Microbioma

Con il termine microbioma si indicano tutti i microrganismi presenti in un ambiente, in questo caso andremo principalmente ad indagare sul microbioma intestinale.

 

I batteri che lo costituiscono svolgono numerose funzioni:

difendono l’organismo dai patogeni, contribuiscono alla regolazione dell’assorbimento dei nutrienti, della produzione di vitamine e di energia e delle difese immunitarie.

 

Microbioma: “core” e composizione

Prima di tutto bisogna sapere che il “core” del microbioma di ciascuno di noi si forma nei primi 3-4 anni di vita e tale rimarrà. Quindi sembra importante, per lo sviluppo di un microbiota sano, nascere con parto naturale (non cesareo) ed essere allattati al seno.

L’intestino del feto, sterile fino alla nascita, sarà colonizzato da batteri presenti nel canale vaginale in caso di parto naturale, o incontrerà quelli più aggressivi della sala operatoria, in caso di parto cesareo.

L’allattamento al seno fornisce dal canto suo i nutrienti più adatti non solo alla crescita dell’organismo del neonato, ma anche alla selezione del microbiota migliore per il suo intestino.

I tempi dello svezzamento sono indicati per permettere alla barriera intestinale di maturare prima di venire a contatto con proteine o altre sostanze potenzialmente allergizzanti.

 

Se il “core” del microbiota non si modifica per tutta la vita, la gran parte della sua composizione è invece destinata a cambiare, in funzione dei diversi fattori ambientali, l’alimentazione su tutti. Ecco perché il microbiota si diversifica da continente a continente, da nazione a nazione, ma anche da città a città e, addirittura, da quartiere a quartiere.

 

Studi sul microbioma

Il microbioma è recentemente al centro di numerosi studi, come il Progetto microbioma umano, nato nel 2008 negli Stati Uniti, con lo scopo di capire chi sono i batteri che lo compongono e che funzioni svolgono per l’uomo.

 

Negli ultimi anni il mondo del microbioma è al centro anche della ricerca oncologica in quanto sono stati scoperti diversi ceppi di batteri intestinali in grado di influenzare le malattie tumorali.

Inoltre per i pazienti in terapia è stato scoperto che il microbiota intestinale modula sia l’efficacia che la tossicità di alcuni tipi di chemioterapie e immunoterapie contro il cancro, ma deve ancora essere studiato a fondo nel contesto della radioterapia.

 

In campo clinico lo studio del microbioma è fondamentale in termini di diagnosi precoce e ai fini di utilizzare idonei probiotici in ambito preventivo e durante la cura dei tumori.

 

La ricerca sul legame tra microbiota generale e cancro è ancora agli inizi, ma sono già molti i microrganismi per i quali è già stata identificata una possibile associazione con lo sviluppo di tumori o, al contrario, con un rischio più basso di ammalarsi di cancro, o ancora con una maggiore efficacia delle terapie.

 

Microrganismi “cattivi”

Helycobacter pylori, per esempio, è uno dei primi scoperti associato allo sviluppo del cancro ed in particolare del tumore allo stomaco, ma rientrano nella lista dei “cattivi” anche altri come Bacteroides fragilis, Fusobacterium nucleatum e un ceppo di Escherichia coli.

 

Microrganismi “buoni”

Andando ad indagare nella lista dei “buoni” invece sono stati studiati i ceppi Bifidobacterium pseudolongum, Lactobacillus johnsonii, Olsenella, Akkermansia muciniphila e Erysipelotrichaceae che potrebbero rappresentare le nuove strategie per rendere più efficaci le terapie anti-cancro, in particolare per l’immunoterapia.

 

I dati ad oggi disponibili non ci permettono ancora di definire con certezza cosa si intenda con l’espressione “microbiota sano”, inoltre un microbioma sano per una persona potrebbe non essere tale per un’altra.

 

Cosa Fare

L’essere umano è un ecosistema: nel nostro corpo solo una cellula su dieci è umana. Il nostro intestino ospita tra le 500 e le 1000 specie batteriche, oltre a virus, funghi e altri microbi, che vengono nutrite dagli alimenti che inseriamo nel nostro organismo.

La domanda spontanea sarebbe cosa mangiare per nutrire correttamente il microbiota e renderlo “sano” ma in realtà il problema principale, sopra citato, riguarda il fatto che non siamo ancora in grado di definire che cosa sia un “microbiota sano”.

Per esempio studi condotti su topi evidenziano che la carne rossa promuove la crescita di batteri che aumentano l’infiammazione intestinale e riduce quella di batteri che invece metabolizzano le fibre ma sono necessari ulteriori studi più mirati alla conferma di tale teoria.

 

In attesa di risultati più affidabili, è fondamentale seguire i consigli per una sana e corretta alimentazione ovvero consumare cereali preferibilmente integrali, legumi, frutta e verdura, proteine sane, olio extravergine di oliva e pochi alimenti raffinati, ricchi in grassi animali o zuccheri.

 

Cibi utili

In particolare i cereali integrali, i legumi, gli ortaggi, la frutta sia fresca che a guscio ed i semi oleosi rappresentano buone fonti di fibra alimentare, fondamentale per la corretta salute dell’intestino.

 

La fibra alimentare di per sé non ha valore nutritivo o energetico ma è ugualmente molto importante per la regolazione di diverse funzioni fisiologiche nell’organismo.

Alcuni di questi composti (cellulosa, emicellulosa e lignina) sono insolubili in acqua e agiscono prevalentemente sul funzionamento del tratto gastrointestinale, ritardando lo svuotamento gastrico e facilitando nell’intestino il transito del bolo alimentare e l’evacuazione delle feci.

Invece altri composti (pectine, gomme e mucillagini) sono solubili in acqua nella quale formano dei gel resistenti e regolano l’assorbimento di alcuni nutrienti (ad esempio zuccheri e grassi) riducendolo e rallentandolo, contribuendo così al controllo del livello di glucosio e di colesterolo nel sangue.

 

Il ruolo preventivo della fibra nell’alimentazione umana è quindi molto studiato in diverse patologie come il diabete, le malattie cardiovascolari, l’ipercolesterolemia e il tumore del colon. In numerosi studi epidemiologici si è notato, infatti, che in quelle popolazioni che consumano maggiormente fibra l’incidenza di queste patologie risulta più bassa.

 

Tra gli alimenti più ricchi in fibra per porzione ci sono i piselli, i lamponi, i fagioli secchi, l’avena in chicco, l’orzo perlato, la farina di ceci, le carote, i fichi secchi e il riso integrale.

 

Quanta fibra al giorno?

Come obiettivo nutrizionale per la prevenzione la SINU indica un apporto di fibra di almeno 25 g al giorno, anche in caso di introiti energetici inferiori alle 2000 kcal al giorno.

 

Visto il ruolo positivo per la salute umana alcune società scientifiche ed enti internazionali suggeriscono quantità di fibra anche superiori:

per la prevenzione oncologica il World Cancer Research Fund ne raccomanda almeno 30 g al giorno,

mentre per la prevenzione cardiovascolare la European Society of Cardiology 40-45 g al giorno.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti