olio EVO, prezzemolo

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane, utile per contrastare l’aumentato rischio di infezioni.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare. Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino. Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane (rischio infezioni)

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

Cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca
Cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca

 

Chef Gianpiero Cravero
Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dei cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca, utili in caso di rischio di infezioni.

 

Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 40’

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30′

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

 

Ingredienti (per 4 persone)

Per la Sfoglia:

  • 200 gr farina bianca
  • 50 gr farina di grano saraceno
  • 4 uova intere
  • un pizzico di sale
  • un cucchiaio di olio d’oliva

 

Per il ripieno:

  • Mezza verza di medie dimensioni
  • 10 castagne cotte a vapore (si trovano facilmente in commercio)
  • mezza cipolla tritata finemente
  • due foglie di alloro
  • 4 fette di pan carrè
  • mezzo bicchiere di latte
  • 4 tuorli
  • 2 cucchiai di Grana grattato
  • un pizzico di sale

 

Per la crema di zucca:

  • 500 gr di zucca
  • un cucchiaio di cipolla tritata
  • un rametto di rosmarino
  • due cucchiai di olio d’oliva
  • sale qb

 

 

Procedimento

  1. Per la sfoglia unire tutti gli ingredienti, impastate bene, lasciar riposare 20 minuti.
  2. Mentre la sfoglia riposa, tagliare la verza a strisce sottili, lessarle per una decina di minuti in acqua bollente e scolare.
  3. Fare un soffritto con olio, alloro e cipolla, appena dorato aggiungere le castagne sbriciolate. Cuocere un paio di minuti, aggiungere la verza e cuocere altri 5 minuti a fuoco lento. Trasferire il tutto in una ciotola, aggiungere il pan carrè ammollato nel latte e ben strizzato, il grana, i tuorli. Sbattere bene e regolare di sale se necessario.
  4. Per la crema di zucca: fare un soffritto con olio, cipolla e rosmarino, aggiungere la zucca tagliata a dadi, bagnare con acqua, aggiungere il sale e portare a cottura.
  5. Quando ben cotta frullare il tutto al minipimer.
  6. Tirare la sfoglia (con la macchina per pasta) abbastanza sottile, tagliare dei quadrotti (12×12) circa e lessarli in acqua leggermente salata. Scolarli.
  7. Farcire i quadrati di sfoglia con il composto verza/castagne, arrotolarli a mò di cannelloni, posarli su una taglia, pennellarli con abbondante burro fuso, cospargere di grana grattugiato e passarli in forno a 180° fino ad ottenere una bella gratinatura.

 

Impiattamento: versare in piatto fondo la crema di zucca, adagiarvi i cannelloni gratinati e servire subito.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: In questa ricetta abbiamo un’esplosione di alimenti autunnali. La zucca è ricca di beta-carotene, il principale precursore della vitamina A preziosa per la vista, la pelle e le ossa. La verza è fonte di vitamina C e folati, mentre le castagne sono ricche di amido e fibre. Questi cannelloni rappresentano perciò un alimento completo ed appetibile anche durante periodi intensi di terapia.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su grano saraceno, uova, olio EVO, verza, castagne, cipolla, alloro, pane, latte, grana, zucca, rosmarino

chips di verdura al forno
Chips di verdura al forno

 

la ricetta per realizzare la chips di verdura al forno, utile per contrastare il rischio di infezioni.

 

Spuntino/contorno

 

Tempo di preparazione

50 minuti circa

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 500 gr di topinambur o patate
  • 2 barbabietole
  • 5 carote
  • Rosmarino fresco q.b.
  • Erba cipollina q.b.
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Pelare le verdure e lavarle accuratamente.
  2. Affettarle in modo sottile con un coltello o con una mandolina.
  3. Dividere le verdure in tre ciotole separate e unire un giro d’olio.
  4. Aggiungere alle barbabietole un pizzico di sale.
  5. Unire al topinambur il rosmarino tritato.
  6. Unire alle carote l’erba cipollina.
  7. Disporre le verdure senza sovrapporle in una teglia ricoperta di carta da forno.
  8. Infornare a 150° in forno ventilato preriscaldato.
  9. Se necessario dopo circa 20 minuti girare le fettine di verdure.
  10. Continuare a cuocere fino a quando non saranno dorate e croccanti.
  11. Far raffreddare leggermente prima di servire.

 

Le chips di verdura possono essere consumate come contorno di un pasto oppure come snack. O ancora come guarnizione di primi o secondi piatti, aggiungeranno croccantezza e gusto!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle chips di verdura al forno (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su patate, barbabietole, carote, rosmarino, erba cipollina, olio EVO

Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate

 

Chef Deborah Corsi
Chef Deborah Corsi Ristorante La Perla del Mare, membro di JRE

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Corsi per realizzare le tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura:  30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

Preparazione hummus:

  • 300g fagioli cannellini cotti
  • 80g semi di girasole (ammollati per 2 ore in acqua fredda)
  • 30g olio EVO
  • il succo di mezzo limone piccolo
  • 1 spicchio aglio
  • prezzemolo tritato un cucchiaio
  • sale qb

 

Preparazione piatto:

  • 12 alici fresche grandi (tolta la testa e la lisca, aperte a libro, lavate, asciugate leggermente salate e dopo 5 minuti di nuovo asciugate)
  • un peperone rosso ben squadrato
  • 1 peperone giallo ben squadrato
  • 1 peperone verde ben squadrato
  • 4 prugne secche denocciolate
  • aceto di mele qb
  • sale qb
  • olio EVO qb
  • paprika dolce 1 cucchiaino (per spolverare)

 

Procedimento

Per l’hummus:

  1. Scolare i semi di girasole e cuocerli in abbondante acqua fino a molto teneri.
  2. Scolarli e mixarli con l’acqua di cottura dei cannellini e l’aglio finemente affettato ottenendo una crema.
  3. Aggiungere i fagioli cannellini e il succo di limone.
  4. Mixare ancora fino a crema non troppo densa, eventualmente aggiungendo acqua di cottura.
  5. Inserire l’olio Evo e omogeneizzare, poi il prezzemolo aggiustando di sale.
  6. Tenere tiepido.

 

Preparazione del piatto:

  1. Tagliare le prugne secche ognuna in sei pezzi e inserirle tutte in un sacchetto sottovuoto con 4 cucchiai di aceto di mele.
  2. Chiudere il sacchetto e riaprirlo dopo 20 minuti scolando i pezzetti delle prugne.
  3. Cuocere i peperoni interi in forno a 180 gradi. Dopo circa 25/30 minuti (la pelle inizia a gonfiare) metterli in un recipiente con un coperchio sopra e far intiepidire.
  4. Sbucciare i peperoni e ricavare la polpa intera più possibile. Ritagliare la polpa seguendo il contorno delle alici aperte. Quattro per ogni colore.
  5. Al momento del servizio tostare leggermente in padella antiaderente le alici spennellate di olio EVO da ambo i lati.
  6. Distribuire uniformemente sul fondo di ogni piatto l’hummus, mettere le alici sopra i peperoni sagomati (con una goccia di aceto di mele sopra ogni alice).
  7. Disporre i tre colori di peperoni con le alici sopra l’hummus e i pezzetti di prugne intorno.
  8. Cospargere con una spolverata di paprika e un giro di olio EVO.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

Questa ricetta vede come protagonista le alici che rientrano nella classe dei pesci “magri” in quanto presentano un contenuto lipidico inferiore al 3%. I lipidi dei pesci contengono una buona quantità di acidi grassi insaturi che vanno incontro facilmente ad alterazioni, rendendo il pesce facilmente deperibile. Maggior fonte dei lipidi è rappresentato da trigliceridi (l’olio di pesce) e possono contenere acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA), due acidi grassi polinsaturi della classe ω-3.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate (utile in caso di rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli, semi di girasole, olio EVO, limone, aglio, prezzemolo, alici, peperone, prugne secche, aceto di mele, paprica

Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dei burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle, utile in caso di rischio infezioni

 

Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 30’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 20‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 200 g di Barbabietola rossa cotta
  • 200 g di Fagioli rossi cotti
  • 3 Mandorle
  • Pangrattato q.b.
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Preriscaldate il forno a 180°;
  2. Tritare finemente la barbabietola, i fagioli e le mandorle con un coltello;
  3. Aggiungere il pangrattato;
  4. Impastare con le mani per compattare l’impasto;
  5. Bagnate le mani e formate i burgher, con una forchetta fate i tipici segni degli hamburger;
  6. Disponeteli sulla placca del forno rivestita di carta da forno e ungeteli leggermente;
  7. infornateli per 20 minuti a 180° nel forno già caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue, stipsi e costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: quest’alternativa vegetale di burger fatti in casa è un buon piatto unico contenente cereali e legumi, completo di tutti gli aminoacidi essenziali. Ideale per chi non è abituato a consumare i legumi o per chi soffre di gonfiore intestinale. I legumi spezzati, infatti, sono privati dello strato esterno responsabile del gonfiore e dei fastidi intestinali che alcuni possono riscontrare. In caso di perdita dell’appetito, questa ricetta può risultare molto appetibile e un valido spuntino in caso di necessità. In caso di anemia, si consiglia di aggiungere all’impasto succo di limone al fine di incrementare la biodisponibilità del ferro non eme contenuto nei fagioli.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su barbabietola, fagioli, mandorle, pane, olio EVO

piccoli strudel di verdure invernali all'olio, zafferano e peperoncino
Piccoli Strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare i piccoli strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 1 h

Difficoltà: Media

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 45 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • un Rotolo di pasta brisè
  • una Cimetta di Cavolfiore
  • una Cimetta di Broccolo
  • 1 Patata piccola
  • una Fettina piccola di Zucca
  • Porro q.b.
  • 1 Peperoncino
  • una bustina di Zafferano
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Pulire e lavare tutte la verdura, in una padella mettere l’olio evo, il porro a rondelle, il peperoncino, lo zafferano e 3 cucchiai di acqua, mescolare;
  2. Tagliare la patata a cubetti e così anche la zucca e metterla nella padella con il condimento;
  3. Aggiungere dopo 5 minuti le cime del broccolo e del cavolfiore, cuocere per 10 minuti.
  4. Lasciare intiepidire;
  5. Accendere il forno, stendere con un matterello la pasta brisè dello spessore di qualche millimetro e ricavarne dei rettangoli di 20 cm per 10;
  6. Disporre al centro di ogni rettangolo le verdure cotte e arrotolare su sé stessa la pasta;
  7. Disporre gli strudel su una placca da forno e spennellarli con dell’olio;
  8. Cuocerli per 45 minuti a 170°.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica (valutare la tolleranza in casi di meteorismo), rischio di infezioni.

 

FBO per te: da consumare come pasto principale o come spezza- fame, questi strudel possono essere utilizzati per aumentare le calorie della giornata in caso di perdita di appetito. Presentano un buon contenuto di fibra mentre zafferano e peperoncino aiutano a ridurre l’utilizzo di sale rendendo comunque saporito il piatto.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei piccoli strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino (utile in caso di rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su cavolfiore, broccolo, patata, zucca, porro, peperoncino, zafferano, olio EVO

crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 2 Mele
  • Grani di mirtilli e mandorle (si trovano diverse combinazioni in commercio di questo prodotto)
  • 1 Arancia
  • 5 g di Miele

 

Procedimento

  1. Sbucciare e tagliare le mele a pezzi, cuocerle al forno per 10 minuti;
  2. Ridurre le mele in purea con l’aiuto di una forchetta o con il mixer ad immersione;
  3. Profumarle con l’arancia grattugiata e dolcificare con un cucchiaino di miele;
  4. Aggiungere i grani di mirtilli e le mandorle, mescolare.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, gonfiore addominale, disfagia, fatigue, nausea, gonfiore addominale, stomatite, rischio di infezioni.

 

FBO per te: le mele sono le protagoniste di questo spuntino, utile in caso di perdita di appetito e nausea. La presenza dell’arancia è ulteriormente utile in caso di alterazione del gusto, mentre mirtilli e mandorle aiutano ad incrementare le calorie della ricetta in quelle situazioni di perdita accentuata dell’appetito.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su mela, mirtillo, mandorla, arancia, miele

timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli
Timballino di Verza farcito con zucca e olive e pinoli

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare il timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h

Difficoltà: Media

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 40 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 4 Foglie di Verza
  • 200 g di Polpa di Zucca
  • Olive
  • Pinoli
  • 1 Fetta di Pane raffermo
  • 1 Uovo
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Staccare da una verza 4 foglie dal centro e bollirle per 5 minuti in acqua per ammorbidirle;
  2. Passarle sotto l’acqua fredda e con un coltello incidere la parte centrale per togliere la costa dura della verza;
  3. In una zuppiera mescolare la polpa della zucca (che avrete precedentemente cotto al forno, anche il giorno prima) con le olive, i pinoli e la mollica di pane spezzettata;
  4. Aggiungere l’uovo e mescolare;
  5. Ungere degli stampini mono porzione con dell’olio, foderarli con le foglie di verza, riempirli, ripiegare le foglie che debordano per richiude lo stampo;
  6. Cuocere in forno per 40 minuti a 180°.

 

Consigli: anche una farcitura ottenuta con della carne macinata al posto della zucca può rappresentare una buona alternativa in caso di anemia.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, stipsi /costipazione fisiologica e non meccanica (valutare la tolleranza in casi di meteorismo), rischio di infezioni. In caso di anemia se fatta con la carne macinata.

 

FBO per te: alternativa vegetale ad una delle ricette più amate della cucina italiana, il timballo di verza farcito con zucca, olive e pinoli è un piatto ricco di vitamina C e folati. Questa ricetta può essere una buona soluzione per utilizzare del pane raffermo in maniera intelligente.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli (utile in caso di rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su verza, zucca, olive, pinoli, pane, uovo, olio EVO,

farinata di ceci
Farinata di ceci

 

Chef Melissa Savoini
  Chef Melissa Savoini
  Ristorante Sapor       di…Vino

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Savoini per la realizzazione della farinata di ceci, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 3 persone

Tempo di cottura: 25’

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 3 persone)

  • (teglia da 28 cm circa)
  • 150 g di farina di ceci
  • 400 ml di acqua
  • 40 ml di olio di oliva extravergine
  • 1⁄2 cucchiaino di Rosmarino
  • Sale q.b

 

Procedimento

  1. Mescolare la farina di ceci, poco alla volta, con l’acqua e il sale;
  2. Togliere la schiuma che si formerà in superficie;
  3. Lasciare il composto coperto (temperatura ambiente) per circa 2 ore girandolo di tanto in tanto;
  4. Dopo circa 2 ore mescolarlo molto bene per amalgamare tutti gli ingredienti;
  5. Versare il composto in una teglia (meglio se di alluminio, vaschette cuki) unta di olio;
  6. Aggiungere il rosmarino e cuocere nella parte bassa del forno, ben caldo (230/250 ° per circa 10 minuti, poi abbassare la temperatura a 200 ° per altri 15 minuti (deve risultare ben dorata in superficie).

 

 

Effetti avversi delle terapie: alterazione del gusto, perdita di appetito, fatigue, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: La farinata di ceci è una ricetta storica Ligure. I ceci, così come tutti i legumi, sono da considerarsi proteine vegetali, molto ricchi in fibra, capace di ostacolare l’assorbimento del colesterolo. Per completare il piatto vi consigliamo di consumare la farinata con un contorno di verdure e una fetta di pane integrale, inoltre per aumentare maggiormente la biodisponibilità del ferro non eme contenuto nei ceci sarebbe opportuno consumare una fonte di vitamina C nello stesso pasto. Un esempio potrebbe essere tramite un frutto come kiwi o arancia, o in alternativa condire le verdure con del peperoncino fresco o del succo di limone.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della farinata di ceci (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su ceci, rosmarino, olio EVO

riso Artemide
Riso Artemide

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzare il riso Artemide, utile in caso di aumentato rischio di infezioni.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 1h 20’. Si può cuocere il riso anche il giorno prima, per ridurre il tempo di preparazione.

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 60 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 300 g Riso Artemide Integrale
  • 1 costa di Sedano
  • 1 Zucchina piccola, indicata la Trombetta
  • ¼ di Cavolfiore
  • 1 Finocchio
  • 1 Cipolla rossa
  • 12 Peperoncini dolci in base alle dimensioni. Alternativa peperone rosso o giallo
  • Un ciuffo di Germogli
  • 100 g Ceci neri
  • 50 cl Olio di semi di lino
  • 2/3 cucchiai Aceto di vino

 

Procedimento

  1. Lessare il riso in acqua con pochissimo sale per 60 minuti, scolarlo senza buttare il liquido di cottura e soprattutto non risciacquare, per non privarlo dei suoi valori nutrizionali e gli antociani presenti. Distendere su un vassoio e lasciar intiepidire;
  2. Il liquido di cottura va conservato e lo si potrà riutilizzare per preparare risotti (al posto del brodo);
  3. Tagliare gli ortaggi a fettine, condirli con poco sale, olio di semi di lino e poco aceto. Lasciar marinare una decina di minuti;
  4. Condire il riso tiepido con qualche cucchiaio del liquido di cottura, il liquido di marinatura delle verdure e metterlo su un piatto di portata. Completare con gli ortaggi, i peperoncini e i ceci neri.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

La varietà Artemide è un riso integrale nero che deriva dall’incrocio tra il riso Venere ed un riso di tipo Indica. Ha un contenuto molto alto di ferro, silicio, antocianine e fibra. Quest’ultima riesce a tenere a bada l’indice glicemico a differenza del più tradizionale riso bianco. Mentre per quanto riguarda le antocianine sono i pigmenti che colorano le diverse varietà di riso e sono molto studiate per il loro possibile ruolo nel tenere a freno i geni dell’invecchiamento.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del riso Artemide (aumentato rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su risosedano, zucchina, cavolfiore, finocchio, cipolla, peperoncini, peperoni, ceci, olio di semi di lino, aceto

Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate

 

Chef Deborah Corsi
Chef Deborah Corsi Ristorante La Perla del Mare, membro di JRE

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Corsi per realizzare le tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura:  30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

Preparazione hummus:

  • 300g fagioli cannellini cotti
  • 80g semi di girasole (ammollati per 2 ore in acqua fredda)
  • 30g olio EVO
  • il succo di mezzo limone piccolo
  • 1 spicchio aglio
  • prezzemolo tritato un cucchiaio
  • sale qb

 

Preparazione piatto:

  • 12 alici fresche grandi (tolta la testa e la lisca, aperte a libro, lavate, asciugate leggermente salate e dopo 5 minuti di nuovo asciugate)
  • un peperone rosso ben squadrato
  • 1 peperone giallo ben squadrato
  • 1 peperone verde ben squadrato
  • 4 prugne secche denocciolate
  • aceto di mele qb
  • sale qb
  • olio EVO qb
  • paprika dolce 1 cucchiaino (per spolverare)

 

Procedimento

Per l’hummus:

  1. Scolare i semi di girasole e cuocerli in abbondante acqua fino a molto teneri.
  2. Scolarli e mixarli con l’acqua di cottura dei cannellini e l’aglio finemente affettato ottenendo una crema.
  3. Aggiungere i fagioli cannellini e il succo di limone.
  4. Mixare ancora fino a crema non troppo densa, eventualmente aggiungendo acqua di cottura.
  5. Inserire l’olio Evo e omogeneizzare, poi il prezzemolo aggiustando di sale.
  6. Tenere tiepido.

