Attività fisica e qualità della vita in sopravvissuti al cancro della testa e del collo Copia

Rogers L.Q., Courneya K.S., Robbins K.T. et al. Support Care Cancer. 2006; 14 (1012–1019)

 

Obiettivo: Esaminare la prevalenza di esercizio nei sopravvissuti al cancro della testa e del collo e determinare associazioni preliminary con la qualità della vita (QoL), affaticamento e depressione.

 

Materiale e metodi: Sono stati reclutati 59 sopravvissuti idonei su 65 (91%) da una clinica accademica oncologica. I partecipanti hanno concluso uno studio autosomministrato che includeva la versione adattata del Godin Leisure-Time Exercise Questionnaire e del Functional Assessment of Cancer Therapy-Head & Neck (FACT-H&N), il quale comprende il benessere fisico, sociale, emotivo e funzionale (FWB) oltre ad altre tematiche, e il FACTGeneral (FACT-G). Le variabili mediche sono state ottenute da una analisi delle cartelle cliniche.

 

Risultati: La maggior parte dei partecipanti erano uomini (83%), caucasici (92%), con età media di 58±12.8. Le sedi del cancro erano principalmente nel cavo orale (24%), orofaringe (37%) o laringe (25%), con il 20% al I stadio, 7% al II stadio, 19% al III stadio e il 54% al IV stadio di malattia. La chemioterapia e/o la radioterapia erano in corso nel 14% dei partecipanti. La maggior parte dei partecipanti (51%) erano stati diagnosticati meno di 6 mesi prima. Solamente 3 partecipanti (5%) hanno riportato qualche minuto di esercizio fisico energico (M=7.3±35.4), e solo 7 (12%) hanno riferito qualche minuto di esercizio fisico moderato (M=19.5±70.6). 26 partecipanti (44%) hanno dichiarato un esercizio leggero (M=83.4± 147.1). Solamente 5 soggetti (8,5%) si sono conformati alle attuali linee guida dell’attività fisica per la salute dei cittadini. Correlazioni parziali, tenendo conto dell’età, comorbilità clinica e ricorso all’alcol, hanno mostrato che i minuti totali di esercizio (i.e., leggero + moderato + energico) sono stati positivamente associati a FWB (r=0.30, p=0.027), FACT-G (r=0.25, p=0.071) e FACT-H&N (r=0.26, p=0.064), negativamente associati con l’affaticamento (r=−0.27, p=0.051) mentre non ci sono state associazioni con la depressione (r=0.10, p=0.500).

 

Conclusioni: pochi pazienti sopravvissuti al cancro della testa e del collo hanno partecipato ad una qualche attività energica o moderata e oltre la metà dei partecipanti sono stati sedentari. Associazioni significative e potenzialmente benefiche tra minuti totali di attività fisica, QoL e affaticamento sono state dimostrate. Un intervento motorio potrebbe essere di utilità in questo gruppo ancora poco studiato di pazienti sopravvissuti al cancro. Un ulteriore ricerca si rende necessaria.

 

Physical activity and quality of life in head and neck cancer survivors

 

Abstract

Purpose: To examine the prevalence of exercise in head and neck cancer survivors and determine preliminary associations with quality of life (QoL), fatigue, and depression.

 

Materials and methods: Fifty-nine of 65 (91%) eligible head and neck cancer survivors recruited from an academic oncology clinic completed a self-administered survey including the modified Godin Leisure-Time Exercise Questionnaire and Functional Assessment of Cancer Therapy-Head & Neck (FACT-H&N), which includes physical, social, emotional and functional well-being (FWB) as well as additional concerns, and the FACTGeneral (FACT-G). Medical variables were obtained by medical record review.

 

Results: The majority of participants were men (83%) and were Caucasian (92%), with mean age of 58±12.8. Cancer sites were primarily the oral cavity (24%), oropharynx (37%), or larynx (25%), with 20% being stage I, 7% stage II, 19% stage III, and 54% stage IV disease. Chemotherapy and/or radiation were ongoing in 14% of the participants. Half of the participants (51%) were diagnosed <6 months ago. Only three (5%) participants reported any vigorous exercise minutes (M=7.3±35.4), and only seven (12%) participants reported any moderate exercise minutes (M=19.5±70.6). Light exercise was reported by 26 (44%) (M=83.4± 147.1). Only five (8.5%) participants were meeting current public health exercise guidelines. Partial correlations adjusting for age, medical comorbidity, and alcohol use showed that the total exercise minutes (i.e., light + moderate + vigoroussi) was positively associated with FWB (r=0.30, p=0.027), FACT-G (r=0.25, p=0.071), and FACT-H&N (r=0.26, p=0.064), was negatively associated with fatigue (r=−0.27, p=0.051), and had no association with depression (r=0.10, p=0.500).

 

Conclusions: Few head and neck cancer survivors are participating in any moderate or vigorous exercise, and over half are completely sedentary. Meaningful and potentially beneficial associations between total exercise minutes, QoL, and fatigue were demonstrated. An exercise intervention may have utility in this understudied cancer survivor group. Further research is warranted.



La speranza nei malati di cancro: l’ambito relazionale come fattore cruciale

 

Tullio Proserpio 1, Andrea Ferrari, Salvatore Lo Vullo, Maura Massimino, Carlo Alfredo Clerici, Laura Veneroni, Carlo Bresciani, Paolo G Casali, Mauro Ferrari, Paolo Bossi, Gustavo Galmozzi, Andrea Pierantozzi, Lisa Licitra, Sara Marceglia, Luigi Mariani

Hope in cancer patients: the relational domain as a crucial factor

Tumori. Jul-Aug 2015;101(4):447-54.

 

 

Obiettivo e contesto: La speranza è cruciale per i pazienti oncologici. Sono stati esplorati i fattori determinanti della speranza nei pazienti affetti da cancro utilizzando un questionario somministrato nel corso di 1 giorno ad un campione non selezionato di pazienti di un centro oncologico italiano.

Metodi: Un team di oncologi, statistici e cappellani ha sviluppato un questionario con contenuti medici, psicologici, spirituali e religiosi. E’ stato condotto uno studio trasversale su 320 pazienti che hanno risposto al questionario.

Risultati: Nel gruppo dei partecipanti, il 92,8% aveva una fede religiosa. Donne, pazienti con un’istruzione formale limitata, e credenti si sono rivelati i più speranzosi. I pazienti riponevano fiducia in Dio, nei loro partner e figli, nella ricerca scientifica e nei medici.  Sull’analisi univariata e multivariata, la speranza è stata trovata sensibile alla condivisione delle esperienze dei pazienti con gli altri (compresi familiari e amici), alla loro percezione positiva delle persone intorno a loro e al loro rapporto con medici e infermieri.

Conclusioni: Se convalidati da ulteriori studi, questi risultati supportano l’idea che un paziente con il senso di speranza nella malattia oncologica è sensibile alla qualità delle relazioni con gli operatori sanitari. Ciò può essere importante per l’organizzazione sanitaria e lo stanziamento delle risorse.

 

 

 

Hope in cancer patients: the relational domain as a crucial factor

Aims and background: Hope is crucial for patients with cancer. We explored the determinants of hope in patients with cancer using a questionnaire administered over the course of 1 day to an unselected sample of patients at an Italian cancer center.

Methods: A team of oncologists, statisticians, and chaplains developed a questionnaire with medical, psychological, spiritual, and religious content. A cross-sectional study was conducted on 320 patients who answered the questionnaire.

Results: In the group of participants, 92.8% had a religious belief. Women, patients with limited formal education, and believers were more hopeful. Patients placed trust in God, their partners and children, scientific research, and doctors. On univariate and multivariate analysis, hope was found sensitive to patients’ sharing their experiences with others (including family and friends), their positive perception of the people around them, and their relationship with doctors and nurses.

Conclusions: If validated in further studies, these results support the notion that a patient with cancer’s sense of hope is sensitive to the quality of relationships with caregivers. This may be important to health care organization and resource allocation.

 

 

Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26045106/



Prevalenza, caratteristiche e trattamento dell’affaticamento in pazienti oncologici in Italia: uno studio trasversale del Network Italiano Cure di Supporto in Oncologia (NICSO)

Roila F et al.

Supportive Care in Cancer (2019) 27:1041–1047

 

Background: La fatigue è uno dei sintomi più stressanti dei pazienti oncologici. Le sue caratteristiche e l’impatto sulla qualità della vita non sono stati completamente esplorati e il trattamento della fatica cancro correlata nei centri oncologici italiani non è stato notificato.