 

Preparazione del piatto:

  1. Tagliare le prugne secche ognuna in sei pezzi e inserirle tutte in un sacchetto sottovuoto con 4 cucchiai di aceto di mele.
  2. Chiudere il sacchetto e riaprirlo dopo 20 minuti scolando i pezzetti delle prugne.
  3. Cuocere i peperoni interi in forno a 180 gradi. Dopo circa 25/30 minuti (la pelle inizia a gonfiare) metterli in un recipiente con un coperchio sopra e far intiepidire.
  4. Sbucciare i peperoni e ricavare la polpa intera più possibile. Ritagliare la polpa seguendo il contorno delle alici aperte. Quattro per ogni colore.
  5. Al momento del servizio tostare leggermente in padella antiaderente le alici spennellate di olio EVO da ambo i lati.
  6. Distribuire uniformemente sul fondo di ogni piatto l’hummus, mettere le alici sopra i peperoni sagomati (con una goccia di aceto di mele sopra ogni alice).
  7. Disporre i tre colori di peperoni con le alici sopra l’hummus e i pezzetti di prugne intorno.
  8. Cospargere con una spolverata di paprika e un giro di olio EVO.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

Questa ricetta vede come protagonista le alici che rientrano nella classe dei pesci “magri” in quanto presentano un contenuto lipidico inferiore al 3%. I lipidi dei pesci contengono una buona quantità di acidi grassi insaturi che vanno incontro facilmente ad alterazioni, rendendo il pesce facilmente deperibile. Maggior fonte dei lipidi è rappresentato da trigliceridi (l’olio di pesce) e possono contenere acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA), due acidi grassi polinsaturi della classe ω-3.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate (utile per contrastare la fatigue)

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli, semi di girasole, olio EVO, limone, aglio, prezzemolo, alici, peperone, prugne secche, aceto di mele, paprica

Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate

 

Chef Deborah Corsi
Chef Deborah Corsi Ristorante La Perla del Mare, membro di JRE

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Corsi per realizzare le tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura:  30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

Preparazione hummus:

  • 300g fagioli cannellini cotti
  • 80g semi di girasole (ammollati per 2 ore in acqua fredda)
  • 30g olio EVO
  • il succo di mezzo limone piccolo
  • 1 spicchio aglio
  • prezzemolo tritato un cucchiaio
  • sale qb

 

Preparazione piatto:

  • 12 alici fresche grandi (tolta la testa e la lisca, aperte a libro, lavate, asciugate leggermente salate e dopo 5 minuti di nuovo asciugate)
  • un peperone rosso ben squadrato
  • 1 peperone giallo ben squadrato
  • 1 peperone verde ben squadrato
  • 4 prugne secche denocciolate
  • aceto di mele qb
  • sale qb
  • olio EVO qb
  • paprika dolce 1 cucchiaino (per spolverare)

 

Procedimento

Per l’hummus:

  1. Scolare i semi di girasole e cuocerli in abbondante acqua fino a molto teneri.
  2. Scolarli e mixarli con l’acqua di cottura dei cannellini e l’aglio finemente affettato ottenendo una crema.
  3. Aggiungere i fagioli cannellini e il succo di limone.
  4. Mixare ancora fino a crema non troppo densa, eventualmente aggiungendo acqua di cottura.
  5. Inserire l’olio Evo e omogeneizzare, poi il prezzemolo aggiustando di sale.
  6. Tenere tiepido.

 

Preparazione del piatto:

  1. Tagliare le prugne secche ognuna in sei pezzi e inserirle tutte in un sacchetto sottovuoto con 4 cucchiai di aceto di mele.
  2. Chiudere il sacchetto e riaprirlo dopo 20 minuti scolando i pezzetti delle prugne.
  3. Cuocere i peperoni interi in forno a 180 gradi. Dopo circa 25/30 minuti (la pelle inizia a gonfiare) metterli in un recipiente con un coperchio sopra e far intiepidire.
  4. Sbucciare i peperoni e ricavare la polpa intera più possibile. Ritagliare la polpa seguendo il contorno delle alici aperte. Quattro per ogni colore.
  5. Al momento del servizio tostare leggermente in padella antiaderente le alici spennellate di olio EVO da ambo i lati.
  6. Distribuire uniformemente sul fondo di ogni piatto l’hummus, mettere le alici sopra i peperoni sagomati (con una goccia di aceto di mele sopra ogni alice).
  7. Disporre i tre colori di peperoni con le alici sopra l’hummus e i pezzetti di prugne intorno.
  8. Cospargere con una spolverata di paprika e un giro di olio EVO.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

Questa ricetta vede come protagonista le alici che rientrano nella classe dei pesci “magri” in quanto presentano un contenuto lipidico inferiore al 3%. I lipidi dei pesci contengono una buona quantità di acidi grassi insaturi che vanno incontro facilmente ad alterazioni, rendendo il pesce facilmente deperibile. Maggior fonte dei lipidi è rappresentato da trigliceridi (l’olio di pesce) e possono contenere acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA), due acidi grassi polinsaturi della classe ω-3.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate (utile in caso di perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli, semi di girasole, olio EVO, limone, aglio, prezzemolo, alici, peperone, prugne secche, aceto di mele, paprica

Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate

 

Chef Deborah Corsi Ristorante La Perla del Mare, membro di JRE

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Corsi per realizzare le tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura:  30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

Preparazione hummus:

  • 300g fagioli cannellini cotti
  • 80g semi di girasole (ammollati per 2 ore in acqua fredda)
  • 30g olio EVO
  • il succo di mezzo limone piccolo
  • 1 spicchio aglio
  • prezzemolo tritato un cucchiaio
  • sale qb

 

Preparazione piatto:

  • 12 alici fresche grandi (tolta la testa e la lisca, aperte a libro, lavate, asciugate leggermente salate e dopo 5 minuti di nuovo asciugate)
  • un peperone rosso ben squadrato
  • 1 peperone giallo ben squadrato
  • 1 peperone verde ben squadrato
  • 4 prugne secche denocciolate
  • aceto di mele qb
  • sale qb
  • olio EVO qb
  • paprika dolce 1 cucchiaino (per spolverare)

 

Procedimento

Per l’hummus:

  1. Scolare i semi di girasole e cuocerli in abbondante acqua fino a molto teneri.
  2. Scolarli e mixarli con l’acqua di cottura dei cannellini e l’aglio finemente affettato ottenendo una crema.
  3. Aggiungere i fagioli cannellini e il succo di limone.
  4. Mixare ancora fino a crema non troppo densa, eventualmente aggiungendo acqua di cottura.
  5. Inserire l’olio Evo e omogeneizzare, poi il prezzemolo aggiustando di sale.
  6. Tenere tiepido.

 

Preparazione del piatto:

  1. Tagliare le prugne secche ognuna in sei pezzi e inserirle tutte in un sacchetto sottovuoto con 4 cucchiai di aceto di mele.
  2. Chiudere il sacchetto e riaprirlo dopo 20 minuti scolando i pezzetti delle prugne.
  3. Cuocere i peperoni interi in forno a 180 gradi. Dopo circa 25/30 minuti (la pelle inizia a gonfiare) metterli in un recipiente con un coperchio sopra e far intiepidire.
  4. Sbucciare i peperoni e ricavare la polpa intera più possibile. Ritagliare la polpa seguendo il contorno delle alici aperte. Quattro per ogni colore.
  5. Al momento del servizio tostare leggermente in padella antiaderente le alici spennellate di olio EVO da ambo i lati.
  6. Distribuire uniformemente sul fondo di ogni piatto l’hummus, mettere le alici sopra i peperoni sagomati (con una goccia di aceto di mele sopra ogni alice).
  7. Disporre i tre colori di peperoni con le alici sopra l’hummus e i pezzetti di prugne intorno.
  8. Cospargere con una spolverata di paprika e un giro di olio EVO.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

Questa ricetta vede come protagonista le alici che rientrano nella classe dei pesci “magri” in quanto presentano un contenuto lipidico inferiore al 3%. I lipidi dei pesci contengono una buona quantità di acidi grassi insaturi che vanno incontro facilmente ad alterazioni, rendendo il pesce facilmente deperibile. Maggior fonte dei lipidi è rappresentato da trigliceridi (l’olio di pesce) e possono contenere acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA), due acidi grassi polinsaturi della classe ω-3.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate (utile in caso di alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli, semi di girasole, olio EVO, limone, aglio, prezzemolo, alici, peperone, prugne secche, aceto di mele, paprica

Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate

 

Chef Deborah Corsi
Chef Deborah Corsi Ristorante La Perla del Mare, membro di JRE

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Corsi per realizzare le tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura:  30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

Preparazione hummus:

  • 300g fagioli cannellini cotti
  • 80g semi di girasole (ammollati per 2 ore in acqua fredda)
  • 30g olio EVO
  • il succo di mezzo limone piccolo
  • 1 spicchio aglio
  • prezzemolo tritato un cucchiaio
  • sale qb

 

Preparazione piatto:

  • 12 alici fresche grandi (tolta la testa e la lisca, aperte a libro, lavate, asciugate leggermente salate e dopo 5 minuti di nuovo asciugate)
  • un peperone rosso ben squadrato
  • 1 peperone giallo ben squadrato
  • 1 peperone verde ben squadrato
  • 4 prugne secche denocciolate
  • aceto di mele qb
  • sale qb
  • olio EVO qb
  • paprika dolce 1 cucchiaino (per spolverare)

 

Procedimento

Per l’hummus:

  1. Scolare i semi di girasole e cuocerli in abbondante acqua fino a molto teneri.
  2. Scolarli e mixarli con l’acqua di cottura dei cannellini e l’aglio finemente affettato ottenendo una crema.
  3. Aggiungere i fagioli cannellini e il succo di limone.
  4. Mixare ancora fino a crema non troppo densa, eventualmente aggiungendo acqua di cottura.
  5. Inserire l’olio Evo e omogeneizzare, poi il prezzemolo aggiustando di sale.
  6. Tenere tiepido.

 

Preparazione del piatto:

  1. Tagliare le prugne secche ognuna in sei pezzi e inserirle tutte in un sacchetto sottovuoto con 4 cucchiai di aceto di mele.
  2. Chiudere il sacchetto e riaprirlo dopo 20 minuti scolando i pezzetti delle prugne.
  3. Cuocere i peperoni interi in forno a 180 gradi. Dopo circa 25/30 minuti (la pelle inizia a gonfiare) metterli in un recipiente con un coperchio sopra e far intiepidire.
  4. Sbucciare i peperoni e ricavare la polpa intera più possibile. Ritagliare la polpa seguendo il contorno delle alici aperte. Quattro per ogni colore.
  5. Al momento del servizio tostare leggermente in padella antiaderente le alici spennellate di olio EVO da ambo i lati.
  6. Distribuire uniformemente sul fondo di ogni piatto l’hummus, mettere le alici sopra i peperoni sagomati (con una goccia di aceto di mele sopra ogni alice).
  7. Disporre i tre colori di peperoni con le alici sopra l’hummus e i pezzetti di prugne intorno.
  8. Cospargere con una spolverata di paprika e un giro di olio EVO.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

Questa ricetta vede come protagonista le alici che rientrano nella classe dei pesci “magri” in quanto presentano un contenuto lipidico inferiore al 3%. I lipidi dei pesci contengono una buona quantità di acidi grassi insaturi che vanno incontro facilmente ad alterazioni, rendendo il pesce facilmente deperibile. Maggior fonte dei lipidi è rappresentato da trigliceridi (l’olio di pesce) e possono contenere acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA), due acidi grassi polinsaturi della classe ω-3.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli, semi di girasole, olio EVO, limone, aglio, prezzemolo, alici, peperone, prugne secche, aceto di mele, paprica

Esaminare le linee guida e le nuove evidenze nella nutrizione oncologica: un documento di posizione sulle lacune e le opportunità negli approcci multimodali per migliorare la cura del paziente

Prado C.M. et al.

Review Support Care Cancer. 2021 Nov 23.

 

Esaminare le linee guida e le nuove evidenze nella nutrizione oncologica: un documento di posizione sulle lacune e le opportunità negli approcci multimodali per migliorare la cura del paziente

La malnutrizione, la perdita muscolare e la cachessia sono prevalenti nel cancro e oggi in oncologia rimangono sfide chiave. Queste condizioni sono spesso sottoriconosciute e sottotrattate e hanno conseguenze devastanti per i pazienti.

Lo screening/valutazione e l’intervento nutrizionale precoce sono associati a migliori risultati per i pazienti.

Come malattia sfaccettata, il cancro richiede cure multimodali che integrano interventi di supporto, in particolare nutrizione ed esercizio fisico, per migliorare l’assunzione di nutrienti, la massa muscolare, il funzionamento fisico, la qualità della vita e i risultati del trattamento.

Un team integrato di operatori sanitari che incorpora le raccomandazioni delle società nella pratica clinica può aiutare a raggiungere i migliori risultati possibili.

Un gruppo multidisciplinare di esperti in oncologia, nutrizione, esercizio fisico e medicina ha partecipato a una tavola rotonda virtuale di 2 giorni nell’ottobre 2020 per discutere le lacune e le opportunità nella nutrizione oncologica, da sola e in combinazione con l’esercizio fisico, in relazione alle prove attuali e alle raccomandazioni delle società internazionali.

Il panel ha raccomandato cinque principi per ottimizzare la pratica oncologica clinica:

(1) posizionare la nutrizione oncologica al centro della cura multidisciplinare; (2) collaborare con colleghi e amministratori per integrare un processo di cura nutrizionale nell’approccio multidisciplinare alla cura del cancro; (3) esaminare tutti i pazienti per il rischio di malnutrizione al momento della diagnosi e regolarmente durante il trattamento; (4) combinare esercizio fisico e interventi nutrizionali prima (ad esempio, preabilitazione), durante e dopo il trattamento come standard di cura oncologica per ottimizzare lo stato nutrizionale e la massa muscolare; e (5) incorporare un approccio centrato sul paziente nell’assistenza multidisciplinare.

 

 

Abstract

 

Examining guidelines and new evidence in oncology nutrition: a position paper on gaps and opportunities in multimodal approaches to improve patient care

Malnutrition, muscle loss, and cachexia are prevalent in cancer and remain key challenges in oncology today. These conditions are frequently underrecognized and undertreated and have devastating consequences for patients.

Early nutrition screening/assessment and intervention are associated with improved patient outcomes.

As a multifaceted disease, cancer requires multimodal care that integrates supportive interventions, specifically nutrition and exercise, to improve nutrient intake, muscle mass, physical functioning, quality of life, and treatment outcomes.

An integrated team of healthcare providers that incorporates societies’ recommendations into clinical practice can help achieve the best possible outcomes.

A multidisciplinary panel of experts in oncology, nutrition, exercise, and medicine participated in a 2-day virtual roundtable in October 2020 to discuss gaps and opportunities in oncology nutrition, alone and in combination with exercise, relative to current evidence and international societies’ recommendations.

The panel recommended five principles to optimize clinical oncology practice:

(1) position oncology nutrition at the center of multidisciplinary care; (2) partner with colleagues and administrators to integrate a nutrition care process into the multidisciplinary cancer care approach; (3) screen all patients for malnutrition risk at diagnosis and regularly throughout treatment; (4) combine exercise and nutrition interventions before (e.g., prehabilitation), during, and after treatment as oncology standard of care to optimize nutrition status and muscle mass; and (5) incorporate a patient-centered approach into multidisciplinary care.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34811570/

ricetta con branzino, pomodoro selvatico, dragoncello
Branzino, Pomodoro Selvatico, Dragoncello

 

chef Gaetano Trovato
Chef Gaetano Trovato
Ristorante Arnolfo Colle Val d’Elsa SI, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta a base di branzino con pomodoro selvatico e dragoncello utile per contrastare la fatigue

 

Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 giorno

Difficoltà: Alta

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 1 h e 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per persona)

  • 50 gr di branzino
  • 30 pomodori San Marzano
  • 20 gr sedano
  • 20 gr Ginger
  • 5 gr aceto di mele
  • 30 gr parmigiano Reggiano
  • 1 fetta di Pane bianco ammollato nel latte
  • sale qb
  • 100 gr Dragoncello sfogliato
  • 300 gr olio di semi

 

Procedimento

  1. Una volta pulito il branzino recuperare le squame e metterle a spurgare sotto l’acqua corrente. Scolare e lasciare nell’essiccatore per 24h. Friggere a 190°C in olio di semi per 5 secondi.
  2. Una volta sfilettato, recuperare la pelle ben pulita ed adagiarla ben distesa su due placchecon carta forno per 160°C per 45 minuti, ventola a 2. Friggere a 190°C.
  3. Procedere con la cottura del branzino con olio extravergine per preservarne il gusto.
  4. Per l’acqua di pomodoro:
    frullare il tutto e mettere a scolare così da recuperare solo un’acqua di pomodoro chiara e trasparente.
  5. Per il cremoso al pomodoro:
    Incidere i pomodori, sbollentarli in acqua bollente ed immergerli in acqua e ghiaccio per recuperare la pelle che verrà successivamente essiccata e fritta per la guarnizione del piatto. Eliminare i semi e recuperare la polpa per farla confit (aromi: timo, aglio, scorza di limone, zucchero a vero, sale, olio evo).Forno 120°C, 1,30h
  6. Con l’aiuto di Paco-Jet fare degli strati alternando pomodoro confit, parmigiano, pane ammollato nel latte. Abbattere a -18°C, pacossare almeno 7/8 volte ed una volta aggiustato di sale, il cremoso è pronto.
  7. Frullare il tutto con un robot da cucina per 9 minuti, 90°C Mettere a scolare con l’aiuto di un etamina e recuperare solo l’olio.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito.