 

Metodi: Uno studio trasversale è stato effettuato su tutti i pazienti che stavano frequentando per qualsiasi motivo i 24 centri partecipanti in due giorni non consecutivi. I pazienti con fatigue hanno compilato il questionario Brief Fatigue Inventory (BFI) e hanno riferito di qualsiasi trattamento farmacologico o non farmacologico per affaticamento.

 

Risultati: Da ottobre 2014 a maggio 2015, 1394 pazienti oncologici hanno accettato di partecipare allo studio. La fatigue è stata riferita da 866 pazienti (62.1%); la durata è stata > 4 mesi in 441 pazienti (50.9%). Secondo i ricercatori, sono stati ridotti i più importanti fattori determinanti della fatigue (probabili o quasi sicuri) attività fisica (271 pazienti), ansia (149), dolore (131), insonnia (125), anemia (123), e depressione (123). La fatigue di intensità moderata/grave è stata riportata dal 43%/29.2% dei pazienti, mentre la fatigue consueta nelle ultime 24 ore dal 45%/33.1% e la peggior fatigue nelle 24 ore dal 33%/54.8%. Riguardo l’impatto sulla qualità della vita, la fatigue ha interferito moderatamente/gravemente con l’attività generale nel 30.8%/38.6% dei pazienti, con l’umore nel 26.1%/32.8%, con la possibilità di lavorare nel 7.9%/35.6%, con le normali attività nel 26.7%/38.9%, con le relazioni con gli altri nel 21%/23.4% e con la capacità di divertirsi nel 22.2%/33.1%. Solo 117/866 pazienti (13.5%) hanno ricevuto un trattamento farmacologico rappresentato da corticosteroidi in 101 pazienti (86.3%) mentre 188 pazienti (21.7%) hanno ricevuto un trattamento non farmacologico come l’esercizio fisico (120 patients, 63.8%) e vari integratori alimentari (52 patients, 27.6%).

 

Conclusioni: La fatica cancro-correlata è riportata frequentemente dai pazienti oncologici; la sua intensità e il suo impatto sulla qualità della vita è rilevante.

 

 

Abstract

Prevalence, characteristics, and treatment of fatigue in oncological cancer patients in Italy: a cross-sectional study of the Italian Network for Supportive Care in Cancer (NICSO)

 

Background Fatigue is one of the most distressing symptoms of cancer patients. Its characteristics and impact on quality of life have not been fully explored and treatment of cancer-related fatigue in Italian oncological centers has not been codified.

Methods A cross-sectional study was carried out on all patients attending for any reason the 24 participating centers in two nonconsecutive days. Patients with fatigue filled out the Brief Fatigue Inventory (BFI) questionnaire and reported any pharmacological or non-pharmacological treatment for fatigue.

Results From October 2014 to May 2015, 1394 cancer patients agreed to participate in the study. Fatigue was referred by 866 (62.1%) of patients; its duration was > 4 months in 441 patients (50.9%). In the investigators’ opinion, the most important (probable or almost sure) determinants of fatigue were reduced physical activity (271 patients), anxiety (149), pain (131), insomnia (125), anemia (123), and depression (123). Fatigue of moderate/severe intensity was reported by 43%/29.2% of patients, while usual fatigue in the last 24 h by 45%/33.1%, and the worst fatigue in the last 24 h by 33%/54.8%, respectively. Concerning the impact on quality of life, fatigue interfered moderately/severely with general activity in 30.8%/38.6% of patients, with mood in 26.1%/32.8%, with the ability to work in 27.9%/35.6%, with normal work in 26.7%/38.9%, with relationships with others in 21%/23.4% and with the ability to amuse themselves in 22.2%/33.1%. Only 117/866 patients (13.5%) received a pharmacological treatment represented by a corticosteroid in 101 patients (86.3%) while 188 patients (21.7%) received a non-pharmacological treatment such as physical exercise (120 patients, 63.8%) and various alimentary supplements (52 patients, 27.6%).

Conclusions Cancer-related fatigue is frequently reported by oncological patients; its intensity and impact on quality of life is relevant

 

Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30084104/



Realtà virtuale e musicoterapia come interventi di distrazione per alleviare l’ansia e migliorare gli stati d’animo nei pazienti affetti da cancro al seno durante la chemioterapia

 

Chirico A. et al.