 

FBO per te: Il branzino è un pesce magro facilmente digeribile, ricco di proteine e contenente folati. Contiene acidi grassi omega 3, per cui può aiutare a tenere sotto controllo i trigliceridi e la pressione sanguigna. Inoltre, grazie all’elevata presenza di potassio, aiuta a contrastare l’ipertensione. Infine, secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, l’assunzione regolare di questo alimento può ridurre fino al 64% la mortalità per cancro e fino al 50% la mortalità associata al tumore alla prostata.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del branzino con pomodoro selvatico e dragoncello (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su branzino, pomodori, sedano, ginger, aceto, parmigiano reggiano, pane, dragoncello, olio di semi

ricetta con branzino, pomodoro selvatico, dragoncello
Branzino, Pomodoro Selvatico, Dragoncello

 

chef Gaetano Trovato
Chef Gaetano Trovato
Ristorante Arnolfo Colle Val d’Elsa SI, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta a base di branzino con pomodoro selvatico e dragoncello che può essere utile in caso di alterazioni del gusto

 

Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 giorno

Difficoltà: Alta

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 1 h e 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per persona)

  • 50 gr di branzino
  • 30 pomodori San Marzano
  • 20 gr sedano
  • 20 gr Ginger
  • 5 gr aceto di mele
  • 30 gr parmigiano Reggiano
  • 1 fetta di Pane bianco ammollato nel latte
  • sale qb
  • 100 gr Dragoncello sfogliato
  • 300 gr olio di semi

 

Procedimento

  1. Una volta pulito il branzino recuperare le squame e metterle a spurgare sotto l’acqua corrente. Scolare e lasciare nell’essiccatore per 24h. Friggere a 190°C in olio di semi per 5 secondi.
  2. Una volta sfilettato, recuperare la pelle ben pulita ed adagiarla ben distesa su due placchecon carta forno per 160°C per 45 minuti, ventola a 2. Friggere a 190°C.
  3. Cuocere il branzino con olio extravergine per preservarne il gusto.
  4. Per l’acqua di pomodoro:
    frullare il tutto e mettere a scolare così da recuperare solo un’acqua di pomodoro chiara e trasparente.
  5. Per il cremoso al pomodoro:
    Incidere i pomodori, sbollentarli in acqua bollente ed immergerli in acqua e ghiaccio per recuperare la pelle che verrà successivamente essiccata e fritta per la guarnizione del piatto. Eliminare i semi e recuperare la polpa per farla confit (aromi: timo, aglio, scorza di limone, zucchero a vero, sale, olio evo).Forno 120°C, 1,30h
  6. Con l’aiuto di Paco-Jet fare degli strati alternando pomodoro confit, parmigiano, pane ammollato nel latte. Abbattere a -18°C, pacossare almeno 7/8 volte ed una volta aggiustato di sale, il cremoso è pronto.
  7. Frullare il tutto con un robot da cucina per 9 minuti, 90°C Mettere a scolare con l’aiuto di un etamina e recuperare solo l’olio.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito.

 

FBO per te: Il branzino è un pesce magro facilmente digeribile, ricco di proteine e contenente folati. Contiene acidi grassi omega 3, per cui può aiutare a tenere sotto controllo i trigliceridi e la pressione sanguigna. Inoltre, grazie all’elevata presenza di potassio, aiuta a contrastare l’ipertensione. Infine, secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, l’assunzione regolare di questo alimento può ridurre fino al 64% la mortalità per cancro e fino al 50% la mortalità associata al tumore alla prostata.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del branzino con pomodoro selvatico e dragoncello (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su branzino, pomodori, sedano, ginger, aceto, parmigiano reggiano, pane, dragoncello, olio di semi

ricetta con branzino, pomodoro selvatico, dragoncello
Branzino, Pomodoro Selvatico, Dragoncello

 

chef Gaetano Trovato
Chef Gaetano Trovato
Ristorante Arnolfo Colle Val d’Elsa SI, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta a base di branzino con pomodoro selvatico e dragoncello che può essere utile in caso di perdita di appetito!

 

Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 giorno

Difficoltà: Alta

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 1 h e 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per persona)

  • 50 gr di branzino
  • 30 pomodori San Marzano
  • 20 gr sedano
  • 20 gr Ginger
  • 5 gr aceto di mele
  • 30 gr parmigiano Reggiano
  • 1 fetta di Pane bianco ammollato nel latte
  • sale qb
  • 100 gr Dragoncello sfogliato
  • 300 gr olio di semi

 

Procedimento

  1. Una volta pulito il branzino recuperare le squame e metterle a spurgare sotto l’acqua corrente. Scolare e lasciare nell’essiccatore per 24h. Friggere a 190°C in olio di semi per 5 secondi.
  2. Una volta sfilettato, recuperare la pelle ben pulita ed adagiarla ben distesa su due placchecon carta forno per 160°C per 45 minuti, ventola a 2. Friggere a 190°C.
  3. Procedere alla cottura del branzino con olio extravergine per preservarne il gusto.
  4. Per l’acqua di pomodoro:
    frullare il tutto e mettere a scolare così da recuperare solo un’acqua di pomodoro chiara e trasparente.
  5. Per il cremoso al pomodoro:
    Incidere i pomodori, sbollentarli in acqua bollente ed immergerli in acqua e ghiaccio per recuperare la pelle che verrà successivamente essiccata e fritta per la guarnizione del piatto. Eliminare i semi e recuperare la polpa per farla confit (aromi: timo, aglio, scorza di limone, zucchero a vero, sale, olio evo).Forno 120°C, 1,30h
  6. Con l’aiuto di Paco-Jet fare degli strati alternando pomodoro confit, parmigiano, pane ammollato nel latte. Abbattere a -18°C, pacossare almeno 7/8 volte ed una volta aggiustato di sale, il cremoso è pronto.
  7. Frullare il tutto con un robot da cucina per 9 minuti, 90°C Mettere a scolare con l’aiuto di un etamina e recuperare solo l’olio.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito.

 

 

FBO per te: Il branzino è un pesce magro facilmente digeribile, ricco di proteine e contenente folati. Contiene acidi grassi omega 3, per cui può aiutare a tenere sotto controllo i trigliceridi e la pressione sanguigna. Inoltre, grazie all’elevata presenza di potassio, aiuta a contrastare l’ipertensione. Infine, secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, l’assunzione regolare di questo alimento può ridurre fino al 64% la mortalità per cancro e fino al 50% la mortalità associata al tumore alla prostata.

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del branzino con pomodoro selvatico e dragoncello (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su branzino, pomodori, sedano, ginger, aceto, parmigiano reggiano, pane, dragoncello, olio di semi

ricetta con branzino, pomodoro selvatico, dragoncello
Branzino, Pomodoro Selvatico, Dragoncello

 

chef Gaetano Trovato
Chef Gaetano Trovato
Ristorante Arnolfo Colle Val d’Elsa SI, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta a base di branzino con pomodoro selvatico e dragoncello

 

Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 giorno

Difficoltà: Alta

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 1 h e 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per persona)

  • 50 gr di branzino
  • 30 pomodori San Marzano
  • 20 gr sedano
  • 20 gr Ginger
  • 5 gr aceto di mele
  • 30 gr parmigiano Reggiano
  • 1 fetta di Pane bianco ammollato nel latte
  • sale qb
  • 100 gr Dragoncello sfogliato
  • 300 gr olio di semi

 

Procedimento

  1. Una volta pulito il branzino recuperare le squame e metterle a spurgare sotto l’acqua corrente. Scolare e lasciare nell’essiccatore per 24h. Friggere a 190°C in olio di semi per 5 secondi.
  2. Una volta sfilettato, recuperare la pelle ben pulita ed adagiarla ben distesa su due placche con carta forno per 160°C per 45 minuti, ventola a 2. Friggere a 190°C.
  3. Cuocere con olio extravergine il branzino per preservarne il gusto.
  4. Per l’acqua di pomodoro:
    frullare il tutto e mettere a scolare così da recuperare solo un’acqua di pomodoro chiara e trasparente.
  5. Per il cremoso al pomodoro:
    Incidere i pomodori, sbollentarli in acqua bollente ed immergerli in acqua e ghiaccio per recuperare la pelle che verrà successivamente essiccata e fritta per la guarnizione del piatto. Eliminare i semi e recuperare la polpa per farla confit (aromi: timo, aglio, scorza di limone, zucchero a vero, sale, olio evo).Forno 120°C, 1,30h
  6. Con l’aiuto di Paco-Jet fare degli strati alternando pomodoro confit, parmigiano, pane ammollato nel latte. Abbattere a -18°C, pacossare almeno 7/8 volte ed una volta aggiustato di sale, il cremoso è pronto.
  7. Frullare il tutto con un robot da cucina per 9 minuti, 90°C Mettere a scolare con l’aiuto di un etamina e recuperare solo l’olio.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito.

 

FBO per te: Il branzino è un pesce magro facilmente digeribile, ricco di proteine e contenente folati. Contiene acidi grassi omega 3, per cui può aiutare a tenere sotto controllo i trigliceridi e la pressione sanguigna. Inoltre, grazie all’elevata presenza di potassio, aiuta a contrastare l’ipertensione. Infine, secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, l’assunzione regolare di questo alimento può ridurre fino al 64% la mortalità per cancro e fino al 50% la mortalità associata al tumore alla prostata.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del branzino con pomodoro selvatico e dragoncello

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su branzino, pomodori, sedano, ginger, aceto, parmigiano reggiano, pane, dragoncello, olio di semi.

Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso

 

Chef Mariano Guradianelli
Chef Mariano Guardianelli
Ristorante Abocar Due Cucine Rimini, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Guardianelli per realizzare la triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 2 giorni

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 3 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 pz triglia fresca
  • 500 g Prugna rossa
  • Aceto di riso Qb
  • 2 pz radicchio rosso
  • Uova di trota (opzionale) Qb
  • Basilico roso Qb
  • 30 g Pasta di umeboshi
  • Olio oliva Qb
  • Succo di limone qb

 

Procedimento

Per le triglie:

Squamare, sfilettare e spinare accuratamente le triglie. Sovrapporre i due filetti leggermente salati e lasciare riposare in frigorifero per una notte.

 

Per radicchio rosso:

Separare le foglie esterne di quelle vicino al cuore. Le foglie esterne saranno utilizzate per la macinatura.

 

Per vinagrette di prugna rossa:

Fare una centrifuga con la prugna rossa e qualche goccia di succo di limone. Una parte del succo succo verrà utilizzato per la marinatura, l’altra per la vinagrette. Condire con olio d’oliva, sale e succo di limone.

 

Per la marinatura:

Inserire le foglie esterne del radicchio dentro la marinatura e lasciare marinare tutta la notte. Le foglie vicino al cuore saranno utilizzate fresche.

 

Per la marmellata di prugna secca:

Lavare e tagliare la prugna grossolanamente.

Essiccare per tutta la notte in forno a 60 gradi. Il giorno dopo reidratare la prugna per 2 ore con aceto di riso, e acqua. Frullare tutto con un mixer a immersione e rettificare con qualche goccia di succo di limone.

 

Per finire il piatto:

Cuocere al vapore per 3 minuti i filetti di triglia e raffreddare in frigorifero. L’idea e che il piatto sia una insalata di pesce tiepida.

 

Impiattamento

Alla base adagiare i filetti di triglia cotti, condire con qualche punto di marmellata di prugna, dopo il radicchio marinato, il radicchio fresco, qualche uova di trotta e foglie di basilico rosso e petali di rosa. Se lo desiderate qualche uova di trotta per rendere il piatto con un poco più di carattere.

Finite il tutto con la vinagrette di prugna rossa montata.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue.

 

FBO per te: Questa ricetta vede come protagonista la triglia, caratterizzata da carni sode e altamente digeribili. A differenza di molti altri tipi di pesci, le sue carni presentano un buon livello di grassi che la rendono particolarmente gustosa al palato. I livelli di colesterolo e di carboidrati sono comunque minimi. Inoltre la triglia è buona fonte di vitamine, soprattutto la vitamina A e le vitamine del gruppo B.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso (in caso di fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su triglia, prugna, radicchio, trota, basilico, limone, olio EVO

Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso

 

Chef Mariano Guradianelli
Chef Mariano Guardianelli
Ristorante Abocar Due Cucine Rimini, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Guardianelli per realizzare la triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 2 giorni

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 3 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 pz triglia fresca
  • 500 g Prugna rossa
  • Aceto di riso Qb
  • 2 pz radicchio rosso
  • Uova di trota (opzionale) Qb
  • Basilico roso Qb
  • 30 g Pasta di umeboshi
  • Olio oliva Qb
  • Succo di limone qb

 

Procedimento

Per le triglie:

Squamare, sfilettare e spinare accuratamente le triglie. Sovrapporre i due filetti leggermente salati e lasciare riposare in frigorifero per una notte.

 

Per radicchio rosso:

Separare le foglie esterne di quelle vicino al cuore. Le foglie esterne saranno utilizzate per la macinatura.

 

Per vinagrette di prugna rossa:

Fare una centrifuga con la prugna rossa e qualche goccia di succo di limone. Una parte del succo succo verrà utilizzato per la marinatura, l’altra per la vinagrette. Condire con olio d’oliva, sale e succo di limone.

 

Per la marinatura:

Inserire le foglie esterne del radicchio dentro la marinatura e lasciare marinare tutta la notte. Le foglie vicino al cuore saranno utilizzate fresche.

 

Per la marmellata di prugna secca:

Lavare e tagliare la prugna grossolanamente.

Essiccare per tutta la notte in forno a 60 gradi. Il giorno dopo reidratare la prugna per 2 ore con aceto di riso, e acqua. Frullare tutto con un mixer a immersione e rettificare con qualche goccia di succo di limone.

 

Per finire il piatto:

Cuocere al vapore per 3 minuti i filetti di triglia e raffreddare in frigorifero. L’idea e che il piatto sia una insalata di pesce tiepida.

 

Impiattamento

Alla base adagiare i filetti di triglia cotti, condire con qualche punto di marmellata di prugna, dopo il radicchio marinato, il radicchio fresco, qualche uova di trotta e foglie di basilico rosso e petali di rosa. Se lo desiderate qualche uova di trotta per rendere il piatto con un poco più di carattere.

Finite il tutto con la vinagrette di prugna rossa montata.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue.

 

FBO per te: Questa ricetta vede come protagonista la triglia, caratterizzata da carni sode e altamente digeribili. A differenza di molti altri tipi di pesci, le sue carni presentano un buon livello di grassi che la rendono particolarmente gustosa al palato. I livelli di colesterolo e di carboidrati sono comunque minimi. Inoltre la triglia è buona fonte di vitamine, soprattutto la vitamina A e le vitamine del gruppo B.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso (in caso di alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su triglia, prugna, radicchio, trota, basilico, limone, olio EVO

Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso

 

Chef Mariano Guradianelli
Chef Mariano Guardianelli
Ristorante Abocar Due Cucine Rimini, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Guardianelli per realizzare la triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso, utile per contrastare la perdita di appetito.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 2 giorni

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 3 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 pz triglia fresca
  • 500 g Prugna rossa
  • Aceto di riso Qb
  • 2 pz radicchio rosso
  • Uova di trota (opzionale) Qb
  • Basilico roso Qb
  • 30 g Pasta di umeboshi
  • Olio oliva Qb
  • Succo di limone qb

 

Procedimento

Per le triglie:

Squamare, sfilettare e spinare accuratamente le triglie. Sovrapporre i due filetti leggermente salati e lasciare riposare in frigorifero per una notte.

 

Per radicchio rosso:

Separare le foglie esterne di quelle vicino al cuore. Le foglie esterne saranno utilizzate per la macinatura.

 

Per vinagrette di prugna rossa:

Fare una centrifuga con la prugna rossa e qualche goccia di succo di limone. Una parte del succo succo verrà utilizzato per la marinatura, l’altra per la vinagrette. Condire con olio d’oliva, sale e succo di limone.

 

Per la marinatura:

Inserire le foglie esterne del radicchio dentro la marinatura e lasciare marinare tutta la notte. Le foglie vicino al cuore saranno utilizzate fresche.

 

Per la marmellata di prugna secca:

Lavare e tagliare la prugna grossolanamente.

Essiccare per tutta la notte in forno a 60 gradi. Il giorno dopo reidratare la prugna per 2 ore con aceto di riso, e acqua. Frullare tutto con un mixer a immersione e rettificare con qualche goccia di succo di limone.

 

Per finire il piatto:

Cuocere al vapore per 3 minuti i filetti di triglia e raffreddare in frigorifero. L’idea e che il piatto sia una insalata di pesce tiepida.

 

Impiattamento

Alla base adagiare i filetti di triglia cotti, condire con qualche punto di marmellata di prugna, dopo il radicchio marinato, il radicchio fresco, qualche uova di trotta e foglie di basilico rosso e petali di rosa. Se lo desiderate qualche uova di trotta per rendere il piatto con un poco più di carattere.

Finite il tutto con la vinagrette di prugna rossa montata.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue.

 

FBO per te: Questa ricetta vede come protagonista la triglia, caratterizzata da carni sode e altamente digeribili. A differenza di molti altri tipi di pesci, le sue carni presentano un buon livello di grassi che la rendono particolarmente gustosa al palato. I livelli di colesterolo e di carboidrati sono comunque minimi. Inoltre la triglia è buona fonte di vitamine, soprattutto la vitamina A e le vitamine del gruppo B.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso (in caso di perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su triglia, prugna, radicchio, trota, basilico, limone, olio EVO

Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso

 

Chef Mariano Guardianelli
Chef Mariano Guardianelli
Ristorante Abocar Due Cucine Rimini, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Guardianelli per realizzare la triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 2 giorni

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 3 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 pz triglia fresca
  • 500 g Prugna rossa
  • Aceto di riso Qb
  • 2 pz radicchio rosso
  • Uova di trota (opzionale) Qb
  • Basilico roso Qb
  • 30 g Pasta di umeboshi
  • Olio oliva Qb
  • Succo di limone qb

 

Procedimento

Per le triglie:

Squamare, sfilettare e spinare accuratamente le triglie. Sovrapporre i due filetti leggermente salati e lasciare riposare in frigorifero per una notte.

 

Per radicchio rosso:

Separare le foglie esterne di quelle vicino al cuore. Le foglie esterne saranno utilizzate per la macinatura.

 

Per vinagrette di prugna rossa:

Fare una centrifuga con la prugna rossa e qualche goccia di succo di limone. Una parte del succo succo verrà utilizzato per la marinatura, l’altra per la vinagrette. Condire con olio d’oliva, sale e succo di limone.

 

Per la marinatura:

Inserire le foglie esterne del radicchio dentro la marinatura e lasciare marinare tutta la notte. Le foglie vicino al cuore saranno utilizzate fresche.

 

Per la marmellata di prugna secca:

Lavare e tagliare la prugna grossolanamente.

Essiccare per tutta la notte in forno a 60 gradi. Il giorno dopo reidratare la prugna per 2 ore con aceto di riso, e acqua. Frullare tutto con un mixer a immersione e rettificare con qualche goccia di succo di limone.

 

Per finire il piatto:

Cuocere al vapore per 3 minuti i filetti di triglia e raffreddare in frigorifero. L’idea e che il piatto sia una insalata di pesce tiepida.

 

Impiattamento

Alla base adagiare i filetti di triglia cotti, condire con qualche punto di marmellata di prugna, dopo il radicchio marinato, il radicchio fresco, qualche uova di trotta e foglie di basilico rosso e petali di rosa. Se lo desiderate qualche uova di trotta per rendere il piatto con un poco più di carattere.

Finite il tutto con la vinagrette di prugna rossa montata.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue.

 

FBO per te: Questa ricetta vede come protagonista la triglia, caratterizzata da carni sode e altamente digeribili. A differenza di molti altri tipi di pesci, le sue carni presentano un buon livello di grassi che la rendono particolarmente gustosa al palato. I livelli di colesterolo e di carboidrati sono comunque minimi. Inoltre la triglia è buona fonte di vitamine, soprattutto la vitamina A e le vitamine del gruppo B.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su triglia, prugna, radicchio, trota, basilico, limone, olio EVO

Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzar il polpo rosticciato con ceci neri di Murgia, utile in caso di edema (o gonfiore sottocutaneo).

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 3h 

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 2 h

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 Polpo medio/piccolo
  • 250 gr di ceci neri di murgia secchi
  • 1 cipolla
  • 1 carota
  • una gamba di sedano
  • uno spicchio di aglio
  • Olio
  • Sale e pepe qb
  • Pomodori gialli qb

 

Procedimento

  1. Mettere i ceci a bagno la notte precedente;
  2. Mettere a lessare il polipo intero con metà carota, metà cipolla, metà sedano;
  3. Dopo circa due ore togliere dal fuoco e lascar intiepidire;
  4. Tritare finemente le restanti cipolla, carota, sedano e lo spicchio di aglio e farne un soffritto, aggiungere i ceci scolati, bagnare con acqua e portare a cottura. (aggiungere altra acqua se serve). Quando ben cotti, lasciarne una parte interi e frullare il resto con un filo di olio fino ad ottenere una bella crema morbida;
  5. Togliere il polipo dall’acqua, tagliare gli 8 tentacoli e asciugarli bene. Arrostirli brevemente in padella molto calda con poco olio e appena sono ben dorati, togliere e tenere al caldo;

 

Impiattamento:

Versare sul fondo del piatto la crema di ceci, adagiarvi due tentacoli e completare con pomodorini gialli e i ceci rimasti interi. Qualche goccia di olio e servire;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: 

Un secondo che associa le proprietà dei legumi a quelle del pesce, un ottimo contenuto proteico e buone quantità di niacina e vitamina B12. La quantità di sodio presente nel polpo è, invece, rilevante, per questo motivo non è assolutamente necessario aggiungere sale. Ottima, quindi, l’idea di insaporire il piatto utilizzando aglio, agrumi, aromi e spezie. Questo secondo piatto può essere completato con una porzione di patate ed un contorno di verdure.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del polpo rosticciato con ceci neri di Murgia (edema o gonfiore sottocutaneo)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su polpo, ceci, carota, cipolla, sedano, aglio, olio EVO, pepe, pomodori

Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzar il polpo rosticciato con ceci neri di Murgia, utile in caso di gonfiore addominale.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 3h 

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 2 h

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 Polpo medio/piccolo
  • 250 gr di ceci neri di murgia secchi
  • 1 cipolla
  • 1 carota
  • una gamba di sedano
  • uno spicchio di aglio
  • Olio
  • Sale e pepe qb
  • Pomodori gialli qb

 

Procedimento

  1. Mettere i ceci a bagno la notte precedente;
  2. Mettere a lessare il polipo intero con metà carota, metà cipolla, metà sedano;
  3. Dopo circa due ore togliere dal fuoco e lascar intiepidire;
  4. Tritare finemente le restanti cipolla, carota, sedano e lo spicchio di aglio e farne un soffritto, aggiungere i ceci scolati, bagnare con acqua e portare a cottura. (aggiungere altra acqua se serve). Quando ben cotti, lasciarne una parte interi e frullare il resto con un filo di olio fino ad ottenere una bella crema morbida;
  5. Togliere il polipo dall’acqua, tagliare gli 8 tentacoli e asciugarli bene. Arrostirli brevemente in padella molto calda con poco olio e appena sono ben dorati, togliere e tenere al caldo;

 

Impiattamento:

Versare sul fondo del piatto la crema di ceci, adagiarvi due tentacoli e completare con pomodorini gialli e i ceci rimasti interi. Qualche goccia di olio e servire;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: 

Un secondo che associa le proprietà dei legumi a quelle del pesce, un ottimo contenuto proteico e buone quantità di niacina e vitamina B12. La quantità di sodio presente nel polpo è, invece, rilevante, per questo motivo non è assolutamente necessario aggiungere sale. Ottima, quindi, l’idea di insaporire il piatto utilizzando aglio, agrumi, aromi e spezie. Questo secondo piatto può essere completato con una porzione di patate ed un contorno di verdure.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del polpo rosticciato con ceci neri di Murgia (gonfiore addominale)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su polpo, ceci, carota, cipolla, sedano, aglio, olio EVO, pepe, pomodori

Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzar il polpo rosticciato con ceci neri di Murgia, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 3h 

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 2 h

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 Polpo medio/piccolo
  • 250 gr di ceci neri di murgia secchi
  • 1 cipolla
  • 1 carota
  • una gamba di sedano
  • uno spicchio di aglio
  • Olio
  • Sale e pepe qb
  • Pomodori gialli qb

 

Procedimento

  1. Mettere i ceci a bagno la notte precedente;
  2. Mettere a lessare il polipo intero con metà carota, metà cipolla, metà sedano;
  3. Dopo circa due ore togliere dal fuoco e lascar intiepidire;
  4. Tritare finemente le restanti cipolla, carota, sedano e lo spicchio di aglio e farne un soffritto, aggiungere i ceci scolati, bagnare con acqua e portare a cottura. (aggiungere altra acqua se serve). Quando ben cotti, lasciarne una parte interi e frullare il resto con un filo di olio fino ad ottenere una bella crema morbida;
  5. Togliere il polipo dall’acqua, tagliare gli 8 tentacoli e asciugarli bene. Arrostirli brevemente in padella molto calda con poco olio e appena sono ben dorati, togliere e tenere al caldo;

 

Impiattamento:

Versare sul fondo del piatto la crema di ceci, adagiarvi due tentacoli e completare con pomodorini gialli e i ceci rimasti interi. Qualche goccia di olio e servire;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: 

Un secondo che associa le proprietà dei legumi a quelle del pesce, un ottimo contenuto proteico e buone quantità di niacina e vitamina B12. La quantità di sodio presente nel polpo è, invece, rilevante, per questo motivo non è assolutamente necessario aggiungere sale. Ottima, quindi, l’idea di insaporire il piatto utilizzando aglio, agrumi, aromi e spezie. Questo secondo piatto può essere completato con una porzione di patate ed un contorno di verdure.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del polpo rosticciato con ceci neri di Murgia (anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su polpo, ceci, carota, cipolla, sedano, aglio, olio EVO, pepe, pomodori

Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzar il polpo rosticciato con ceci neri di Murgia, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 3h 

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 2 h

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 Polpo medio/piccolo
  • 250 gr di ceci neri di murgia secchi
  • 1 cipolla
  • 1 carota
  • una gamba di sedano
  • uno spicchio di aglio
  • Olio
  • Sale e pepe qb
  • Pomodori gialli qb

 

Procedimento

  1. Mettere i ceci a bagno la notte precedente;
  2. Mettere a lessare il polipo intero con metà carota, metà cipolla, metà sedano;
  3. Dopo circa due ore togliere dal fuoco e lascar intiepidire;
  4. Tritare finemente le restanti cipolla, carota, sedano e lo spicchio di aglio e farne un soffritto, aggiungere i ceci scolati, bagnare con acqua e portare a cottura. (aggiungere altra acqua se serve). Quando ben cotti, lasciarne una parte interi e frullare il resto con un filo di olio fino ad ottenere una bella crema morbida;
  5. Togliere il polipo dall’acqua, tagliare gli 8 tentacoli e asciugarli bene. Arrostirli brevemente in padella molto calda con poco olio e appena sono ben dorati, togliere e tenere al caldo;

 

Impiattamento:

Versare sul fondo del piatto la crema di ceci, adagiarvi due tentacoli e completare con pomodorini gialli e i ceci rimasti interi. Qualche goccia di olio e servire;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: 

Un secondo che associa le proprietà dei legumi a quelle del pesce, un ottimo contenuto proteico e buone quantità di niacina e vitamina B12. La quantità di sodio presente nel polpo è, invece, rilevante, per questo motivo non è assolutamente necessario aggiungere sale. Ottima, quindi, l’idea di insaporire il piatto utilizzando aglio, agrumi, aromi e spezie. Questo secondo piatto può essere completato con una porzione di patate ed un contorno di verdure.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del polpo rosticciato con ceci neri di Murgia (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su polpo, ceci, carota, cipolla, sedano, aglio, olio EVO, pepe, pomodori

Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia

 

Chef Gianpiero Cravero
Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzar il polpo rosticciato con ceci neri di Murgia, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 3h 

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 2 h

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 Polpo medio/piccolo
  • 250 gr di ceci neri di murgia secchi
  • 1 cipolla
  • 1 carota
  • una gamba di sedano
  • uno spicchio di aglio
  • Olio
  • Sale e pepe qb
  • Pomodori gialli qb

 

Procedimento

  1. Mettere i ceci a bagno la notte precedente;
  2. Mettere a lessare il polipo intero con metà carota, metà cipolla, metà sedano;
  3. Dopo circa due ore togliere dal fuoco e lascar intiepidire;
  4. Tritare finemente le restanti cipolla, carota, sedano e lo spicchio di aglio e farne un soffritto, aggiungere i ceci scolati, bagnare con acqua e portare a cottura. (aggiungere altra acqua se serve). Quando ben cotti, lasciarne una parte interi e frullare il resto con un filo di olio fino ad ottenere una bella crema morbida;
  5. Togliere il polipo dall’acqua, tagliare gli 8 tentacoli e asciugarli bene. Arrostirli brevemente in padella molto calda con poco olio e appena sono ben dorati, togliere e tenere al caldo;

 

Impiattamento:

Versare sul fondo del piatto la crema di ceci, adagiarvi due tentacoli e completare con pomodorini gialli e i ceci rimasti interi. Qualche goccia di olio e servire;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: 

Un secondo che associa le proprietà dei legumi a quelle del pesce, un ottimo contenuto proteico e buone quantità di niacina e vitamina B12. La quantità di sodio presente nel polpo è, invece, rilevante, per questo motivo non è assolutamente necessario aggiungere sale. Ottima, quindi, l’idea di insaporire il piatto utilizzando aglio, agrumi, aromi e spezie. Questo secondo piatto può essere completato con una porzione di patate ed un contorno di verdure.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del polpo rosticciato con ceci neri di Murgia (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su polpo, ceci, carota, cipolla, sedano, aglio, olio EVO, pepe, pomodori

Cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca
Cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca

 

Chef Gianpiero Cravero
Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dei cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca, utile in caso di perdita di appetito.

 

Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 40’

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30′

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

Per la Sfoglia:

  • 200 gr farina bianca
  • 50 gr farina di grano saraceno
  • 4 uova intere
  • un pizzico di sale
  • un cucchiaio di olio d’oliva

 

Per il ripieno:

  • Mezza verza di medie dimensioni
  • 10 castagne cotte a vapore (si trovano facilmente in commercio)
  • mezza cipolla tritata finemente
  • due foglie di alloro
  • 4 fette di pan carrè
  • mezzo bicchiere di latte
  • 4 tuorli
  • 2 cucchiai di Grana grattato
  • un pizzico di sale

 

Per la crema di zucca:

  • 500 gr di zucca
  • un cucchiaio di cipolla tritata
  • un rametto di rosmarino
  • due cucchiai di olio d’oliva
  • sale qb

 

Procedimento

  1. Per la sfoglia unire tutti gli ingredienti, impastate bene, lasciar riposare 20 minuti.
  2. Mentre la sfoglia riposa, tagliare la verza a strisce sottili, lessarle per una decina di minuti in acqua bollente e scolare.
  3. Fare un soffritto con olio, alloro e cipolla, appena dorato aggiungere le castagne sbriciolate. Cuocere un paio di minuti, aggiungere la verza e cuocere altri 5 minuti a fuoco lento. Trasferire il tutto in una ciotola, aggiungere il pan carrè ammollato nel latte e ben strizzato, il grana, i tuorli. Sbattere bene e regolare di sale se necessario.
  4. Per la crema di zucca: fare un soffritto con olio, cipolla e rosmarino, aggiungere la zucca tagliata a dadi, bagnare con acqua, aggiungere il sale e portare a cottura.
  5. Quando ben cotta frullare il tutto al minipimer.
  6. Tirare la sfoglia (con la macchina per pasta) abbastanza sottile, tagliare dei quadrotti (12×12) circa e lessarli in acqua leggermente salata. Scolarli.
  7. Farcire i quadrati di sfoglia con il composto verza/castagne, arrotolarli a mò di cannelloni, posarli su una taglia, pennellarli con abbondante burro fuso, cospargere di grana grattugiato e passarli in forno a 180° fino ad ottenere una bella gratinatura.

 

Impiattamento: versare in piatto fondo la crema di zucca, adagiarvi i cannelloni gratinati e servire subito.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: In questa ricetta abbiamo un’esplosione di alimenti autunnali. La zucca è ricca di beta-carotene, il principale precursore della vitamina A preziosa per la vista, la pelle e le ossa. La verza è fonte di vitamina C e folati, mentre le castagne sono ricche di amido e fibre. Questi cannelloni rappresentano perciò un alimento completo ed appetibile anche durante periodi intensi di terapia.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca (perdita appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su grano saraceno, uova, olio EVO, verza, castagne, cipolla, alloro, pane, latte, grana, zucca, rosmarino

Food Compass è un sistema di profilazione dei nutrienti che utilizza caratteristiche estese per valutare la salubrità degli alimenti

Mozaffarian D., et al.

Nature Food volume 2, pages809–818 (2021)

 

Food Compass è un sistema di profilazione dei nutrienti che utilizza caratteristiche estese per valutare la salubrità degli alimenti

I sistemi di profilazione dei nutrienti (NPS) mirano a discriminare la salubrità degli alimenti per l’etichettatura frontale della confezione, le etichette di avvertimento, la tassazione, le valutazioni aziendali e altro ancora. Le NPS esistenti spesso valutano relativamente pochi nutrienti e ingredienti, utilizzano criteri incoerenti tra le categorie di alimenti e non hanno incorporato la scienza più recente.

Qui è stato sviluppato e convalidato un NPS, il Food Compass, per incorporare una gamma più ampia di caratteristiche alimentari, attributi e principi di punteggio uniformi.

Sono stati valutati 54 attributi in 9 domini rilevanti per la salute: rapporti nutrizionali, vitamine, minerali, ingredienti alimentari, additivi, lavorazione, lipidi specifici, fibre e proteine e sostanze fitochimiche.

I punteggi del dominio sono stati sommati in un Food Compass Score (FCS) finale che va da 1 (meno sano) a 100 (più sano) per tutti gli alimenti e le bevande.

La validità del contenuto è stata confermata valutando i nutrienti, gli ingredienti alimentari e altre caratteristiche di interesse per la salute pubblica; la validità è stata confermata valutando la FCS per 8.032 alimenti e bevande riportati in NHANES / FNDDS 2015-16; e la validità convergente e discriminante è stata confermata dai confronti con la classificazione NOVA per la lavorazione degli alimenti, la classificazione Health Star e il Nutri-Score. La FCS ha differenziato bene le categorie alimentari e i prodotti alimentari, con ± d. s. media che va dal 16,4 ± 17,7 per snack salati e dolci al 78,6 ± 17,4 per legumi, noci e semi.

In molte categorie alimentari, la FCS ha fornito un’importante discriminazione di alimenti e bevande specifici rispetto alla classificazione NOVA per l’industria alimentare, la classificazione Health Star e il Nutri-Score.

Sulla base del contenuto dimostrato, della validità convergente e discriminante, la Food Compass fornisce un punteggio NPS che segna una gamma più ampia di attributi e domini rispetto ai sistemi precedenti con principi uniformi e trasparenti.

Questo strumento disponibile al pubblico contribuirà a guidare la scelta dei consumatori, la ricerca, la politica alimentare, le riformulazioni del settore e le decisioni di investimento incentrate sulla missione.

 

 

Abstract

 

Food Compass is a nutrient profiling system using expanded characteristics for assessing healthfulness of foods

Nutrient profiling systems (NPS) aim to discriminate the healthfulness of foods for front-of-package labelling, warning labels, taxation, company ratings and more. Existing NPS often assess relatively few nutrients and ingredients, use inconsistent criteria across food categories and have not incorporated the newest science.