Virtual reality and music therapy as distraction interventions to alleviate anxiety and improve mood states in breast cancer patients during chemotherapy

J Cell Physiol. 2020;235:5353–5362.

 

l disagio psicologico è una conseguenza comune della diagnosi e del trattamento del cancro al seno e potrebbe aggravare ulteriormente gli effetti collaterali della terapia. Interventi che aumentano la tolleranza al trattamento sono cruciali per migliorare la qualità della vita dei pazienti e l’aderenza alle terapie. La realtà virtuale (VR) è emersa come un efficace strumento di distrazione per diverse procedure mediche. E’ stata valutata l’efficacia della realtà virtuale immersiva e interattiva nell’alleviare il disagio psicologico correlato alla chemioterapia in una coorte di pazienti italiani affetti da cancro al seno, anche confrontando i suoi effetti con quelli di musicoterapia (MT). Trenta pazienti sono stati inclusi nel gruppo VR, 30 nel gruppo di musicoterapia e 34 nel gruppo di controllo, consistente in pazienti che ricevono cure standard durante la chemioterapia. I dati dello studio suggeriscono che sia la realtà virtuale (VR) che la musicoterapia (MT) si sono rivelate interventi utili per alleviare l’ansia e per migliorare lo stato d’animo nei pazienti con cancro al seno durante la chemioterapia. Inoltre, la VR sembra più efficace della MT nell’alleviare l’ansia, la depressione, e la stanchezza.

 

Abstract

Virtual reality and music therapy as distraction interventions to alleviate anxiety and improve mood states in breast cancer patients during chemotherapy

Psychological distress is a common consequence of breast cancer diagnosis and treatment and could further exacerbate therapy side effects. Interventions increasing treatment tolerance are crucial to improve both patients’ quality of life and adherence to therapies. Virtual reality (VR) has emerged as an effective distraction tool for different medical procedures. Here, we assessed the efficacy of immersive and interactive VR in alleviating chemotherapy‐related psychological distress in a cohort of Italian breast cancer patients, also comparing its effects with those of music therapy (MT). Thirty patients were included in the VR group, 30 in the MT group, and 34 in the control group, consisting of patients receiving standard care during chemotherapy. Our data suggest that both VR and MT are useful interventions for alleviating anxiety and for improving mood states in breast cancer patients during chemotherapy. Moreover, VR seems more effective than MT in relieving anxiety, depression, and fatigue.

 

Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31957873/

 



I benefici per la salute dell’attività fisica: la prova

Warburton DE, Nicol CW, Bredin SS. Canadian Medical Association. 2007; 174 (6), 801–809

 

Lo scopo primario di questa rassegna narrativa era valutare la letteratura esistente e fornire ulteriori indizi sul ruolo che gioca l’inattività fisica nello sviluppo di malattie croniche e morti premature.

Confermiamo che esistono prove inconfutabili sulla validità dell’attività fisica regolare nella prevenzione primaria e secondaria di numerose malattie croniche (ad es., malattie cardiovascolari, diabete, cancro, ipertensione, obesità, depressione e osteoporosi) e decessi prematuri. Evidenziamo inoltre che le attuali linee guida sull’attività fisica dell’Health Canada sono sufficienti per suscitare benefici per la salute, specialmente per la prevenzione di persone sedentarie.

Sembrerebbe esserci una relazione lineare tra l’attività fisica e le condizioni di salute, tale per cui un maggior aumento dell’attività fisica e del fitness porterebbe ad ulteriori miglioramenti nelle condizioni di salute.

 

Health benefits of physical activity: the evidence

 

Abstract

 

The primary purpose of this narrative review was to evaluate the current literature and to provide further insight into the role physical inactivity plays in the development of chronic disease and premature death. We confirm that there is irrefutable evidence of the effectiveness of regular physical activity in the primary and secondary prevention of several chronic diseases (e.g., cardiovascular disease, diabetes, cancer, hypertension, obesity, depression and osteoporosis) and premature death. We also reveal that the current Health Canada physical activity guidelines are sufficient to elicit health benefits, especially in previously sedentary people. There appears to be a linear relation between physical activity and health status, such that a further increase in physical activity and fitness will lead to additional improvements in health status.



Il ruolo dell’alimentazione e dell’attività fisica nei sopravvissuti al cancro al seno, del colon retto e della prostata: una rassegna della letteratura

NJ Davies, L Batehup, R Thomas. British journal of cancer. 2011; 105, S52 – S73

 

CONTESTO: La dimostrazione del ruolo dell’alimentazione e dell’attività fisica sull’incidenza del cancro è ben documentata e tenendo conto dell’aumento della sopravvivenza al cancro la conoscenza di questi fattori di stile di vita  dopo una diagnosi tumorale risulta di fondamentale importanza. L’obiettivo di questa rassegna era di aggiornare la letteratura con una revisione effettuata dal National Cancer Survivorship Initiative e di includere studi osservazionali che non erano stati inclusi nella rassegna sistematica dei sopravvissuti del WCRF.

 

METODI: Le prove sono state inizialmente raccolte con una ricerca predefinita sul Cochrane Library Database e su PubMed da marzo 2006 a febbraio 2010. Dopo la rassegna complessiva relativa a cancro e stili di vita, secondo l’obiettivo di questo articolo, qualsiasi studio non correlato ad alimentazione ed attività fisica, esiti prognostici e cancro al seno, colon retto o prostata sono stati esclusi. E’ stata condotta un’ulteriore ricerca della letteratura del 2011 per aggiornare la documentazione.

 

RISULTATI: In questa rassegna sono stati inclusi 43 studi totali. La documentazione degli studi osservazionali suggerisce che un’alimentazione a basso contenuti di grassi e con un elevato contenuto di fibre potrebbe essere protettiva contro la ricomparsa e la progressione del cancro. Tuttavia c’è una scarsità di studi RCT comprovanti questo. Quando abbiamo sintetizzato i risultati ottenuti della rassegna del World Cancer Research Fund sugli RCT che investigavano gli effetti degli interventi nutrizionali e motori su sopravvissuti al cancro, i risultati hanno mostrato che il meccanismo benefico dell’alimentazione  e dell’attività fisica riguarda il peso corporeo, con l’obesità come fattore di rischio, la quale è modificabile attraverso lo stile di vita.

 

IMPLICAZIONI: I sopravvissuti al cancro vorrebbero avere un maggior ruolo attivo nelle loro cure sanitarie e vorrebbero saper prendersi cura di se stessi dopo la diagnosi, includendo la conoscenza di quali cambiamenti dovrebbero effettuare nell’alimentazione e nello stile di vita. La sfida sta nell’integrare un supporto nello stile di vita in un modello standardizzato di assistenza post operatoria.

 

The role of diet and physical activity in breast, colorectal, and prostate cancer survivorship: a review of the literature    

 

Abstract

 

BACKGROUND: Evidence for the role of diet and physical activity in cancer incidence is well documented, but owing to increased cancer survivorship, an understanding of these lifestyle factors after a cancer diagnosis is of crucial importance. The purpose of this review was to update the literature in a review undertaken for the National Cancer Survivorship Initiative and to include observational studies that were not included in the WCRF survivorship systematic review.

METHODS: Evidence was initially gathered from pre-defined searches of the Cochrane Library Database and PubMed from March 2006 to February 2010. After a comprehensive review regarding lifestyle and cancer, for the purpose of this article, any studies not related to diet and physical activity, prognostic outcomes, and breast, colorectal or prostate cancers were excluded. Another search of 2011 literature was conducted to update the evidence.

RESULTS: A total of 43 records were included in this review. Evidence from observational studies suggests that a low-fat, high-fibre diet might be protective against cancer recurrence and progression. However, there is a paucity of RCTs substantiating this. There is more support for physical activity, with a dose response for better outcomes. When synthesized with findings from the World Cancer Research Fund review of RCTs investigating the effect of diet and physical activity interventions on cancer survival, evidence suggests that the mechanism of benefit from diet and physical activity pertains to body weight, with excess body weight being a risk factor, which is modifiable through lifestyle.

IMPLICATIONS: Cancer survivors would like to have a more active role in their health care and to know how to look after themselves after diagnosis, including what diet and lifestyle changes they should make. The challenge is in integrating lifestyle support into standardised models of aftercare.



Interventi per migliorare le abitudini motorie in persone sedentarie che vivono con e oltre il cancro: una rassegna sistematica

L Bourke, K E Homer, M A Thaha, L Steed, D J Rosario, K A Robb, J M Saxton and S J C Taylor. British Journal of Cancer. 2014; 110, 831-841

 

Contesto: Una rassegna sistematica sugli effetti degli interventi per migliorare le abitudini motorie in persone sedentarie che vivono con e oltre il cancro.