Here, we developed and validated an NPS, the Food Compass, to incorporate a broader range of food characteristics, attributes and uniform scoring principles.

We scored 54 attributes across 9 health-relevant domains: nutrient ratios, vitamins, minerals, food ingredients, additives, processing, specific lipids, fibre and protein, and phytochemicals.

The domain scores were summed into a final Food Compass Score (FCS) ranging from 1 (least healthy) to 100 (most healthy) for all foods and beverages.

Content validity was confirmed by assessing nutrients, food ingredients and other characteristics of public health concern; face validity was confirmed by assessing the FCS for 8,032 foods and beverages reported in NHANES/FNDDS 2015–16; and convergent and discriminant validity was confirmed from comparisons with the NOVA food processing classification, the Health Star Rating and the Nutri-Score. The FCS differentiated food categories and food items well, with mean ± s.d. ranging from 16.4 ± 17.7 for savoury snacks and sweet desserts to 78.6 ± 17.4 for legumes, nuts and seeds.

In many food categories, the FCS provided important discrimination of specific foods and beverages as compared with NOVA, the Health Star Rating or the Nutri-Score.

On the basis of demonstrated content, convergent and discriminant validity, the Food Compass provides an NPS scoring a broader range of attributes and domains than previous systems with uniform and transparent principles.

This publicly available tool will help guide consumer choice, research, food policy, industry reformulations and mission-focused investment decisions.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37117986/

spigola in agrodolce
Spigola in agrodolce

 

Chef Stefano Di Gennaro
Chef Stefano Di Gennaro
Ristorante Quintessenza di Trani membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Di Gennaro per la realizzazione della spigola in agrodolce, utile per contrastare la perdita di peso.

 

Gluten free, Dairy Free Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 40 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 tranci di spigola da 130/150 grammi l’uno;
  • succo di limone;
  • rapa rossa;
  • carota;
  • cavolfiore;
  • peperone rosso;
  • peperone giallo;
  • cipolla rossa;
  • sciroppo agrodolce (100g aceto bianco, 100g acqua, 100g zucchero)
  • olio E.V.O. q.b.;

 

Procedimento

  1. Realizzare lo sciroppo agrodolce unendo i tre ingredienti, portare a bollore facendo sciogliere lo zucchero;
  2. Sbollentare le verdure singolarmente, raffreddarle in acqua e ghiaccio;
  3. Scolarle, versando successivamente lo sciroppo agrodolce ancora caldo;
  4. Cuocere a vapore i tranci di spigola per circa 10 minuti a 65°C, condire con un’emulsione di olio, miele ed aceto.

 

Impiattamento

Servire la spigola sistemando a proprio piacimento le verdure in agrodolce.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Protagonista di questa ricetta è la spigola, un pesce che non spicca per particolari caratteristiche nutrizionali ma che può far parte delle 3 porzioni settimanali di questa categoria di alimenti. Infatti, si adatta bene anche al consumo di chi non ama particolarmente il pesce. La spigola non ha un sapore ben definito, pertanto via libera a condimenti e preparazioni dai sapori decisi.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della spigola in agrodolce (utile per contrastare la perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spigola, limone, rapa rossa, carota, cavolfiore, peperone, cipollaolio EVO

spigola in agrodolce
Spigola in agrodolce

 

Chef Stefano Di Gennaro
Chef Stefano Di Gennaro
Ristorante Quintessenza di Trani membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Di Gennaro per la realizzazione della spigola in agrodolce, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Dairy Free Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 40 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 tranci di spigola da 130/150 grammi l’uno;
  • succo di limone;
  • rapa rossa;
  • carota;
  • cavolfiore;
  • peperone rosso;
  • peperone giallo;
  • cipolla rossa;
  • sciroppo agrodolce (100g aceto bianco, 100g acqua, 100g zucchero)
  • olio E.V.O. q.b.;

 

Procedimento

  1. Realizzare lo sciroppo agrodolce unendo i tre ingredienti, portare a bollore facendo sciogliere lo zucchero;
  2. Sbollentare le verdure singolarmente, raffreddarle in acqua e ghiaccio;
  3. Scolarle, versando successivamente lo sciroppo agrodolce ancora caldo;
  4. Cuocere a vapore i tranci di spigola per circa 10 minuti a 65°C, condire con un’emulsione di olio, miele ed aceto.

 

Impiattamento

Servire la spigola sistemando a proprio piacimento le verdure in agrodolce.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Protagonista di questa ricetta è la spigola, un pesce che non spicca per particolari caratteristiche nutrizionali ma che può far parte delle 3 porzioni settimanali di questa categoria di alimenti. Infatti, si adatta bene anche al consumo di chi non ama particolarmente il pesce. La spigola non ha un sapore ben definito, pertanto via libera a condimenti e preparazioni dai sapori decisi.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della spigola in agrodolce (utile in caso di anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spigola, limone, rapa rossa, carota, cavolfiore, peperone, cipollaolio EVO

spigola in agrodolce
Spigola in agrodolce

 

Chef Stefano Di Gennaro
Chef Stefano Di Gennaro
Ristorante Quintessenza di Trani membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Di Gennaro per la realizzazione della spigola in agrodolce, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Dairy Free Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 40 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 tranci di spigola da 130/150 grammi l’uno;
  • succo di limone;
  • rapa rossa;
  • carota;
  • cavolfiore;
  • peperone rosso;
  • peperone giallo;
  • cipolla rossa;
  • sciroppo agrodolce (100g aceto bianco, 100g acqua, 100g zucchero)
  • olio E.V.O. q.b.;

 

Procedimento

  1. Realizzare lo sciroppo agrodolce unendo i tre ingredienti, portare a bollore facendo sciogliere lo zucchero;
  2. Sbollentare le verdure singolarmente, raffreddarle in acqua e ghiaccio;
  3. Scolarle, versando successivamente lo sciroppo agrodolce ancora caldo;
  4. Cuocere a vapore i tranci di spigola per circa 10 minuti a 65°C, condire con un’emulsione di olio, miele ed aceto.

 

Impiattamento

Servire la spigola sistemando a proprio piacimento le verdure in agrodolce.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Protagonista di questa ricetta è la spigola, un pesce che non spicca per particolari caratteristiche nutrizionali ma che può far parte delle 3 porzioni settimanali di questa categoria di alimenti. Infatti, si adatta bene anche al consumo di chi non ama particolarmente il pesce. La spigola non ha un sapore ben definito, pertanto via libera a condimenti e preparazioni dai sapori decisi.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della spigola in agrodolce (utile per contrastare la fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spigola, limone, rapa rossa, carota, cavolfiore, peperone, cipollaolio EVO

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane, utile in caso di stipsi o costipazione.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare. Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino. Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane (stipsi o costipazione)

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane, utile in caso di perdita di peso.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare. Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino. Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane (perdita di peso)

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare. Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino. Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane (per contrastare la fatigue)

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare. Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino. Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane (alterazioni del gusto)

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

spigola in agrodolce
Spigola in agrodolce

 

Chef Stefano Di Gennaro
Chef Stefano Di Gennaro
Ristorante Quintessenza di Trani membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Di Gennaro per la realizzazione della spigola in agrodolce.

 

Gluten free, Dairy Free Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 40 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 tranci di spigola da 130/150 grammi l’uno;
  • succo di limone;
  • rapa rossa;
  • carota;
  • cavolfiore;
  • peperone rosso;
  • peperone giallo;
  • cipolla rossa;
  • sciroppo agrodolce (100g aceto bianco, 100g acqua, 100g zucchero)
  • olio E.V.O. q.b.;

 

Procedimento

  • Realizzare lo sciroppo agrodolce unendo i tre ingredienti, portare a bollore facendo sciogliere lo zucchero;
  • Sbollentare le verdure singolarmente, raffreddarle in acqua e ghiaccio;
  • Scolarle, versando successivamente lo sciroppo agrodolce ancora caldo;
  • Cuocere a vapore i tranci di spigola per circa 10 minuti a 65°C, condire con un’emulsione di olio, miele ed aceto.

 

Impiattamento

Servire la spigola sistemando a proprio piacimento le verdure in agrodolce.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Protagonista di questa ricetta è la spigola, un pesce che non spicca per particolari caratteristiche nutrizionali ma che può far parte delle 3 porzioni settimanali di questa categoria di alimenti. Infatti, si adatta bene anche al consumo di chi non ama particolarmente il pesce. La spigola non ha un sapore ben definito, pertanto via libera a condimenti e preparazioni dai sapori decisi.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della spigola in agrodolce

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spigola, limone, rapa rossa, carota, cavolfiore, peperone, cipollaolio EVO

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare.

Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino.

Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane dello chef di JRE

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

Anemia correlata al cancro: un approccio multitarget integrato e interventi sullo stile di vita

Natalucci V. et al.

Review Nutrients. 2021 Feb 1;13(2):482.

 

Anemia correlata al cancro: un approccio multitarget integrato e interventi sullo stile di vita

Il cancro è spesso accompagnato da un peggioramento del profilo di ferro del paziente e l’anemia risultante potrebbe essere un fattore che influisce negativamente sull’efficacia del trattamento antineoplastico e sulla sopravvivenza del paziente. La prima linea di terapia si basa solitamente sulla supplementazione di ferro per via orale o endovenosa; tuttavia, molti pazienti rimangono anemici e non rispondono. La chiave potrebbe risiedere nella patogenesi dell’anemia stessa. L’anemia correlata al cancro (CRA) è caratterizzata da una diminuzione della concentrazione di ferro sierico circolante e dalla saturazione della transferrina nonostante le ampie riserve di ferro, indicando un problema più complesso legato alla regolazione omeostatica del ferro e fattori aggiuntivi come lo stato infiammatorio cronico. Questa recensione esplora la nostra attuale comprensione dell’omeostasi del ferro nel cancro, facendo luce sul ruolo modulatorio dell’epcidina nell’assorbimento intestinale del ferro, nel riciclo del ferro, nella mobilizzazione dai depositi epatici e nei regolatori inducibili da infezioni e infiammazioni. Verrà discussa la relazione sottostante tra CRA e infiammazione sistemica di basso grado e verrà proposto anche un approccio multitarget integrato basato sulla nutrizione e sull’esercizio fisico per migliorare l’utilizzo del ferro riducendo l’infiammazione di basso grado, modulando la risposta immunitaria e sostenendo i meccanismi antiossidanti. In effetti una dieta a base mediterranea, integratori alimentari ed esercizio fisico vengono suggeriti come potenziali strategie individualizzate e come approccio complementare alla terapia CRA convenzionale.

 

 

Abstract

 

Cancer Related Anemia: An Integrated Multitarget Approach and Lifestyle Interventions

Cancer is often accompanied by worsening of the patient’s iron profile, and the resulting anemia could be a factor that negatively impacts antineoplastic treatment efficacy and patient survival. The first line of therapy is usually based on oral or intravenous iron supplementation; however, many patients remain anemic and do not respond. The key might lie in the pathogenesis of the anemia itself. Cancer-related anemia (CRA) is characterized by a decreased circulating serum iron concentration and transferrin saturation despite ample iron stores, pointing to a more complex problem related to iron homeostatic regulation and additional factors such as chronic inflammatory status. This review explores our current understanding of iron homeostasis in cancer, shedding light on the modulatory role of hepcidin in intestinal iron absorption, iron recycling, mobilization from liver deposits, and inducible regulators by infections and inflammation. The underlying relationship between CRA and systemic low-grade inflammation will be discussed, and an integrated multitarget approach based on nutrition and exercise to improve iron utilization by reducing low-grade inflammation, modulating the immune response, and supporting antioxidant mechanisms will also be proposed. Indeed, a Mediterranean-based diet, nutritional supplements and exercise are suggested as potential individualized strategies and as a complementary approach to conventional CRA therapy.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33535496/

Cibo, nutrizione, attività fisica e microbiota quale impatto sul cancro del polmone?

Nigro E. et al.

Review Int J Environ Res Public Health. 2021 Mar 1;18(5):2399.

 

Cibo, nutrizione, attività fisica e microbiota: quale impatto sul cancro del polmone?

Il cancro del polmone rappresenta ancora la principale causa di morte correlata al cancro, a livello globale. Allo stesso modo, la malnutrizione e l’inattività rappresentano un rischio importante per la perdita di capacità funzionali polmonari che influenzano la gravità complessiva del cancro del polmone. Pertanto, l’adesione a uno stile di vita sano appropriato è cruciale nella gestione dei pazienti affetti da cancro del polmone nonostante il sottotipo di cancro.

Questa revisione mira a riassumere le conoscenze disponibili sugli approcci dietetici e sull’attività fisica come i principali fattori che riducono il rischio di cancro ai polmoni e migliorano la risposta alle terapie.

Si discutono gli schemi dietetici più significativi positivamente associati alla composizione corporea e alla prognosi del cancro del polmone e i principali processi molecolari regolati da specifici schemi dietetici, alimenti funzionali e attività fisica, cioè infiammazione e stress ossidativo.

Infine, si riportano prove che dimostrano che la disbiosi del microbioma polmonare e/o intestinale, così come la loro interconnessione (l’asse intestino-polmone), sono strettamente correlate ai modelli dietetici e all’attività fisica regolare che svolge un ruolo chiave nella formazione e progressione del cancro del polmone, aprendo alla strada della modulazione del microbioma come terapia coadiuvante.

Complessivamente, le evidenze riportate in questa revisione evidenziano la necessità di considerare gli interventi non farmacologici (nutrizione e attività fisica) come efficaci strategie aggiuntive nella gestione del cancro del polmone.

 

 

Abstract

 

Food, Nutrition, Physical Activity and Microbiota: Which Impact on Lung Cancer?

Lung cancer still represents the leading cause of cancer-related death, globally. Likewise, malnutrition and inactivity represent a major risk for loss of functional pulmonary capacities influencing overall lung cancer severity. Therefore, the adhesion to an appropriate health lifestyle is crucial in the management of lung cancer patients despite the subtype of cancer. This review aims to summarize the available knowledge about dietary approaches as well as physical activity as the major factors that decrease the risk towards lung cancer, and improve the response to therapies. We discuss the most significant dietary schemes positively associated to body composition and prognosis of lung cancer and the main molecular processes regulated by specific diet schemes, functional foods and physical activity, i.e., inflammation and oxidative stress. Finally, we report evidence demonstrating that dysbiosis of lung and/or gut microbiome, as well as their interconnection (the gut-lung axis), are strictly related to dietary patterns and regular physical activity playing a key role in lung cancer formation and progression, opening to the avenue of modulating the microbiome as coadjuvant therapy. Altogether, the evidence reported in this review highlights the necessity to consider non-pharmacological interventions (nutrition and physical activity) as effective adjunctive strategies in the management of lung cancer.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33804536/

Microbiota intestinale e sua associazione con il cancro del colon e il consumo di carne rossa lavorata

Abu-Ghazaleh N., Chua WJ, Gopalan V.

Review J Gastroenterol Hepatol. 2021 Jan;36(1):75-88.

 

Microbiota intestinale e sua associazione con il cancro del colon e il consumo di carne rossa/lavorata

Il colon umano ospita un numero elevato di microrganismi che sono stati segnalati per svolgere un ruolo cruciale nella carcinogenesi del colon-retto. Nell’ultimo decennio, la rilevazione molecolare e le tecniche metabolomiche hanno ampliato le nostre conoscenze sul ruolo di specifiche specie microbiche nel promuovere la tumorigenesi.

 

In questo studio, è stata esaminata l’associazione tra disbiosi microbica e carcinoma del colon-retto (CRC).

Sono state esaminate varie specie microbiche e la loro associazione con la tumorigenesi del colon-retto e il consumo di carne rossa / lavorata.

 

La letteratura ha dimostrato una significativa abbondanza di Fusobacterium nucleatum, Streptococcus bovis/gallolyticus, Escherichia coli e Bacteroides fragilis in pazienti con adenoma o adenocarcinoma rispetto a individui sani. I meccanismi in cui ogni organismo è stato postulato per promuovere la carcinogenesi del colon sono stati raccolti e riassunti in questa recensione. Questi includono la capacità dei microrganismi di aderire alle cellule del colon; di modulare l’inibizione dei geni oncosoppressori, le attivazioni degli oncogeni e la genotossicità; e di attivare bersagli a valle responsabili dell’angiogenesi.

Il ruolo di questi microrganismi nella coniugazione con componenti della carne tra cui composti N-nitroso, ammine eterocicliche ed eme è stato evidente anche in più studi.

 

Il risultato di questa revisione supporta il ruolo del consumo di carne rossa nella modulazione della progressione del CRC e la possibilità che il microbioma intestinale influenzi la relazione tra CRC e dieta.

Lo studio dimostra anche che l’analisi del microbiota potrebbe potenzialmente integrare i metodi di screening esistenti quando si rilevano lesioni del colon.

 

 

Abstract

 

Intestinal microbiota and its association with colon cancer and red/processed meat consumption

The human colon harbors a high number of microorganisms that were reported to play a crucial role in colorectal carcinogenesis. In the recent decade, molecular detection and metabolomic techniques have expanded our knowledge on the role of specific microbial species in promoting tumorigenesis.

 

In this study, we reviewed the association between microbial dysbiosis and colorectal carcinoma (CRC).

Various microbial species and their association with colorectal tumorigenesis and red/processed meat consumption have been reviewed.

 

The literature demonstrated a significant abundance of Fusobacterium nucleatum, Streptococcus bovis/gallolyticus, Escherichia coli, and Bacteroides fragilis in patients with adenoma or adenocarcinoma compared to healthy individuals. The mechanisms in which each organism was postulated to promote colon carcinogenesis were collated and summarized in this review. These include the microorganisms’ ability to adhere to colon cells; modulate the inhibition of tumor suppressor genes, the activations of oncogenes, and genotoxicity; and activate downstream targets responsible for angiogenesis.

The role of these microorganisms in conjugation with meat components including N-nitroso compounds, heterocyclic amines, and heme was also evident in multiple studies.

 

The outcome of this review supports the role of red meat consumption in modulating CRC progression and the possibility of gut microbiome influencing the relationship between CRC and diet.