 

Metodi: Studi randomizzati controllati (RCTs) che confrontano interventi motori rispetto alle occupazioni abituali in persone sedentarie con diagnosi di cancro omogeneo primario, oltre all’età ammessa di 18 anni. Sono stati consultati i seguenti databases elettronici: Cochrane Central Register of Controlled Trials MEDLINE; EMBASE; AMED; CINAHL; PsycINFO; SportDiscus; PEDro, dall’avvio ad Agosto 2012.

Risultati: quattordici studi sono stati inclusi in questa rassegna, coinvolgendo un totale di 648 partecipanti. Sei studi appena hanno incluso le prescrizioni di doversi incontrare periodicamente per delle indicazioni circa l’esercizio aerobico. Peraltro nessuno degli studi inclusi in questa rassegna ha riportato un’aderenza all’intervento del 75% o più circa l’indicazione di incontrarsi periodicamente per aderire alle linee guida degli esercizi aerobici. Nonostante l’incertezza riguardo l’aderenza di alcuni studi inclusi, gli interventi hanno ottenuto miglioramenti nella tolleranza degli esercizi aerobici a 8/12 settimane (SMD¼0.73, 95% CI¼0.51–0.95) nei partecipanti rispetto al gruppo di controllo. A 6 mesi inoltre, la tolleranza all’esercizio aerobico è migliorata (SMD¼0.70, 95% CI¼0.45–0.94), sebbene quattro dei cinque studi hanno ottenuto un alto rischio di distorsione; pertanto si raccomanda cautela nell’interpretazione.

 

Conclusioni: Le aspettative della maggior parte dei sopravvissuti sedentari di realizzare le linee guida degli esercizi motori correnti sono state probabilmente irrealistiche. Come per tutti i programmi di esercizi ginnici ben progettati, si dovrebbe progettare sulle capacità individuali e sulla periodicità, durata e intensità o serie, ripetizioni, intensità dell’allenamento di resistenza e creare un programma da queste basi.

 

Interventions to improve exercise behaviour in sedentary people living with and beyond cancer: a systematic review

 

Abstract

Background: To systematically review the effects of interventions to improve exercise behaviour in sedentary people living with and beyond cancer.

Methods: Only randomised controlled trials (RCTs) that compared an exercise intervention to a usual care comparison in sedentary people with a homogeneous primary cancer diagnosis, over the age of 18 years were eligible. The following electronic databases were searched: Cochrane Central Register of Controlled Trials MEDLINE; EMBASE; AMED; CINAHL; PsycINFO; SportDiscus; PEDro from inception to August 2012.

Results: Fourteen trials were included in this review, involving a total of 648 participants. Just six trials incorporated prescriptions that would meet current recommendations for aerobic exercise. However, none of the trials included in this review reported intervention adherence of 75% or more for a set prescription that would meet current aerobic exercise guidelines. Despite uncertainty around adherence in many of the included trials, the interventions caused improvements in aerobic exercise tolerance at 8–12 weeks (SMD¼0.73, 95% CI¼0.51–0.95) in intervention participants compared with controls. At 6 months, aerobic exercise tolerance is also improved (SMD¼0.70, 95% CI¼0.45–0.94), although four of the five trials had a high risk of bias; hence, caution is warranted in its interpretation.

Conclusion: Expecting the majority of sedentary survivors to achieve the current exercise guidelines is likely to be unrealistic. As with all well-designed exercise programmes, prescriptions should be designed around individual capabilities and frequency, duration and intensity or sets, repetitions, intensity of resistance training should be generated on this basis.



Cammina: uno studio di fattibilità tramite una sperimentazione pilota randomizzata controllata sull’introduzione della camminata in persone con tumore ricorrente o metastatico

Tsianakas V, Harris J, Ream E, et al. BMJ Open. 2017;7 (2)

 

Obiettivi: Camminare è una forma di attività fisica adattabile, economica e accessibile. Nonostante ciò, l’impatto sulla qualità della vita (QoL) e sull’intensità dei sintomi in persone con cancro in fase avanzata è poco conosciuto. Questo studio si pone l’obiettivo di valutare l’attuabilità e l’ammissibilità di uno studio randomizzato controllato (RCT) su interventi di camminata di gruppo allo scopo di migliorare la QoL in persone affette da cancro ricorrente o metastatico.