The study also demonstrates that microbiota analysis could potentially complement existing screening methods when detecting colonic lesions.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32198788/

L’effetto delle integrazioni di acidi grassi polinsaturi Omega-3 sui farmaci antitumorali nel carcinoma mammario triplo negativo

Ma Y., Wang J., Li Q., Cao B.

Review Nutr Cancer. 2021;73(2):196-205.

 

L’effetto delle integrazioni di acidi grassi polinsaturi Omega-3 sui farmaci antitumorali nel carcinoma mammario triplo negativo

Il carcinoma mammario triplo negativo (TNBC) comprende circa il 10-20% di tutti i tumori al seno diagnosticati.

Prove crescenti mostrano che gli acidi grassi polinsaturi omega-3 (ω-3 PUFA), l’acido docosaesaenoico e l’acido eicosapentaenoico, possono influenzare lo sviluppo, la progressione e la prognosi di TNBC in vivo e in vitro; tuttavia, mancano prove cliniche a sostegno dell’effetto degli ω-3 PUFA sui TNBC.

La ricerca ha dimostrato che gli ω-3 PUFA possono indurre l’apoptosi nelle cellule del cancro al seno inibendo la via di trasduzione del segnale PI3K / AKT e che gli ω-3 PUFA possono migliorare l’efficacia dei farmaci chemioterapici. L’utilizzo della supplementazione di ω-3 PUFA in aggiunta alla farmacoterapia nel trattamento del cancro al seno può comportare effetti antitumorali potenziati che saranno particolarmente applicabili a fenotipi difficili da trattare come i TNBC.

Lo scopo dell’attuale revisione era quello di riassumere la base di prove a sostegno degli effetti antitumorali dei PUFA omega-3 nei TNBC.

 

 

Abstract

 

The Effect of Omega-3 Polyunsaturated Fatty Acid Supplementations on anti-Tumor Drugs in Triple Negative Breast Cancer

Triple-negative breast cancer (TNBC) comprises about 10-20% of all diagnosed breast cancers.

Increasing evidence shows that the omega-3 polyunsaturated fatty acids (ω-3PUFAs), docosahexaenoic acid and eicosapentaenoic acid, can influence the development, progression, and prognosis of TNBC In Vivo and In Vitro; however, clinical evidence supporting the effect of ω-3PUFAs on TNBC is lacking.

Research has demonstrated that ω-3PUFAs can induce apoptosis in breast cancer cells by inhibiting the PI3K/AKT signal transduction pathway, and that ω-3PUFAs can improve the effectiveness of chemotherapy drugs. Using ω-3PUFA supplementation in addition to pharmacotherapy in the treatment of breast cancer may result in enhanced anti-tumor effects that will be particularly applicable to difficult to treat phenotypes such as TNBC.

The aim of the current review was to summarize the evidence-base supporting the antitumor effects of omega-3 PUFAs in TNBC.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32223441/

Disturbi del gusto e dell’olfatto nei pazienti oncologici: una revisione dell’ambito dei trattamenti disponibili

Sevryugin O., Popi Kasvis K., Vigano ML., Vigano A.

Review Support Care Cancer. 2021 Jan;29(1):49-66.

 

Disturbi del gusto e dell’olfatto nei pazienti oncologici: una revisione dell’ambito dei trattamenti disponibili

Scopo:

I disturbi del gusto e dell’olfatto nei pazienti affetti da cancro sono sintomi molto comuni, ma spesso sottovalutati. Se non affrontati correttamente, possono influire sullo stato nutrizionale, sul piacere del cibo e sulla qualità della vita. Gli strumenti di trattamento disponibili per i medici per gestire le alterazioni chemiosensoriali sono limitati e sono spesso basati su esperienze cliniche personali. Lo scopo di questo studio era quello di valutare l’attuale letteratura oncologica e di cure palliative attraverso una revisione dell’ambito, al fine di identificare i trattamenti disponibili per le alterazioni del gusto e dell’olfatto nei pazienti oncologici.

 

Metodi:

Medline, Embase, CINAHL, ProQuest Dissertations and Theses e Google Scholar sono stati cercati dall’inizio fino a gennaio 2020, con titoli tematici rilevanti per i domini delle alterazioni chemiosensoriali, palliativi e cure del cancro. Un totale di 10.718 pubblicazioni in lingua inglese e francese sono state esaminate, producendo 43 articoli sull’argomento ricercato.

 

Risultati:

L’eterogeneità degli articoli selezionati ha portato a difficoltà nell’interpretazione e nell’analisi delle prove disponibili. Le pubblicazioni incluse differivano nella progettazione dello studio, nel campione di popolazione, nei trattamenti antitumorali e nelle misure di valutazione per i disturbi del gusto e dell’olfatto. È stata descritta un’ampia varietà di opzioni di trattamento tra cui zinco e polaprezinc, radio-protettori, vitamine e integratori, agenti anti-xerostomia, esercizi di deglutizione attiva, interventi nutrizionali, delta-9-tetraidrocannabinolo e fotobiomodulazione.

 

Conclusione:

questa revisione dell’ambito identifica lo stato attuale delle conoscenze relative alle alterazioni chemiosensoriali all’interno della cura del cancro di supporto. Nonostante non raggiunga conclusioni definitive, questo articolo offre sedi terapeutiche da esplorare ulteriormente in studi più ampi e metodologicamente validi.

 

 

Abstract

 

Taste and smell disturbances in cancer patients: a scoping review of available treatments

Purpose:

Taste and smell disturbances in patients affected by cancer are very common, but often under-recognized symptoms. If not addressed properly, they may impact nutritional status, food enjoyment, and quality of life. Treatment tools available for clinicians to manage chemosensory alterations are limited and are often based on personal clinical experiences. The aim of this study was to assess current oncological and palliative care literature through a scoping review, in order to identify available treatments for taste and smell alterations in cancer patients.

 

Methods:

Medline, Embase, CINAHL, ProQuest Dissertations and Theses, and Google Scholar were searched from inception until January 2020, with subject headings relevant to the domains of chemosensory alterations, palliative, and cancer care. A total of 10,718 English and French language publications were reviewed, yielding 43 articles on the researched topic.

 

Results:

The heterogeneity of selected articles led to difficulties in interpretation and analysis of the available evidence. Included publications differed in study design, population sample, anticancer treatments, and measures of assessment for taste and smell disturbances. A broad variety of treatment options were described including zinc and polaprezinc, radio-protectors, vitamins and supplements, anti-xerostomia agents, active swallowing exercises, nutritional interventions, delta-9-tetrahydrocannabinol, and photobiomodulation.

 

Conclusion:

This scoping review identifies the current state of knowledge regarding chemosensory alterations within supportive cancer care. Despite not reaching firm conclusions, this article offers therapeutic venues to further explore in larger and more methodologically sound studies.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32734392/

polpette di tonno, patate e peperoni
Polpette di Tonno, Patate e Peperoni

 

La ricetta salutare per realizzare le polpette di tonno, patate e peperoni.

 

Secondo piatto

 

Tempo di preparazione: 30 minuti

 

Difficoltà: facile

 

Ingredienti

(per 8/10 polpette)

  • 120 gr di tonno in filetti al naturale
  • 250 gr di patate lesse
  • 200 gr di peperoni cotti al forno
  • 5 cucchiai di pangrattato integrale
  • Erbe aromatiche
  • Olio extra vergine di oliva

 

Preparazione

  1. Trita i peperoni.
  2. Aggiungi le patate e il tonno. Impasta aggiungendo il pangrattato e le erbe aromatiche.
  3. Forma delle polpettine e poni in una teglia.
  4. Condisci con un filo d’olio extra vergine d’oliva e inforna a 180°C per circa 20 minuti, guardando durante la cottura.

 

 

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Vellutata di carciofi, finocchi e patate con ceci, semi di girasole e curcuma
Vellutata di carciofi, finocchi e patate con ceci, semi di girasole e curcuma

 

La ricetta salutare per realizzare la vellutata di carciofi, finocchi e patate con ceci, semi di girasole e curcuma.

 

Piatto unico

 

Tempo di preparazione

30 minuti

 

Difficoltà

media

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 2 carciofi
  • 2 finocchi interi
  • 300 gr di patate
  • 100 gr di ceci
  • Semi di girasole q.b.
  • Curcuma q.b.

 

Preparazione

  1. Pulire e lavare bene tutte le verdure.
  2. Cuocerle a vapore.
  3. Frullarle/passarle in un mixer da cucina fino ad ottenere una consistenza cremosa.
  4. Lessare a parte i ceci.

 

Impiattamento

Servire tiepida con ceci, una macinata di semi di girasole, un filo d’olio e curcuma.

 

 

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mousse alla stracciatella light
Mousse alla stracciatella light

 

La ricetta per realizzare la mousse alla stracciatella light, utile in caso di perdita di appetito.

 

Dolce

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 100 gr di yogurt greco bianco magro
  • 50 gr di ricotta di mucca
  • 15 gr di cioccolato fondente 85%

 

Preparazione

  1. Unire tutti gli ingredienti e frullarli.
  2. Servi in coppette di gelato.

 

 

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insalata di uova sode fagiolini spinacino e avocado
Insalata di uova sode, fagiolini, spinacino e avocado

 

La ricetta salutare per realizzare l’insalata di uova sode, fagiolini, spinacino e avocado.

 

Piatto unico

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 uovo
  • ½ avocado
  • 100 gr di fagiolini
  • 100 gr di spinacino

 

Preparazione

  1. Cuocere i fagiolini a vapore.
  2. Cuocere l’uovo sodo.
  3. Unire i fagiolini e l’uovo sodo a spinacino e avocado in insalata

 

 

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fragole in crosta di cioccolato nocciole e mandorle
Fragole in crosta di Cioccolato, Nocciole e Mandorle

 

la ricetta per realizzare le fragole in crosta di cioccolato, nocciole e mandorle.

 

Dolce

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti 

  • 30 g di cioccolato fondente minimo 70%
  • 20 g di granella di nocciole e scaglie di mandorle
  • fragole

 

Preparazione

  1. Sciogliere nel microonde o a bagnomaria il cioccolato fondente (minimo 70%) e aggiungere la granella di nocciole e le scaglie di mandorle.
  2. Inzuppare le fragole una alla volta nel cioccolato.
  3. Posizionarle in frigo per raffreddarle per circa 10 minuti.

 

 

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filetti di merluzzo in crosta di nocciole
Filetti di merluzzo in crosta di nocciole

 

La ricetta salutare per realizzare i filetti di merluzzo in crosta di nocciole.

 

Secondo piatto

 

Difficoltà

facile

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 200 gr di filetti di merluzzo freschi o scongelati
  • 50 gr di nocciole
  • Olio extra vergine di oliva q.b.

 

Preparazione

  1. Trita grossolanamente le nocciole fino ad ottenere una granella.
  2. Impana i filetti di merluzzo freschi o scongelati nella granella.
  3. Inforna mettendo un filo d’olio extra vergine di oliva a 180°C per circa 15-20 minuti.

 

 

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Scoperta e caratteristiche di una firma alchilante nel cancro del colon-retto

Gurjao C. et al.

Cancer Discov. 2021 Jun 17;candisc.1656.2020.

 

Scoperta e caratteristiche di una firma alchilante nel cancro del colon-retto

Diversi fattori di rischio sono stati stabiliti per il carcinoma colon-rettale (CRC), ma i loro effetti mutageni diretti nei tumori dei pazienti devono ancora essere chiariti.

In questo articolo sono stati sfruttati i dati di sequenziamento dell’intero esoma da 900 casi di CRC che si erano verificati in tre studi prospettici a livello statunitense con ampie informazioni sulla dieta e sullo stile di vita. E’ stata trovata una firma alchilante che in precedenza non era stata scritta in CRC, e poi è stata mostrata l’esistenza di un processo mutazionale simile nelle normali cripte del colon.

Questa firma alchilante è associata ad elevati livelli di assunzione di carne rossa lavorata e non lavorata prima della diagnosi. Inoltre, questa firma era più abbondante nel colon-retto distale, previsto per colpire le mutazioni del fattore tumorale KRAS p.G12D, KRAS p.G13D e PIK3CA p.E5454K, e associato a scarsa sopravvivenza.

Insieme, questi risultati collegano per la prima volta una firma mutazionale colon-rettale a un componente della dieta e implicano ulteriormente il ruolo della carne rossa nell’iniziazione e nella progressione della CRC.

 

 

Abstract

 

Discovery and features of an alkylating signature in colorectal cancer

Several risk factors have been established for colorectal carcinoma (CRC), yet their direct mutagenic effects in patients’ tumours remain to be elucidated.

Here, we leveraged whole-exome sequencing data from 900 CRC cases that had occurred in three US-wide prospective studies with extensive dietary and lifestyle information. We found an alkylating signature which was previously undescribed in CRC, and then showed the existence of a similar mutational process in normal colonic crypts.

This alkylating signature is associated with high intakes of processed and unprocessed red meat prior to diagnosis. Additionally, this signature was more abundant in the distal colorectum, predicted to target cancer driver mutations KRAS p.G12D, KRAS p.G13D and PIK3CA p.E5454K, and associated with poor survival.

Together, these results link for the first time a colorectal mutational signature to a component of diet, and further implicate the role of red meat in CRC initiation and progression.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34140290/

Pancitopenia e Neutropenia

Si parla di pancitopenia quando tutti e tre i tipi di cellule ematiche periferiche sono ridotti nel numero.

Coesistono quindi una leucocitopenia (neutropenia in senso stretto e clinicamente rilevante), un’anemia e una trombocitopenia.

 

Le forme lievi di pancitopenia si rilevano spesso per caso durante i controlli di routine. Nelle forme gravi invece il paziente si presenta con sintomi corrispondenti a pallore, stanchezza, affanno in seguito all‘anemia, tendenza all’infezione a causa della leucopenia- neutropenia o emorragie insolite, come epistassi o petecchie, derivanti dalla trombocitopenia.

 

Le cause della pancitopenia sono complesse. In genere si distingue tra forme dovute a una ridotta produzione di cellule nel midollo osseo e forme dovute a una rapida degradazione cellulare periferica o midollare.

 

Generalmente la pancitopenia derivante da malattie oncologiche può essere di entrambi i tipi, in particolare si parla di:

  • Formazione cellulare insufficiente nel midollo osseo in casi di leucemie acute, linfomi maligni, mieloma multiplo, mielofibrosi, carcinomi con metastasi nel midollo osseo, in seguito a chemioterapia e radioterapia;
  • Degradazione cellulare eccessiva in periferia: secondaria associata a linfoma o neoplasma maligno.

 

La riduzione delle tre linee cellulari comporta inoltre un aumentato rischio di ecchimosi, di emorragie di vario tipo (a causa del deficit di piastrine; solo per fare un paio di esempi: epitassi, ovvero perdita di sangue dal naso, e gengivorragie) e di malattie infettive (a causa del deficit di globuli bianchi).

Il quadro clinico quindi è piuttosto delicato perché, oltre a dover affrontare la condizione patologica di base (quella che ha appunto determinato l’insorgenza di pancitopenia), il paziente corre il concreto rischio di dover fronteggiare altri tipi di malattia.

 

Cosa fare in caso di pancitopenia

Mantenere o recuperare un buono stato nutrizionale, nei pazienti sottoposti a terapia oncologica o che hanno subito un trapianto di midollo, è fondamentale per affrontare al meglio la fase di recupero e convalescenza.

I cibi da consumare dovranno essere sicuri dal punto di vista igienico e ricchi di nutrienti.

Nessun alimento in natura è sterile, cioè privo di microbi, l’importante è evitare la moltiplicazione microbica seguendo alcune semplici regole che assicurano una dieta a bassa carica microbica.

 

Come scegliere gli alimenti:

  • scegliere un punto vendita pulito e ordinato;
  • controllare sempre le date di scadenza;
  • controllare l’integrità della confezione che non deve essere bagnata, schiacciata o ricoperta di brina;
  • acquistare per ultimi i surgelati e trasportarli sempre in un contenitore termico;
  • attenzione all’acquisto del pesce deve essere venduto su bancone refrigerato, meglio se su letto di ghiaccio, l’occhio deve essere sporgente e le branchie rosee o rosse.

 

Come conservarli:

  • i surgelati devono essere conservati ad una temperatura di – 18 ° C;
  • conservare i prodotti deperibili (latte, yogurt, budini, cibi freddi) ad una temperatura inferiore ai 4°C;
  • conservare in dispensa ben pulita e areata i prodotti non deperibili (pasta riso, farina, zucchero, legumi) suddivisi in confezioni o contenitori ben chiusi;
  • olio: conservare ben chiuso lontano da luce e calore;
  • alimenti in scatola: pulire la parte superiore della confezione prima dell’apertura, consumare immediatamente il contenuto, evitare di mangiare quello che rimane in un secondo momento.

 

In frigorifero:

Curarne molto bene la pulizia, lavandolo settimanalmente o ogni qualvolta se ne rilevi il bisogno.

Organizzare la disposizione del cibo all’interno del frigorifero, riponendo i cibi nel seguente ordine partendo dal basso: verdura e frutta, carne, pesce, formaggi, creme latte e panna. Le uova vanno sempre tenute nella loro confezione d’acquisto.

Tutti i cibi riposti in frigorifero devono essere messi in contenitori o buste perfettamente chiusi.

Tenere sempre separati i cibi cotti dai cibi crudi.

 

In congelatore:

Alcuni surgelati sono prodotti validi sia dal punto di vista igienico che nutrizionale, se l’alimento di partenza è di buona qualità e le tecniche di conservazione sono corrette.
Non acquistare surgelati con buste ricoperte di cristalli di ghiaccio, o gelati ricoperti di ghiaccio.

La temperatura del congelatore dovrebbe rimanere sotto i 14°c ricordare che il freezer non conserva in eterno. Controllare che il congelatore abbia 3 o 4 stelle che assicurano una temperatura fino a -18° C.

Se si congelano cibi in casa occorre fare monoporzioni con riportata la data di preparazione e riporle nel freezer in modo che non tocchino altri prodotti.

 

Come scongelarli:

  • Se possibile riscaldare il prodotto ancora surgelato in acqua già bollente, fare attenzione che la cottura avvenga in modo completo anche all’interno del prodotto;
  • In alternativa i prodotti vanno scongelati: nel frigorifero, al mattino per la cena o la sera per il pranzo, o con l’uso del forno a microonde;
  • Non scongelare mai i cibi a temperatura ambiente.

 

Alimenti caldi:

Vanno mantenuti ad una temperatura superiore a 60-65°C e consumati il prima possibile. Per quanto riguarda i prodotti confezionati leggere sempre le modalità di conservazione e la data di scadenza, controllare visivamente che il prodotto non presenti muffe, cattivi odori, nel dubbio non mangiarlo. Scegliere quando è possibile la monoporzione.

 

Come prepararli:

  • prima di cominciare a cucinare lavarsi accuratamente le mani, se si hanno tagli o abrasioni indossare sempre i guanti di gomma,
  • indossare una mascherina se sono presenti sintomi simil influenzali,
  • lavarsi sempre le mani quando si passa da un cibo ad un altro,
  • detergere con acqua calda e sapone le superfici all’inizio della preparazione e ogni qualvolta si cambi pietanza,
  • lavare in modo accurato con disinfettante alimentare frutta e verdura,
  • non consumare frutta e verdura che presentano parti ammuffite,
  • non consumare patate parzialmente verdi o con germogli,
  • tenere gli animali domestici lontano dalla cucina.

 

Cottura:

  • cuocere molto bene carne, pesce, uova, ed eventualmente verdure (pentola a pressione, vapore, forno, bollitura, padella);
  • consumare il cibo entro 2 ore dalla preparazione, in estate entro 1 ora;
  • cibi cucinati in precedenza: suddividere il cibo già cotto in piccole monoporzioni all’interno di contenitori ben chiusi e riporli in frigorifero appena si saranno intiepiditi, al momento del consumo riscaldare molto bene il cibo;
  • non riscaldare mai un cibo più di una volta;
  • lessatura ed ebollizione non dovrebbero mai essere inferiori ai 10 minuti;
  • ricordare che il tempo di cottura varia in base alla porzione cucinata.

 

Quali alimenti consumare:

  • Variare il più possibile la propria alimentazione, scegliendo fra le proposte dei cibi permessi;
  • Evitare il consumo di conserve domestiche (pomodoro, marmellate, miele, frutta sciroppata, verdure sottolio e in salamoia);
  • Il buon aspetto di un alimento non è garanzia di un cibo sano, non assaggiare mai un cibo se si sospetta che possa essere deteriorato.

 

Cibi permessi in caso di pancitopenia

  • verdure cotte;
  • creme di legumi ben cotti e passati al passaverdure eliminando le bucce;
  • pasta o riso con condimenti semplici (sugo di pomodoro, pesce bianco);
  • carne ben cotta al forno in padella o bollita;
  • pesce ben cotto al forno in padella o bollito;
  • mortadella, prosciutto cotto, crudo, affettato di pollo o tacchino in vaschette sigillate;
  • formaggini confezionati tipo MIO, Parmigiano Reggiano, formaggi stagionati e pastorizzati, sottilette;
  • gelati industriali confezionati singolarmente senza noccioline, ghiaccioli industriali;
  • frutta cotta o cruda ma lavata con “Amuchina diluita, disinfettante Chicco o Milton” e privata della buccia;
  • bibite e succhi di frutta industriali che si conservano fuori frigo, scegliere quelli in brick monoporzione;
  • latte e yogurt pastorizzati o UHT se l’alvo è regolare, in alternativa è possibile scegliere latte di riso;
  • latte di riso al cacao, panna per caffè in monoporzione;
  • caffè: limitarsi a 1 al giorno;
  • tè, camomilla o tisane in filtro preparati con acqua bollente;
  • pane, biscotti semplici senza creme o marmellata;
  • patate bollite o al forno (precedentemente lavate e sbucciate con cura)
  • 1-2 uova ben cotte a settimana (sode, in camicia, frittata o al tegamino),
  • zucchero, zucchero di canna, burro, burro di arachidi, olio, sale, panna o besciamella UHT;
  • marmellata o miele industriali, pastorizzati in monoporzione.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

 

  • Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi “ Strategie per una vita sicura dopo trapianto di cellule staminali da midollo osseo, cellule staminali o cordone ombelicale” giugno 2011.
  • Commissione permanente di studio ONB “1° vademecum sull’igiene degli alimenti” Luglio 2013.
  • Dipartimento Oncologico e Tecnologie Avanzate Struttura complessa di Ematologia “Guida alla degenza per pazienti e famigliari” marzo 2014.
  • INRAN “Linee Guida per una sana alimentazione italiana” Capitolo 10 “ La sicurezza dei tuoi cibi dipende anche da te” revisione 2003.
  • Orientarsi n°64 “ La dimissione dopo il trapianto di cellule staminali emopoietiche” Supplemento d’informazione a “Diario di Bordo” reg. tribunale di bologna n° 6759 del 31/12/1997.
  • www.mqzh.ch

Associazioni del bilancio ossidativo dietetico e stile di vita con il rischio di mortalità tra le donne anziane: the Iowa Women’s Health Study

Mao Z., Prizment AE, Lazovich D., Bostick RM.

Eur J Nutr.2021 Apr 21.

 

Associazioni del bilancio ossidativo dietetico e stile di vita con il rischio di mortalità tra le donne anziane: the Iowa Women’s Health Study

Scopo:

Evidenze scientifiche di base sostanziali suggeriscono che lo stress ossidativo può svolgere un ruolo nei risultati sanitari legati all’invecchiamento, comprese le malattie cardiovascolari (CVD) e il cancro, e i marcatori di stress ossidativi erano collegati con tutte le cause e cause specifiche di mortalità negli studi epidemiologici. Tuttavia, le associazioni di molte esposizioni anti-/pro-ossidanti dietetiche e di stile di vita individuali con mortalità sono incoerenti. I punteggi di equilibrio ossidativo (OBS) che incorporavano molteplici fattori dietetici e di stile di vita sono stati precedentemente sviluppati e segnalati per riflettere gli effetti ossidativi collettivi delle esposizioni multiple.

 

Metodi:

Abbiamo studiato associazioni di 11 componenti dietetici e 4 componenti (attività fisica, adiposità, alcol e fumo) di stile di vita OBS (punteggi più alti erano considerati più antiossidanti) con tutte le cause e cause specifiche di mortalità tra le donne di età 55-69 anni alla base del futuro studio sulla salute delle donne dello Iowa (1986-2012). Abbiamo valutato le associazioni di mortalità OBS utilizzando la regressione proporzionale multivariabile dei rischi Cox.

 

Risultati:

Delle 34.137 donne senza cancro incluse nella coorte analitica, 18.058 sono morte (4521 per cancro e 6825 per CVD) durante una media/mediana 22.0/26.1 persona-anno di follow-up. Tra i partecipanti con uno stile di vita che comportava un punteggio più alto rispetto a quintili OBS con un punteggio più basso, i rapporti di pericolosità regolati e i loro intervalli di confidenza del 95% per tutte le cause, tutti i tumori e la mortalità per tutti i CVD erano rispettivamente 0,50 (0,48, 0,53), 0,47 (0,43, 0,52) e 0,54 (0,50, 0,58) (tutti Ptrend < 0,001). Le associazioni dell’OBS dietetiche con la mortalità erano quasi nulle.

 

Conclusione:

I nostri risultati, combinati con i risultati di studi precedenti, suggeriscono che una predominanza di esposizioni antiossidanti rispetto a esposizioni pro-ossidanti dello stile di vita può essere associata a un minor rischio di mortalità per tutte le cause, tutti cvd e tutti i tumori.

 

 

Abstract

 

Associations of dietary and lifestyle oxidative balance scores with mortality risk among older women: the Iowa Women’s Health Study

Purpose:

Substantial basic science evidence suggests that oxidative stress may play a role in aging-related health outcomes, including cardiovascular diseases (CVD) and cancer, and oxidative stress markers were linked with all-cause and cause-specific mortality in epidemiologic studies. However, the associations of many individual dietary and lifestyle anti-/pro-oxidant exposures with mortality are inconsistent. Oxidative balance scores (OBS) that incorporated multiple dietary and lifestyle factors were previously developed and reported to reflect the collective oxidative effects of multiple exposures.

 

Methods:

We investigated associations of 11-component dietary and 4-component (physical activity, adiposity, alcohol, and smoking) lifestyle OBS (higher scores were considered more anti-oxidative) with all-cause and cause-specific mortality among women 55-69 years of age at baseline in the prospective Iowa Women’s Health Study (1986-2012). We assessed OBS-mortality associations using multivariable Cox proportional hazards regression.

 

Results:

Of the 34,137 cancer-free women included in the analytic cohort, 18,058 died (4521 from cancer, and 6825 from CVD) during a mean/median 22.0/26.1 person-years of follow-up. Among participants in the highest relative to the lowest lifestyle OBS quintiles, the adjusted hazards ratios and their 95% confidence intervals for all-cause, all-cancer, and all-CVD mortality were 0.50 (0.48, 0.53), 0.47 (0.43, 0.52), and 0.54 (0.50, 0.58) (all Ptrend < 0.001), respectively. The associations of the dietary OBS with mortality were close to null.

 

Conclusion:

Our findings, combined with results from previous studies, suggest that a predominance of antioxidant over pro-oxidant lifestyle exposures may be associated with lower all-cause, all-CVD, and all-cancer mortality risk.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33881582/

Il ruolo della nutrizione nella pandemia di COVID-19

Mentella MC, Scaldaferri F, Gasbarrini A e Miggiano GAD.

Nutrients. 2021 Mar 27;13(4):1093.

 

Il ruolo della nutrizione nella pandemia di COVID-19

SARS-Cov-2, la causa della malattia di COVID-19, sta ponendo sfide senza precedenti. In letteratura, l’aumento delle evidenze sottolinea come la malnutrizione colpisce negativamente le funzionalità del sistema immunitario, alterando la protezione dalle infezioni.

L’attuale revisione mira a riassumere la complessa relazione tra infezione da SARS-Cov-2 e stato nutrizionale e gli effetti di malnutrizione in termini di gravità della malattia, tempi di recupero dei pazienti, incidenza delle complicanze e tasso di mortalità.

 

Gli studi attuali valutano la possibilità di modulare la nutrizione e l’integrazione in combinazione con trattamenti farmacologici nell’ambiente clinico per prevenire, sostenere e superare l’infezione sono anche descritti.

La discussione della letteratura più recente pertinente mira a gettare le basi per fare ipotesi ragionevoli e valutazioni per una nutrizionale “Best Practice” contro la pandemia di COVID-19 e per la definizione di strategie efficaci in termini di costi per assistere i sistemi sanitari nella gestione dei pazienti e delle persone nel loro recupero da COVID-19.

 

 

Abstract

 

The Role of Nutrition in the COVID-19 Pandemic

SARS-CoV-2, the cause of the COVID-19 disease, is posing unprecedent challenges. In the literature, increasing evidence highlights how malnutrition negatively affects the immune system functionality, impairing protection from infections.

The current review aims to summarize the complex relationship between SARS-CoV-2 infection and nutritional status and the effects of malnutrition in terms of disease severity, patients’ recovery time, incidence of complications and mortality rate.

 

Current studies evaluating the possibility of modulating nutrition and supplementation in combination with pharmacological treatments in the clinical setting to prevent, support, and overcome infection are also described.

The discussion of the most recent pertinent literature aims to lay the foundations for making reasonable assumptions and evaluations for a nutritional “best practice” against COVID-19 pandemic and for the definition of sound cost-effective strategies to assist healthcare systems in managing patients and individuals in their recovery from COVID-19.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33801645/

Disfagia

La disfagia è la difficoltà a deglutire.

Il più delle volte è associata a patologie di tipo vascolare, neurologiche o a neoplasie del collo ma non è sempre facile da riconoscere e diagnosticare.

 

In alcuni casi la difficoltà a deglutire cibi solidi e liquidi è evidente; in altri può manifestarsi con sintomi aspecifici come tosse durante i pasti, modificazione della voce che diventa umida e rauca, sensazione di corpo estraneo in gola.

 

La disfagia può essere un sintomo ed un effetto collaterale di alcune tipologie tumorali e trattamenti correlati, come il tumore dello stomaco, dell’esofago, della tiroide, delle ghiandole salivari e della laringe.

 

Esistono pochi dati sulla prevalenza della disfagia e delle complicazioni orali nei pazienti trattati per un tumore. Questi sintomi sono normalmente sotto-diagnosticati e non vengono quindi generalmente trattati.

 

Cosa fare in caso di disfagia

Per prima cosa è necessario evitare la malnutrizione ed impostare una dieta adeguata alla patologia di base.

 

Infatti se non è presente un’alimentazione corretta, può aumentare di conseguenza:

  • il rischio di un calo di peso e malnutrizione,
  • la disidratazione dovuta a un inadeguato apporto di liquidi
  • e di incorrere in una “polmonitead ingestis”.
    Quest’ultima è un’infezione delle vie respiratorie molto grave causata dal cibo che viene aspirato nelle vie aeree anziché essere correttamente incanalato nell’esofago, con il rischio nei casi più gravi di soffocamento.

 

In generale, nei casi meno gravi, può essere utile aumentare la frequenza dei pasti riducendone l’abbondanza e tagliando il cibo in piccoli pezzi, preferendo cibi più facili da deglutire.

Sarebbe bene evitare alcolici, tabacchi e caffeina che contribuiscono a peggiorare il reflusso gastroesofageo che condiziona la disfagia iniziale.

 

Al fine di gestire al meglio la disfagia sono inoltre utili consigli comportamentali che regolino anche il “come mangiare”.

 

Se si soffre di disfagia è fondamentale mangiare in posizione seduta abbassando la testa in avanti verso il torace durante la deglutizione, il boccone deve essere piccolo e masticato lentamente.

Risulta inoltre utile eseguire ogni tanto piccoli colpi di tosse per controllare o liberare la gola della presenza di cibo e mantenere un’accurata igiene del cavo orale. In questo modo si cerca di evitare ristagni di cibo, muco e saliva che potrebbero compromettere la deglutizione e favorire l’insorgenza di infezioni.

 

A volte può essere necessario rivolgersi a un logopedista o ad un esperto della rieducazione della deglutizione per imparare esercizi o strategie che aiutano a coordinare i muscoli necessari per deglutire meglio.

In altri casi possono essere necessari farmaci, interventi chirurgici o alimentazioni speciali, ad esempio a base di liquidi o sondino naso gastrico.

 

Cibi utili in caso di disfagia

In linea generale può essere utile distinguere a livello pratico la disfagia per cibi liquidi e quella per cibi solidi.

 

Nel primo caso si potrebbe utilizzare acqua gelificata e/o polveri addensanti che possono essere aggiunte a tutti i liquidi caldi e freddi come acqua, brodo, tè, latte. I liquidi avranno così una consistenza più densa e morbida e possono essere deglutiti correttamente.

 

Nel secondo caso invece sarebbe opportuno privilegiare alimenti di consistenza semisolida ed omogenea come per esempio il purè di patate.

 

Piccoli stratagemmi potrebbero essere quelli di utilizzare besciamella, panna o salse per aiutare a rendere più morbidi e più facili da deglutire i bocconi.

 

In ogni caso non deve essere di minor importanza la qualità nutrizionale, quindi dovrà essere garantita un’alimentazione corretta e bilanciata, seppur con piccole modifiche.

Per esempio può risultare utile sostituire pasta, riso e pane con semolino, crema di riso o patate lesse; tra i secondi preferire carne trita, pesce morbido, uova o formaggi cremosi.

 

La frutta invece potrebbe essere assunta o frullata o tramite mousse.

 

Infine, per contrastare la perdita di peso, ed aggiungere calorie buone alla ricetta, è utile aggiungere porzioni più abbondanti di olio extravergine di oliva a crudo.

 

Cibi da evitare in caso di disfagia

È importante generalmente evitare i cereali e tutte le preparazioni dove coesistono sia la consistenza liquida che solida come yogurt con pezzi di frutta e pastina in brodo.