Metodi: Sono state utilizzate metodologie varie che comprendono 2 raggruppamenti per lo studio randomizzato controllato e interviste qualitative.

Partecipanti: Pazienti con cancro avanzato al seno, alla prostata, con tumori ginecologici o ematologici, scelti con metodo casuale per mantenere la proporzione 1:1 tra il gruppo di controllo e quello di intervento.

Intervento: L’intervento comprendeva il Macmillan’s ‘Move More’ information, una breve intervista motivazionale unita alla raccomandazione di camminare per almeno 30 minuti a giorni alterni e a partecipare ad una passeggiata di gruppo una volta a settimana.

Risultati: Sono state valutate la validità e l’attuabilità dell’intervento e dell’RCT attraverso la valutazione di procedure di analisi (percentuali di reclutamento, approvazione, mantenimento, aderenza agli effetti avversi) e utilizzando un questionario a fine studio e interviste qualitative. I risultati misurati e riportati dai pazienti (PROMs) valutavano la QoL, l’attività, l’affaticamento, l’umore e l’autoefficacia e sono stati compilati alla partenza e a 6, 12 e 24 settimane di distanza.

Risultati: Sono stati reclutati 42 partecipanti idonei (38%). Il reclutamento è stato inferiore rispetto a quanto anticipato (obiettivo n=60) e la ragione più comunemente riportata è stata l’incapacità di impegnarsi in camminate di gruppo (n=19). Le procedure randomizzate hanno dato dei buoni risultati nei gruppi, uniformando gli accoppiamenti per età, sesso e attività. Dalla 24esima settimana si è verificata una percentuale del 45% di logoramento. La maggior parte dei PROMs, sebbene ammissibili/accettabili, non sono stati sensibili ai cambiamenti e non hanno colto i principali vantaggi.

Conclusioni: L’intervento è stato soddisfacente, ben tollerato e il disegno sperimentale è stato ritenuto soddisfacente e praticabile. I risultati sono incoraggianti e dimostrano che l’esercizio è stato apprezzato e ha portato beneficio ai partecipanti. Per questo motivo  un efficace RCT è necessario, con alcuni adeguamenti all’intervento che includono un maggior adattamento e una più appropriata selezione di PROMs.

 

CanWalk: a feasibility study with embedded randomised controlled trial pilot of a walking intervention for people with recurrent or metastatic cancer

 

Abstract

 

Objectives Walking is an adaptable, inexpensive and accessible form of physical activity. However, its impact on quality of life (QoL) and symptom severity in people with advanced cancer is unknown. This study aimed to assess the feasibility and acceptability of a randomised controlled trial (RCT) of a community-based walking intervention to enhance QoL in people with recurrent/metastatic cancer.

Design We used a mixed-methods design comprising a 2-centre RCT and nested qualitative interviews.

Participants Patients with advanced breast, prostate, gynaecological or haematological cancers randomised 1:1 between intervention and usual care.

Intervention The intervention comprised Macmillan’s ‘Move More’ information, a short motivational interview with a recommendation to walk for at least 30 min on alternate days and attend a volunteer-led group walk weekly.

Outcomes We assessed feasibility and acceptability of the intervention and RCT by evaluating study processes (rates of recruitment, consent, retention, adherence and adverse events), and using end-of-study questionnaires and qualitative interviews. Patient-reported outcome measures (PROMs) assessing QoL, activity, fatigue, mood and self-efficacy were completed at baseline and 6, 12 and 24 weeks.

Results We recruited 42 (38%) eligible participants. Recruitment was lower than anticipated (goal n=60), the most commonly reported reason being unable to commit to walking groups (n=19). Randomisation procedures worked well with groups evenly matched for age, sex and activity. By week 24, there was a 45% attrition rate. Most PROMs while acceptable were not sensitive to change and did not capture key benefits.

Conclusions The intervention was acceptable, well tolerated and the study design was judged acceptable and feasible. Results are encouraging and demonstrate that exercise was popular and conveyed benefit to participants. Consequently, an effectiveness RCT is warranted, with some modifications to the intervention to include greater tailoring and more appropriate PROMs selected.