 

Vanno inoltre eliminati tutti quegli alimenti che aderiscono al palato, come ad esempio gli gnocchi, cibi friabili come biscotti e crackers, e polveri come quella di cacao.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

insalata di sedano, avocado e Taleggio
Insalata di sedano, avocado e Taleggio

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalata di sedano, avocado e Taleggio, utile in caso di alterazioni enzimatiche.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 1 Cuore di sedano
  • 1/2 Avocado
  • 60 g taleggio a cubetti
  • Foglie di lattuga

 

Per condire

  • Succo di mezzo limone
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale q.b
  • 1 cucchiaino di passata di pomodoro

 

Procedimento

  1. Pulire e lavare le foglie dell’insalata e fare la stessa cosa con il sedano;
  2. Tagliare a fettine l’avocado, a rondelle il sedano e mescolarle insieme.
  3. In una zuppiera riunire un pizzico di sale, il succo del limone e mescolare fino a che il sale non si sia sciolto;
  4. Versare l’olio e la passata di pomodoro e mescolare per ottenere una cremina densa;
  5. Disporre le foglie dell’insalata sul fondo del piatto aggiungere sedano e avocado, il taleggio a pezzetti e condire con la cremina di pomodoro.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: All’interno di questa insalatina gustosa troviamo il Taleggio, formaggio a breve, media stagionatura di origini antichissime, anteriori al X secolo. È un alimento energetico, ricco di proteine, sali minerali e vitamine A e B2. Altro ingrediente presente è l’avocado fonte di grassi monoinsaturi e vitamina E. Studi recenti evidenziano che un moderato consumo di avocado sembrerebbe associato ad un miglior metabolismo dei lipidi, con riduzione del colesterolo totale e LDL e un aumento dei livelli di colesterolo buono, HDL.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di sedano, avocado e Taleggio (alterazioni enzimatiche)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, avocado, taleggio, lattuga, limone, pomodoro, olio EVO,

insalata di sedano, avocado e Taleggio
Insalata di sedano, avocado e Taleggio

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalata di sedano, avocado e Taleggio, utile per contrastare la perdita di appetito.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 1 Cuore di sedano
  • 1/2 Avocado
  • 60 g taleggio a cubetti
  • Foglie di lattuga

 

Per condire

  • Succo di mezzo limone
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale q.b
  • 1 cucchiaino di passata di pomodoro

 

Procedimento

  1. Pulire e lavare le foglie dell’insalata e fare la stessa cosa con il sedano;
  2. Tagliare a fettine l’avocado, a rondelle il sedano e mescolarle insieme.
  3. In una zuppiera riunire un pizzico di sale, il succo del limone e mescolare fino a che il sale non si sia sciolto;
  4. Versare l’olio e la passata di pomodoro e mescolare per ottenere una cremina densa;
  5. Disporre le foglie dell’insalata sul fondo del piatto aggiungere sedano e avocado, il taleggio a pezzetti e condire con la cremina di pomodoro.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: All’interno di questa insalatina gustosa troviamo il Taleggio, formaggio a breve, media stagionatura di origini antichissime, anteriori al X secolo. È un alimento energetico, ricco di proteine, sali minerali e vitamine A e B2. Altro ingrediente presente è l’avocado fonte di grassi monoinsaturi e vitamina E. Studi recenti evidenziano che un moderato consumo di avocado sembrerebbe associato ad un miglior metabolismo dei lipidi, con riduzione del colesterolo totale e LDL e un aumento dei livelli di colesterolo buono, HDL.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di sedano, avocado e Taleggio (perdita appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, avocado, taleggio, lattuga, limone, pomodoro, olio EVO,

insalata di sedano, avocado e Taleggio
Insalata di sedano, avocado e Taleggio

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalata di sedano, avocado e Taleggio, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 1 Cuore di sedano
  • 1/2 Avocado
  • 60 g taleggio a cubetti
  • Foglie di lattuga

 

Per condire

  • Succo di mezzo limone
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale q.b
  • 1 cucchiaino di passata di pomodoro

 

Procedimento

  1. Pulire e lavare le foglie dell’insalata e fare la stessa cosa con il sedano;
  2. Tagliare a fettine l’avocado, a rondelle il sedano e mescolarle insieme.
  3. In una zuppiera riunire un pizzico di sale, il succo del limone e mescolare fino a che il sale non si sia sciolto;
  4. Versare l’olio e la passata di pomodoro e mescolare per ottenere una cremina densa;
  5. Disporre le foglie dell’insalata sul fondo del piatto aggiungere sedano e avocado, il taleggio a pezzetti e condire con la cremina di pomodoro.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: All’interno di questa insalatina gustosa troviamo il Taleggio, formaggio a breve, media stagionatura di origini antichissime, anteriori al X secolo. È un alimento energetico, ricco di proteine, sali minerali e vitamine A e B2. Altro ingrediente presente è l’avocado fonte di grassi monoinsaturi e vitamina E. Studi recenti evidenziano che un moderato consumo di avocado sembrerebbe associato ad un miglior metabolismo dei lipidi, con riduzione del colesterolo totale e LDL e un aumento dei livelli di colesterolo buono, HDL.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di sedano, avocado e Taleggio (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, avocado, taleggio, lattuga, limone, pomodoro, olio EVO,

insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci, utile in caso di alterazioni enzimatiche.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 7-8 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 100 g di Alici fresche
  • 100 g di Radicchio
  • 50 g di Spinaci lessati
  • 1 Limone
  • 3 Noci

 

Procedimento

  1. Preriscaldare il forno a 200 ° per 5 minuti e cuocere le alici;
  2. Pulire e lavare il radicchio, tagliarlo a liste e metterlo in un’insalatiera;
  3. Tagliare grossolanamente gli spinaci precedentemente lessati, tagliare un quarto di limone completo di buccia a cubetti;
  4. Versare un goccio di olio evo in una padella, rosolare gli spinaci e il limone;
  5. Mescolare delicatamente le alici con gli spinaci ed il limone, condire con il succo del mezzo limone rimasto e dell’olio;
  6. Fare riposare per 15 minuti;
  7. Solo alla fine unire il radicchio e le noci.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, aumentato rischio di infezioni, fatigue, stipsi fisiologica e non meccanica, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: le alici, insieme a sgombri e aringhe, fanno parte del così detto pesce azzurro, ricco in grassi omega 3, fondamentali per la salute del cuore e delle arterie. Sono, inoltre, una buona fonte di proteine ad alto valore biologico, vitamine (A, D e vitamine del gruppo B) e calcio. Il contenuto in omega-3 è inoltre ulteriormente incrementato dalla presenza delle noci, mentre radicchio e spinaci contribuiscono al donare alla ricetta un buon contenuto di fibra e vitamina K. Insaporire con limone e noci è un buon metodo per ridurre l’utilizzo del sale nella ricetta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci (alterazioni enzimatiche)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su alici, radicchio, spinaci, limone, noci

insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci, utile in caso di stipsi (o costipazione).

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 7-8 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 100 g di Alici fresche
  • 100 g di Radicchio
  • 50 g di Spinaci lessati
  • 1 Limone
  • 3 Noci

 

Procedimento

  1. Preriscaldare il forno a 200 ° per 5 minuti e cuocere le alici;
  2. Pulire e lavare il radicchio, tagliarlo a liste e metterlo in un’insalatiera;
  3. Tagliare grossolanamente gli spinaci precedentemente lessati, tagliare un quarto di limone completo di buccia a cubetti;
  4. Versare un goccio di olio evo in una padella, rosolare gli spinaci e il limone;
  5. Mescolare delicatamente le alici con gli spinaci ed il limone, condire con il succo del mezzo limone rimasto e dell’olio;
  6. Fare riposare per 15 minuti;
  7. Solo alla fine unire il radicchio e le noci.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, aumentato rischio di infezioni, fatigue, stipsi fisiologica e non meccanica, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: le alici, insieme a sgombri e aringhe, fanno parte del così detto pesce azzurro, ricco in grassi omega 3, fondamentali per la salute del cuore e delle arterie. Sono, inoltre, una buona fonte di proteine ad alto valore biologico, vitamine (A, D e vitamine del gruppo B) e calcio. Il contenuto in omega-3 è inoltre ulteriormente incrementato dalla presenza delle noci, mentre radicchio e spinaci contribuiscono al donare alla ricetta un buon contenuto di fibra e vitamina K. Insaporire con limone e noci è un buon metodo per ridurre l’utilizzo del sale nella ricetta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci (stipsi o costipazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su alici, radicchio, spinaci, limone, noci

insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci, indicata per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 7-8 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 100 g di Alici fresche
  • 100 g di Radicchio
  • 50 g di Spinaci lessati
  • 1 Limone
  • 3 Noci

 

Procedimento

  1. Preriscaldare il forno a 200 ° per 5 minuti e cuocere le alici;
  2. Pulire e lavare il radicchio, tagliarlo a liste e metterlo in un’insalatiera;
  3. Tagliare grossolanamente gli spinaci precedentemente lessati, tagliare un quarto di limone completo di buccia a cubetti;
  4. Versare un goccio di olio evo in una padella, rosolare gli spinaci e il limone;
  5. Mescolare delicatamente le alici con gli spinaci ed il limone, condire con il succo del mezzo limone rimasto e dell’olio;
  6. Fare riposare per 15 minuti;
  7. Solo alla fine unire il radicchio e le noci.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, aumentato rischio di infezioni, fatigue, stipsi fisiologica e non meccanica, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: le alici, insieme a sgombri e aringhe, fanno parte del così detto pesce azzurro, ricco in grassi omega 3, fondamentali per la salute del cuore e delle arterie. Sono, inoltre, una buona fonte di proteine ad alto valore biologico, vitamine (A, D e vitamine del gruppo B) e calcio. Il contenuto in omega-3 è inoltre ulteriormente incrementato dalla presenza delle noci, mentre radicchio e spinaci contribuiscono al donare alla ricetta un buon contenuto di fibra e vitamina K. Insaporire con limone e noci è un buon metodo per ridurre l’utilizzo del sale nella ricetta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su alici, radicchio, spinaci, limone, noci

insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci, utile in caso di aumentato rischio di infezioni.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 7-8 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 100 g di Alici fresche
  • 100 g di Radicchio
  • 50 g di Spinaci lessati
  • 1 Limone
  • 3 Noci

 

Procedimento

  1. Preriscaldare il forno a 200 ° per 5 minuti e cuocere le alici;
  2. Pulire e lavare il radicchio, tagliarlo a liste e metterlo in un’insalatiera;
  3. Tagliare grossolanamente gli spinaci precedentemente lessati, tagliare un quarto di limone completo di buccia a cubetti;
  4. Versare un goccio di olio evo in una padella, rosolare gli spinaci e il limone;
  5. Mescolare delicatamente le alici con gli spinaci ed il limone, condire con il succo del mezzo limone rimasto e dell’olio;
  6. Fare riposare per 15 minuti;
  7. Solo alla fine unire il radicchio e le noci.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, aumentato rischio di infezioni, fatigue, stipsi fisiologica e non meccanica, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: le alici, insieme a sgombri e aringhe, fanno parte del così detto pesce azzurro, ricco in grassi omega 3, fondamentali per la salute del cuore e delle arterie. Sono, inoltre, una buona fonte di proteine ad alto valore biologico, vitamine (A, D e vitamine del gruppo B) e calcio. Il contenuto in omega-3 è inoltre ulteriormente incrementato dalla presenza delle noci, mentre radicchio e spinaci contribuiscono al donare alla ricetta un buon contenuto di fibra e vitamina K. Insaporire con limone e noci è un buon metodo per ridurre l’utilizzo del sale nella ricetta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su alici, radicchio, spinaci, limone, noci

insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 7-8 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 100 g di Alici fresche
  • 100 g di Radicchio
  • 50 g di Spinaci lessati
  • 1 Limone
  • 3 Noci

 

Procedimento

  1. Preriscaldare il forno a 200 ° per 5 minuti e cuocere le alici;
  2. Pulire e lavare il radicchio, tagliarlo a liste e metterlo in un’insalatiera;
  3. Tagliare grossolanamente gli spinaci precedentemente lessati, tagliare un quarto di limone completo di buccia a cubetti;
  4. Versare un goccio di olio evo in una padella, rosolare gli spinaci e il limone;
  5. Mescolare delicatamente le alici con gli spinaci ed il limone, condire con il succo del mezzo limone rimasto e dell’olio;
  6. Fare riposare per 15 minuti;
  7. Solo alla fine unire il radicchio e le noci.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, aumentato rischio di infezioni, fatigue, stipsi fisiologica e non meccanica, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: le alici, insieme a sgombri e aringhe, fanno parte del così detto pesce azzurro, ricco in grassi omega 3, fondamentali per la salute del cuore e delle arterie. Sono, inoltre, una buona fonte di proteine ad alto valore biologico, vitamine (A, D e vitamine del gruppo B) e calcio. Il contenuto in omega-3 è inoltre ulteriormente incrementato dalla presenza delle noci, mentre radicchio e spinaci contribuiscono al donare alla ricetta un buon contenuto di fibra e vitamina K. Insaporire con limone e noci è un buon metodo per ridurre l’utilizzo del sale nella ricetta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci (perdita appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su alici, radicchio, spinaci, limone, noci

insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 7-8 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 100 g di Alici fresche
  • 100 g di Radicchio
  • 50 g di Spinaci lessati
  • 1 Limone
  • 3 Noci

 

Procedimento

  1. Preriscaldare il forno a 200 ° per 5 minuti e cuocere le alici;
  2. Pulire e lavare il radicchio, tagliarlo a liste e metterlo in un’insalatiera;
  3. Tagliare grossolanamente gli spinaci precedentemente lessati, tagliare un quarto di limone completo di buccia a cubetti;
  4. Versare un goccio di olio evo in una padella, rosolare gli spinaci e il limone;
  5. Mescolare delicatamente le alici con gli spinaci ed il limone, condire con il succo del mezzo limone rimasto e dell’olio;
  6. Fare riposare per 15 minuti;
  7. Solo alla fine unire il radicchio e le noci.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, aumentato rischio di infezioni, fatigue, stipsi fisiologica e non meccanica, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: le alici, insieme a sgombri e aringhe, fanno parte del così detto pesce azzurro, ricco in grassi omega 3, fondamentali per la salute del cuore e delle arterie. Sono, inoltre, una buona fonte di proteine ad alto valore biologico, vitamine (A, D e vitamine del gruppo B) e calcio. Il contenuto in omega-3 è inoltre ulteriormente incrementato dalla presenza delle noci, mentre radicchio e spinaci contribuiscono al donare alla ricetta un buon contenuto di fibra e vitamina K. Insaporire con limone e noci è un buon metodo per ridurre l’utilizzo del sale nella ricetta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su alici, radicchio, spinaci, limone, noci

Funzionalità del gusto negli adulti sottoposti a radioterapia o chemioterapia del cancro e implicazioni per la gestione nutrizionale: una revisione sistematica

Kiss N. et al.

J Acad Nutr Diet. 2021 Feb;121(2):278-304.

 

Funzionalità del gusto negli adulti sottoposti a radioterapia o chemioterapia del cancro e implicazioni per la gestione nutrizionale: una revisione sistematica

Background:

I cambiamenti di gusto sono comunemente segnalati da persone con cancro sottoposte a radioterapia o chemioterapia. I cambiamenti di gusto possono compromettere l’assunzione alimentare e lo stato nutrizionale.

 

Obiettivo:

Capire se il cambiamento del gusto è associato o meno alla diagnosi del cancro o alla modalità di trattamento negli adulti.

 

Metodi:

Una ricerca sistematica della letteratura fino al 31 dicembre 2019 è stata condotta utilizzando PubMed, Embase e PsycInfo (International Prospective Register of Systematic Reviews protocol n. CRD42019134005). Sono stati inclusi studi su adulti con cancro che valutano obiettivamente l’effetto di una diagnosi di cancro o chemioterapia e/o di un trattamento radioterapico sulla funzione gustativa rispetto a controlli sani o all’interno dei cambiamenti dei partecipanti. Ulteriori risultati sono stati gradimento del cibo, appetito, assunzione alimentare, stato nutrizionale e composizione corporea.

Sono stati cercati elenchi di riferimento di articoli pertinenti per identificare articoli aggiuntivi. La qualità è stata valutata utilizzando la lista di controllo dei criteri di qualità dell’Accademia di nutrizione e dietetica.

 

Risultati:

Sono stati inclusi complessivamente 24 articoli, uno dei quali consisteva in due studi che riportavano separatamente gli effetti della radioterapia e della chemioterapia. Sul totale di 25 studi riportati in 24 articoli pubblicati, 14 studi hanno esaminato gli effetti della radioterapia e altri 11 studi hanno esaminato la chemioterapia.

Ci sono prove limitate di una diagnosi di cancro di per sé che contribuisce alla disfunzione del gusto. La funzione gustativa compromessa è stata segnalata in quasi tutti gli studi di radioterapia, che si verificano già nella Settimana 3 del trattamento e durano da 3 a 24 mesi dopo il trattamento. Durante la chemioterapia, la compromissione della funzione del gusto è stata riportata in modo meno coerente, presente già nei primi giorni di chemioterapia e che persiste fino a 6 mesi dopo il trattamento. La chemioterapia a base di taxane è stata segnalata per influenzare la funzione del gusto più di altri trattamenti.

Diversi studi hanno riportato una minore simpatia per il cibo, l’appetito e l’assunzione alimentare. Solo uno studio ha riportato lo stato nutrizionale dei partecipanti, non trovando alcuna associazione tra la funzione gustativa e lo stato nutrizionale. Nessuno studio ha esaminato le associazioni tra cambiamenti di gusto e composizione corporea.

 

Conclusioni:

La rassegna sottolinea l’importanza di considerare la modalità di trattamento nella pratica. La ricerca è necessaria per identificare i fattori che contribuiscono all’alterazione del gusto e per informare gli interventi basati sull’evidenza.

 

 

Abstract

 

Taste Function in Adults Undergoing Cancer Radiotherapy or Chemotherapy, and Implications for Nutrition Management: A Systematic Review

Background:

Taste changes are commonly reported by people with cancer undergoing radio- or chemotherapy. Taste changes may compromise dietary intake and nutritional status.

 

Objective:

To understand whether or not taste change is associated with cancer diagnosis or treatment modality in adults.

 

Methods:

A systematic literature search up to December 31, 2019, was conducted using PubMed, Embase, and PsycInfo (International Prospective Register of Systematic Reviews protocol no. CRD42019134005). Studies in adults with cancer objectively assessing the effect of a cancer diagnosis or chemotherapy and/or radiotherapy treatment on taste function compared with healthy controls or within participant changes were included. Additional outcomes were food liking, appetite, dietary intake, nutritional status, and body composition.

Reference lists of relevant articles were searched to identify additional articles. Quality was assessed using the Academy of Nutrition and Dietetics quality criteria checklist.

 

Results:

A total of 24 articles were included, one of which consisted of two studies that reported the effects of radiotherapy and chemotherapy separately. From the total 25 studies reported in 24 published articles, 14 studies examined effects of radiotherapy, and remaining 11 studies examined chemotherapy.

There is limited evidence of a cancer diagnosis per se contributing to taste dysfunction. Impaired taste function was reported in almost all radiotherapy studies, occurring as early as Week 3 of treatment and lasting for 3 to 24 months posttreatment. During chemotherapy, impairment of taste function was less consistently reported, occurring as early as the first few days of chemotherapy, and persisting up to 6 months posttreatment. Taxane-based chemotherapy was reported to affect taste function more than other treatments.

Several studies reported reduced liking for food, appetite, and dietary intake. Only one study reported nutritional status of participants, finding no association between taste function and nutritional status. No studies examined associations between taste changes and body composition.

 

Conclusions:

This review highlights the importance of considering treatment modality in practice. Research is required to identify factors contributing to taste alteration and to inform evidence-based interventions.

 

Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33071205/

Valutazione della qualità della dieta tra gli adulti americani sopravvissuti al cancro: risultati dell’indagine nazionale sull’esame sanitario e nutrizionale 2005-2016

Lee E. et al.

J Acad Nutr Diet. 2021 Feb;121(2):217-232.

 

Valutazione della qualità della dieta tra gli adulti americani sopravvissuti al cancro: risultati dell’indagine nazionale sull’esame sanitario e nutrizionale 2005-2016

Background:

La qualità della dieta tra gli adulti sopravvissuti al cancro è bassa e ci sono informazioni minime sul punteggio dell’indice di alimentazione sana (HEI)-2015, una misura della qualità della dieta e dell’aderenza alle linee guida dietetiche 2015-2020 per gli americani, in questa popolazione.

 

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